venerdì 26 febbraio 2016

UNA CASA PER CHIARA

Lunedì alle 16,  Maurizio, il papà di Chiara si siederà a un tavolo in Campidoglio. Avrà in mano una piantina e le foto della nuova casa che potrebbe accogliere Chiara. Ha un piccolo giardino, stanze ampie, non è molto lontano dalla clinica Santa Lucia che l’ha assistita per 13 mesi, né da Casal Bernocchi, il quartiere dove è cresciuta. «È una casa comunale nella disponibilità del municipio» annuncia Andrea Santoro, presidente del IX, il minisindaco che in collaborazione con il Campidoglio ha trovato una casa che potrebbe essere adatta per Chiara.
By -Il Messaggero.it




A Maurizio Falcioni , colui che ha ridotto Chiara così è stato concesso uno sconto di pena di 4 anni (da 20anni a 16). Era a discrezione del giudice decidere di ridurre la pena. E pare lo abbia fatto perché l’uomo, che ha massacrato di pugni e calci Chiara, otto mesi dopo, ha chiesto scusa.





Ma come si può concedere una riduzione di pena a un uomo che ha condannato all’immobilità una ragazza innocente, nel pieno della sua vita... Possiamo davvero avere fiducia in questa Giustizia? Firma anche tu la petizione per dare aiuto a Chiara!



Quella di Chiara Insidioso Monda, 19enne picchiata e ridotta in stato vegetativo dall'ex, è una storia che ha commosso tante persone. Chiara sta per essere dimessa, ma non ha una casa dove andare: una casa che le permetta la riabilitazione ed il reinserimento a una vita il più possibile normale. 
Dovrebbe pensarci lo Stato, dice Gabriella. Vuoi aiutarla a chiedere #UnacasaperChiara?

Appello al Sig. Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
al Sig. Presidente del Consiglio, Matteo Renzi
alla Sig.ra Ministra della Salute, On. Beatrice Lorenzin
al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

Diamo una casa e una vita dignitosa a Chiara Insidioso, sopravvissuta al femmicidio.

Il caso di Chiara Insidioso, massacrata da Maurizio Falcioni due anni fa e ancora ricoverata all'ospedale Santa Lucia di Roma con gravi lesioni cerebrali, è emblematico per tutte le donne che hanno subito e subiscono violenza maschile.
Oggi, con un articolo di Luisa Betti, apprendiamo che tra venti giorni Chiara sarà dimessa dalla Fondazione, dove sono riusciti a riportare Chiara a relazionarsi con l'ambiente circostante e a comunicare, e sarà messa in una casa di cura per anziani terminali con un livello di coscienza minore rispetto al suo, malgrado possa ancora migliorare la sua condizione riabilitativa e sia stata avviata a un progetto che potrebbe far avanzare la sua autonomia.

Chiara è una delle poche donne che sono sopravvissute al femminicidio in una condizione di grave danno fisico e psichico, un caso che lo Stato italiano non può ignorare o ricordare solo in maniera formale, ma su cui ha l'obbligo di intervenire con una compensazione economica che garantisca a Chiara un accesso agevolato a forme di assistenza ai fini della riabilitazione e di reinserimento a una vita il più possibile normale.

Un obbligo che la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, ratificata dall'Italia nel 2013, spiega ampiamente nell'articolo 30 in cui si descrive come lo Stato si debba occupare del risarcimento nel caso in cui "la riapparizione del danno non è garantita da altre fonti e in particolare dall'autore del reato".
Un obbligo che nel caso di Chiara parte dal diritto di avere una casa attrezzata ad accoglierla secondo le sue esigenze e con l'assistenza di cui ha bisogno.
Ed è per questo che chiediamo che lo Stato, attraverso suoi soggetti istituzionali, si faccia immediatamente carico di una SOLUZIONE ADEGUATA E IDONEA alla situazione di Chiara, agendo in totale e autentico sostegno per lei e per la sua famiglia.
Chiediamo inoltre che IL GOVERNO si impegni perché vengano create le condizioni economico-legislative, perché la Convenzione di Istanbul, nella sua totalità, venga applicata e divenga l'indispensabile strumento di contrasto alla violenza di genere, dato che il Parlamento l'ha ratificata, all'unanimità.
Telefono Rosa Nazionale



Prime firmatarie
Gabriella Carnieri Moscatelli 
Luisa Betti
Luisa Garribba Rizzitelli
Lorella Zanardo
Margherita Giuliodori Santicchia
Elvira Reale
Barbara Spinelli
Sergio Pero
Paola Tavella
Cristina Obber
Udi Nazionale
Casa Internazionale delle donne
Change.org

Annamaria





mercoledì 24 febbraio 2016

81ENNE IN CARCERE PER UNA MULTA CONTESTATA




I carabinieri hanno arrestato a Bolzaneto un 81enne, che dovrà scontare diciassette giorni di carcere per oltraggio a pubblico ufficiale“ per una faccenda successa 4 anni fa dopo essere stato multato dai vigili urbani per divieto di sosta e intralcio davanti l'ingresso per disabili di una farmacia.

Il fatto:




Il contestatore che appare nel video si chiama Emanuele Rubino, ( mi ricorda molto Grillo...) allora aveva 76 anni. Il "fattaccio" è avvenuto a Genova, in piazza Raibetta. In pratica, sono stati gli stessi avventori della farmacia a chiamare la Polizia Municipale, poiché non riuscivano ad entrare per comprare le loro medicine. 

Oggi per questa vicenda, per aver contestato la multa e per le offese  nei confronti dei pubblici ufficiali il sig. Rubino ,ormai 81enne, è stato condannato, oltre a pagare la multa, a scontare 17 giorni di carcere 

La notizia fa scalpore. La condanna dev’essere avvenuta in applicazione dell’art. 341-bis del codice penale (oltraggio a pubblico ufficiale), che è più “pesante” di quello che comunemente si crede: “Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio, ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni, è punito con la reclusione fino a tre anni. La pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato”. 17 giorni rispetto a 3 anni non sono molti. Pero' il giudice poteva concedere i domiciliari... se poteva farlo.  Tutto questo mentre in un'altra parte d'Italia ,in questi stessi giorni ,un altro giudice, un altro esponente di questa supercasta autoreferenziale , "di cui siamo tanto orgogliosi", ha scritto che si può dire tranquillamente al datore di lavoro "mi hai rotto il cxxxo" reintegrando il dipendente.  I due Giudici avrebbero dovuto scambiarsi i ruoli.

Annamaria

lunedì 22 febbraio 2016

A CASA DU CURRIU



Potrebbe sembrare una storia incredibile, una bufala internettiana ma non lo è , anzi! 
E'frequente ,purtroppo, nei rapporti di odio amore tra vicini di casa confinanti. 
Quella che vedete nella foto è la casa più piccola del mondo e non si trova , come potreste pensare  in qualche paesino sperduto in Nepal, o in un atollo in pieno oceano, bensì ...in Sicilia ,esattamente a Petralia Sottana, un piccolo comune ,nel cuore delle Madonie, in provincia di Palermo.
La domanda nasce spontanea: come è possibile concepire una casa così piccola e  inutilizzabile ? 
Ebbene, tutto nasce da un profondo senso di..."curriu" (che in dialetto siciliano vuol dire "ripicca") come spiega >livepalermo<.
 
Petralia Sottana


Il proprietario della casa stretta, in origine, aveva intenzione di innalzare ulteriormente la propria abitazione di un piano, così da poter ulteriormente allargare la propria disponibilità immobiliare: tuttavia trova l'opposizione del vicino della casa posta dietro la sua, che ostacola in tutti i modi la realizzazione dell'intento del primo. 
La ragione risiederebbe, secondo quanto da noi raccolto, dalle conseguenze che questi avrebbe dovuto soffrire in termini di visuale complessiva, della propria casa, fermo restando che - secondo le argomentazioni sostenute - anche la legge sembrerebbe essere dalla sua parte dal momento che non verrebbero rispettate le minime distanze imposte per simili fattispecie.
La netta e contrastante presa di posizione del vicino scatena l'ironia e il "curriu" di controparte, che informandosi adeguatamente presso un avvocato decide di distanziarsi un paio di metri, giusto necessari per poter costruire secondo i dettami di legge, e soprattutto potendo così decidere autonomamente cosa e come poter operare; nonostante l'erezione di un ulteriore piano sia inutile, dal momento che le dimensioni di questo sarebbero ridotte per evitare un abuso edilizio punibile ex lege, egli decide comunque di innalzare la casa per pura e semplice ripicca nei confronti del vicino. 
Per completare l'opera, infine, decide di colorare di nero come la notte la parete esterna della nuova costruzione, coincidente proprio con la "preziosa" visuale di colui che in tutti i modi ha tentato di mettergli il bastone tra le ruote.
Il resto è storia, come direbbero a teatro: il video testimonia l'assurdità di questa incredibile vicenda.



Annamaria