sabato 1 marzo 2014

GIA' LETTI MA SEMPRE ATTUALI...

E' ANCORA CARNEVALE

MARIA


E’ ancora Carnevale . . .


Il Carnevale è una festa antichissima, la cui nascita viene fatta risalire ai Saturnali latini. Il nome deriva molto probabilmente dal latino carnem levare, cioè dalla prescrizione ecclesiastica dell’astensione dal consumo della carne nel periodo della Quaresima.
Ho avuto modo di presentarvi una panoramica su alcune delle tantissime manifestazioni del periodo carnevalesco e questa volta vorrei parlarvi di una delle più antiche in Italia :
il Carnevale di Fano


Il primo documento noto, conservato nell'Archivio storico comunale,  nel quale vengono descritti festeggiamenti tipici del Carnevale nella città, risale al 1347.  
Esso affonda le sue radici, almeno secondo la leggenda, nella riconciliazione tra le due più importanti famiglie fanesi di allora: i Del Cassero e i Da’ Carignano.                                                                                                          
Non sono molte le città che hanno nel loro Statuto, solennemente affermato nel 1450 dai Malatesta, che è necessario festeggiare il Carnevale.                                                                 Un antico storico fanese, Vincenzo Nolfi, ricorda tra i divertimenti carnevaleschi la corrida con il porco, le corse ai palii, i tiri al bersaglio e il singolarissimo "gioco delle trippe".
Venendo a tempi più vicini, in una canzonetta stampata nel 1765 si parla oltre che di festini, scherzi e maschere, del "getto" che è una delle caratteristiche del Carnevale fanese  -"dei confetti sparsi, la via biancheggia"- .
Il getto è, senza dubbio il punto di forza del Carnevale di Fano : ogni anno quintali di caramelle e cioccolatini piovono dai carri allegorici durante le sfilate.
Procedendo ancora verso i giorni nostri, un manifesto del 1872 informa la cittadinanza della costituzione della Società della Fortuna, antenata dell'odierna Ente Carnevalesca, e del programma dei "divertimenti carnevaleschi" dello stesso anno.
Fano ha dunque, oltre che un Carnevale la cui genesi si perde nei secoli, una organizzazione per i festeggiamenti che ha superato il secolo di vita e che, a distanza di secoli, coinvolge e appassiona migliaia di Fanesi e di turisti.


Speciale Gif animate Carnevale
Un altro elemento assolutamente originale del Carnevale fanese è il caratteristico pupo, detto “vulon” : si tratta di una maschera che rappresenta sotto forma di caricatura i personaggi più in vista della città e che insieme alla “Musica Arabita” vanta una lunga tradizione.



Quest’ultima è una spiritosa banda musicale, nata nel 1923, che utilizza strumenti di uso comune quali barattoli di latta, caffettiere, brocche per produrre un’allegra musica, in perfetta sintonia con il clima allegro e spensierato del Carnevale.
Le sfilate dei carri allegorici, tradizionalmente realizzati in cartapesta dagli abili maestri fanesi, si concludono con un giro assolutamente suggestivo: quello della luminaria, una vera e propria festa di luci e colori.
Oggi il Carnevale di Fano è la più importante festa popolare delle Marche, rivisitazione in chiave moderna dell'antico ed eterno rito del "capro espiatorio".       
Il "Pupo" simboleggia l'animale sacro sul quale la comunità scaricava e forse scarica ancor oggi le colpe commesse nei giorni di licenza erotica del Carnevale. Rito che non poteva non concludersi con il rogo che divorando con le fiamme il "Pupo" purifica tutti e conclude il Carnevale.
Ai corsi mascherati i grandi carri allegorici che sfilano insieme alle mascherate a piedi, bande musicali e gruppi folkloristici, interagiscono con gli spettatori sia per lo spettacolo di movimenti, coreografie e musica, sia per il "getto" che ha fatto definire il Carnevale di Fano il Carnevale più dolce del mondo.



Gif Animate Carnevale (9)
I carri sono veri e propri palcoscenici mobili in cui accade di tutto e che al tramonto si illuminano di mille colori grazie all'uso sapiente di luci dando luogo a visioni di grande suggestione nel classico giro della "luminaria".
Tra corsi di maschere, balli, manifestazioni folcloristiche, gare, fiere, sagre, la Sagra delle Sagre, parate di mare, veglie e veglioni, ogni distinzione di ceti e di partiti politici vien messa da parte, e il nuovo che trionfa sul vecchio vince migliorandolo, contraffacendo, beffando, prendendo in giro se stessi.

Se è vero, come è vero, che l'uomo conserva nel suo lontano passato istinti grossolani e violenti da abbandonare via via che procede verso un ideale sempre più nobile e alto, è anche vero che non v'è miglior modo di liberarsene che bruciarli in un libero sfogo innocuo e giocondo.
Così nella finale cremazione del Pupo, fra scoppi di mortaretti e bengala, il giorno prima delle Ceneri, Fano manda in cielo col fumo il proprio ridicolo, per rinascere, come la Fenice ogni anno dalle proprie ceneri, il giorno dopo le Ceneri !




E che ne dite di qualche suggerimento per un menù carnevalesco un po’ “diverso”. . . eccolo !

Zuppa in crosta

Ingredienti : 400 g di funghi freschi - 20 g di farina - 4 cucchiaini di margarina - 1 ciuffo di prezzemolo tritato - 1 litro di brodo – sale – pepe - 120 g di pasta da pane pronta.
Procedimento : pulite bene i funghi, tagliateli a fettine e fateli rosolare nella margarina.
Unite la farina, diluite tutto con il latte e portate ad ebollizione mescolando.
Unite il brodo, il prezzemolo tritato, regolate di sale e continuate la cottura per 35 minuti circa.
Suddividete la zuppa in 4 terrine da forno, dividete la pasta in quattro parti tiratela con il matterello in modo da ottenere delle sfoglie e con queste chiudete le terrine.
Passate tutto in forno caldo finchè la pasta è cotta e servite subito.

Uova nel guscio

Ingredienti per 4 persone : 4 uova - 120 g di gamberetti sgusciati e lessati - 4 cucchiaini di margarina - 100 g di latte - 20 g di farina – sale - pepe.
Procedimento : sgusciate le uova limitatamente alla punta come se fossero "alla coque", svuotatele, dividete i tuorli dagli albumi. In un pentolino fate sciogliere la margarina, unite ii gamberi tritati, la farina e diluite con il latte.  
Portate ad ebollizione, incorporate i tuorli, regolate di sale e pepe, levate dal fuoco e versate il composto ottenuto nei gusci.
Servite negli appositi portauovo con il cucchiaino.

Pollo al cartoccio

Ingredienti per 4 persone : 480 g di petto di pollo - 200 g di fagiolini - 200 g di cipolline - 4 cucchiai di margarina - 2 cucchiai di ketchup - sale.
Procedimento : tagliate a filetti il petto di pollo, lessate leggermente e sgocciolate i fagiolini, tagliate in quattro le cipolline.  Radunate tutti gli ingredienti sistemandoli sopra ad un foglio di carta stagnola, conditeli con il sale, la margarina a pezzetti ed il ketchup.  Chiudete il cartoccio e fate cuocere tutto in forno caldo a 200° per 35 minuti circa.  Servite direttamente nel cartoccio.

Patate ripiene

Ingredienti per 4 persone : 8 patate novelle grosse come albicocche - un ciuffo di prezzemolo - 1 cucchiaio di capperi - 4 cucchiaini di margarina - 2 filetti d'acciuga - sale.
Procedimento : fate cuocere al forno le patate con la buccia dopo averle lavate e raschiate benissimo. Levatele dal forno tagliatele a metà, svuotatele di parecchia polpa e mettetela in una terrina.  Unite i capperi, il prezzemolo, le acciughe tritate, quindi un poco di sale e la margarina. Impastate bene il tutto, farcite le patate, ricomponetele in modo che sembrino intere e servitele.  Accompagnatele a piacere con della maionese.

Pesche sorpresa

Ingredienti per 4 persone : 8 mezze pesche in scatola al naturale - 1 uovo - 2 cucchiai di zucchero - 20 g di fecola di patate - 4 cucchiaini di caco amaro in polvere - 1/2 bicchiere di latte - 20 g di pane secco sbriciolato - 1 bustina di vaniglia.
Procedimento : in una terrina sbattete l'uovo con lo zucchero, la fecola di patate, la vaniglia, il cacao ed il latte. Fate bollire il composto ottenuto girandolo sempre ed incorporatevi i biscotti tritati. Con l'impasto preparato farcite le mezze pesche e ravvicinatele in modo da ottenere 4 pesche intere.
Servitele decorandole con una foglia di zucchero o di quelle proprio da decorazione.

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E allora, buon divertimento . . . con gusto !

MARIA...a dopo

mercoledì 26 febbraio 2014

AL DI LA'...


Adesso , cari Lettori e ineffabili Lettrici, vi apro per la prima volta la porta della mio scrigno; mai fatto prima, vi giuro.  Lo farò a modo mio.  Siete adulti, lo so, ma vi voglio raccontare una “favola” proprio perché siete cresciuti. Però dovete svegliare il vostro “fanciullino” che dimora dentro di voi. Immaginate di stare ad ascoltare il racconto di un uomo anziano, che ama raccontare favole ai bambini seduti in cerchio attorno a lui.
Provate a immaginare questa scena. Ci sono due bambini stretti tra le pareti dell’utero materno che parlano tra loro. Per maggiore chiarezza chiameremo questi due gemelli Enzo e la sorellina Duckina.

                                  (L'odissea della vita)


Duckina dice a Enzo: “So che per te sarà difficile da accettare, ma credo veramente che dopo la nascita ci sia una vita.”
Enzo risponde: “Non essere ridicola. Guardati attorno. Non esiste altro che questo. Perché devi sempre pensare a qualcosa che sta oltre questa realtà. Nella vita devi accettare il tuo destino. Mettiti comoda e dimentica tutte queste sciocchezze sulla vita dopo la nascita.”
Duckina si tranquillizza per un po’, ma la sua voce interiore non sa rimanere silenziosa a lungo. “Enzo, adesso non arrabbiarti, ma ho qualcos’altro da dire. Io credo anche che esiste una Madre.”
“Una Madre?” scoppia a ridere Enzo. “Come fai a essere così assurda. Secondo me, hai troppa fantasia. Io non ho mai vista una Madre. Perché non puoi accettare l’idea che non esiste altro che questo? Che idea balorda. Non è che ti stai fissando? L’idea di una Madre è folle. Io e te siamo soli qui dentro e tu, cara sorellina, sei qui sola con me. Questa è la tua realtà. Adesso afferra quel cordone. Vai lì nel tuo angolo e smettila di essere così stupida. Credimi, non c’è nessuna Madre.”
Riluttante, Duckina interrompe la conversazione con Enzo, ma la sua inquietitudine ha ben presto la meglio. “Enzo” implora congiungendo le mani, “per favore, ascolta senza rifiutare la mia idea. Senti quello che ti voglio dire, con calma. In qualche modo io sento che le costanti pressioni che tu ed io avvertiamo, quei movimenti che a volte ci fanno stare così scomodi, quei continui cambiamenti di posizione, che a volte ti fanno ridere, e quella sensazione di essere sempre più avviluppati via via che cresciamo, ci preparano per un posto di luce splendente, e noi lo sperimenteremo molto presto.”
“Adesso ho capito: sei ostinata, esaurita, depressa, insomma sei completamente pazza” risponde Enzo. Hai finito di dire scemate? Finora, sorellina cara, ti voglio tanto bene, e tu lo sai, ma finora hai conosciuto soltanto  una sola cosa.”
“Cosa?”
“Il buio, hai conosciuto solo il buio. Non hai mai visto la luce. Come può anche solo sfiorarti una simile idea? I movimenti e le pressioni che senti sono la tua realtà. Tu sei un essere distinto e separato. Questo è il tuo viaggio. Oscurità e pressioni e la sensazione di essere avviluppata fanno parte della tua vita. Dovrai combatterle finché vivrai. Ora afferra di nuovo il tuo cordone e stai tranquilla, per favore.
Duckina si rilassa per un po’, ma poi sbotta un’altra volta.
“Enzuccio, fratellino mio, ho ancora una cosa da dire, e poi non ti annoierò più, ti prego, anch’io ti voglio tanto bene.
“Continua” risponde Enzo, impaziente.
“Io credo che tutte queste pressioni e questa scomodità non solo ci condurranno verso una luce celestiale nuova, ma che quando  un giorno succederà, incontreremo la Madre di tutte le Madri a faccia a faccia e conosceremo un’estasi che supera qualsiasi cosa abbiamo sperimentato fino a questo momento.
“Ma quale Madre e Madri! non esiste nessuna Madre. E faccio una gran fatica a crederti, Duckina,  vorrei tanto che fosse come tu dici, ma sono felice di avere una sorellina come te, un po’ matta ma “speciale”.

Lettori cari e Lettrici amabili, la favola che avete appena letto è una metafora cioè una rielaborazione di una storia di Henry J.M. Nouwen. I due personaggi, me e Duca hanno voluto “creare” una sorellina per adattarla metaforicamente al racconto che sa di fantastico, di surreale, di fede e che, da quando scomparve la mia giovane Madre, si sono impossessate di me una Fede e una Speranza di un futuro incontro, di Due Madri, la Madre di questa Terra che mi diede alla luce – di cui parla Duckina - e la Madre della luce celestiale, naturalmente dopo che avrò scontato gli arresti “celestiali” per i peccati commessi.


Un’attenuante? Ho sempre lasciato il cuore libero di amare, anche se in qualche occasione non sono stato…riamato. L’importante è amare! 

ENZO

Caro Enzo, è indubbio che sia l'amore che l'amicizia sono importantissimi per tutti noi.Nessun essere umano puo' farne a meno e tutti, chi piu' e chi meno, ne conosciamo l'influenza sulla nostra vita. Certo, vi sono persone più "fortunate" perché sembrano essere amate da tutti e circondate da amici, mentre altre,meno fortunate sono sole, senza amicizie e senza amori; concordo con te nel dire che non è tanto importante essere amati, quanto piuttosto amare ed essere amici nei confronti degli altri. Se infatti aspettiamo di incontrare l'amore, se andiamo alla ricerca dell'amicizia, difficilmente o mai riusciremo a realizzare la nostra naturale esigenza; se invece non ce lo poniamo come mete ma cerchiamo di viverle entrambe in prima persona, cominciando noi ad amare dimostrandoci amici (veri amici) è molto probabile che saremo ricambiati, con la conseguenza che la nostra vita sarà ulteriormente arricchita.

Annamaria

lunedì 24 febbraio 2014

L'ORDINE DELLE PAROLE NELLA FRASE






E’ necessario mettere in  “ORDINE” anche quello che diciamo e scriviamo, altrimenti chi vi legge o vi ascolta, riderà di voi. Perché? direte voi. Perché il vostro pensiero deve corrispondere esattamente al vostro scritto o alle vostre parole.
Vi avverto, Gentili Lettori e  ammirevoli Lettrici, è una fatica linguistica che richiede molta attenzione. Se mi seguirete, i vostri interlocutori capiranno tutto quello che direte, e farete, perché no,  una bella figura dal punto di vista culturale.  
La linguistica, tra le altre cose, tratta anche un ordine particolare che, spesso, non diamo alle parole che pronunciamo e al nostro scritto. Non temete, l’argomento interessa una nomenclatura di una difficoltà enorme; quindi non vi parlerò di lessico, sema, morfema fonema grafema o monema ecc., quest’ultima non una tipica parolaccia veneta.

Ordine!  Sapete tutti cosa significa: armonia, disposizione secondo un criterio razionale.

Detto questo, sappiate che:
a- in una frase o a una o più parole si può dare un’enfasi o un’intonazione particolare,  dovuta a ironia, odio, amore, rabbia, o  per marcare un significato particolare al vostro interlocutore:
b- ebbene, se spostate l’intonazione o l’enfasi nella frase, il significato si modifica e risponde a una domanda diversa.

Le frasi si distinguono in frasi con ordine neutro  (o con ordine non marcato)  e  frasi con ordine marcato.
Le frasi con ordine neutro non hanno un’intonazione, cioè hanno un ordine non marcato.
Le frasi  con ordine marcato sono quelle che hanno subito uno o più spostamenti di soggetto, predicato, o complementi.
L’ordine neutro è quello che vede in sequenza lineare SOGGETTO + + VERBO + COMPLEMENTO OGGETTO (+ ALTRI COMPLEMENTI). La frase ha un tono o un suono normale.
L’ordine marcato  si ha quando si dà un tono o un’enfasi particolare alla frase o anche a parole o a una parola; anche una pausa può essere significativa.

Ecco qualche esempio.

A)  Paolo legge il giornale (ordine neutro. Domanda: 1) che cosa accade? 2) Che cosa fa Paolo? Il nuovo è legge il giornale. 3) Che cosa legge Paolo? La risposta è  il giornale). Volendo disordine alla frase per i vari tipi di risposte, avremmo:
B)  Legge il giornale, Paolo
C)  Il giornale legge, Paolo
Che sono due esempi di ordine marcato, chiaro?!

Se la frase contiene elementi circostanziali, questi possono cambiare anch’essi  posizione in relazione alla maggiore o minore enfasi che si vuol dare loro.
Es. Ogni giorno Paolo legge il giornale in ufficio può diventare Paolo legge il giornale in ufficio ogni giorno – In ufficio Paolo ogni giorno legge il giornale – Paolo in ufficio ogni giorno legge il giornale. La marcatura (il tono) riguarda quindi il tempo e il luogo, così come potrebbe riguardare altre circostanze (compagnia: con i colleghi), il modo (dalla prima pagina all’ultima), il beneficiario (per il suo capo), lo scopo (per sua informazione) eccetera.

Come si vede dagli esempi, i vari costituenti di una frase- soggetto, verbo, complemento, coordinate o anche subordinate possono essere spostati, modificando il significato.
Il costituente la frase potrebbe essere pesante, ossia una proposizione che di solito occupa la parte finale della frase (Paolo legge il giornale che ha comperato all’edicola). L’ordine marcato può essere allora:

-Il giornale che ha comperato all’edicola, legge Paolo
-Il giornale, legge Paolo, che ha comperato all’edicola
-Legge il giornale che ha comperato all’edicola, Paolo
Come si vede dagli esempi, lo spostamento di costituenti della frase può riguardare:

1- Il soggetto
2- Il verbo,
3- Il complemento oggetto e i complementi indiretti, la proposizione subordinata.
E’ ora di fare pausa con un caffè…
Pronti? OK!

Mettere il soggetto dopo il verbo  per mettere il rilievo un elemento:

IL GIORNALE, legge Paolo
PAOLO LEGGE, il giornale
PAOLO, IL GIORNALE legge!

Continuiamo gli spostamenti:
-Paolo, il giornale lo legge in ufficio
-Il giornale, lo legge Paolo
-A Paolo, gli piace leggere il giornale
-Si replica a un’affermazione non condivisa:
IL PROFITTO, questo conta per lui!  (in risposta a: che cosa conta per lui?
Per lui conta la gloria
PER LUI il profitto conta (risposta alla domanda: per chi vuoi che conti il profitto? Oppure replica all’affermazione: il profitto non conta)
A NESSUNO piace il suo comportamento (risposta a domanda: a quanti piace il suo comportamento?)
TUTTI I GIORNALI legge Paolo  (domanda: quanti giornali legge Paolo?)
Paolo lo legge OGNI GIORNO, il giornale (risposta alla domanda: quando Paolo legge il giornale?).
Voi avete capito il discorso?  (frase neutra)
Avete capito, VOI, il discorso? (frase marcata, intonata)
Voi, IL DISCORSO, lo avete capito? (frase marcata, intonata)
AVETE CAPITO VOI, il discorso? (frase marcata, intonata).
Spero di aver trasmesso ai maschietti, un pizzico di cultura e alle Ciucciottine, “un pizzicotto” delicato di cultura. 
Ducky mi suggerisce: “Mi auguro che voi Ciucciottine abbiate migliorato la vostra…(pausa) “lingua”.
Per cortesia, non dategli retta: è geloso. Non fa che chiedermi di una Lettrice, alla quale mando una rosa in piena fioritura unita a due boccioli.



Ducky    …che significa segretezza!

Enzo     Sai cosa sei? Uno strullo!

Ducky    Non me ne frega niente,,,sono sicuro che non è un complimento.

Enzo