mercoledì 14 marzo 2018

LA "RETORICA"!



...si fa conoscere con tanti nomi,
ma ci vuole impegno per apprezzarla


Enzo e Ducky

Enzo: La retorica...la retorica merita il rispetto culturale, le virgolette e il punto esclamativo.  E’ come una “signora di grandissima classe” in fatto di stile e cultura.

Ducky:        Madonna santa,  fratello caro,  qui ti ci vuole un caffè doppio.  Gli argomenti sono il tuo pane quotidiano...se proprio fissato.

Enzo: Ma questo argomento, credimi, merita tutto il rispetto per i contenuti.

Ducky:        Sentiamo, intanto a che serve?

Enzo: - Serve per farsi ascoltare;
- Serve per colpire l’immaginazione di chi ci sente parlare o di chi ci legge;
        
- Come rendere convincente un argomento che non lo è;

- Totò, il grande principe della risata, ha detto “Signori si nasce”, e noi diciamo “Poeti si nasce”, ma “oratori”  si diventa;



- la retorica è tutto quello che viene dopo la grammatica: i segreti dello stile, dell’arguzia, della gestualità, del tono, dell’ironia, della drammaticità, dell’emozione nel parlare  a uno o più interlocutori o a un intero pubblico.

 Insomma ci insegna a COME PARLARE PER FARCI ASCOLTARE  e aggiungo anche PER FARCI CONOSCERE CULTURALMENTE.

Ducky:        Perché dicevi che la RETORICA ha tanti nomi?

Enzo: Come media,  ha 7 nomi detti sinonimi:  ampolloso, enfatico,  formale, magniloquente, pomposo, ridondante, stilistico.

I contrari sono 10, sempre in media:  breve, agile, severo, incisivo, stringato, essenziale, asciutto, lapidario, sintetico, conciso.

Detto in sintesi, la retorica è l’arte dello scrivere e del parlare con eleganza, secondo precise regole codificate:  nell’antichità classica il retore era un oratore forbito e maestro nell’arte del dire. In senso spregiativo retorico si riferisce a un discorso, altisonante e al tempo stesso vuoto di significato. Da queste sintetiche spiegazioni  emerge in primo piano la sua connessione con la comunicazione e il linguaggio. All’epoca in cui prevaleva una cultura e una tradizione orale l’oratoria, l’eloquenza, la capacità di parlare in pubblico, di convincere, di trascinare le folle, erano molto importanti. 

Ogni parola che abitualmente usiamo ha una storia e un significato che è mutato nel corso di secoli o di decenni.
Facciamo un esempio per capire.

Trovandovi con un amico su un filobus, se invece di dire “avviciniamoci all’uscita”  usate l’espressione “appropinquiamoci all’uscita”, il senso non cambia.  Semplicemente usate un’espressione antica e forse obsoleta che può essere ancora divertente o spiritosa. Se però dite “facciamoci largo verso l’uscita” il senso cambia, perché “farsi largo” presuppone una certa difficoltà nel raggiungere l’uscita.  E ancora: se dite “fiondiamoci verso l’uscita” quasi esprimete il timore  di non riuscire a fare in tempo a raggiungere l’uscita.

Non è chiara la differenza? Chiariamo subito!

Abbiamo adottato 4 (quattro) modi diversi, ossia avviciniamoci, appropinquiamoci, facciamoci largo, fiondiamoci  per esprimere un concetto analogo. Ciascuno di essi ha una storia e un significato proprio.  Questo semplicissimo esempio potrebbe essere analizzato in base a un criterio retorico molto importante.
Brevemente, la retorica è:

- il modo con cui parliamo e come esprimiamo le nostre idee;

- la scelta delle parole, delle immagini, dei modi di dire,  della
  della struttura della frase con cui comunichiamo ad altri;

- il calcolo dell’efficacia delle nostre parole sull’ascoltatore;

- la modalità scelta nella relazione con una o più persone ossia lo stile, il tono, la serietà ecc.

L’oggetto della retorica quindi non è che cosa dire ma  “COME DIRE “ un pensiero, un’idea, un sentimento  AFFNCHE’ LE NOSTRE PAROLE OTTENGANO IL MASSIMO RISULTATO:  convincere, persuadere, commuovere, sorprendere, suscitare ammirazione, avvincere, affascinare, sedurre e via dicendo.

La prima scuola di retorica fondava i criteri base dell’insegnamento sulla ricerca sistematica delle prove e sullo studio delle tecniche atte a dimostrare la vero simiglianza di una tesi. La retorica dunque nasce in un ambito giuridico; è una tecnica che permette di rendere più convincenti le argomentazioni di chi parla.


LA SOFISTICA: dalla Sicilia ad Atene V secolo a. C. si sviluppa la scuola filosofica dei sofisti. I sofisti erano considerati giocolieri della parola.  Il loro esercizio retorico seguiva la tecnica del contraddire usando, nell’argomentazione, l’inganno, la finzione, l’illusione, il falso ragionamento.
I sofisti ebbero sicuramente il merito di dare avvio, nel pensiero occidentale, a una profonda riflessione  sul linguaggio, sulla relazione tra le parole e le cose, sui segni (i vocaboli) con i quali descriviamo la realtà.