venerdì 12 giugno 2015

CARO @IGNAZIOMARINO A SCUOLA CI VADO ANCHE IO!



Gabriele è un bimbo di tre anni nato con la Sindrome di Down. Come molti altri bambini frequenta dal 2013 un asilo nido. A differenza di tanti, però, lo fa tra mille difficoltà, perché la sua scuola non gli garantisce con continuità il servizio di assistenza che gli spetterebbe di diritto.






Daniela Tramontano , mamma del piccolo Gabriele.


Mio figlio Gabriele ha compiuto da poco tre anni. E’ un bimbo simpatico, socievole e pieno di vita. E’ nato con gli occhi spalancati sul mondo, con la curiosità di vedere e di fare che lo contraddistingue.
Gabriele è nato con la Sindrome di Down, ma quel cromosoma in più, non è e non deve essere un limite alle sue infinite potenzialità, a tutto ciò che può e potrà fare nella sua vita.
Nel 2013 abbiamo inserito Gabriele in un nido convenzionato di Roma. Nei nidi pubblici, l’educatore aggiunto è scelto in base ad una graduatoria, tuttavia la risorsa individuata non necessariamente ha maturato specifiche competenze (formative e professionali) nella gestione dei bisogni e delle difficoltà del bambino diversamente abile. Ecco il primo paradosso. Molti giustificano tale mancanza con il fatto che stiamo parlando di nido, non di “scuola”, per cui non sono “necessarie” competenze specifiche; il bambino semplicemente deve essere accudito e giocare.
Ma è proprio al nido che fino ai tre anni, il bambino scopre gli altri, il sé, esplora il mondo che lo circonda, comincia a relazionarsi con le persone, con le cose, con le prime attività. E non sempre tutto questo è semplice come appare.
Dunque alla fine abbiamo optato per un nido convenzionato al quale viene, al contrario, data facoltà di scegliere direttamente l’educatore aggiunto, e quindi una risorsa preparata a supporto del bambino, dell’educatrice curriculare e della famiglia, in un percorso di integrazione scolastica. Risorsa pagata dal Comune.
Il primo anno viene inserita una persona molto qualificata, che in un clima di collaborazione costante con le colleghe e la famiglia, porta avanti un progetto di inserimento, di socializzaizone, di gestione delle emozioni… meraviglioso. Il nido conferma il rinnovo per il secondo anno, poi successivamente, dopo che noi avevamo confermato la presenza del bambino, “cambia idea” inserendo una persona, che pur avendo la qualifica di educatrice, non ha certo l’esperienza della risorsa dell’anno precedente.
Tutto questo ci viene giustificato adducendo una motivazione di “organizzazione interna del nido privato” (ricordo che è convenzionato, dunque offre un servizio pubblico!), sottolineando che nostro figlio non ha diritto per legge all’educatore specialistico.
A questo punto vi invito a leggere la legge 104/92 (di seguito) *
Naturalmente anche se la legge non lo prevedesse, cosa non vera, il nido aveva piena facoltà di confermare la risorsa qualificata dell’anno precedente, dando piena continuità didattica a nostro figlio.
A gennaio il nido comunica un elenco di disagi del bambino…
Pur se gli educatori assegnati al gruppo di Gabriele e la responsabile del nido, dichiarano nuovamente di non avere esperienza nel gestire le difficoltà di bambini diversamente abili, si rifiutano di accogliere la nostra richiesta di sostituzione dell’educatore aggiunto con educatore più qualificato che possa aiutare il bambino. 
A seguito dell’intervento del neuropsichiatra riusciamo ad inserire tale risorsa, ma a nostre spese, pur di garantire a nostro figlio il suo diritto alla piena integrazione.
Perché non cambiare scuola? Molti si chiederanno...
Il problema non è la scuola, il problema è un sistema esteso a tutte le scuole. Se sei fortunato tuo figlio viene seguito da educatrici preparate, altrimenti no.
Il fatto è che non si parla di fortuna, si parla di coscienza, di buon senso e di sana scuola.
Per questo siamo a chiedere la modifica della convenzione con i nidi convenzionati, da parte di Roma Capitale, lì dove l’educatore assegnato al bambino, “deve aver maturato significativa e esplicita formazione e esperienza professionale nella gestione dei bisogni specifici del bambino diversamente abile, presente nel gruppo, cui viene assegnato.”
Vi invitiamo tutti, dunque, a firmare la nostra Campagna, affinché situazioni di questo tipo non si ripetano in futuro, affinché i nostri bambini siano realmente tutelati nel loro pieno diritto all’integrazione scolastica!
Grazie a tutti voi,
Daniela, Cesare e Gabriele




Legge 5 febbraio 1992, n. 104
"Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate."
12. Diritto all'educazione e all'istruzione. - 1. Al bambino da 0 a 3 anni handicappato è garantito l'inserimento negli asili nido.
3. L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
13. Integrazione scolastica.
2. Per le finalità di cui al comma 1, gli enti locali e le unità sanitarie locali possono altresì prevedere l'adeguamento dell'organizzazione e del funzionamento degli asili nido alle esigenze dei bambini con handicap, al fine di avviarne precocemente il recupero, la socializzazione e l'integrazione, nonché l'assegnazione di personale docente specializzato e di operatori ed assistenti specializzati.

Io ho firmato , firma anche tu !



Annamaria- by change.org

giovedì 11 giugno 2015

UNA RICETTA AL VOLO




l filosofo Diogene stava cenando con un piatto di lenticchie.
Lo vide il filosofo Aristippo che viveva nell’agiatezza adulando il re.
Aristippo disse: “Se tu imparassi ad essere ossequioso con il re non dovresti vivere di robaccia come le lenticchie”.
Rispose Diogene: “Se tu avessi imparato a vivere di lenticchie non dovresti adulare il re”.







Ogni stagione è buona  per mangiare le lenticchie, specie se abbinate a riso, pasta e pane. E' confermato dalle ricerche dei nutrizionisti le tante qualità preventive ,in particolare per i tumori al colon e allo stomaco e terapeutiche (innanzitutto la funzione antiossidante e la capacità di ridurre il colesterolo “cattivo”) di questi  legumi.
Le lenticchie sono anche ricche di proprietà nutritive importanti per la salute. Contengono proteine vegetali, carboidrati, tante fibre, molte vitamine, soprattutto A, B1, B2, C, PP, sali minerali come calcio, potassio e ferro e pochissimi grassi.
Proprio per l’alto contenuto proteico, le lenticchie vengono considerate una valida alternativa a un secondo a base di carne, pesce, uova o formaggio. Perfette inoltre anche come primo piatto, da consumare insieme alla pasta e al riso: questo abbinamento rende più facile l’assimilazione delle proteine.
Per finire  le lenticchie sono tra i legumi dotati della più efficace azione antiossidante e  l’elevato contenuto di fibre permette invece di regolarizzare l’attività dell’intestino mantenendo  sotto controllo il colesterolo. Inoltre, lo scarso contenuto di grassi di tipo insaturo rende le lenticchie un alimento perfetto per la prevenzione di alcune patologie cardiovascolari.
Ed ecco alcune varietà di questi legumi conosciuti anche come "carne dei poveri"




I semi, dalla forma piatta e tondeggiante, possono essere grandi o piccoli e, nel nostro Paese, la lenticchia si coltiva soprattutto in Abruzzo, Campania, Lazio e Umbria.
Le varietà più diffuse sono:
La lenticchia verde di Altamura
La lenticchia di Ustica
La lenticchia di Castelluccio, molto particolare perché dall’aspetto policromo
La lenticchia rossa, detta anche lenticchia egiziana, molto diffusa in Medio Oriente
Le lenticchie di Villalba, del Fucino, di Colfiorito e di Mormanno


Ed ora una gustosa ricetta.




Gallette di riso con lenticchie




Ingredienti per 4 persone:
4 gallette di riso (specialità vietnamita, reperibile nei negozi di specialità etniche o nei grandi supermercati), 2 etti di lenticchie lessate, 3 etti di riso a grana lunga come Patna o Basmati, 2 cespi di scarola, 2 carote tagliate a cubetti, 2 cipollotti, 4 cucchiai di salsa di pomodoro densa, 1 peperone giallo tagliato a listarelle, 1 spicchio di aglio, 1 cucchiaio di farina, 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale e pepe. 

Preparazione:
Lessare il riso in poca acqua, lievemente salata, in modo che una volta cotto tutta l'acqua sia stata assorbita e non sarà necessario scolarlo.
Distribuirlo in 4 stampini da budino o tazzine, lievemente unti o foderati con pellicola la cucina, pressando leggermente e lasciare raffreddare.
Versare in un tegame 4 cucchiai di olio, l'aglio e i cipollotti tritati, le carote e il peperone. Lasciare rosolare per qualche minuto poi unire le lenticchie sgocciolate, aggiungere un pizzichino di sale e una macinata di pepe, mescolare e lasciare cuocere per una decina di minuti, successivamente unire la farina e mescolare ancora. Il composto dovrà risultare denso.
Allontanare dalla fiamma e mettere da parte.
Lavare la scarola e tagliarla grossolanamente, versarla in una padella con 2 cucchiai di olio e farla saltare a fiamma media, mescolando per qualche minuto, tenendola al dente. Aggiungere un pizzico di sale e versarla in un piatto di portata.
Immergere in acqua tiepida le gallette di riso, una alla volta e stenderle su un canovaccio pulito o su carta da cucina. Suddividere al centro il composto di lenticchie e arrotolarle su stesso, formando dei fagottini, e ripiegando i lembi sotto.
Sformare nel piatto il riso e guarnirlo con la salsa di pomodoro. 


Annamaria


lunedì 8 giugno 2015

SESSO AL MARE, ISTRUZIONI PER L'USO



Bene, ormai ci siamo, è arrivata l'estate e non c'è niente di piu' romantico, emozionante e intenso degli amori estivi e... del sesso al mare.



Magari anche storie passeggere , brevi , ma vissute intensamente  da lasciare segni indelebili nel nostro cuore e nei nostri ricordi.
Specialmente al mare, dove le temperature sono bollenti e il sole splende alto, gli ormoni, si sa,  si attivano – è anche una questione scientifica – e siamo più portate a vivere con trasporto e meno inibizioni le avventure che ci si presentano.

Una delle esperienze sicuramente più diffuse è quella del sesso in acqua, cullati dalle onde e rinfrescati dalla brezza. Una situazione hot molto desiderabile ed eccitante, in cui le sensazioni si amplificano e l’effetto lubrificante facilita la passione.

C’è però un’altra faccia della medaglia: infezioni, bruciori e fastidi sono in agguato, scopriamo insieme come evitare questi spiacevoli inconvenienti che rischiano di rovinarci la vacanza e l’atmosfera! Dunque via libera alla vostra fantasia, in doccia, al mare o in piscina a patto, però, di fare ben attenzione alle condizioni igieniche e, soprattutto, a scegliere la protezione giusta.


L’igiene prima di tutto!

È importante tenere in considerazione che molti luoghi dell’amore estivo possono essere terreno fertile per i batteri, e causare infezioni gastrointestinali e respiratorie, come la polmonite. Inoltre essi, ed in particolare gli enterococchi, possono provocare infezioni del tratto urinario, endocardite, diverticolite e meningite. Mentre l’escherichia coli, altro batterio che non di rado si trova in posti umidi, poco puliti o esposti, può essere fonte di fastidiose eruzioni cutanee e infezioni.




Se, colti dalla passione, non riuscite neanche ad arrivare in acqua, ma vi fermate sul bagnasciuga c’è un’altra insidia: la sabbia che, oltre ad essere un grande filtro di sporcizia, può rompere il preservativo e, con lo sfregamento sulla pelle, esfoliarla e causare dolorosi graffi e taglietti.

Protezione (non solo dal sole)
Chiariamo un concetto che spesso rimane in dubbio: se si hanno rapporti sessuali completi in acqua si può rimanere incinta come con qualsiasi altro rapporto svolto in altri luoghi.

Detto questo se la vostra è una relazione consolidata, non desiderate una gravidanza, conoscete bene il vostro partner e già prendete la pillola anticoncezionale o utilizzate il diaframma o altri metodi contraccettivi, via libera alla passione, preoccupatevi solo di proteggere anche la vostra pelle dai raggi del sole, resi ancora più forti e potenzialmente dannosi dal riflesso dell’acqua.

Se invece la vostra è una storia appena nata, o l’avventura di una notte o comunque non conoscete bene il vostro partner e volete evitare il rischio di malattie sessualmente trasmissibili o il rischio di rimanere incinta, allora il preservativo è d’obbligo, anche in acqua! Dovrete però prestare particolare attenzione: innanzitutto, per motivi pratici, il vostro lui dovrà indossarlo fuori dall’acqua, secondo poi non dovrebbe essere immerso completamente e, in ultimo, accertatevi che non si sfili durante il rapporto, dato che le case produttrici non testano i loro prodotti in condizioni simili e quindi non garantiscono per la loro efficacia se usati in piscine, vasche o in mare.

Occhio alla legge!
Un altro aspetto da non sottovalutare è che in alcune spiagge è illegale lasciarsi andare a effusioni erotiche e si corre il rischio di multe anche molto salate. In Croazia, Turchia e Austria fare sesso in pubblico vi può costare fino a 300 euro, mentre in Grecia, Egitto e Danimarca la faccenda si complica e si rischia l’arresto.

Anche in Italia la situazione può diventare problematica: potete incorrere in pene dai tre mesi ai tre anni di reclusione. A Dubai poi attenzione massima: anche un focoso bacio in pubblico può condurre dritti in prigione. Nessun problema invece in Bulgaria, Norvegia, Svezia, Canada e Giamaica. Cercate comunque di evitare spiagge troppo affollate o frequentate da famiglie, il rispetto altrui e un po’ di privacy sono sempre d’obbligo.

Annamaria - By Alfemminile-

domenica 7 giugno 2015

COACH DELLE ABITUDINI






Spesso ci costringiamo a fare qualcosa che reputiamo coraggioso perché gli altri lo vogliono, o la società ci convince che è quello il "coraggio". Ti ricordi quando andava di moda negli anni '90 il salto dal ponte con l'elastico? Lo avevano fatto in moltissimi e mi ricordo amici che non volevano farlo, ma poi sono stati convinti perché "tutti lo facevano". Ecco, in quel caso il vero coraggio era NON seguire la moda.
Spesso seguire la strada che veramente vogliamo è una delle forme più pure di coraggio perché 1) Siamo soli - molti ci metteranno i bastoni fra le ruote o non capiranno, 2) E' molto più dura - dobbiamo costruire noi la strada, 3) Non abbiamo modelli di comportamento - quando sbaglieremo, dovremo rialzarci ed inventarci un'altra strada.
Vuoi essere coraggioso? Segui la tua strada nonostante le difficoltà.

Allora, cosa farai di coraggioso oggi?



Annamaria