giovedì 28 giugno 2018

SINGLE, MA IN DUE





“Single, ma in due” è una  lettera dedicata ad un possibile amore.



Un "amore" un rapporto a due che l'autrice, Isabelle Tesier, immagina senza regole o, perlomeno, dettate solo dalla coppia. Questa lettera ha fatto il giro della rete ricevendo tantissimi consensi e lascia intendere che ognuno è libero, apertamente, di scegliere come vivere una relazione. 
Liberi da pregiudizi e aspettative.
E dai tanti like ricevuti sembra che questi rapporti sono sempre più comuni, nella nostra società.


Leggiamola insieme:



Voglio che tu esca a bere una birra con gli amici, perché la mattina dopo, anche se hai i postumi della sbornia, chiedi di vedermi perché hai voglia di tenermi tra le braccia mentre ci facciamo le coccole.

Voglio restare a letto la mattina a parlare di tutto quello che ci passa per la mente, ma qualche pomeriggio decidere insieme che per quella giornata le nostre strade si divideranno.

Voglio ridere con te mentre facciamo l’amore. Ridere perché stiamo sperimentando cose nuove e assurde. 

Voglio che andiamo dai nostri amici, che tu mi prenda per mano e che mi porti in un’altra stanza perché non resisti più dalla voglia di fare l’amore con me, proprio lì. Voglio provare a restare in silenzio perché gli altri potrebbero sentire.


Voglio mangiare con te, voglio che tu mi faccia parlare di me e che tu mi parli di te. Voglio discutere fino a scaldarci: è meglio Hochelaga o Plateau, i quartieri a sud o a nord? 

Voglio immaginare insieme l’appartamento dei nostri sogni, pur sapendo che probabilmente non andremo mai a viverci insieme. Stare a sentire i tuoi progetti senza capo né coda. Voglio sorprendermi nel sentirmi dire “Prendi il passaporto che partiamo”.

Voglio avere paura insieme a te. Fare cose che non farei con nessun altro, perché con te mi sento al sicuro! Ritornare completamente sbronza dopo una bella serata con gli amici, scopare e fregarsene di tutto. Che tu mi prenda il viso tra le mani, mi baci, mi usi come cuscino e mi stringi forte per tutta la notte.

Voglio che tu abbia una tua vita. Che tu, con un colpo di testa, decida di partire per qualche settimana. Che mi lasci sola qui ad annoiarmi e ad aspettare con ansia che compaia un tuo “ciao” su Facebook.

Non voglio che ti senta in obbligo di invitarmi alle tue serate fuori e non voglio doverti invitare sempre alle mie. Così potrò parlartene il giorno dopo e ascoltare le tue.

Voglio qualcosa che sia semplice, ma allo stesso tempo non così tanto. Qualcosa che mi farà nascere spesso delle domande, ma nel preciso momento in cui ti avrò vicino, ne conoscerò la risposta.

Voglio che mi trovi bella e che ti senta orgoglioso di dire che stiamo insieme. Voglio sentirti dire che mi ami ma, soprattutto, voglio essere io a dirtelo.

Voglio che mi lasci camminare davanti a te per potermi guardare il fondo schiena che ondeggia. 

Voglio fare progetti senza sapere se si realizzeranno davvero. Che la nostra relazione sia più che chiara. Voglio essere tua amica, quella con cui ti piace uscire e divertirti.

Voglio che tu non perda la voglia di flirtare con le altre ragazze, ma che poi venga sempre a cercarmi per finire la tua serata. Perché voglio tornare a casa con te. 

Voglio essere l’unica con cui ti piace fare l’amore e poi addormentarti. Quella che ti lascia in pace quando devi lavorare e che ti adora quando ti perdi nel tuo mondo fatto di musica.

Voglio vivere una vita da single, con te. Che la nostra vita di coppia sia uguale alla nostra attuale vita da single, ma insieme.

Un giorno, ti troverò.”




 Isabelle Tesier 

Si può essere d’accordo o meno con le sue idee, ma è chiaro che molte persone si sono identificate con le sue parole. 

Annamaria

domenica 24 giugno 2018

IL VECCHIO , LE UOVA E LA SIGNORA...

Non so voi ma io di gente cosi ne ho conosciuta : piccoli con chi è ricco e... malvagi  con chi è povero.



Lei gli chiese: “Quanto costano le uova?”.
Il vecchio rispose: “20 centesimi a uovo, signora”.
Lei gli disse: “Prendo 6 uova per 1 euro, altrimenti me ne vado e te li tieni”.
Il vecchio disse: “Va bene, signora, prendi le uova e mi paghi quanto hai detto, speriamo solo che sia di buon auspicio, visto che oggi non sono riuscito a vendere neanche un uovo”.

Prese le uova, la signora si sentiva soddisfatta, come se avesse vinto qualcosa, (poiché) aveva pagato le uova quanto aveva detto lei.
Poi è salita sulla sua auto nuova ed è andata in un elegante ristorante con una sua amica. Hanno ordinato parecchie cose, lasciando infine molto cibo, e quando ha chiesto il conto, il pranzo gli è costato 170 euro. Pagando, ha lasciato 200 euro al proprietario del ristorante dicendogli di tenere il resto.

La domanda è: “Perché ci mostriamo maleducati e taccagni con i bisognosi mentre ci mostriamo educati e generosi con chi non ne ha bisogno?”.


Quando trovi qualcuno che vende qualcosa che puoi pagare senza problemi, aiutalo, alla fine non ti cambia nulla, magari vogliono solo sentirsi utili, dimostrare che possono ancora andare avanti da soli.

Aneddoto tratto dal web.

Annamaria