Il campionato mondiale di calcio 2010 che si sta
svolgendo in Sudafrica sarà ricordato probabilmente
per parecchie cose; speriamo sarà ricordato per
la vittoria finale degli azzurri.
Non sappiamo quindi ancora se per le prime o la
seconda ipotesi rimarrà impresso, ma sicuro di una
cosa ci ricorderemo per lunghissimo tempo: quel
continuo e fastidioso frastuono delle famigerate
“Vuvuzelas”, diaboliche trombette che messe tutte
insieme possono mandare al manicomio più di un
essere pensante.
Ma cosa sono queste infernali vuvuzelas ?
Per i pochi che ormai non sanno, la vuvuzela è una
trombetta ad aria della lunghezza approssimativa di
un metro, comunemente usata in Sudafrica dai tifosi
che assistono alle partite di calcio.
Per questo essa è divenuta una sorta di simbolo del
calcio stesso in quel paese dove questo strumento
nelle sue antiche popolazioni, era una specie di lungo
corno che veniva usato nella caccia o prima degli
scontri tribali, un po’ come per noi era la carica
suonata dalla tromba.
Che questo strumento, modernizzato, plastificato
e colorato ad uso giocattolo, potesse entrare
rumorosamente nelle nostre case attraverso la
televisione ed il calcio, ne avevamo già avuto un
antipasto con la Confederation Cup, dove l’avevamo
ufficialmente conosciuta.
Suonata da molte migliaia di spettatori, diventa un
continuo e rumorosissimo frastuono dal tono
uniforme, come l’avvicinarsi di sciami di milioni di
calabroni o api, che privano i calciatori in campo di
un minimo di concentrazione, e chi ascolta la partita
per televisione da casa, un ronzio continuo nelle
orecchie che talvolta oscura il commento del
telecronista.
Molte federazioni di calcio hanno ufficialmente
protestato, ma le vuvuzelas continueranno a
“rumoreggiare” dagli spalti del Mondiale sudafricano.
L’ipotesi di un loro divieto e’ infatti tramontata
definitivamente perché a mettere la parola fine alle
polemiche è stato il presidente della Fifa Joseph Blatter
che ha dichiarato di “Non prendere in considerazione
un divieto delle tradizioni musicali dei tifosi nel loro Paese”.
Infatti per il centrocampista dell’Everton nonché capitano
della nazionale Sudafricana Stefen Pienaar, il Sudafrica
ha tutte le possibilità di vincere il torneo (beato lui).
Non solo il passaggio del girone è dato per scontato, ma
secondo Pienaar le vuvuzelas saranno la loro arma in più,
in quanto infastidiscono talmente tanto gli avversari in
campo (loro sono abituati), da farli giocar male.
E va bene, tutto sommato paese che vai, tradizioni che
trovi; è un solo mese e ce ne faremo una ragione ed un
poco l’abitudine, ma attenzione …Pare che questa moda
sta incredibilmente (come tutte le mode, pure quelle più
idiote) invadendo il mondo occidentale, che
evidentemente spera di scacciare i propri guai economici
a suon di trombette.
Fabbriche e fabbrichette sono pronte ad invadere il
mercato con centinaia di milioni di vuvuzelas, dalle parti
nostre (spero di non essere facile profeta) se la FIGC
italiana non emetterà subito delle norme severe sul loro
divieto, conoscendo gli italiani, nei nostri stadi a partire
dai prossimi imminenti campionati delle varie serie,
saremo invasi da ultras vuvuzelati.
Direte voi, ma abbiamo quelle bombolette a gas che
fanno un frastuono bestiale, si ma quelle si scaricano
quasi subito ed il ricambio costa un bel pò di soldini,
ma fiato da sprecare, quello a noi italiani non fa difetto
o scarseggia mai.
Pare addirittura che negli Stati Uniti, in Australia, ed
alcuni Paesi Europei, stanno nascendo migliaia di
“Vuvuzelas fans club”, con l’apertura di locali e ristoranti
tipici dove, oltre la scontata tappezzeria, in tutte le sale
il sottofondo sonoro sarà un continuo ed obbligatorio
suono di vuvuzelas.
A detta dei proprietari che stanno aprendo questi
numerosi locali, gli affari saranno allettanti oltre
ogni limite. E’ noto che più di una Banca abbia elargito
prestiti a tassi bassissimi ad imprenditori, alla sola
condizione che fossero usati solo per apertura di locali
“vuvuzelas”.
Che volete che vi dica… Noi che eravamo abituati ad
andare ai ristorantini dove c’era lo stornellatore con la
chitarra che ci deliziava con tocchi delicati e la
canzoncina romana o napoletana, tra uno spaghetto
ed un crocché bollente di patate.
Ma haimè, questi sono i tempi.
Speriamo almeno che in questi ristoranti “vuvuzelas”,
ci siano delle salette riservate, insonorizzate, magari
con il cartellino “Riservato ai fuori moda”.
Io non mi offendo, anzi …
Cipriano
e ci hanno fatto pure una canzone..
Annamaria...a dopo