Si chiama Foody e sarà la mascotte di Expo 2015. E’ stata presentata al Castello Sforzesco di Milano dal governatore lombardo Roberto Maroni e il sindaco Giuliano Pisapia.
Il volto di Foody, disegnato da Disney ,è composto da vari alimenti, ognuno con la sua storia e le sue caratteristiche, che si uniscono per formare un disegno che richiama le teste composte dal pittore rinascimentale Arcimboldo.
Ciascuna delle 11 piccole mascotte che raffigurano Foody , ha ricevuto a propria volta un nome: l’aglio ‘Guagliò’, la banana ‘Josephine’, il fico ‘Rodolfo’, la melagrana ‘Chicca’, l’arancia ‘Arabella’, l’anguria ‘Gury’, il mango ‘Manghy’, la pera ‘Piera’, la mela ‘Pomina’, i ravanelli ‘Rap brothers’ e la pannocchia di mais blu ‘Max Mais’.
Si tratta di alimenti provenienti da tutto il mondo che avranno il compito di raccontare e interpretare il tema dell’esposizione: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”
Foody, con la sua espressione felice e rassicurante, avrà il compito di rappresentare il senso di comunità, di diversità che si compone in unità, tenendo sempre presente che il cibo, con la sua varietà è fonte di vita e di energia.
Ci sono i ravanelli e una frutta esotica come il mango, e non i simboli delle nostre eccellenze, l’uva e le olive. “La Mascotte non potrebbe avere due acini d’uva per guardare avanti?”, è quanto ha chiesto FederDoc nel ricordare che l’uva e il vino ”valgono” quasi 14 miliardi di euro l’anno... tra frutti e verdure mancano le piante simbolo della nostra cultura da millenni. Mah...
Prima di lasciarvi alle considerazione di Angelo Calemme (dottorando in Filosofia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia e Studi classici dell'Università di Barcellona) mi pongo una domanda e non sono certo l'unica : come facciamo ad alimentarci se distruggiamo la terra? l’Expo 2015 non parlerà di come nutrire il pianeta in maniera sostenibile per il globo e i popoli che lo abitano ma di come, ad esempio, "multinazionali" (un caso per tutti Nestlé) lo affameranno più abilmente e a tutto questo ci aggiungiamo anche il lavoro non pagato...
Expo 2015 è il manifesto e l’esperienza concreta e sintomatica del fenomeno del “lavoro giovanile non pagato”. Nelle pagine introduttive al Capitale di Karl Marx ricordiamo come il filosofo politico sottolineava il fatto che il lavoro per essere definito tale doveva essere salariato, pagato. In base a ciò tutte le forme di produzione umana della ricchezza che non rientrano nel lavoro retribuito non è lavoro; siamo ancora sicuri che nel mercato globale non esista il lavoro non pagato? O meglio, come il discorso marxiano può essere nuovamente incisivo su una realtà produttiva che si sostiene anche, e soprattutto, su questo “nuovo” genere di lavoro?
In Expo 2015 20 mila lavoratori non saranno pagati e con ciò faranno la felicità dei capitalisti
Nel luglio 2013 l’Ente Expo 2015 sottoscrisse con l’assenso del sindacalismo organizzato maggioritario (CGIL, CISL e UIL) un accordo in base al quale su uno zoccolo duro di 800 posti di lavoro precario e mini-job, pagato a 400/500 euro al mese con contratti effimeri /tra cui quelli a termine, quelli di apprendistato e quelli stage, sarebbero stati previsti 19.200 posti di lavoro non pagati, non salariati, e mascherati da una categoria oltremodo irritante come quella del “lavoro volontario”. Inoltre saranno assunti solo i lavoratori volontari che si accolleranno le spese per il proprio posto letto e dei costi di trasporto.
I lavoratori non pagati devono pagare tutte le spese di soggiorno
All’esperimento del patto Expo 2015 è seguito poi il Job Act, la sua convalida giuridica e istituzionale, e, addirittura, la beffa dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale il giorno stesso della Festa dei lavoratori (o meglio del lavoro salariato emancipato). Il 1 maggio di emancipazione ve ne sarà solo una e cioè quella del capitalismo dal lavoro pagato, da qualsiasi vincolo statuale a tutela dei lavoratori.
L’Expo di Milano come l’espressione più feroce del Job Act
Una parte degli investimenti per Expo 2015 sono stati utilizzati non per ridistribuire la ricchezza in favore di chi vive solo del proprio lavoro, ma solo per la speculazione edilizia; un’altra parte per corrompere tutti quei soggetti chiamati a rendere possibile il lavoro non salariato. In base a ciò l’Expo 2015 non parlerà di come nutrire il pianeta in maniera sostenibile per il globo e i popoli che lo abitano, ma di come, ad esempio, Multinazionali (un caso per tutti Nestlé) lo affameranno più abilmente.
L’Expo 2015 rende schiavi i lavoratori in una Repubblica fondata sul lavoro
L’Expo 2015 è il monumento al Capitalismo tecnocratico per la spoliticizzazione delle masse e per l’emancipazione del capitalismo globale dalle sovranità popolari e statuali. Quale altro palcoscenico può essere migliore dell’Italia, una Repubblica parlamentare fondata sul lavoro, per un evento che imprigiona il lavoro nelle maglie dello sfruttamento, della schiavitù volontaria al capitale, dell’oppressione del lavoro precario e non pagato. L’Europa dell’Expo 2015 è la risposta storica e concreta al socialismo rivoluzionario del XX secolo e l’immagine più alta della morte dei popoli nella tomba del libero mercato globale.
Le lacrime della Fornero erano lacrime divertite se non di gioia?
Gli avanzi che erano stati gettati ai lavoratori con la legge Fornero si sono come dissolti davanti a quel principio di deroga normativa tanto discusso dalla CGIL. 800 lavoratori precari e 19.200 lavoratori non pagati sono l’espressione più vera della crisi di un sistema globale a totale vantaggio del capitale e a svantaggio dei popoli.
Circa la metà dei 19.200 lavoratori non pagati selezionati nei colloqui in tutta Italia sembra però non presterà servizio, non perché non vorranno, ma in quanto il lavoro prestato gratuitamente non sarà esente da costi fissi (che sono tutti a carico del lavoratore non pagato). Gli alti costi dell’Esposizione universale hanno azzerato gli investimenti per i salari del lavoro a termine e, sulla base di un bombardamento ideologico delle masse e di una svolta autoritaria del governo, realizzato il sogno del capitalismo europeo (auto-valorizzare i capitali facendo lavorare le masse senza pagarle).
Le forze politiche parlamentari sono schierate con Renzi e questo sistema.
Il lavoro precario o flessibile ha dato vita a ciò che nel secolo appena trascorso non era possibile nemmeno immaginare e cioè ridurre in una schiavitù volontaria i lavoratori. Tutte le forze politiche presenti in parlamento, pro e contro il governo Renzi, partecipano alla rottamazione del precedente sistema sociale italiano ed europeo, e con ciò alla totale distruzione della Carta costituzionale.
L’inaugurazione dell’Expo 2015 il 1 maggio ha un significato simbolico: ecco perché
L’Expo dal 1 maggio al 31 ottobre di quest’anno, nel caso in cui le masse rimarranno addormentate e giubilanti per la loro schiavitù, finirà per essere la vetrina mediatica del modello di sviluppo capitalistico italiano ed europeo nel mondo per gli anni a venire. Sotto lo slogan “Nutrire il pianeta” si penserà a nutrire solo il capitalismo globale, affamando non solo più ampie fasce di popolazioni mondiali ma spazzando via secoli di conquiste sociali e di lotta critica. Il 1 maggio si festeggerà non l’emancipazione del lavoro ma la sua schiavitù; pena l’arresto di massa.
Matteo Renzi punirà duramente chiunque manifesterà contro il modello Expo 2015
Nel frattempo il primo ministro non eletto (tecnico), Matteo Renzi, avverte chiunque sogni di protestare concretamente, armi alla mano, contro questo stato di cose e la “Milano da bere”, verrà ricambiato da durissime forme di coercizione, verrà arrestato o represso con tutte le forme possibili a disposizione di un governo tecnico. Quello di Renzi è allora un ultimatum di guerra contro i lavoratori?
In tema di aree dismesse, l’Ance ha illustrato la situazione in Lombardia: una recente ricerca dell’Università Bocconi per EXPO 2015 ha stimato in circa 404.000 mq le aree dismesse a Milano, interessate da possibili trasformazioni, e 495.000 mq nella provincia. Se ci si sposta a Monza Brianza sono 255.000 i mq dismessi e utilizzabili e addirittura 809.000 mq nella provincia di Pavia.
Lo scempio dell'Expo 2015 nel Milanese!
Il micro clima e la qualità della vita nel Milanese ormai definitivamente sconvolto e compromesso.
Là dove c'era l'erba ora c'è...l'Expo, o meglio quel che dovrebbe essere l'Expo, perchè per adesso dall'autostrada nel tratto Milano-Pero si nota solo un immenso cantiere a cielo aperto in cui dominano cemento e piramidi di terra.
E' il colpo di grazia ad un territorio già ripetutamente sconvolto dall'azione dell'uomo a partire dagli anni 60. Percorrere l'autostrada nel tratto Milano Viale Zara-Pero sulla A4 è un pugno nello stomaco e non solo per il volume sovraumano di traffico ma perchè la natura sembra stata assassinata.
Ci sono case a spiovere sull'autostrada con famiglie che da decenni inghiottono un quantitativo record di polveri sottili e a cui non pensa nessuno, ci sono fabbriche abbandonate da chissà quanti anni in mezzo alla sterpaglia, altre sorte dal nulla che hanno divorato ettari di campagna, decine di capannoni, e a stridere in mezzo a tutta questa "spremuta" di cemento, i cartelli farsa, che ti ricordano che "sei in Lombardia" e sui quali campeggiano panorami alpini da sogno, da lasciare interdetto qualunque turista di passaggio, che si sentirà decisamente preso in giro.
Chi arriva dal mare o dai monti o chi comunque non ha mai messo piede nel capoluogo lombardo si sentirà disorientato, per non dire sconvolto: qui la natura non esiste più. Migliorano le cose procedendo verso Arluno, verso il Ticino, verso il Piemonte, ma ci ha pensato la linea ferroviaria veloce a ricordarci che anche in direzione Torino la natura potrebbe soccombere presto, con le risaie pronte a lasciar posti a fabbriconi, casermoni dormitorio, capannoni di ogni genere. Incredibile come, in un fazzoletto di terra cinto su tre lati dalle montagne, si possa costruire così tanto, senza pensare all'impatto sulla popolazione di tutto l'inquinamento che verrà prodotto. Del resto del progetto "grande conurbazione" Milano-Torino si parla da tempo e addirittura negli anni 80 ci fu la folle proposta di abbattere il Passo del Turchino per abbattere la nebbia padana, per umiliare ulteriormente la natura.
Ma lo sai quanto lavoro porterà l'Expo? Potrebbe obiettare qualcuno. Si, lavoro temporaneo, poi gran parte di quell'inutile nuovo "villaggio" finirà per essere smantellata, un'altra parte abbandonata a se stessa, come diverse strutture costruite ai tempi dei Mondiali del 90.
E inoltre non c'è solo l'Expo a preoccupare, ma il pressing degli immobiliaristi al Parco Agricolo sud Milano, laddove procedendo sulla Lorenteggio verso Vigevano ancora oggi potevamo scrollarci di dosso tutti quelle orribili strutture di cemento cittadine e godersi un po' di riposante campagna. Un'area protetta in cui gradualmente va rilassandosi la legge che ne prevedeva la tutela e il divieto di costruzione, grazie a permessi speciali, concessi chissà da chi e chissà perchè. Poi c'è il progetto Libeskind, nell'area della vecchia fiera, grattacieli bellissimi, circondati da un parco favoloso che si godranno quei pochi fortunati che potranno permettersi di acquistare a 19.000 Euro al metro quadro.
L'Expo si presenta con il proposito di nutrire la natura, ma di quale nutrimento si parla? Tutte le tematiche dell'Expo, alcune anche nobili e condivisibili, non potevano forse essere discusse in qualche convegno? C'era bisogno di scomodare oltre 100 Paesi, devastare una città già deturpata? Ma come sei ingenua, mi obietterete, ma sai quanti soldi entreranno nelle casse comunali e provinciali? Peccato che il cittadino non vedrà il becco di un quattrino, salvo vedere il suo tratto di Valpadana sempre più invaso da una moltitudine di persone che verranno anch'esse ad inquinare e poi se ne andranno per sempre.
E il micro-clima?... Potrà ancora nevicare senza natura, senza verde, senza alberi? Sicuramente qui interverranno cambiamenti sia rispetto all'umidità (minore formazione di banchi di nebbia), sia alle temperature, che potranno risultare decisamente più alte, soprattutto nei valori massimi; si modificherà ulteriormente il regime delle brezze e aumenterà la concentrazione di polveri sottili nei paesi di Pero e Rho.
Cosa volete che interessi tutto questo a chi ha il potere di devastare impunemente un territorio?
(Fonte: meteolive)
Mi sa che non vedrò più le montagne... |
Chiudo con una nota : sapevate che continuiamo a pagare ancora oggi i mutui di Italia 90? 60 milioni l'anno!
E' proprio così , ancora oggi paghiamo per impianti che molto spesso sono fatiscenti e abbandonati. Basti consultare il bilancio di previsione di Palazzo Chigi degli ultimi anni. Per coprire i mutui accesi con la legge 1987 abbiamo pagato 55 milioni nel 2011 e oltre 60 nel 2012 e 2013. E anche nel 2014 c’è stato da pagare: dal bilancio preventivo per il 2014, infatti, si legge che “euro 61.200.000,00 sono destinati all’erogazione delle rate di mutuo, di cui alla legge n. 65 del 1987 e successive integrazioni e modificazioni, per l’impiantistica sportiva”. E come diceva Luciano De Crescenzo : il calcio è una forma di amore eterno...ma anche le spese.
Annamaria... a dopo
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