sabato 21 febbraio 2015

COSA PENSANO GLI UOMINI QUANDO LE DONNE SI SPOGLIANO... (LA PRIMA VOLTA)




La playa desnuda dell'isola dei famosi (?...)la trovo degradante per quei due poverini che hanno voglia di arrivare accettando di spogliarsi. E trovo anche  poco dignitoso che per partecipare all’isola dei famosi li abbiano dovuti far spogliare nudi. Poi alle iene  vediamo servizi  su servizi, su datori di lavoro che ti fanno lavorare solo se sei disponibile e ti metti in minigonna. Giustamente non si fa. Ma a questi due li fanno lavorare solo se nudi..questo è il massimo dell’incoerenza.
Però, c'è da dire che questo trucchetto funziona e vogliono che la gente abbia la curiosità di mettersi a guardare comunque...anche se con poche foglie sono vestiti piu' degli altri "naufraghi" e molto di piu' delle copertine di Cecilia Rodriguez e Brice Martinet



Questi naufraghi ,desnudi, hanno portato a domandarmi cosa pensano  gli uomini mentre si spoglia una donna, non in TV, ovviamente, ma nel privato...in quei momenti speciali... 
Agli inizi di ogni relazione in cui ci si mette a nudo; uno di quei momenti in cui daremmo qualsiasi cosa, per sapere cosa  frulla nella testa dell’esemplare ,maschio, che ci troviamo di fronte. Ecco cosa ne è venuto fuori:




1#. Perché su Facebook si mette la foto figa se poi sembra sua zia?

2#. Aveva più tette la mia ex.

3#. Oh fantastico, ancora self cutting!

4#. Ha un pelo sul capezzolo.

5#. Signore ti ringrazio per l'abbondanza che sto per ricevere.

6#. Questo è tutto ciò che riesco a permettermi?

7#. Spero di non doverci parlare dopo.

8#. Perché rimane immobile? "Lui" non si succhierà da solo.

9#. Ok: prima i preliminari, poi la parte che m'interessa e poi due coccole. Stesso copione dell'ultima volta.

10#. E io mi sono sorbito una mostra di pop art per "questo"? Dovrebbero rimborsarmi metà del biglietto.

11#. Capirò se scopo bene da come mi guarderanno le sue amiche sabato prossimo.

12#. Con lei non avrò bisogno di pensare a Rosy Bindi per ritardare l'eiaculazione.

13#. Chissà quando esce Metal Gear 5...

14#. E' troppo bella... non me la merito... Intanto me la faccio e poi ci penso...

15#. Qual è la logica di stare nuda di sotto, ma di voler tenere il reggiseno sopra?

16#. Se spegne la luce mi eccito di meno, ma almeno posso smettere di tirarmi in dentro la pancia.

17#. Quante volte dovrò metterlo davanti prima che mi dia l'OK per metterlo dietro?

18#. Ha le gambe piene di lividi: forse ha carenza di vitamina C.

19#. Speriamo che si sia fatta il bidè... se anche lei puzza di Filet-O-Fish giuro che la faccio finita col cunnilinguus.

20#. 40 euro la cena, 5 euro la rosa, 8 euro Enjoy... era mejo se annavo a troje pure stasera...




21#. Ho scopato di peggio :)

22#. Ho capito che ti senti figa con la patata depilata, ma l'irritazione non è sexy.

23#. Dopo mi toccherà consolarla mentre piange?

24#. Chissà quanta gente ha depositato fluidi su questo materasso.

25#. Quando mi ha invitato "per parlare" io credevo davvero che avremmo solo parlato.

26#. Oh no... a me piace la patata rosa, non rosso scarlatto con le labbra leggermente scure!

27#. Con tutto quel pelo che ha potrei farmi dei guanti.

28#. Dove potrei piazzare il cellulare per riprendere tutto di nascosto?

29#. Visto che ormai me la dà non dovrò più fingere che mi piaccia il post rock.

30#. Oh no... una reflex sul tavolo... non sarà un'altra sfigata che si crede una fotografa...

31#. Scommetto che non è stata sempre magra.

32#. Non dovevo farmi tutte quelle seghe stamattina...

33#. Ora ti faccio vedere un paio di cosucce che ho imparato su you-porn...

34#. Se ha un solo pelo appiccicaticcio nell'ano potrei perdere l'erezione fino al 2099.

35#. Dio benedica le donne con bassa autostima!

36#. Sarà vero che le donne grasse vengono prima? Ora lo scopriamo...

37#. Quando Dio distribuiva le tette, lei era in coda per il culo. E ha fatto la fila due volte.

38#. Ora qualcuno mi spieghi come faccio a mantenere l'erezione con Ligabue in sottofondo.

39#. Scusa, Pene: vestita sembrava meglio.

40#. Dove sono finite le tette?



41#. Gaara, salva Naruto. Prendi la mia vita se vuoi, ma salva Narutooooo



By MAURO DI GREGORIO 

Ma ora vorrete sapere cosa , invece, pensano le donne....andate 






Qui 

Annamaria...




mercoledì 18 febbraio 2015

COMUNICAZIONE WEB E PERSONE REALI



Riferiamoci al primo assioma della comunicazione di  Paul Watzlawick datata 1973,“Non si può non comunicare”, che ogni professionista della comunicazione conosce e che è attualissimo anche nell’era del web 2.0. 

Viviamo da tempo in un periodo storico in cui gran parte dei volumi comunicativi delle persone ma anche delle aziende sono stati trasferiti on-line  in cui si riesce a rimanere in contatto più frequentemente con le "connessioni".  E Questo fondamentale assioma non perde affatto di importanza e valore.

Quando apriamo un profilo su un qualunque Social Network si sta comunicando.
Anche se non  pubblichiamo nulla,  il nostro silenzio "dice qualcosa", parla della nostra assenza, dello scarso presidio e della mancanza di ascolto/confronto con i propri clienti- seguaci e amici.


Nel “mondo reale” può essere assimilato alle informazioni che otteniamo dallo studio della prossemica, spiego il significato di questa parola  : se, ad esempio, mi trovo con una collega e devo parlare con lei di lavoro, il raggio della mia bolla è più grande; quindi, lei dovrà rimanere ad una certa distanza da me e la sua bolla non dovrà toccare la mia. 
Se, invece, vado al bar con la mia amica del cuore e le racconto le mie cose intime, di quanto siano discoli i maschietti, di quante grane diano i figli, etc., il raggio della mia bolla si riduce, come si riduce il raggio della sua bolla: ci siederemo l'una accanto all'altra; qualche volta, la sua mano si poserà sul mio braccio e qualche volta, coinvolta dalle sue confidenze, io le metterò la mia mano sulla spalla. 
Se, ancora, accompagno la mia nipotina a fare la nanna e le auguro la buona notte leggendole un  capitolo del suo libro preferito, il raggio della mia bolla sarà ancora più piccolo; le nostre mani si potranno toccare, i nostri corpi si potranno "sentire"; io potrò avvertire il suo respiro reso più pesante dal sonno ...Ma alla stessa figlioletta non permetterò non solo di entrare, ma anche di toccare la mia bolla se ci troviamo, ad esempio, in biblioteca o in una situazione più formale. 
La prossemica è la scienza che studia le distanze (già  la parola ha la stessa radice di "prossimo") della gestualità o delle reazioni involontarie.
  

Detto quanto sopra ,tutto ciò che passa attraverso la nostra vita on-line, ciò che condividiamo, postiamo e commentiamo, anche se in apparenza insignificante, parla di noi; ogni contenuto permette di mettere in luce una piccola sfaccettatura o un dettaglio della vita e del pensiero di chi pubblica.

Difficilmente sulla mia bacheca personale i miei contenuti saranno completamente slegati dalla mia vita reale, difficilmente il meme-internet (tormentone che si diffonde in maniera virale e spontanea sul web. Può essere un’immagine, una frase, un video, una foto) o l’infografica che ho pubblicato saranno del tutto astratti dal mio “sense of humor”, dai miei interessi o dal mio ambito lavorativo.

In un’ottica di personal branding,( la capacità di promuovere se stessi, al fine di essere gradito o comunque appetibile nei confronti di una comunità ) è bene prestare sempre attenzione ai contenuti pubblici che andiamo a condividere. Per esempio: Se fino a qualche anno fa il colloquio di lavoro era l’unica occasione in cui il selezionatore aveva l’opportunità di analizzare la nostra comunicazione non verbale, nell’era del web 2.0 l’analisi della nostra comunicazione involontaria passa anche da qui!

Attenzione dunque  a come interagiamo: il buonsenso, le buone maniere e gli stessi meccanismi interpersonali che usiamo nella vita reale, usiamoli anche in rete, ben consapevoli oltrettutto  che il web non dimentica!

Questo discorso, seppur con differenti modalità, può essere tranquillamente esteso dai profili privati a quelli aziendali.

Se le pagine personali vengono create e seguite più con finalità ludiche e di consolidamento di relazioni, quelle aziendali sono un utile strumento per favorire rapporti di business e per dialogare con i propri followers.

E' utile che dei social network  chi ne fa un lavoro, abbia una sensibilità e capacità comunicative che (possibilmente) in poche ma efficaci parole arrivino al punto ed al cuore del lettore, ma è altrettanto necessario che i contenuti siano slegati dalla personalità di chi scrive.

L’esperto di social media deve sì confezionare un contenuto dando il proprio apporto creativo e personale, ma non solo!
La componente umana è indispensabile, la componente personale deve necessariamente essere smorzata a favore di un linguaggio e stile  “company oriented”: il linguaggio, lo stile e soprattutto i contenuti devono essere allineati con quelli dell’azienda per la quale  si sta parlando.




Il mondo del web è pieno di "epic fail" dovuti alla componente umana che non viene correttamente gestita, non ultimo il mio recente caso di ELDY che insulta pesantemente un utente perchè segnala un disservizio.
A volte i social network possono fare brutti scherzi e creare veri danni d'immagine.
Come accaduto tra l'altro  anche ad  un utente su Facebook: l'account di Radiolibera Ventiquattro, ha deciso di lamentarsi di un disservizio dell'Ataf  (Firenze)sulla pagina pubblica dell'azienda di trasporto fiorentina.
Appena letta la risposta, l'utente non riusciva a credere ai propri occhi:
 "Abbiamo fatto delle ricerche e in definitiva, o il reclamo si riferisce ad altra data o il reclamante è, come molto probabile, un gran coglione"

Per un'azienda che insulta  i propri clienti o utenti è una clamorosa caduta di stile e danno di immagine, siano dovuti esclusivamente ad una persona non in grado di scindere la propria opinione e (discutibile) risposta da quella che un’ azienda che accetta il confronto, il dialogo e le critiche del cliente/utente darebbe.


Attenzione quindi, non dire o non far dire  in rete, quello che non diresti fuori dal web!

Il virtuale non è un gioco come qualcuno asserisce e il rispetto sociale è dovuto a chiunque e ovunque.

Elaborazione by-academy.sqcuoladiblog



Annamaria... a dopo





lunedì 16 febbraio 2015

20 MILA LAVORATORI PER L'EXPO 2015 NON VERRANNO PAGATI


















Si chiama Foody e sarà la mascotte di Expo 2015. E’ stata presentata  al Castello Sforzesco di Milano dal governatore lombardo Roberto Maroni e il sindaco Giuliano Pisapia.
Il volto di Foody, disegnato da Disney ,è composto da vari alimenti, ognuno con la sua storia e le sue caratteristiche, che si uniscono per formare un disegno che richiama le teste composte dal pittore rinascimentale Arcimboldo.




Ciascuna delle 11 piccole mascotte che raffigurano Foody , ha ricevuto a propria volta un nome: l’aglio ‘Guagliò’, la banana ‘Josephine’, il fico ‘Rodolfo’, la melagrana ‘Chicca’, l’arancia ‘Arabella’, l’anguria ‘Gury’, il mango ‘Manghy’, la pera ‘Piera’, la mela ‘Pomina’, i ravanelli ‘Rap brothers’ e la pannocchia di mais blu ‘Max Mais’.
Si tratta di alimenti provenienti da tutto il mondo che avranno il compito di raccontare e interpretare il tema dell’esposizione: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”

Foody, con la sua espressione felice e rassicurante, avrà il compito di rappresentare il senso di comunità, di diversità che si compone in unità, tenendo sempre presente che il cibo, con la sua varietà è fonte di vita e di energia.
Ci sono i ravanelli e una frutta esotica come il mango, e non i simboli delle nostre eccellenze, l’uva e le olive. “La Mascotte non potrebbe avere due acini d’uva per guardare avanti?”, è quanto ha chiesto FederDoc nel ricordare che l’uva e il vino ”valgono” quasi 14 miliardi di euro l’anno... tra frutti e verdure  mancano le piante simbolo della nostra cultura da millenni. Mah...



Prima di lasciarvi alle considerazione di  Angelo Calemme (dottorando in Filosofia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia e Studi classici dell'Università di Barcellona) mi pongo una domanda e non sono certo  l'unica : come facciamo ad alimentarci se distruggiamo la terra? l’Expo 2015 non parlerà di come nutrire il pianeta in maniera sostenibile per il globo e i popoli che lo abitano ma di come, ad esempio, "multinazionali" (un caso per tutti Nestlé) lo affameranno più abilmente e a tutto questo ci  aggiungiamo anche il lavoro non pagato... 


 Expo 2015 è il manifesto e l’esperienza concreta e sintomatica del fenomeno del “lavoro giovanile non pagato”. Nelle pagine introduttive al Capitale di Karl Marx ricordiamo come il filosofo politico sottolineava il fatto che il lavoro per essere definito tale doveva essere salariato, pagato. In base a ciò tutte le forme di produzione umana della ricchezza che non rientrano nel lavoro retribuito non è lavoro; siamo ancora sicuri che nel mercato globale non esista il lavoro non pagato? O meglio, come il discorso marxiano può essere nuovamente incisivo su una realtà produttiva che si sostiene anche, e soprattutto, su questo “nuovo” genere di lavoro?




In Expo 2015 20 mila lavoratori non saranno pagati e con ciò faranno la felicità dei capitalisti
Nel luglio 2013 l’Ente Expo 2015 sottoscrisse con l’assenso del sindacalismo organizzato maggioritario (CGIL, CISL e UIL) un accordo in base al quale su uno zoccolo duro di 800 posti di lavoro precario e mini-job, pagato a 400/500 euro al mese con contratti effimeri /tra cui quelli a termine, quelli di apprendistato e quelli stage, sarebbero stati previsti 19.200 posti di lavoro non pagati, non salariati, e mascherati da una categoria oltremodo irritante come quella del “lavoro volontario”. Inoltre saranno assunti solo i lavoratori volontari che si accolleranno le spese per il proprio posto letto e dei costi di trasporto.

I lavoratori non pagati devono pagare tutte le spese di soggiorno
All’esperimento del patto Expo 2015 è seguito poi il Job Act, la sua convalida giuridica e istituzionale, e, addirittura, la beffa dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale il giorno stesso della Festa dei lavoratori (o meglio del lavoro salariato emancipato). Il 1 maggio di emancipazione ve ne sarà solo una e cioè quella del capitalismo dal lavoro pagato, da qualsiasi vincolo statuale a tutela dei lavoratori.

L’Expo di Milano come l’espressione più feroce del Job Act
Una parte degli investimenti per Expo 2015 sono stati utilizzati non per ridistribuire la ricchezza in favore di chi vive solo del proprio lavoro, ma solo per la speculazione edilizia; un’altra parte per corrompere tutti quei soggetti chiamati a rendere possibile il lavoro non salariato. In base a ciò l’Expo 2015 non parlerà di come nutrire il pianeta in maniera sostenibile per il globo e i popoli che lo abitano, ma di come, ad esempio, Multinazionali (un caso per tutti Nestlé) lo affameranno più abilmente.

L’Expo 2015 rende schiavi i lavoratori in una Repubblica fondata sul lavoro
L’Expo 2015 è il monumento al Capitalismo tecnocratico per la spoliticizzazione delle masse e per l’emancipazione del capitalismo globale dalle sovranità popolari e statuali. Quale altro palcoscenico può essere migliore dell’Italia, una Repubblica parlamentare fondata sul lavoro, per un evento che imprigiona il lavoro nelle maglie dello sfruttamento, della schiavitù volontaria al capitale, dell’oppressione del lavoro precario e non pagato. L’Europa dell’Expo 2015  è la risposta storica e concreta al socialismo rivoluzionario del XX secolo e l’immagine più alta della morte dei popoli nella tomba del libero mercato globale.

Le lacrime della Fornero erano lacrime divertite se non di gioia?
Gli avanzi che erano stati gettati ai lavoratori con la legge Fornero si sono come dissolti davanti a quel principio di deroga normativa tanto discusso dalla CGIL. 800 lavoratori precari e 19.200 lavoratori non pagati sono l’espressione più vera della crisi di un sistema globale a totale vantaggio del capitale e a svantaggio dei popoli.

Circa la metà dei 19.200 lavoratori non pagati selezionati nei colloqui in tutta Italia sembra però non presterà servizio, non perché non vorranno, ma in quanto il lavoro prestato gratuitamente non sarà esente da costi fissi (che sono tutti a carico del lavoratore non pagato). Gli alti costi dell’Esposizione universale hanno azzerato gli investimenti per i salari del lavoro a termine e, sulla base di un bombardamento ideologico delle masse e di una svolta autoritaria del governo, realizzato il sogno del capitalismo europeo (auto-valorizzare i capitali facendo lavorare le masse senza pagarle).

Le forze politiche parlamentari sono schierate con Renzi e questo sistema.
Il lavoro precario o flessibile ha dato vita a ciò che nel secolo appena trascorso non era possibile nemmeno immaginare e cioè ridurre in una schiavitù volontaria i lavoratori. Tutte le forze politiche presenti in parlamento, pro e contro il governo Renzi, partecipano alla rottamazione del precedente sistema sociale italiano ed europeo, e con ciò alla totale distruzione della Carta costituzionale.

L’inaugurazione dell’Expo 2015 il 1 maggio ha un significato simbolico: ecco perché
L’Expo dal 1 maggio al 31 ottobre di quest’anno, nel caso in cui le masse rimarranno addormentate e giubilanti per la loro schiavitù, finirà per essere la vetrina mediatica del modello di sviluppo capitalistico italiano ed europeo nel mondo per gli anni a venire. Sotto lo slogan “Nutrire il pianeta” si penserà a nutrire solo il capitalismo globale, affamando non solo più ampie fasce di popolazioni mondiali ma spazzando via secoli di conquiste sociali e di lotta critica. Il 1 maggio si festeggerà non l’emancipazione del lavoro ma la sua schiavitù; pena l’arresto di massa.

Matteo Renzi punirà duramente chiunque manifesterà contro il modello Expo 2015
Nel frattempo il primo ministro non eletto (tecnico), Matteo Renzi, avverte chiunque sogni di protestare concretamente, armi alla mano, contro questo stato di cose e la “Milano da bere”, verrà ricambiato da durissime forme di coercizione, verrà arrestato o represso con tutte le forme possibili a disposizione di un governo tecnico. Quello di Renzi è allora un ultimatum di guerra contro i lavoratori?






In tema di aree dismesse, l’Ance ha illustrato la situazione in Lombardia: una recente ricerca dell’Università Bocconi per EXPO 2015 ha stimato in circa 404.000 mq le aree dismesse a Milano, interessate da possibili trasformazioni, e 495.000 mq nella provincia. Se ci si sposta a Monza Brianza sono 255.000 i mq dismessi e utilizzabili e addirittura 809.000 mq nella provincia di Pavia.

Lo scempio dell'Expo 2015 nel Milanese!



Il micro clima e la qualità della vita nel Milanese ormai definitivamente sconvolto e compromesso.

Là dove c'era l'erba ora c'è...l'Expo, o meglio quel che dovrebbe essere l'Expo, perchè per adesso dall'autostrada nel tratto Milano-Pero si nota solo un immenso cantiere a cielo aperto in cui dominano cemento e piramidi di terra.



E' il colpo di grazia ad un territorio già ripetutamente sconvolto dall'azione dell'uomo a partire dagli anni 60. Percorrere l'autostrada nel tratto Milano Viale Zara-Pero sulla A4 è un pugno nello stomaco e non solo per il volume sovraumano di traffico ma perchè la natura sembra stata assassinata.



Ci sono case a spiovere sull'autostrada con famiglie che da decenni inghiottono un quantitativo record di polveri sottili e a cui non pensa nessuno, ci sono fabbriche abbandonate da chissà quanti anni in mezzo alla sterpaglia, altre sorte dal nulla che hanno divorato ettari di campagna, decine di capannoni, e a stridere in mezzo a tutta questa "spremuta" di cemento, i cartelli farsa, che ti ricordano che "sei in Lombardia" e sui quali campeggiano panorami alpini da sogno, da lasciare interdetto qualunque turista di passaggio, che si sentirà decisamente preso in giro. 

Chi arriva dal mare o dai monti o chi comunque non ha mai messo piede nel capoluogo lombardo si sentirà disorientato, per non dire sconvolto: qui la natura non esiste più. Migliorano le cose procedendo verso Arluno, verso il Ticino, verso  il Piemonte, ma ci ha pensato la linea ferroviaria veloce a ricordarci che anche in direzione Torino la natura potrebbe soccombere presto, con le risaie pronte a lasciar posti a fabbriconi, casermoni dormitorio, capannoni di ogni genere. Incredibile come, in un fazzoletto di terra cinto su tre lati dalle montagne, si possa costruire così tanto, senza pensare all'impatto sulla popolazione di tutto l'inquinamento che verrà prodotto. Del resto del progetto "grande conurbazione" Milano-Torino si parla da tempo e addirittura negli anni 80 ci fu la folle proposta di abbattere il Passo del Turchino per abbattere la nebbia padana, per umiliare ulteriormente la natura.

Ma lo sai quanto lavoro porterà l'Expo? Potrebbe obiettare qualcuno. Si, lavoro temporaneo, poi gran parte di quell'inutile nuovo "villaggio" finirà per essere smantellata, un'altra parte abbandonata a se stessa, come diverse strutture costruite ai tempi dei Mondiali del 90. 

E inoltre non c'è solo l'Expo a preoccupare, ma il pressing degli immobiliaristi al Parco Agricolo sud Milano, laddove procedendo sulla Lorenteggio verso Vigevano ancora oggi potevamo scrollarci di dosso tutti quelle orribili strutture di cemento cittadine e godersi un po' di riposante campagna. Un'area protetta in cui gradualmente va rilassandosi la legge che ne prevedeva la tutela e il divieto di costruzione, grazie a permessi speciali, concessi chissà da chi e chissà perchè. Poi c'è il progetto Libeskind, nell'area della vecchia fiera, grattacieli bellissimi, circondati da un parco favoloso che si godranno quei pochi fortunati che potranno permettersi di acquistare a 19.000 Euro al metro quadro.

L'Expo si presenta con il proposito di nutrire la natura, ma di quale nutrimento si parla? Tutte le tematiche dell'Expo, alcune anche nobili e condivisibili, non potevano forse essere discusse in qualche convegno? C'era bisogno di scomodare oltre 100 Paesi, devastare una città già deturpata? Ma come sei ingenua, mi obietterete, ma sai quanti soldi entreranno nelle casse comunali e provinciali? Peccato che il cittadino non vedrà il becco di un quattrino, salvo vedere il suo tratto di Valpadana sempre più invaso da una moltitudine di persone che verranno anch'esse ad inquinare e poi se ne andranno per sempre.

E il micro-clima?... Potrà ancora nevicare senza natura, senza verde, senza alberi? Sicuramente qui interverranno cambiamenti sia rispetto all'umidità (minore formazione di banchi di nebbia), sia alle temperature, che potranno risultare decisamente più alte, soprattutto nei valori massimi; si modificherà ulteriormente il regime delle brezze e aumenterà la concentrazione di polveri sottili nei paesi di Pero e Rho. 
Cosa volete che interessi tutto questo a chi ha il potere di devastare impunemente un territorio?

(Fonte: meteolive)


Mi sa che non vedrò più le montagne...






Chiudo con una nota : sapevate che continuiamo a pagare ancora oggi  i mutui di Italia 90? 60 milioni l'anno!

E' proprio così ,  ancora oggi paghiamo per impianti che  molto spesso sono fatiscenti e abbandonati. Basti consultare il bilancio di previsione di Palazzo Chigi degli ultimi anni. Per coprire i mutui accesi con la legge 1987 abbiamo pagato 55 milioni nel 2011 e oltre 60 nel 2012 e 2013. E anche nel 2014  c’è stato  da pagare: dal bilancio preventivo per il 2014, infatti, si legge che “euro 61.200.000,00 sono destinati all’erogazione delle rate di mutuo, di cui alla legge n. 65 del 1987 e successive integrazioni e modificazioni, per l’impiantistica sportiva”. E come diceva Luciano De Crescenzo : il calcio è una forma di amore eterno...ma anche le spese. 


Annamaria... a dopo