sabato 28 novembre 2009

LA REGGIA DELLE MERAVIGLIE- da Cipriano -


PRESENTATA A ROMA LA “REGGIA DELLE MERAVIGLIE”


Caserta punta sempre di più sul principale
attrattore, la Reggia vanvitelliana.

L’obiettivo dell’evento è di offrire ai rappresentanti delle istituzioni, agli operatori turistici
e alla stampa nazionale e internazionale un’occasione per conoscere la Reggia attraverso
un’idea originale di rilancio.
Maria Grazia Cucinotta sarà la madrina dell’evento:  “Reggia delle meraviglie”,
in programma oggi 28 novembre. L’attrice siciliana ha partecipato a Roma alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, sul roof dell’hotel Marriott-Flora esordendo con testuali parole: “Sono felice, come professionista e come donna del sud,
di prender parte a un progetto così importante in uno scenario da sogno per tutti”.
Accanto a lei, all’incontro con i giornalisti sono intervenuti: E. Iodice, amministratore dell’Ept di Caserta;  S. Naldi, Presidente di Federalberghi Napoli;  D. Trappetti, Presidente della Tirelli Costumi Spa;  M. Agosti, maestro cerimoniere della Reggia delle Meraviglie;
F. Mollica, esperto della cultura della danza nell’Europa del 700;  A. Ciontoli, assessore del Comune di Caserta con delega alla Reggia, e i rappresentanti delle numerose realtà del territorio casertano che collaborano al progetto: l’associazione “Passato e futuro”, l’associazione “Siti Reali” e “Favole Seriche”.
Caserta sa far parlare di sé non solo per i problemi che l’affliggono, ma innanzitutto
per le tante risorse positive che ha e su cui le istituzioni stanno puntando.
  Oggi 28 Novembre la Reggia rivivrà i fasti della corte con una rievocazione
del lungo regno di Ferdinando IV e Maria Carolina d’Austria attraverso diverse iniziative:

1 - Il Gran Ballo dei Borbone:
230 ballerini sfileranno e si esibiranno sia all’esterno che all’interno di Palazzo Reale
in abiti e su musiche d’epoca in un’operazione di ricostruzione storica del periodo borbonico.
La storia sarà anche il leit-motiv del corteo per le strade cittadine e il cambio della guardia di cui sarà protagonista un reparto rappresentativo dell’esercito borbonico.
Una serie di concerti completeranno la rievocazione dell’atmosfera del regno, accanto a una serie di performance e animazioni affidate ad artisti internazionali, che “contamineranno” la Reggia in chiave contemporanea.

2 - L’inedita mostra La Reggia e Regine (28 Novembre 2009 - 10 Gennaio 2010)
curata dalla collezione Tirelli Costumi che vedrà per la prima volta esporre
un abito autentico di Maria Carolina, lo stesso indossato in un dipinto di Filippo Marsigli
(1789) che farà da sfondo all’originale.
I 22 costumi in mostra ricostruiscono, attraverso gli abiti indossati dai regnanti di tutta Europa, anche l’intreccio di relazioni tra quest’ultimi e la Real Casa Borbonica.
La mostra degli abiti, nella ricostruzione scenica di Flora Brancatella, sottolinea l’illuminata
visione dei Borbone che con la realizzazione delle Seterie di San Leucio dettarono
i canoni della moda a cavallo del ‘700 e dell’800 in cui solo un’altra tessitura godeva della
fama internazionale, quella del francese Joseph Marie Jacquard.

3 - Il Workshop riservato a tour operator e giornalisti (29 novembre):
oltre 120 operatori turistici invitati in rappresentanza di 15 Paesi per presentare la Reggia di Caserta come destinazione turistica, inserita in un territorio che conserva grandi eccellenze, a partire dall’artigianato (con le sete di San Leucio) fino all’enogastronomia, con i prodotti vinicoli  e l’industria casearia



CIPRIANO























La Reggia di Caserta è stata costruita nel suo insieme a partire dal 1752 per volere di Carlo di Borbone, re delle Due Sicilie e di Gerusalemme, su progetto dell'architetto di corte Luigi Vanvitelli che ha illustrato la sia idea nel volume "Dichiarazione dei Disegni del Real Palazzo di Caserta" (1756) in cui racconta in forma di epistolario di essere riuscito a combinare felicemente in quest'opera la tradizione francese (identificata con la Reggia di Versailles, voluta da Luigi XIV, zio di Carlo VII) con la tradizione italiana (ben rappresentata da Villa Lante a Bagnaia, - più volte citata - e da Villa Albobrandini di Frascati come modello del Vanvitelli) . L'asse centrale attraversa tutto il complesso per un percorso di oltre tre chilometri: dall'elegante piazzale di accesso, che doveva essere collegato a Napoli da un rettilineo viale alberato, interseca il palazzo e il retrostante giardino e parterres, per proseguire quindi, oltre la scenografica cascata, inerpicandosi lungo il pendio del colle e fino alla sua cima, con una spettacolare via d'acqua alimentata dall'acquedotto Carolino, capolavoro dell'ingegneria idraulica, equiparato a quelli della Roma imperiale. Nel 1785 un giardino informale, il Giardino Inglese , fu creato sul lato destro dell'asse mediano, per volere di Ferdinando VI e di sua moglie Maria Carolina, dove, fra finte rovine e laghetti artificiali, e sullo sfondo la spettacolare veduta del Vesuvio, sono state acclimatate rare specie botaniche. Proclamato "Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco è stato utilzzato da George Lucas come location per la serie di film "Guerre Stellari" a nei film "Mission Impossible" a "Angeli e Demoni" per le scene ambientate in Vaticano. Ha recentemente vinto il premio di "Parco più bello d'Italia". In estate, dopo il tramonto, è possibile assistere agi spettacolari "Giochi di Luce" sulla facciata anteriore del palazzo.











aforisma del giorno




Nulla rivela meglio il carattere di un uomo quanto il suo modo di comportarsi quando detiene un potere sugli altri. Plutarco



 PENSIERO

Ama tutti, credi a pochi e non far del male a nessuno

W. shakespeare









W. shakespeare

 


  

BlogFest 2009: i premi ai miglior blog



IL 5 OTTOBRE SCORSO SI E' TENUTA A RIVA DEL GARDA LA CERIMONIA  DI PREMIAZIONE DEL BLOGFEST
 
 sono stati assegnati i Macchianera Awards ai blog che più sono stati votati dagli internauti.
A battere tutti è stato Spinoza che si è aggiudicato il premio come miglior blog dell'anno seguito dal blog di Paul the wine guy, miglior blogger in assoluto.
Blog rivelazione dell'anno è L'Antefatto mentre Voglio scendere di Pino Corrias, Marco Travaglio e Peter Gomez si è portato a casa i premi come miglior blog di opinione e miglior blog vip.
Le malvestite è stato votato come il blog più terribile della blogosfera; Uccidi un grissino, salverai un tonno è stato votato come miglior blog di cazzeggio gratuito e Pensieri senza mutandine è stato il più votato nella categoria dei blog erotici.
Cineblog, TvBlog e Autoblog hanno vinto i premi per le categorie cinema, televisione e motori.
Radionation ha vinto per la categoria musica e Come diventare il mio cane per la sezione blog letterari.
Voglia di terra ha vinto il premio come il miglior blog fotografico, il premio per la grafica più accattivante è stato assegnato a Coreingrapho e il premio come miglior disegnatore è andato all'autore de L’orso ciccione.
Il Disinformatico ha vinto il riconoscimento per il miglior blog tecnico, Un tocco di zenzero ha vinto per la categoria food and wine e Piovono Rane di Alessandro Giglioli ha ricevuto il premio come miglior blog giornalistico.
Il più bel post dell'anno è stato scritto dall’autrice del blog Cloridrato di Sviluppina e si chiama 19 marzo, la festa del mio papà.


ANNAMARIA..a dopo





IL CASALINGO PERFETTO 04 LEZIONE - Smacchiare le macchie-


Acquarello
sul cotone: tamponare con acqua e ammoniaca (una parte di ammoniaca per otto parti di acqua), quindi sciacquare con acqua fredda
Adesivo
sul cotone: strofinare delicatamente con solvente per unghie non oleoso (acetone) dopo aver asportato con un coltellino le incrostazioni;
rimedio casalingo: far indurire l'adesivo con ghiaccio e togliere più che si può, poi applicare una soluzione lubrificante e fare asciugare. Se necessario ripetere l'operazione.
Birra
su cotone: lavare l’indumento in acqua tiepida e detersivo.
su lana: tamponare da rovescio con alcol, quindi bagnare con acqua tiepida; coprire con talco; spazzolare quando è asciutto.
Caffè
su cotone: se la macchia è fresca, acqua minerale. Se è vecchia, sfregare la macchia con sapone di Marsiglia leggermente umido; fare ammorbidire in acqua calda, poi risciacquare bene
su lana: acqua minerale al più presto. Se la macchia è vecchia, glicerina per scolorirla, quindi acqua con qualche goccia d’ammoniaca.
Cera
su cotone e lana: raschiare delicatamente la cera con un coltellino; sistemare sopra e sotto la macchia due fogli di carta assorbente, quindi stirare. Se la cera è colorata e rimane traccia di colore, strofinare delicatamente con cotone imbevuto di etere.
su tappeti: raschiare la cera con un coltellino, posare sulla macchia una carta assorbente e passare il ferro da stiro caldo. Smacchiare eventualmente con benzina.
Ciliegia
Lavare con acqua e sapone e tamponare le macchie di ciliegia rimaste con un po’ di latte. Lasciare agire e dopo una o due ore risciacquare
Cioccolato
sul cotone: Tamponare con acqua e poi strofinare con una pezzuola imbevuta in una soluzione di acqua tiepida (un bicchiere) e borace (un cucchiaino). Su tessuti bianchi, sciacquare con acqua e candeggina
su seta: tamponare con acqua addizionata con un cucchiaio di ammoniaca (per ogni bicchiere);
su moquette e tappeti: raschiare la parte in superficie poi utilizzare uno shampoo o uno smacchiatore apposito
rimedio casalingo: bagnare la macchia con un miscuglio di glicerina e tuorlo d'uovo: si lascia agire, poi si sciacqua con acqua tiepida
Colla
Bagnare con acqua tiepida, raschiare leggermente con un coltellino, smacchiare con acqua e ammoniaca.
oppure... tamponare con alcol in cui è stato sciolto sapone di Marsiglia grattugiato e sciacquare;
colla vinilica: si elimina semplicemente con un po' di acqua tiepida
Erba
sul cotone ed i capi bianchi, si eliminano mettendo a mollo in acqua molto calda, quindi risciacquando. Oppure, immergere e strofinare la parte in latte freddo. Per le macchie vecchie: sfregare con succo di limone e risciacquare con acqua tiepida
rimedio casalingo: trattare con acqua e aceto, dopo aver versato sulla macchia succo di limone
Fango
su cotone: lasciare asciugare e spazzolare, tamponando eventuali aloni con acqua e aceto oppure acqua fredda e ammoniaca nella misura di un cucchiaio per litro
su tessuto impermeabile: pulire con acqua fredda con qualche goccia d’aceto.
su moquette e tappeti: lasciate asciugare poi aspirate dopo aver rimosso il fango con una spazzola dura; togliere eventuali aloni con un poco di alcol denaturatoo
Frutta
Le macchie di frutta vanno lavate in acqua molto calda e tamponate con alcool. Alla fine lavare con acqua ed ammoniaca.
Rimedio casalingo: far ammorbidire il tessuto con un po’ di latte fresco, poi risciacquare con acqua fresca oppure aceto e succo di limone
Gelato
sul cotone: le macchie fresche se ne vanno facilmente con l'uso di acqua fredda e detersivo; quelle vecchie vanno ammorbidite con acqua e borace
rimedio casalingo: trattare con alcol etilico e ammoniaca
Grasso
per il grasso, se si agisce subito, le macchie non vanno trattate con acqua (che lo fa coagulare); cospargere immediatamente con talco, lasciare assorbire, passare con il ferro da stiro ben caldo, spazzolare. per togliere eventuali aloni lavare direttamente con acqua e sapone. Oppure, provate con acqua e ammoniaca.
sul cotone: raschiare il grasso rimasto in superficie, cospargere con polvere assorbente e dopo dieci minuti spazzolare. Se necessario, ripetere l'operazione
su moquette e tappeti: mettere una carta assorbente sulla macchia, passare il ferro caldo fino all'assorbimento.
rimedio casalingo: sciogliere del sale in alcol denaturato o in ammoniaca, spazzolare e lavare in acqua calda e sapone.
Inchiostro
sul cotone: tamponare a rovescio con alcol o trementina, oppure lavare con acqua salata o acqua e aceto bianco.
Avete segni di inchiostro sulle dita? Sfregatele sulla parte interna di una buccia di banana; spariranno in un baleno.
rimedio casalingo: strofinare delicatamente con l'acqua di cottura non salata dei fagioli bianchi; se il tessuto è in fibra vegetale, tamponare con alcol e latte e poi con acqua e sapone
Muffa
sul cotone: sui bianchi tamponare con acqua e candeggina. Se la macchia persiste, mettere il capo in una pentola con acqua, detersivo e perborato di sodio e lasciar bollire per dieci minuti
rimedio casalingo: bagnare con latte bollente e sciacquare dopo circa mezz'ora; sui capi bianchi, sbiancare le macchie vecchie con una pasta composta di sale e succo di limone
Profumo
sul cotone: lavare con acqua e sapone; se la macchia è vecchia, cospargere di saponaria, inumidire con qualche goccia di alcol, spazzolare quando asciutta
sui delicati: sulla seta, tamponare con glicerina tiepida; togliere l'unto cospargendo con polvere assorbente e stirando tra due carte assorbenti
rimedio casalingo: strofinare con acqua e qualche goccia di acqua ossigenata a 12 volumi, poi sciacquare con acqua fredda miscelata a un po’ di aceto.
Resina
sul cotone: sul bianco, strofinare con un batuffolo di cotone imbevuto di acquaragia o essenza di trementina, oppure con alcol a 90°; sui colorati, insaponare da rovescio e applicare una miscela di un quarto di essenza di trementina con tre quarti di alcol, e sciacquare dopo un quarto d'ora
rimedio casalingo: trattare dapprima con ghiaccio e poi con olio di trementina o alcol saponato
Rossetto
sul cotone: tamponare con acqua e etere
rimedio casalingo: trattare con ammoniaca diluita
Ruggine
sul cotone: usare qualche goccia di antiruggine, o provare con acqua e ammoniaca e, per la biancheria, con sale e succo di limone, poi scaldare con il ferro da stiro frapponendo un panno
su moquette e tappeti: succo di limone e un pizzico di sale fino, sciacquare con acqua fredda o tiepida
rimedio casalingo: trattare con sale fino e succo di limone e lasciando al sole per un’ora
Sangue
sul cotone: tamponare con acqua molto fredda (quella calda fissa la macchia), insaponare e risciacquare. Oppure applicare una soluzione composta da una parte di acqua ossigenata e da cinque di acqua; se non fosse sufficiente, ricoprire la macchia con perborato e spazzolare dopo un'ora
sui delicati: spalmare un impasto di amido e acqua, spazzolare quando è secco, oppure acqua ossigenata
rimedio casalingo: prima del lavaggio trattare le macchie vecchie con acqua fredda e con ammoniaca
Sudore
sul cotone: tamponare con acqua e ammoniaca, quindi sciacquare abbondantemente
Uovo
sul cotone: raschiare la superficie della macchia, cospargere di sale inumidito con acqua e spazzolare dopo circa 10 minuti
Vernice
sul cotone: acqua calda con essenza di trementina, poi lavare con acqua e sapone; le vernici alla nitrocellulosa si eliminano con l'acetone
Vino
sul cotone: cospargere subito la macchia con sale fino, fare asciugare, quindi procedere al normale e se necessario e se il tessuto lo consente, candeggiare
rimedio casalingo: latte caldo oppure succo di limone caldo; su lino e colore bianco, tamponare con vino bianco; l'acqua di cottura dei fagioli è efficace per tutti ti tessuti 


ANNAMARIA...a dopo

   
 

venerdì 27 novembre 2009

SEGUE "INGIURIA E DIFFAMAZIONE" DEL 25/11 - suggerito da Enzo-



 “ingiuria e diffamazione”


seguono ulteriori sentenze della Suprema Corte di Cassazione per reati di INGIURIA:
Insulti, epiteti e frasi offensive che spesso portano a spiacevoli conseguenze in sede penale.


Proseguiamo la rassegna delle sentenze della Suprema Corte di Cassazione concernenti i reati di ingiuria: nelle seguenti sentenze l’offensore è stato sempre ritenuto colpevole del reato di ingiuria.
(da IL SOLE-24 – Lunedi 24 Agosto 2007)






“FACCIA DA CAVALLO”


E’ reato dire “faccia di cavallo” alla dirimpettaia durante un litigio. La Cassazione ha spiegato che correttamente “il giudice di pace ha ritenuto sussistenti gli estremi del reato dato che la frase, rivolta per di più a una signora,, con enfatizzazione caricaturale delle caratteristiche del volto, ha contenuto di offesa e di dilegio (sentenza 38079/05)


“RACCOMANDATO”


E’ stato condannato per ingiuria il negoziante che aveva apostrofato con le parole “raccomandato, raccomandato, tu la legge non la conosci, te la insegno io, vai via, vai a scuola” Il vigile urbano che lo stava rimproverando per essersi rifiutato di cambiare a un cliente una banconota da 20 euro per un acquisto minimo (sentenza 37455/05)


“SCEMO”


Vietato dire “sei scemo” a un’altra persona.Il rischio, oltre alla condanna penale per ingiuria. è che il giudice riconosca anche un danno morale da risarcire. Gli “Ermellini” (i giudici) hanno dichiarato inammissibile il reclamo confermando l’offensività della frase e hanno,invece, accolto il ricorso della parte lesa che aveva chiesto i danni morali (sentenza 24893/05)


“NON CAPISCI UN C….


“Pur se di uso comune in ambienti di scarsa educazione sociale e quindi espressione di maleducazione diffusa, ha indubbiamente una capacità offensiva del prestigio e della dignità”. Con questa motivazione la Suprema corte ha condannato un ufficiale dell’aeronautica che aveva insultato un sottoposto (sentenza 19686/01)


Avvisiamo i gentili lettori che:
sabato 28 nov. 09 pubblicheremo altre cinque sentenze di condanna per ingiuria.

 ENZO





DI NUOVO IL SUBLIME - scritto da Enzo-









Ora che lei non mi sorride più
Sei apparsa
Hai raccolto con cura le mie pene
E le lame che mi avevano trafitto.
Il Destino ignobile e folle
Aveva sentenziato la sua scomparsa
E Lei sapeva di riscaldarsi con l’ultimo raggio di Sole
Sapeva che la radiosità dell’Estate le tendeva l’ultimo abbraccio
Per la danza rituale l’Autunno rilasciò le prime foglie
la sua anima si librò alla Fine, rassegnata.


Alla deriva con l’anima vuota,
incontrai Te,
le mie pene a poco a poco si dissolsero.
E come un vecchio contadino cominciai
A spargere semi di sogni
Ne avevo accuratamente seminato uno
Ma ho raccolto un incubo.


E dunque! Donare o affliggere: che perfida incombenza
Di un Destino che sceglie uomini dal cesto come mele
Senza mai guardare
E un giorno
la Primavera colorì le tue pupille di un castano scuro.
Le guance uniche, le labbra mature, la pelle ambrata dal sole
Sedussero me e lo spirito.
” Ti amo!” sussurrasti col viso in fiamme
Replicai commosso:”Anch’io sono di nuovo felice di amare!”
E dentro di me qualcuno bisbigliò:
“Non ti sembra un furfante il Destino?
Distruggere un amore e crearne un altro!?”

ENZO








IL TUO SILENZIO - Scritto da PINO-


Un velo di sconforto
annebbiava le mie idee
per il tuo casuale distratto
o comprensibile silenzio.
Pensavo: tornerà fra un mese
più o meno, più stanca di prima.
No! Avrà mollato luogo, lavoro
e persone, me compreso per diritto
di vivere aria diversa.
Chissà quando, se. la vedrò?
Mi chiamerà in occasione idonea?
Forse avrà cambiato anche numero
sono sommamente convinto. È finita!
Come il fuoco sono i sentimenti:
ardore e cenere. Acre delusione.
Poi, ravvedutomi dicevo a me stesso:
ma, se ha agito per il suo bene
non importa sapere dove lei si trovi
e che nessuno sapesse, meglio ancora.
E invece ieri, ecco, inaspettato ieri
sei apparsa come un miraggio
tanto da vibrarmi le palpebre,
sorpreso; non credevo ai miei occhi.
Ma, avvicinandoti decisa verso me
vedevo certo e chiaro. Eri Tu!
Un saluto. Poche parole confuse
soffocate da una turbinosa emozione;
era un delizioso ciclone di gioia.

PINO 






UNA GIORNATA - scritto da LORENZO-






(dedicata a Fabiana)





Una giornata, la mia giornata,
una di quelle “leggere" come talvolta
accade. Sveglia presto. Ma non sento
il gallo. A Roma non c’è. Ci sono però
gli uccelli, da accudire. E i gatti, e le
tartarughe, in semiletargo da controllare.
Una, l’altro giorno, s’era arrampicata
nella copertura di stoffa della tana e non
era riuscita a tornare indietro: dormiva
prigioniera. Meno male che il babbo vigila.
Compio i servizi personali. I capelli ormai
radi m’hanno risparmiato il barbiere.
Faccio da me con un aggeggio cinese.
Mi piace e mi pelo se ne ho bisogno.
Ah, nelle prime ore la visita a Eldy.
E’ meglio far presto in caso di impegni.
Ai giornali una rapida scorsa, destra,
centro, sinistra, meglio coprire l’intero
arco. Poi, se mi va, approfondisco
qualcosa. E poi il pranzo. E poi, poi….
I miei tempi non sono mai morti.
E’ una giornata uggiosa la mia?
Come cantava una vecchia canzone
di Lucio? No, certo. Per me, in casa
o all’esterno, cose da fare: animali,
quartiere, cultura, politica, bambini
lontani. Non mi nascondo, ci sono.
Per me e per tutti. E dò il contributo.
Mi amo? Certo, ma amo gli altri
di più, in particolare quelli che hanno
fiducia, esaltando le mie possibilità.
Integrandole più e meglio di un doping.
La natura, di tutti i mondi, mi attira
E la amo. No, non è proprio uggiosa
la mia giornata. Sono felice allora?
Sì, lo confesso, o almeno mi sento.

(LORENZO )








L'OMBRA DELL'ISLAM - Scritto da Giovanni-

Giovanni è un nuovo amico del blog . Non possiede il computer per l' onoranda età, ma un eloquio davvero affascinante. Vive a Grosseto, ex avvocato ora in pensione  Ha pubblicato negli anni passati su varie riviste e giornali di varie regioni.
La sua età non ve la so dire,un giorno gli fu chiesta durante una conversazione e lui rispose : "Te lo dico la prossima volta perché ora mi vergogno".
Era una battuta, ovvio, perché quando sta benino è di buon umore ed è un piacere ascoltarlo.
Ecco una sua poesia scritta all'inizio del 2000 che a modesto parere  mio e di Pino sembra quasi una specie di previsione attuale.

Non è una poesia d’amore, ma  giusto per dare uno stacco e dare il risalto anche alla riflessione.




L'OMBRA  DELL'ISLAM

Che ti dirò figlio mio?
Che cosa ti insegnerò
nella lunga notte di veglia,
accanto al camino pieno di fuoco
acceso, come un tempo lontano?
Ho combattuto su questi monti.
Senza pane, senza coperte,
contento di un tiepido fuoco
della fatica,
cullato da infinite speranze
gettate incomposte
come il soffio del vento
dentro il camino.
E notte contro notte,



pensiero contro pensiero,
figlio mio, questa era la lotta
e la speranza di vivere ancora
liberi, liberi.
Ma ora sono triste
perché il vento soffia ancora
tumultuoso nell’anse dello spazio.
E si odono ancora segnali di morte
per uccidere la libertà
dentro ogni cuore.
E sono triste
perché vedo sorgere l’ ombra dell’ Islam
che non conosce fiori
e il profumo di primavera




 (GIOVANNI)








giovedì 26 novembre 2009

COS'E' UN GIORNO? - Scritto da Pino-


COS’E’ UN GIORNO?
*  *  *
Possiamo confrontarlo
ad un flusso di luce a raggiera
dalle varie tonalità di colori
che si proietta sull’intera umanità.
Col suo avanzare lento cambia
gradazione, sicché l’individuo investito
da quel dato colore
manifesta corrispondente umore.
Il Giorno distribuisce fatiche, lotta,
dolori, gioia e mille ragioni della vita.
Ciascuno di essi si presenta in condizioni
e prospettiva differente.
E come un gioco susseguente
fra un’aurora e un tramonto
secoli e millenni
si perdono nella notte dei tempi.




(PINO)







mercoledì 25 novembre 2009

INGIURIA, IL CONTESTO FA REATO --GIUSTIZIA E COSTUME --Scritto da ENZO-








da il Sole-24 Ore LUNEDI 27 agosto 2007 – 234


Ritengo utile la lettura del seguente “pezzo” riguardante un particolare “costume”e cioè quello di esprimersi per reazioni varie in modo “pesante” verso altre persone. Invito i lettori alla lettura del seguente articolo, tratto appunto dal quotidiano IL SOLE – 24 Ore del 27 agosto 2007- n.234. Poi ognuno ne faccia buona riflessione visto che nelle chat Line accade sovente di leggere espressioni ingiuriose lanciate nei confronti di altre persone – chattanti.
Trascrivo pari pari le linee di tendenze della Cassazione di fronte alle varie forme in cui si e’ configurato il reato di ingiuria.




Ma prima di passare alla trascrizione espositiva delle varie sentenze della Suprema Corte, TUTTE DI COLPEVOLEZZA, proviamo a definire due istituti giuridici: l’INGIURIA e la DIFFAMAZIONE.




INGIURIA (art. 594 c. pen.): Innanzi tutto, ingiuria e diffamazione si differenziano in quanto l’ingiuria è l’insulto rivolto direttamente alla vittima, cioè rivolto a una persona presente oppure, per esempio in una lettera diretta a casa.
La diffamazione, invece, è il parlar male con terze persone di un assente.
L’ingiuria.. Secondo la definizione contenuta nell’art, 594 c. pen., questo reato e’ commesso da chi offende l’onore e il decoro di una persona presente e aggiunge che del reato risponde anche chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
Gli elementi oggettivi del reato sono: l’onore e il decoro. Per es., offende l’onore chi taccia un altro di disonestà, mentre offende il decoro chi, alludendo a un grave difetto fisico, dà a un altro dello storpio.


Nella dottrina e nella pratica, vengono individuate varie specie di ingiurie: a) indiretta, offesa che colpisce una persona diversa da quella cui apparentemente è indirizzata ( p. es., tuo padre non ti ha insegnato l’educazione); b) reale, quando consiste in gesti
o atti oltraggiosi (fare le corna, insozzare, etc.). Per l’esistenza del dolo (volontarietà- intenzionalità) nell’ingiuria basta che, chi pronunzia volontariamente certe parole, si sia reso conto della capacità offensiva delle parole dette o scritte, oppure degli atti compiuti, anche se non c’è una diretta volontà di ingiuriare.


Il codice contempla, per l’ingiuria, due circostanze aggravanti speciali: la prima consiste nell’attribuzione di un fatto (offensivo) determinato; la seconda aggravante ricorre allorché l’offesa viene commessa in presenza di più persone; in questo caso è necessario che le persone anzidette abbiano percepito l’espressione offensiva.


Ora, attenzione: l’ingiuria semplice è punita


con la reclusione fino a 6 mesi oppure con una multa. Se l’offesa è commessa in presenza di più persone, le pene subiscono un aumento, mentre quando l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena e’ la reclusione fino a 1 anno oppure con una multa.


LA DIFFAMAZIONE (art. 595 c. pen.). Secondo questo articolo la diffamazione si verifica allorché una persona comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione. L’elemento oggettivo di questo reato implica tre requisiti:






  1. l’assenza dell’offeso:













  2. l’offesa arrecata all’altrui reputazione. Deve ritenersi diffamatorio ogni atto che, se fosse commesso alla presenza dell’offeso, costituirebbe ingiuria, Cerchiamo di essere chiari con un altro esempio. Così è diffamatorio affermare che un impiegato si fa corrompere, un professionista non conosce il suo mestiere, ecc.;













  3. la modalità con cui l’azione viene espletata. Ora sembra strano, l’offesa alla reputazione deve essere effettuata comunicando con più persone (devono essere almeno due; dire male di un terzo a una sola persona non costituisce reato, attenzione, però , se si ”ripete” con un’altra persona, il reato scatta.









Riteniamo altresì necessario e utile dire della:


PROVOCAZIONE prevista dall’articolo. 62, 2° comma del c. p., attenuante della pena che consiste in un’azione (o meglio reazione) commessa in stato d’ira per reazione a un fatto ingiusto altrui. Facciamo di nuovo un esempio, vengo provocato con gravi ingiurie e, in stato d’ira, reagisco sferrando un pugno, che causa lesioni gravissime all’avversario.Il fatto ingiusto altrui può anche non essere un reato e neppure essere un atto illecito. dal punto di vista giuridico, ma basta che sia ingiusto dal punto di vista morale. La reazione non deve essere, necessariamente proporzionata al fatto ingiusto e può essere diretta anche contro persona diversa dal provocatore, purchè vi sia fra questi due un vincolo di solidarietà nel fatto ingiusto. Ergo, incaso di offese (ingiuria e diffamazione). la provocazione funge da causa di NON PUNIBILITA’ (per es., Tizio commette una grave scorrettezza verso Caio, e questi, in stato d’ira, reagisce insultando Tizio. Caio, a norma dell’art. 599 c. pen., NON E’ PUNIBILE).


Ed ecco alcune sentenze, ripeto, tutte di PUNIBILITA’










MI FAI SCHIFO”


Ribaltati i primi gradi di giudizio che avevano escluso il reato perché l’uomo che aveva rivolto la frase a una donna, utilizzando la particella pronominale “mi”, avrebbe manifestato un’opinione soggettiva e non un’offesa. Secondo i giudici questa considerazione è un’”incongruenza” anche perché sarebbe sufficiente anteporre a qualsiasi espressione ingiuriosa la particella pronominale per evitare la condanna Sentenza Cass. 31451/07).


FASCISTA”


Dare del “fascista” al comune cittadino è offensivo, mentre se destinatario è un politico, allora ci si ritrova di fronte a un semplice esercizio di critica ideologica. La Cassazione ha annullato la condanna di un consigliere comunale che aveva usato nei confronti del sindaco l’espressione “fascista nel senso più deteriore della parola”; con tale termine non si fa altro “che richiamare un’ideologia e una prassi politica che è stata in passato proprio di molti italiani”. Tuttavia nel caso di un comune cittadino sentirsi dare del fascista nei termini di cui sopra è certamente offensivo perché “mira a dipingere lo stesso come arrogante e prevaricatore (sentenza 29433/07)


FOTTITI”


Pronunciata nei confronti di una professoressa, la parola “fottiti” è costata la condanna al preside di una scuola che aveva così reagito nel corso di un consiglio dei docenti. “Se tollerabili in ambienti familiari o amicali – ha spiegato la Corte – certe espressioni assumono chiaro significato dispregiativo ove adoperate in ambito lavorativo ufficiale (sentenza 24345/05).


Ci scusiamo con i lettori per la pazienza che hanno avuto nella lettura, ma per motivi di spazio, altre sentenze saranno pubblicate nei prossimi due giorni: GIOVEDI’ E VENERDI’.


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