sabato 13 dicembre 2014

LA MAFIA DELL'ANTIMAFIA





C’è ancora un business di cui non si parla, un business di milioni di euro. Il business dell’Antimafia.
Qualcosa non funziona nella legge 109 che dispone l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia, e fa tornare terreni, case, immobili alla comunità. Questi beni, sequestrati, confiscati, falliscono l'uno dopo l’altro. Il 90% di imprese, aziende, immobili, finisce in malora spesso prima ancora di arrivare a confisca. 
A non essere rispettata e ad aver bisogno di una riforma strutturale è la Legislazione Antimafia - Vittime della mafia e relativo Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.
I beni confiscati sono circa 12.000 in Italia. Si parla di un business di circa 30 miliardi di euro.
Questa fase di sequestro secondo la legge modificata nel 2011 non deve superare i 6 mesi, rinnovabile al massimo di altri 6, periodo in cui vengono svolte le dovute indagini e si decide il destino del bene stesso: se dichiarato legato ad attività mafiose esso viene confiscato e destinato al riutilizzo sociale; se il bene è pulito viene restituito al precedente proprietario. 
Purtroppo la legge non viene applicata: il bene non viene mantenuto nello stato in cui viene consegnato alle autorità, né vengono rispettate le tempistiche. In media il bene resta sotto sequestro per 5-6 anni, ma ci sono casi in cui il tempo si prolunga fino ad arrivare a 16 anni. 
L’albo degli amministratori competenti che è stato costituito nel gennaio 2014 per legge dovrebbe essere la fonte da cui vengono scelti questi soggetti: in base alle competenze e alle capacità. Ma la scelta è arbitraria, effettuata dai giudici della sezione delle misure di prevenzione. Ritroviamo molto spesso la solita trentina di nomi, che amministrano decine di aziende e imprese. E non per capacità, perché la maggior parte di quei beni falliscono durante la fase di sequestro. Anche se poi vengono dichiarati esterni alla vicenda e gli imputati assolti da tutte le accuse. 
Questi sono solo alcuni esempi, alcune storture del sistema; ma molti sono i casi che riflettono un problema strutturale: una legge limitata, da aggiornare, che non permette gli adeguati controlli e conduce troppo spesso al fallimento dei beni per le - forse volute - incapacità del sistema. Posso fare nomi, esempi, citare numeri e casi.
Chiedo alla Commissione Antimafia di essere audito per esporre questa inchiesta che stiamo portando avanti a Telejato, con notevole fatica, perchè non abbiamo nessuno al nostro fianco.
Grazie,



Pino Maniaci 
 via Change.org

Firma la petizione

mercoledì 10 dicembre 2014

L'INPS PROMUOVE IL BONUS PER ASSISTENZA DISABILI














In arrivo il bonus di 1200 euro al mese per chi assiste un familiare disabile o un anziano. Le domande per il contributo possono essere presentate a maggio 2015




Chiunque stia assistendo un familiare anziano non autosufficiente o un parente diversamente abile, ha diritto ad un bonus fino a 1200 euro al mese. Il progetto, denominato Home care premium, è un premio che spetta a chi si prende cura, assiste e supporta a domicilio familiari con handicap gravi, è promosso dall'Inps e rivolto a tutti i dipendenti e pensionati pubblici, utenti dell'INPS che gestisce i Dipendenti Pubblici per effetto del Decreto Ministeriale numero 45/078, e qualora i soggetti in questione siano ancora in vita, i coniugi che convivono e congiunti di primo grado. Del progetto possono beneficiare anche i minori disabili figli di dipendenti pubblici o pensionati deceduti.

Chi volesse richiedere il bonus ma anche i servizi socio assistenziali, potrà fare la domanda nel mese di maggio del 2015, presentando gli appositi modelli a mano oppure online. Prima è necessario però assicurarsi sul sito dell'Inps controllando nella sezioni Nuovi bandi;
Per presentare le domande per via telematica sul sito dell'Inps è necessario essere provvisti di un codice Pin e mettersi anche in contatto con quegli enti che aderiscono a questo progetto.

Quando si invierà la domanda per il contributo bisognerà presentare anche il modello ISEE, indispensabile affinché la richiesta venga accolta. È importante anche sapere che per presentare le domande per il contributo, il disabile o l'anziano non autosufficiente dovrà iscriversi alla banca dati del familiare dipendente pubblico o pensionato Inpdap. Al momento il programma non prevede alcun limite di reddito. La somma erogata andrà da 400 euro fino ad un massimo di 1.200 euro al mese. Per informazioni su come iscrivere la persona disabile nella Banca Dati, bisognerà prendere come riferimento il sito Inps, stampare e compilare un modulo in formato pdf che sarà a disposizione nella sezione riguardante Bandi e Concorsi Welfare dove si potrà consultare anche l'elenco di tutti gli enti che hanno aderito al programma. 

Per maggiori informazioni, vi invito a consultare la pagina Inps dove viene spiegato approfonditamente il progetto HCP.


Va precisato che questi soldi vengono prelevati mensilmente dalla busta paga di ogni dipendente pubblico dal giorno dell'assunzione al giorno della pensione, si forma così un fondo che viene utilizzato per borse di studio e ricoveri o come in questo caso per pagare una badante. Il fondo non è alimentato da nessun fondo a carico dello Stato.

Per essere piu' chiara

1) il contributo così  preannunciato in realtà esiste dal 2012 ed ha il nome di Home Care Premium

2) non sempre è possibile accedervi poichè per l’erogazione è necessaria l’adesione delle amministrazioni comunali che potrebbero decidere (come capitato) di non aderire

3) Sono soldi che vengono  prelevati mensilmente ed OBBLIGATORIAMENTE dalla busta paga di ogni lavoratore del pubblico dal momento dell’assunzione con le modalità di seguito (fonte INPS):
” A chi si rivolgono:
Le principali categorie tradizionalmente considerate sono giovani, famiglie e anziani. In particolare, le prestazioni si rivolgono agli iscritti e pensionati della Gestione Dipendenti Pubblici anche in applicazione del D.M. 45/07. I beneficiari che usufruiscono dei servizi dell’Istituto non sono soltanto i diretti interessati ma anche i loro familiari, secondo le varie tipologie previste in ciascun Bando. Inps promuove anche altre iniziative che riguardano le persone in condizioni di non autosufficienza.

Come si finanziano
Tutte le prestazioni di welfare (creditizie e sociali), sono finanziate in via esclusiva dalla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (il cd. “Fondo credito”), alimentata dal prelievo obbligatorio – sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici in servizio – dello 0,35% per quanto riguarda la Gestione Dipendenti Pubblici (ex Inpdap); dello 0,80%,che si aggiunge allo 0,35% per quanto riguarda la Gestione Assistenza Magistrale (ex Enam) e dello 0,40% per quanto riguarda la Gestione Fondi Gruppo Poste italiane; nonché dalla trattenuta dello 0,15% per quanto riguarda i pensionati pubblici.
A tali trattenute si aggiunge la somma derivante dal rientro delle quote, comprensive di interesse, delle attività creditizie (piccoli prestiti, prestiti pluriennali, mutui per acquisto prima casa, ecc..). Contabilmente, tutta l’attività è gestita in capitoli dedicati e il budget che ogni anno viene speso è pari alle entrate.”


Chiaro no?????

Annamaria... a dopo





lunedì 8 dicembre 2014

CIAO MANGO



Il cantautore Mango è stato stroncato da un infarto alla fine di un concerto al Pala Ercole di Policoro, in provincia di Matera,  mentre cantava Oro,  uno dei suoi brani più famosi. "Scusate, non mi sento bene" ha detto al microfono prima di accasciarsi ed essere soccorso  e trasportato in ospedale, dove purtroppo è giunto privo di vita. 



 Come è statto scritto dal suo staff sulla sua pagina Facebook: "La nostra rondine è volata via nel cielo sbagliato..." 
E' stato un  artista dalla voce angelica e dalla grande umiltà, che non ha mai avuto il riscontro che la sua arte e le sue doti meritavano. Grazie, Mango: resterai sempre nel cuore di chi, come me, ha seguito la tua carriera ed ha apprezzato la tua poesia.





Annamaria...a dopo





EREDITA' DIGITALE



Ho letto  l'articolo, preso da IFQ e che vi propongo, con attenzione, facendo le corna digitali, naturalmente... 
Come eredità lascio tutti i miei like al governo italiano, per il risanamento del debito... 
Scherzi a parte c'è chi ha pensato a pianificare la propria morte. Tanta gente lo fa attraverso un sito come Heavenote.com . 

https://www.heavenote.com/


Dunque,  mentre in Italia si parla del problema, all'estero si é giá risolto la questione con un sistema per gestire l'eredità digitale. Sviluppato da una startup fondata da un italiano che vive a Londra. Il sito é gratis, alla faccia dei notai .







Giovedì 4 dicembre un convegno promosso dal Consiglio nazionale del notariato, a cui hanno aderito l'Università Bocconi di Milano, Google, Microsoft e lo studio legale Portolano Cavallo. L'obiettivo è di "sviluppare un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti con l'operatore"




Ci sono i genitori della modella suicida che chiedono a Facebook di accedere al suo account. C’è una donna brasiliana che vuole la rimozione del profilo della figlia morta. Ci sono la madre e il padre di un soldato americano ucciso in Iraq, che chiedono a Yahoo! di potere leggere le sue ultime mail. E come questi, ci sono molti altri casi dove si pone il problema della eredità digitale: dopo la morte di una persona, che ne sarà dei suoi dati registrati sul web? Della sua mail? Dei suoi profili su Facebook o su Twitter?



Non di rado la questione arriva davanti a un notaio, se non addirittura a un giudice. Ed ecco allora che nasce una nuova esigenza, fino a pochi anni fa impensabile: stabilire la sorte degli archivi digitali di un utente della rete dopo la sua scomparsa. In questo senso si è mosso il Consiglio nazionale del notariato, che ha lanciato un tavolo di lavoro cui hanno aderito l’Università Bocconi di Milano, Google, Microsoft e lo studio legale Portolano Cavallo. Giovedì 4 dicembre, i soggetti in campo si sono trovati nell’ateneo milanese per confrontarsi sul tema durante un convegno dal titolo “Identità ed eredità digitali. Stato dell’arte e possibili soluzioni al servizio del cittadino“. All’evento ha partecipato anche il professor Stefano Rodotà, che ha introdotto il tema delle identità digitali.



La proposta ideata dal Notariato nazionale, precisa l’ente in una nota, è quella di “sviluppare un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti con l’operatore, al fine di facilitare l’accesso alle risorse online del defunto”. Obiettivo: fornire ai congiunti “le informazioni necessarie secondo una procedura telematica concordata, in modo da ridurre per quanto possibile costi e tempi d’attesa”. Già, perché i dati che affidiamo al web hanno un valore economico da non sottovalutare: secondo un sondaggio curato da McAfee nel luglio del 2014, ogni utente della rete stima di conservare sui propri dispositivi digitali una serie di beni con un valore medio di 35mila dollari. L’incontro alla Bocconi è stato solo il primo passo di un percorso che i vari soggetti in campo intendono intraprendere insieme, quindi bisognerà attendere per avere dei risultati concreti. Anche se qualche operatore si è già mosso per conto suo in questa direzione.

E’ il caso, per esempio, di Google, che nell’aprile del 2013 ha attivato lo strumento “Gestione account inattivo“. “A pochi piace pensare alla morte, soprattutto alla propria – recita il comunicato di lancio – Ma pianificare cosa succederà dopo che non ci sarai più è importante per le persone che ti stanno vicino”. Lo strumento permette di decidere che fine faranno i dati memorizzati dai servizi Google dopo un tot di tempo che il profilo risulta inattivo e che quindi la persona si presume morta o incapace di usarlo. Innanzitutto, l’utente può scegliere quanto tempo deve trascorrere affinché il suo account sia considerato inattivo. Poi, può decidere la sorte dei suoi dati, una volta scaduto il termine. Il patrimonio online può essere eliminato o può diventare accessibile a determinate persone scelte dall’interessato. Insomma, una sorta di testamento digitale.

Annamaria... a dopo



domenica 7 dicembre 2014

CHE FINE HA FATTO FEDERICA GAGLIARDI (LA DAMA BIANCA)




1. VITE, OPERE E MIRACOLI DELLA DAMA BIANCA FEDERICA GAGLIARDI, DALLE CENE CON IL BANANA AL LAVORO DI “MULO” CON 24 CHILI DI COCAINA PER I NARCOS DEL VENEZUELA –

2. LA “BARBIE” CHE ACCOMPAGNÒ IL CAV AL G8 IN CANADA IN POCHI ANNI DI CARRIERA POLITICA È STATA DAPPERTUTTO: DALL’ASSESSORE VELTRONIANO RIZZO ALL’ITALIA DI DI PIETRO, PASSANDO PER LA POLVERINI E ARRIVANDO AL PARTITO DI TABACCI: “È IL MIO MENTORE” – 

3. IL COMPAGNO BRUNO, DOPO AVER SCARICATO L’EX FIDANZATA EVASORA ARMELLINI, NEGA PURE DI AVER CONOSCIUTO LA MULTITASKING GAGLIARDI: “NON L’HO MAI VISTA IN VITA MIA” –

4. PIAZZATA DAL MARITO DELLA CUCINOTTA, AMICA DI BACCINI, AMANTE DI QUAGLIARELLA. AGLI AMICI ULTIMAMENTE DICEVA DI AVERE UN NUOVO LAVORO E CHE VIAGGIAVA MOLTO. MA SULLA POLITICA FRIGNAVA: “MI HANNO TUTTI ABBANDONATA”  Fonte Dagospia




Di Federica Gagliardi, soprannominata la “Dama Bianca” di Berlusconi, nessuno parla piu' E' atterrata un giorno a Roma da un viaggio a Caracas con un bagaglio pieno di cocaina (24 kg per l’esattezza)…e’ stata arrestata dalla gardia di Finanza e poi…E poi nessuno ha saputo piu’ nulla un muro sulla vicenda, una storia abbastanza inquietante e una trama abbastanza intuitiva.Si trattava del pusher ufficiale di Montecitorio? Il PM ha archiviato il procedimento perche’ non si trattava di cocaina ma di zucchero a velo? Nessuno sa che fine abbia fatto questa contrabbandiera che improvvisamente e’ stata tradita da tutti gli amici…gli stessi che la invitavano alle feste solo una settimana prima, hanno dichiarato di non conoscerla…Un' altra vittima della politica. Di lei piu’ nessuna traccia…



(dal Fatto Quotidiano del 27 settembre 2011)
Federica Gagliardi è la dama bianca di B. che ebbe notorietà per un paio di giorni alla fine del giugno 2010. Era il 26 di quel mese e la Gagliardi spuntò nella delegazione italiana per il G8 di Toronto, in Canada. Accanto al premier Silvio Berlusconi. Bionda, bella, nemmeno trentenne, la donna lavora nello staff di Renata Polverini, governatrice del Lazio, che così giustificò la trasferta della sua collaraboratrice: “È in permesso non retribuito”. Prima ancora, però, aveva detto che era in ferie. Un altro piccolo mistero. Dal Canada, la Gagliardi segue il Cavaliere nelle altre due tappe del tour: Brasile e Panama. L’incontro con Lavitola avviene a San Paolo. Lì Berlusconi partecipa a un seminario del Forum Italia-Brasil, sulle relazioni industriali e commerciali tra i due paesi. Lavitola compare nella foto-ricordo finale, alle spalle del premier. Mentre la Gagliardi viene ripresa nel ricevimento ufficiale della sera. Entrambe le immagini sono sul sito del quotidiano Estadao di San Paolo. È lo stesso giornale che dà notizia della serata organizzata da Lavitola per B. con sei ballerine di lapdance, attirate con il miraggio di un provino per Mediaset, in una suite dell’Hotel Tivoli. Dice ancora la Gagliardi: “Sì alloggiavamo tutti al Tivoli, ma a quella serata non ero presente”.




In quei giorni, il Cavaliere è particolarmente allegro. E racconta una barzelletta a luci rosse: “Volevo farmi una ciulatina con una cameriera dell’albergo e lei mi ha risposto: ‘Presidente l’abbiamo fatto un’ora fa’. Vedete che scherzi fa la memoria”. Ed è in occasione della serata di lapdance che si parla per la prima volta dell’ascesa di Valter Lavitola nella cerchia ristretta di Berlusconi. Con quale ruolo? Consulente di Finmeccanica? Il faccendiere amico di Tarantini è pure titolare di una società per il commercio di prodotti ittici con sede a Rio de Janeiro, in Rodovia Amaral Peixoto 117: l’Empresa Pesqueira de Barra de San Joao Ltda.

Anche per questo, all’inizio del luglio scorso, da Palazzo Chigi riferiscono di un duro faccia a faccia tra B. e Giulio Tremonti. Quest’ultimo avrebbe chiesto: “Ma chi è questo Lavitola che va in giro presentandosi come rappresentante del governo per Panama e Brasile?”. Panama e Brasile, le tappe finali di quel viaggio memorabile. Dove c’è B. , c’è Lavitola. E dove sono entrambi c’è la Gagliardi.



Annamaria... a dopo