sabato 21 maggio 2016

STRA-SINGLE 2016




Nuova edizione dell’ormai celebre 5 Km “a caccia della propria anima gemella”.
Il 29 maggio 2016 l’appuntamento è a Milano in Piazza Gino Valle per una nuova giornata di sport, musica, animazione e divertimento con tutto lo staff di Italia Runners!
Percorso tutto nuovo per questa IX edizione della marcia più sexy d’Italia: si andrà ad esplorare il nuovo quartiere City Life dove un tempo sorgeva la fiera campionaria e oggi è un fantastico quartiere ai piedi delle tre torri del business District di Milano.



 La socialità è l'obiettivo principale: si corre e ci si conosce, si fanno nuove amicizie e chissà…si può incrociare la propria anima gemella! La Strasingle è ormai una festa aperta a tutti, un evento di costume con migliaia di amici anche se nel frattempo molti si sono felicemente innamorati, e in alcuni casi proprio alla StraSingle!
Non solo corsa e amore ,dunque ma anche musica e animazione con Discoradio! 

Per info e iscrizioni: http://www.strasingle.it/




Annamaria







venerdì 20 maggio 2016

PRETE LASCIA MORIRE DI FAME E DI SETE UN VECCHIO CANE



E mi tornano in mente le parole pronunciate alcuni giorni fa dal 
papa.

E' noto che la chiesa fa lavaggi mentali alle persone. Quelle che dice il papa sono assurdità e molti preti li mettono in pratica.
Vergognatevi voi della chiesa! Mi sarebbe piaciuto che facessero il nome di questo prete e ci mettesse la faccia per richiamare un gruppo di cani e farlo "ravvedere" , perchè avrebbe tanto da imparare da cani e gatti.


Il cane Sergio

La notizia:

“Un sacerdote ha abbandonato il suo cane perché oramai era vecchio e malato, e ha smesso di dargli da mangiare affinché morisse di stenti”




Era un cane vecchio e malato e il suo proprietario (che Dio provveda) non lo voleva più. Così, per liberarsene, ha pensato di lasciarlo morire. Una cosa che, purtroppo, si sente anche spesso sopratutto al sud, se non fosse per la professione alquanto particolare dell’aguzzino, l’uomo è un sacerdote. La vicenda è accaduta a Molfetta, in provincia di Bari, e a darne notizia è stata la Lega nazionale per la difesa del cane. Sono stati proprio i volontari a salvare il cane che, fortunatamente, ora sta meglio.



“Quello che avrebbe dovuto essere il suo compagno umano lo ha volutamente abbandonato a se stesso, solo, in attesa che spirasse per consunzione, privo di acqua e di cibo – ha detto Mariangela La Volpe, presidente di Lndc Molfetta in un comunicato ufficiale – chiuso in un lurido recinto, senza nemmeno più la forza di sollevarsi per raggiungere uno sgangherato riparo per proteggersi dal freddo e dalla neve“. Quando i volontari sono andati a prelevare il cane, il prete non ha mostrato nessun cenno di pietà e di pentimento. “Ha solamente chiesto – ha continuato La Volpe –perché lo volessimo poiché era vecchio, malato e, quindi, secondo lui, bisognava lasciarlo morire di stenti“.

Ora il cane, che si chiama Sergio, è nel rifugio della Lndc, dove viene accudito e ha ricominciato a vivere con dignità. Il fatto è stato veramente terribile e ci si chiede il motivo di tanta cattiveria – ha concluso la presidente –riceve le carezze che gli riscaldano il cuore molto più delle coperte fra le quali dorme. Ha ripreso a camminare, ha cominciato a perdere l’aspetto scheletrito“. Ma la domanda sorge spontanea: come può un sacerdote compiere un gesto simile? Purtroppo i sacerdoti sono uomini, a volte perfidi e cattivi, altre volte possono essere delle brave persone ma sta di fatto che troppo spesso si sentono storie raccapriccianti di simili fatti. Poveri animali! Mi auguro che siano solo una minoranza preti cosi... Una cosa è davvero certa: chi non prova amore e compassione per gli Ultimi, che sono proprio gli animali, non può provare sentimenti veri per i propri simili, caro Bergoglio...




Annamaria

giovedì 19 maggio 2016

IL SEGRETO DELL'EQUILIBRIO E DELLA REALIZZAZIONE

Leggo parecchi articoli di psicologia online. Questo che vi propongo è uno dei pochi che mi ha colpito per schiettezza e veridicità. Un copia e incolla che vale la pena leggere e rileggere! Molti di noi si riconoscono in queste belle parole ma è poi importante e fondamentale  metterle in pratica.





L’infelicità trae origine dai nostri desideri insoddisfatti. Il nostro insaziabile ego, che è la nostra parte animale o istintuale, pretende questo e quello, del tutto incurante dei bisogni e dei desideri degli altri. L’io mette davanti a tutto la propria soddisfazione immediata, il proprio bene, i propri desideri e non si cura minimamente che anche gli altri desiderano il loro bene e hanno diritto ugualmente alla felicità. 

L’io pensa solo a se stesso, il che significa che è assolutamente irresponsabile, e proprio perché è irresponsabile ci procura un mare di guai quando lo assecondiamo troppo. Il contrario dell’irresponsabilità è ovviamente la responsabilità, il che ci dice subito che il cambiamento avviene assumendosi le proprie responsabilità e rimboccandosi le maniche! Senza cambiamento non c’è riuscita personale!

Le più grandi soddisfazioni si hanno mettendo a tacere l’ego: quando si smette di volere questo e quello, quando si smette di pretendere che le cose vadano in un certo modo, quando non ci si aspetta nulla dagli altri, quando non si dipende dagli altri. L’io o ego è la causa di tutti i nostri problemi. Ciò non significa, però, che il nostro ego sia il nemico da combattere. L’io è anche la nostra personalità e perciò non va combattuto ma equilibrato ed armonizzato con il suo opposto: gli altri! E quindi, per equilibrare l’io, per farlo crescere, maturare ed evolvere, occorre moderare le sue insaziabili pretese, il che è possibile  desiderando non soltanto il nostro bene, ma anche il bene degli altri, non soltanto la nostra felicità, ma anche la felicità degli altri. Ecco la scorciatoia sicura ed efficace per eliminare rapidamente i nostri difetti e correggere i nostri errori!



Soltanto quando desideriamo sia il nostro bene che quello degli altri possiamo considerarci persone equilibrate. In questo caso cessano le tensioni, siamo sereni e pazienti e abbiamo una buona soglia di sopportazione del dolore. Imparare a sopportare il dolore è una acquisizione molto importante perché ci consente di minimizzare i fatti spiacevoli della vita, che sono sempre all’ordine del giorno, altrimenti restiamo eternamente lamentosi, insoddisfatti e stressati, ossia infantili, eccessivamente emotivi e immaturi.

Purtroppo il grado di tolleranza del dolore dipende dal tipo di educazione ricevuta. Un bambino viziato sarà da adulto probabilmente creativo e intraprendente, ma si ritroverà una capacità di sopportazione della sofferenza o delle privazioni molto bassa e quindi, o avrà una forte tendenza al carpe diem incurante delle conseguenze delle proprie azioni, ritrovandosi perciò spesso nei guai, oppure diventerà rigido ed intollerante, in contrasto all’atteggiamento lassista dei genitori: in entrambi i casi sarà facile all’ira perché non sopporta di avere torto, ma vuole avere sempre ragione e averla sempre vinta come tutte le persone infantili e capricciose! Al contrario, un figlio castigato spesso diventerà quasi sicuramente timido, impacciato ed insicuro, e a volte ribelle ed insofferente al massimo.

Il modo più saggio di fare il mestiere di genitore è colloquiare con i propri figli instaurando il rispetto reciproco, ma anche usare la carota quando occorre la carota ed il bastone quando ci vuole il bastone, ma sempre senza esagerare. Se si viziano i bambini, essi non si affezionano neanche, e da grandi saranno il tormento dei genitori. Quando il padre si arrabbia o perde le staffe – il che dovrebbe accadere raramente altrimenti i figli perdono la fiducia in se stessi e prendono eesi stessi l’abitudine ad arrabbiarsi a ogni contrarietà – la madre deve accogliere e consolare il bambino in modo che l’effetto complessivo del loro atteggiamento risulti educativo e non devastante.

Amare i propri figli non significa coccolarli sempre e comunque, ma anche saper prendere decisioni difficili e imporre limiti e regole da rispettare; ma è chiaro che una madre non abbandonerà mai a se stessi i propri figli e farà sempre ogni tentativo per riportarli sulla retta via.

Se ci preoccupiamo soltanto di noi stessi, ci votiamo all’insoddisfazione e alla sofferenza perenne perché le cose andranno sempre storte e staremo sempre a lamentarci, a recriminare e a lottare senza concludere niente di buono. La situazione più angosciante si ha quando tutti ci girano la faccia e ci sentiamo soli e abbandonati, mentre le maggiori gioie si hanno quando facciamo una scampagnata con gli amici, quando siamo a tavola in buona compagnia e quando possiamo condividere un momento bello con le persone care.

Quando le cose vanno male, l’ego ci fa sentire paura e così pensiamo che stia per succedere la fine del mondo, e c’è chi si arrabbia andando in escandescenze, sfogandosi sui malcapitati parenti ed amici, e chi invece non si sfoga quasi mai e resta calmo, almeno apparentemente, ma va soggetto alla pressione alta e ad altre malattie. Chi è calmo all’esterno è sotto pressione all’interno, ossia soffre di ipertensione arteriosa.

Ma ci sono anche persone che restano autenticamente serene in ogni circostanza poiché hanno sviluppato la fiducia in se stesse e la convinzione che i problemi sono fatti per essere risolti e, comunque vada, sanno che non succederà la fine del mondo e che le cose si sistemeranno. Queste persone hanno raggiunto l’equilibrio interiore o saggezza e accettano gli immancabili dispiaceri della vita senza farne una tragedia. Le persone sagge sanno che più ci allarmiamo e peggio è: le paure crescono e si trasformano in panico; e quando ci preoccupiamo troppo, le preoccupazioni aumentano anziché diminuire.  Le persone sagge sanno essere elastiche e rigide con uguale intensità e rapidità, a seconda del contesto, e quindi sono in grado di tenere sotto controllo le emozioni e i propri istinti senza mai castigarli più di tanto.  Le persone sagge hanno un elevato senso di responsabilità, il che significa che le persone irresponsabili, evidentemente, non sono sagge e non sono equilibrate, ma l’esatto contrario.

L’accettazione della realtà, per quanto doloroso possa essere al momento, è l’unico modo per consentire il cambiamento della realtà stessa. Il cambiamento è un momento di caos, è preceduto sempre da una crisi più o meno forte perché si tratta di destrutturare e riorganizzare il proprio io, la propria personalità sulla base di nuove convinzioni. Prendere coscienza dei propri errori o dei propri difetti di carattere è la premessa per assumersi le proprie responsabilità e rimboccarsi le maniche. Quando si nega la realtà e non la si accetta, il cambiamento non avviene e la realtà si blocca nel grigiore, nel dolore e nella tristezza. La realtà si accetta soltanto quando diventiamo responsabili! Ciò significa che le persone irresponsabili e gaudenti aspirano a un mondo a loro uso e consumo e si ritrovano spesso nei guai.

L’accettazione è il più grande segreto per eliminare immediatamente la sofferenza che è causata proprio dalla lotta, dalla resistenza, dalle lamentele, dal vittimismo, appunto dalla non accettazione della realtà e quindi del cambiamento.

I principali problemi e conflitti interiori sono causati dalle convinzioni limitanti che sono il frutto delle nostre esperienze infantili. Ma quando a suo tempo abbiamo sbagliato per aver voluto fare di testa propria eravamo alla ricerca della nostra felicità. E’ stato proprio questo il nostro sbaglio: pensavamo soltanto alla nostra felicità e non anche a quella dei nostri genitori, dei nostri fratelli, dei nostri amici, del nostro partner e dei nostri figli. E sono inesorabilmente arrivate le batoste della vita: ora ci sentiamo frustrati e oppressi da mille problemi che non sappiamo risolvere.

E allora cosa dovremmo fare per uscire dai guai in cui ci troviamo? Chiedersi, per esempio, “come ha potuto farmi una cosa simile” pensando al partner, all’amico o a un genitore significa restare imprigionati nella rabbia e nel dolore. Prendersela con Dio, con la società ingiusta e corrotta, o con i propri genitori troppo duri e poco comprensivi non fa che acuire i problemi anziché risolverli. Appunto, non ci dobbiamo concentrare sugli errori commessi e su come eliminarli, altrimenti non facciamo altro che rinforzare i problemi attraverso l’abitudine alla lamentela e all’autocommiserazione. Il buio si può scacciare non combattendolo e recriminando contro di esso, ma attraverso la luce! La mente crea e moltiplica ciò di cui si nutre, sia nel bene che nel male.

Ciò che ci fa uscire dai dispiaceri è smettere di pensare ossessivamente a noi stessi, smettere di volere per forza questo e quello, smettere di recriminare sul passato che non può cambiare, e soprattutto smettere di addossare la colpa agli altri assumendoci una buona volta la nostra… responsabilità! Una personalità debole ha orrore del cambiamento, non vuole vedere la realtà, non vuole riconoscere i propri errori e i propri limiti, insomma rifiuta di assumersi le proprie responsabilità.

Quando ci assalgono i pensieri tristi e ossessivi, che sono generati quasi sempre dall’autocommiserazione, dall’invidia per i successi altrui e dal nostro attaccamento, non dobbiamo reagire contro di essi e non dobbiamo negarli, ma li dobbiamo lasciare andare senza dare loro troppo peso, e questo è possibile soltanto se ci facciamo guidare dal desiderio del bene per gli altri. Questo è l’atteggiamento sano e responsabile, questo è il modo per uscire dal pantano: augurare la felicità proprio alle persone che ci sembrano felici e anche a coloro che ci fanno tribolare! Maledire i propri figli drogati o perversi è il massimo dell’errore che possiamo fare! Non dovremmo mai dimenticare che la realtà è lo specchio delle nostre azioni.

La realtà ce la siamo costruiti noi stessi con i nostri pensieri abituali e le nostre azioni e per cambiarla c’è un rimedio universale: accettarla e smettere di recriminare! Più combattiamo contro qualcosa e più quella cosa ci perseguita. Più ci lamentiamo dei nostri debiti e più i debiti aumentano. Più una ragazza teme di essere abbandonata dal fidanzato e più la situazione si ripete. In PNL si dice che ogni profezia tende ad avverarsi, sia nel bene che nel male. Ribadisco: per eliminare una cosa che ci fa soffrire bisogna accettarla e d integrarla, non combatterla! Anzi, nel momento in cui ci accettiamo così come siamo, smettiamo di lamentarci e di soffrire e scompaiono tutti i conflitti. Ma ciò è possibile soltanto quando siamo così maturi e saggi da rimboccarci subito le maniche di fronte a una circostanza sfavorevole.

Il rimedio nasce sempre dal riconoscimento e dall’accettazione dei propri errori perché grazie all’accettazione smettiamo di rimuginare ossessivamente sulla situazione e arriva senso-di-paceil cambiamento perché proprio allora cominciamo a credere in noi stessi e nelle nostre possibilità. Negare i propri errori concentrandosi sulla propria sfortuna o sulla presunta cattiveria della persona che ci farebbe stare male, blocca ogni metamorfosi perpetuando l’infelicità e la disperazione; non riconoscere e accettare i propri errori  significa che non siamo pronti per il cambiamento: significa che non crediamo ancora in noi stessi. Quando si continua a dare la colpa agli altri si perpetua il senso di irresponsabilità e di squilibrio della propria vita e la situazione non cambia.

Ammettere i propri errori significa dunque assumersi le proprie responsabilità e fare pace con se stessi, fare pace con gli altri, fare pace con il proprio ambiente e rimboccarsi le maniche; e significa anche volere il bene di tutti perché si comincia ad avere fiducia in se stessi e ad usare parole e pensieri a impatto positivo e potenziante.

Assumersi le proprie responsabilità significa cambiare il proprio atteggiamento, signfica modificare la nostra motivazione da egoistica in altruistica e ciò muta rapidamente in meglio la nostra vita! I nostri errori sono stati causati innanzitutto dal nostro egoismo e smettendo di pensare soltanto a noi stessi, desiderando genuinamente anche il bene degli altri, attiriamo senza sforzo la serenità e la gioia. Dobbiamo desiderare la felicità di tutti, compresi i nostri nemici se ne abbiamo, perché essi sono la proiezione e non la causa dei nostri errori e dei nostri guai. I nemici in realtà sono i nostri migliori amici perché sono lo specchio fedele dei nostri difetti rivelandoci i nostri punti deboli, ossia ciò che dobbiamo migliorare per non stare male.

Più desideriamo cambiare gli altri e più siamo infelici! Più giudichiamo gli altri e più siamo insoddisfatti di noi stessi. Più ci aspettiamo qualcosa da qualcuno e più c’è il rischio di restare delusi. Se cerchiamo di abbindolare o manipolare gli altri o cerchiamo di arricchirci a spese del prossimo, non ci sentiremo mai soddisfatti e in pace con noi stessi. La soddisfazione nasce sempre da dentro di sé, mai dagli altri o dall’esterno, e neanche dal successo e dalle ricchezze. Anzi, la più grande allucinazione è credere che la felicità dipenda dal soddisfare tutti i nostri desideri. 

I desideri sono il motore della nostra esistenza, la forza trainante più importante e vitale, il che significa che senza desideri sarebbe impossibile vivere. Quindi, realizzato un desiderio, ne compare subito un altro ancora più importante e più impegnativo, e quindi non è la loro realizzazi0ne che ci può rendere felici, anzi essere troppo attaccati ai nostri desideri ci rende schiavi e infelici.   

La cosa più difficile è proprio rendersi conto che le cose sono più semplici di quanto si potesse immaginare. Gli esseri umani preferiscono le situazioni complicate e incerte altrimenti non si appassionano. La conoscenza e la comprensione precedono l’accettazione e la soluzione dei problemi.  Le convinzioni sbagliate che sono il frutto dell’ignoranza, dell’inesperienza e della motivazione egoistica sono la causa di tutti i problemi che affliggono l’umanità. L’ignoranza esalta l’egoismo e soprattutto la ricerca della soddisfazione immediata! Ma qualunque genere di soddisfazione immediata diventa nel medio e lungo periodo la propria rovina: questo è il motivo per cui i giovani si trovano spesso nei guai.

Il godimento immediato si rivela quasi sempre un disastro – pensiamo alla droga e all’alcool, al fumo e al gioco d’azzardo, allo sballo e alle abbuffate, al tradimento e all’inganno – poiché non tiene in alcun conto le conseguenze delle proprie azioni, ignora ciò che è meglio per noi e gli ammonimenti dei genitori, degli amici e di chi ha più esperienza di noi; anche le improvvise passioni amorose portano a cocenti delusioni. Il bisogno impellente di soddisfazione immediata è indice di ignoranza, immaturità e irresponsabilità, ovvero è una dimostrazione di infantilismo: i bambini fanno i capricci perché non sanno aspettare!

Noi desideriamo tante cose spesso più per capriccio che per una reale necessità, amori compresi; desideriamo più a causa dell’invidia che proviamo per il nostro vicino o conoscente, che per un bisogno di crescita reale: basta rendersi conto di questi infantilismi per smettere di desiderare tante cose assurde e quindi smettere anche soffrire o di lamentarsi! E forse proprio perché la maggior parte dei nostri desideri sono soltanto capricci, la loro realizzazione ci lascia delusi e insoddisfatti! E così buttiamo via i nostri “giocattoli” tanto desiderati proprio come fanno i bambini.

Il segreto della riuscita personale, compresa la conquista della gioia di vivere, sta nel superamento dei propri egoismi e della dualità in senso generale, e questo è possibile desiderando non solo la nostra felicità ma anche quella degli altri. Il vero amore è appunto desiderare la felicità degli altri. Quando il fidanzato dice: non posso vivere senza di te, non rivela il suo grande amore, ma il suo attaccamento! La serenità è il frutto dell’equilibrio tra le opposte tendenze dell’animo umano.




Il segreto della serenità sta nell’equilibrare i due emisferi cerebrali, ovvero nella sintonia tra conscio e inconscio. E per equilibrare coscienza ed inconscio basta desiderare genuinamente il bene di tutti, cercando di non cedere mai all’eccessivo egoismo e neanche all’eccessivo  altruismo. Il segreto di ogni realizzazione sta nello stare il minor tempo possibile lontano dal centro e fare come il pendolo che oscilla regolarmente tra i due punti estremi. L’eccesso, da un lato o dall’altro, è sempre indice di conflitti causati da convinzioni errate e squilibranti, ed è perciò la causa dell’infelicità. (Vedi anche “Come allontanare la sofferenza”). 

Conservare il proprio sano egoismo è importante per difendersi dai profittatori, dai disturbatori e dai malintenzionati. A volte è assolutamente necessario essere duri per non assecondare i capricci degli altri e viziarli. Un genitore che non sa farsi ubbidire dai suoi bambini li rovina. Se il genitore è troppo debole, i figli non si affezionano neanche e diventeranno la loro croce durante l’adolescenza e anche dopo. L’equilibrio tra i poli opposti è la conquista delle persone sagge.

Una persona saggia sa essere dolce e altruista quando occorre essere dolci e altruisti, ma sa essere anche duro ed egoista quando è necessario essere duri ed egoisti. Sa quando accogliere ed aiutare e quando aumentare le distanze. Invece le persone scompensate verso l’egoismo sono rigide nelle proprie difese e reagiscono sempre allo stesso modo, anche quando sarebbe il caso di fare una buona azione.

Quando c’è un eccesso di egoismo, oppure un eccesso di altruismo, viene meno l’elasticità mentale, manca la flessibilità e meditazioneci si relaziona sempre allo stesso modo: l’egoista mantiene le distanze ed è aggressivo, l’altruista invece è debole e si fa invadere dagli altri. Un “eccesso” di bontà è dannoso a chi lo pratica quanto lo può essere un eccesso di cattiveria. Persino quando amiamo troppo siamo in errore perché l’essere troppo attaccati ci fa dipendere dai capricci del partner, per cui la nostra vita diventa un inferno.

Per non allontanarci per troppo tempo dal centro, e quindi restare equilibrati e centrati per il maggior tempo possibile, bisogna essere flessibili. E la flessibilità nasce dal tener presente non solo il nostro bene, ma anche quello degli altri. Abituandoci a desiderare anche il bene degli altri, senza però mai sconfinare più di tanto nell’eccesso, l’equilibrio arriva da solo e senza sforzi. Beh, ci vorrà un po’ di tempo, ma arriva! Dobbiamo condizionarci ogni giorno a desiderare il bene degli altri in modo da tenere sotto controllo la nostra naturale tendenza all’eccesso di egoismo. L’egoismo in sé non è un male, è l’istinto di sopravvivenza, ma siccome viviamo in un mondo civile e non nella giungla, non deve superare il 50%: l’altro 50%  spetta all’altruismo!

Insomma, ogni cosa o situazione ha sempre qualità positive e negative e perciò bisogna fare in modo che le qualità positive eguaglino quelle negative in modo da tenere queste ultime, che sono ineliminabili, sotto controllo. Ogni cosa ha qualità positive e negative e ciò che trasforma le qualità da positive in negative sono gli eccessi sia in un senso che in quello opposto. Per esempio, un automobilista è pericoloso sia quando corre veloce come un bolide, sia quando procede lento come una lumaca!

Rimuovere uno dei due poli o qualità è quindi un errore. Noi dobbiamo poter disporre in ogni circostanza di tutti e due poli e questo è possibile soltanto se sono entrambi al 50% circa. Se un polo è troppo forte, per esempio la rigidità, diciamo che è l’8O%, ciò significa che il polo opposto, ossia la flessibilità, è a 20% e quindi è troppo debole, per cui la persona si comporterà sempre in maniera rigida.

L’essere umano realizzato è elastico come una molla: resiste alla tensione e all’allungamento senza spezzarsi, superando ogni volta i propri limiti come fanno i campioni, e sa ritornare alla normalità e alla distensione rapidamente. La flessibilità consiste nell’essere equilibrati, nell’avere più scelte, ossia comportarsi in maniera appropriata, coerente e inappuntabile in ogni circostanza. Essere flessibili significa avere una personalità poliedrica e completa e perciò significa anche avere il serbatoio dell’autostima sempre pieno. Ma anche essere troppo flessibili è sbagliato perché significherebbe essere sempre accomodanti anche quando le circostanze richiedono rigidità, durezza e irremovibilità!

Più siamo immaturi, a prescindere dal maggiore o minore grado di istruzione, e più siamo mossi da istinti egoistici e andiamo soggetti ad emozioni e comportamenti negativi, soprattutto quando i risultati non arrivano. I valori etici sono una questione di responsabilità, di maturità, di pazienza, di consapevolezza, di nobiltà d’animo, ma attenzione a non diventare bigotti o fanatici.

Conclusioni

Alla base del cambiamento c’è sempre l’assunzione di responsabilità, il che ci obbliga a rimboccarci le maniche e a fare tesoro delle esperienze negative. Il primo passo per cambiare velocemente e riuscire nella vita sta nell’assumersi le proprie responsabilità, il che ci mette automaticamente in sintonia con gli altri eliminando la causa principale dei conflitti: l’eccesso di egoismo e la mancanza di fiducia in se stessi e negli altri! Chi non riconosce i propri errori, oppure non è disposto ad ammettere le proprie colpe, non è pronto per il cambiamento e continua a vagare nel buio e nella perdizione perché non crede in se stesso!


Pasquale-Foglia



martedì 17 maggio 2016

AIUTIAMO A NON DISTRUGGERE IL SOGNO DI MOLTI DISABILI! SALVIAMO L'HOTEL LAGO LOSETTA





Matteo è un ragazzo divenuto disabile a seguito di un incidente sul lavoro. L'incontro con le attività di una struttura alberghiera interamente attrezzata per ogni tipo di disabilità - "esempio unico di accessibilità e fruibilità" - gli ha permesso di riscoprire la vita, dopo un lungo periodo di depressione. Questa struttura, adesso, rischia di essere venduta. La storia e l'appello di Matteo:




Sono Matteo Cotardo, un ragazzo disabile a seguito di un incidente sul lavoro il 09/10/2013. La mia Vita da quel giorno è completamente cambiata, ho subito la frattura di una vertebra con fuoriuscita del midollo, costringendomi all'utilizzo della sedia a rotelle.
Dopo la degenza nel centro di riabilitazione terminata nell'aprile 2014, tornando a casa mi sono reso conto delle grandi difficoltà che la nuova “vita” mi metteva difronte, ho dovuto affrontare un lungo periodo di depressione, pensavo di non poterne più uscire.
Fortunatamente nel febbraio 2015 ho dato una svolta alla mia vita, incontrando l'Associazione Freewhite-Sestriere di Gianfranco Martin. A Sestriere è presente una struttura alberghiera interamente accessibile che si chiama Hotel Lago Losetta, ed è intitolato a Melvin Jones il fondatore dei Lions (il progetto è stato realizzato proprio dai Lions).
La struttura è esempio unico di totale accessibilità e fruibilità per qualsiasi disabilità, tutte le camere, tutti gli spazi comuni, e tutti gli accessi sono fruibili con la carrozzina, non si trovano alberghi con queste caratteristiche, sembra incredibile, ma ad oggi non esistono strutture del genere in tutta Italia. E poi c’è la Freewhite che organizza le attività sportive, estive ed invernali per noi ragazzi con diverse disabilità (motoria, sensoriale e intellettiva). La struttura, Hotel Lago Losetta oltre ad essere sempre molto disponibile e attenta a tutte le esigenze dei suoi ospiti speciali, ha un servizio navetta proprio dedicato, a raggiungere tutte le attività sportive e ludiche che la Frewhite di Gianfranco Martin organizza.
Grazie a questa mia esperienza ho avuto la possibilità di imparare a sciare proprio con la Freewhite e tutti i maestri messi a disposizione, mi è sembrato di rinascere, la mia vita è nuovamente cambiata ma questa volta in meglio. Tanto soddisfatto che ho voluto provare l'esperienza anche nel periodo estivo, ho potuto vivere la montagna con tutte le attività che la Freewhite organizza. Anche questa volta soggiornando nel Hotel Lago Losetta insieme a tantissimi clienti disabili e i loro accompagnatori.
Ho scoperto proprio in questi giorni che la struttura è di proprietà del Comune di Sestriere e che lo stesso intende alienare/vendere la struttura! Sono spaventato all'idea. ORRORE  E ANCORA PIU’ ORRORE CHE I LIONS ABBIANO CONCESSO QUESTO.
La mia domanda è: perché una struttura che oggi è sapientemente gestita dalla G.D.G. dis-sport srl, con prassi di accoglienza uniche nel suo genere, viene venduta? Perché non procedere nuovamente a tutelare l’accoglienza a noi disabili con un nuovo Bando di Gestione che possa garantire (come ha fatto il Comune dal 2009) una preservazione di ottima accoglienza e accessibilità (anche nel prezzo)?
Le cose in Italia funzionano così e noi disabili siamo la catena debole di una società che non ci vede o ci vede solo come un problema. Perché non posso pensare di poter vivere le mie vacanze come desidero e ho potuto desiderare da quando l’Hotel Lago Losetta esiste? Esisterà ancora o è la solita situazione in cui un’operazione immobiliare porterà a perdere questo gioiello unico per noi?
Matteo Cotardo


Piscina


Questa petizione sarà consegnata a:
Comune di Sestriere.
Change.org


Il comune dovrebbe tutelare e non alienare  l'hotel che è un bene di utilità pubblica e sociale.



Annamaria 


lunedì 16 maggio 2016

ALTAMURA, BAMBINA IN CARROZZA PER LA PRIMA COMUNIONE.





SELVAGGIA LUCARELLI, nota blogger , stamane ha postato questa foto nella sua pagina facebook con la scritta

 "Sobrio mezzo di locomozione per prima comunione di una bimba (Altamura). Poi dice che non bisogna invocare l'Apocalisse".


Questo commento ha fatto impazzire il web. 
Mi domando: cosa c'è di male se un papà accompagna la propria figlioletta all'altare con una carrozza trainata da cavalli, stile Cenerentola?
Tutto questo ad Altamura , nel sud.
Ad alcuni puo' sembrare eccessivo pero' ognuno è libero di spendere i propri soldi come vuole. Per me, invece,  è triste immaginare chi ha inviato la foto alla Lucarelli.
Francamente questa foto mi fa tanta tenerezza e complimenti al papà che in questo giorno ha voluto far sentire la sua bambina come una principessa.
Mi auguro che la bimba non legga i tantissimi commenti dei vari social che si dividono in opinioni : per alcuni "un genitore farebbe qualsiasi cosa pur di accontentare la propria bambina". Per altri "si è perso il senso della misura". 
Ora , pero', mi aspetto che a qualcuno venga in mente di farne una trasmissione come già avviene per il 18esimo anno di età (sempre nel sud) e sapere che  magari la Lucarelli ha comprato un gioco o un paio di scarpe a suo figlio che sarà costato piu' di una carrozza.


Annamaria





domenica 15 maggio 2016

HOTEL...PER INSETTI







HOTEL . . . PER    INSETTI

Insetti . . . nessuno vorrebbe averli come vicini di casa, di letto o di tavolo. E di ospitarli come mini coinquilini non se ne parla nemmeno. La loro casa, in genere, sono giardini e spazi aperti, ma, in fondo, nemmeno condividere con loro i luoghi pubblici ci piace tanto. Me allora, dove mandare questi sfrattati e bistrattati abitanti del Pianeta? La bella e sofisticata Parigi ha trovato anche in questa occasione una soluzione più che elegante al problema dotando Parc des Grands Moulins, nel 13° arrondissement, dei futuristici hotel per insetti Insectopia, progettati da Vaulot&Dyèvre. Nati dal desiderio di promuovere la cultura delle biodiversità nei centri urbani, i rifugi sono delle scatole in legno composte da piccole stanzette dalle dimensioni variabili, disposte l’una vicina all’altra.




Le mini abitazioni, che spuntano dal manto erboso come curiosi alberi, sperano di attirare l’attenzione dei passanti, stimolare in loro una riflessione sul valore delle biodiversità e offrire dei “condomini” curati e sicuri agli insetti di ogni tipo che sono stati “sfrattati” dalle case dei parigini!




Anche alcuni architetti inglesi stanno mostrando il loro sostegno alle popolazioni di insetti nei parchi della città di Londra, progettando bug hotel di lusso, nella speranza fornire loro un habitat sostenibile.




Sarà l'inquinamento, sarà l’aumento della temperatura del globo, sarà il rumore o forse i pesticidi... fatto sta che nei parchi di Londra gli insetti iniziano a scarseggiare e il delicato ecosistema dei polmoni verdi della città dà i primi segni di malessere, facendo ipotizzare grandissimi danni alla vita del nostro pianeta.
Per risolvere il problema le autorità della capitale britannica hanno scomodato gli architetti e i designer del gruppo internazionale ARUP (lo stesso che ha progettato la torre della CCTV a Pechino) che hanno ideato e realizzato un vero e proprio hotel per insetti.
Come per quelli di Parigi, il Bug Hotel è una scatola bucherellata profonda circa 50 centimetri, formata da 25 lastre di compensato. Ogni celletta è realizzata su misura per una specie di insetto ed è riempita con materiali riciclati di vario genere.




Al "piano terra" ci sono le stanze riservate ai cervi volanti, riempite con pezzetti di legno marcio e bagnato per il sostentamento delle loro larve Alle api solitarie sono invece destinate le cellette del primo piano, piene di ceppi di legna accatastati e canne di bambù. Gli interni inoltre, sono decorati con sabbia e pezzetti di terracotta. Libellule e falene si sistemeranno nei piani alti, a cui potranno accedere da ingressi di forma verticale. Per le loro stanze sono state preparate legna secca e cortecce. Ragni e coccinelle troveranno posto in scomparti riempiti con materiali cavi come scarpe o tubi di cartone della carta igienica in cui potranno tessere la loro tela.




Insomma, ogni cella riproduce l’ambiente ideale per ogni insetto, in questo modo ogni specie potrà riprodursi nel suo habitat preferito Ogni Bug Hotel verrà sistemato nei grandi parchi londinesi, nella speranza che questi si ripopolino di insetti "buoni" e fondamentali per l'ecosistema. Il primo hotel per insetti è stato installato nel Cleary Garden a Londra; molto presto ci saranno nuovi Bug Hotel, installati in parchi di altre città europee e che ospiteranno molte altre specie di insetti.




Anche in Italia si sta affermando questo oggetto bizzarro, di pari passo con la coscienza dell’importanza che rivestono gli insetti sia per l’impollinazione delle piante alimentari, sia per il controllo dei parassiti. Tutto per assecondare anche una agricoltura biologica che, se condotta correttamente, consentirà di ampliare la biodiversità e le potenzialità della produzione agroalimentare di qualità.


Maria... a dopo