3/03/2017- Orrore nell'isola di Smeraldo: in un ex orfanotrofio religioso è stata ritrovata una fossa comune con trecento corpi di bimbi sepolti senza registrazione |
Chiesa e scandali. In Irlanda le vittime delle “Maddalene” chiedono i danni.
Tra i tanti scheletri nell’armadio di cui la Santa e Immacolata Chiesa Cattolica dovrebbe render conto c’è quello delle “Maddalene” irlandesi, caso recentemente ritornato in primo piano con la divulgazione di un rapporto di una commissione d’inchiesta voluta dal governo dell’Irlanda.
Nel 2011 – spiega Cronache Laiche - il Comitato contro le torture dell'Onu aveva richiesto al governo irlandese di avviare un'indagine sul trattamento subito da migliaia di donne e ragazze. Secondo le stime, oltre 30 mila donne sono passate dalle lavanderie dove dovevano lavare vestiti e biancheria dell'esercito irlandese senza alcuna retribuzione. Il rapporto è stato voluto dal senatore Martin McAleese, marito della precedente presidente della Repubblica Mary McAlee.
Sono più di 30 mila le donne che, dal 1922 fino al 1996 hanno vissuto una parte della loro vita nelle cosiddette "Maddalene", lavanderie gestite da quattro ordini religiosi irlandesi che oggi sono finalmente al centro di un'inchiesta del Comitato contro le torture dell'Onu. Queste donne, di fatto internate e costrette al lavoro pesantissimo della lavanderia manuale, subivano violenze psicologiche, fisiche, sessuali. I nomi degli ordini religiosi sono rassicuranti: The Sisters of Mercy, The Sisters of Charity, The Good Shepherd Sisters, The Sisters of Our Lady of Charity, ma molto meno rassicurante è ciò che è stato denunciato, in merito alle "pratiche" di correzione che in questi luoghi si attuavano.
Il primo dato sconcertante, alla base del funzionamento stesso delle lavanderie, è il motivo che portava tante donne a lavorare in quei luoghi. Le Maddalene si reggevano su una struttura organizzativa ibrida rappresentando al contempo un luogo di espiazione e correzione (che non sono la stessa cosa) e dall'altro un luogo di profitto. E proprio la combinazione di queste due logiche confliggenti ha trasformato questi istituti in luoghi di tortura e umiliazione, di potere e sottomissione, di distorsione della realtà ed etichettamento sociale. Le donne "perdute" d'Irlanda (originariamente le prostitute) sono poi diventate tutte quelle che non rientravano agilmente nella definizione di donna delle famiglie cattoliche osservanti. Oltre alle madri nubili, la cui vergogna doveva essere nascosta entro le mura - separata dal mondo per tutelare la dignità della famiglia di appartenenza - furono internate povere, piccole ladre ma anche (più semplicemente, più terribilmente), ragazze esuberanti, troppo belle o troppo autonome e pensanti, eversive rispetto all'ordine costituito. Quello che fino a qualche anno fa era invisibile oggi è un fatto pubblico, ciò di cui fino a poco tempo fa nulla si sapeva diventa un terreno di rivendicazione. Se ne è occupato Peter Mullan nel 2002 con il suo straordinario film di denuncia e altri dopo di lui (ultimo Stephen Frears ) contribuendo così a mettere in moto un meccanismo virtuoso che ha portato alla possibilità di esercitare pressione sulle istituzioni in modo che nulla di tutto ciò possa mai ripetersi.
Ispirato a questa vicenda nel 2002 il regista Peter Mullan aveva realizzato il film “Magdalene”, film accusato dalla stampa di area cattolica di presentare una visione distorta e di essere “offensivo” per ogni buon cattolico. Ora invece la verità è stata appurata e lo stesso governo irlandese chiede ufficialmente scusa per la vergognosa pagina delle Maddalene, con donne schiavizzate e sfruttate. La Chiesa Cattolica invece ancora non ha presentato alcuna scusa pubblica per questa vergogonosa vicenda.
-Il cannocchiale-
Annamaria...a dopo