venerdì 6 gennaio 2012

ARRIVA LA BEFANA...EPIFANIA A VICO EQUENSE




CURIOSITA’ . . . vestite a festa !



Sono numerosissimi gli eventi legati alle tradizioni natalizie, ed in particolare alla festività dell’Epifania. Difficile individuarne una rappresentativa per tutte . . .                                                                                               Questa volta ve ne illustro una che si svolge in Campani ed alla quale mi sono trovata presente qualche anno fa.
                                                                                                                                                                                                                        
Nella pittoresca località di Vico Equense, affacciata sul golfo di Napoli tra Castellammare e Sorrento, viene realizzato un tradizionale Presepe itinerante, con la partecipazione entusiasta di numerosi abitanti, che indossano costumi tradizionali.
Il giorno dell’Epifania, lungo le strade di questa amabile cittadina costiera, è il quasi centenario appuntamento con una delle più caratteristiche e suggestive manifestazioni natalizie della Penisola Sorrentina.                                                                                                                                                                                                                Si rinnova ogni anno, infatti, l’appuntamento con le Pacchianelle, bambine vestite alla contadina; mentre il presepe itinerante esprime la fede con cui gli abitanti della costiera vivono il Mistero della Natività.


                                                                                                                                                              Nel convento dei Padri Minimi di San Vito si radunano oltre 300 figuranti in costumi ispirati a quelli della settecentesca “Betlemme” napoletana.
Dalla località collinare di San Vito, attraverso via Raffaele Bosco, i partecipanti alla processione raggiungeranno verso le ore 15 del giorno dell’Epifania il centro urbano di Vico Equense dove, come sempre, sarà attesa con entusiasmo da una grande folla di cittadini e turisti.                                                                                Caratteristica particolare di questo storico corteo è la numerosissima presenza di bambine e donne che in costume contadinesco portano in omaggio al Divin Bambino i prodotti tradizionali della costiera: agrumi, formaggi, dolci, noci, pesce…                                                                                                                                                                                  Per lo sfarzo e i decori del loro abbigliamento e l’eleganza dei propri cavalli, i Re Magi costituiscono la parte più attesa e ammirata del corteo; mentre la Sacra Famiglia, come da tradizione, chiude la processione, con Gesù Bambino circondato da numerosi pescatori a piedi scalzi.
L’accompagnamento musicale, invece, è affidato ad un folcloristico gruppo di zampognari provenienti dalle tradizionali regioni d’origine.
                                                            
                                                                                                                                                                                              La manifestazione, promossa dai Padri Minimi fin dal 1909, è da queste parti il giorno più atteso per centinaia di bambini, desiderosi di festeggiare il Bambinello lungo le strade cittadine, emozionati nell’interpretare un ruolo che, a Vico Equense, si tramanda nelle famiglie devote di generazione in generazione.
                                      
Vi lascio dunque alle riflessioni sull’essenza  spirituale dell’Epifania, senza trascurare il suo significato più profano, che affida alla “datata” vecchina l’esaudimento dei nostri desideri materiali.
Quest’anno un tozzetto di carbone lo troverò anche io nel calzettone che appendo sempre al . . . termosifone !!!



Ma se le mie aspirazioni non saranno ritenute troppo pretenziose, mi aspetto di ottenere i migliori doni sparsi per tutto l’anno appena cominciato.
Lo stesso auguro a tutti voi che state leggendo con rinnovata pazienza queste righe . . . ecco! questo è già un bel regalo che avevo chiesto alla “befana”, e se siete qui, vuol dire che una richiesta è stata esaudita!







Maria... a dopo


giovedì 5 gennaio 2012

«Le pecore? Con i pannoloni per non sporcare Fasano»


Non ci crederete! Ma non ci si può meravigliare di nulla . . .




Il Tar di Lecce fa messo fine alla guerra delle pecore: o pannoloni o cambio di itinerario. È stata necessaria una sentenza di merito dei giudici amministrativi per chiudere, non si sa se in modo definitivo, la guerra, combattuta a botte di ricorsi alla magistratura, tra il Comune di Fasano e un pastore del posto. Il Tar ha sentenziato: se il pastore vorrà continuare a far passare il suo gregge sulla pubblica via dovrà dotarsi di scopa e paletta, a meno che non preferisca mettere alle pecore il pannolone . . . AVETE PROPRIO LETTO BENE !!!


Un pastore fasanese aveva richiesto l’annullamento dell’ordinanza con la quale, il sindaco Lello Di Bari aveva “vietato al ricorrente di transitare con il gregge sulla via S. Martino da Tours” e allo stesso tempo “gli aveva imposto di portare con sé strumenti idonei alla raccolta degli escrementi”. I giudici della prima sezione del Tar di Lecce hanno sentenziato che il provvedimento sindacale è legittimo e, quindi, l’istanza del pastore non è ammissibile.
La stessa cosa i giudici amministrativi salentini l’avevano già detta pronunciandosi sulla richiesta di sospensiva del provvedimento sindacale, allorquando avevano respinto la domanda del pastore. Per il Comune quella era stata la prima vittoria; con la sentenza di merito i giudici hanno ritenuto che sussiste il potere del sindaco di emanare l’ordinanza diretta a prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini. Le considerazioni riguardano : diffusione di malattia a causa della prolificazione di insetti, necessità di garantire il decoro urbano e necessità di evitare incidenti con i veicoli e i danni alle persone o cose. La sentenza precisa inoltre che il ricorrente può raggiungere il pascolo attraverso un percorso alternativo; pertanto, non appare illogica o arbitraria l’ordinanza in questione che prescrive la necessità, per il passaggio nel tratto di strada abitato, di strumenti idonei alla raccolta delle suddette deiezioni e alla disinfestazione settimanale del tratto interessato allo scopo di evitare prolificazioni di insetti.
Una notizia che tanti, anche tra gli abitanti di Fasano, hanno considerato una barzelletta . . . Per molti si tratta di una esasperazione irragionevole, dal momento che ci sono ben altri motivi e cause di “sporco” e di inquinamento . . . c’era davvero bisogno di sprecare tempo e denaro per risolvere una questione di . . . cacca?





MARIA...a dopo

mercoledì 4 gennaio 2012

I RE MAGI



La storia dei re Magi è una leggenda che nasce molto lontano, in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, ispirata all'oracolo di Balaam, identificato con Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da Israele.


I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei.


Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e da ricostruzioni e ragionamenti postumi.


Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, l'incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet.




Il nome dei Re Magi
Un aspetto della storia dei magi è il loro nome.
La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi.


Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa.


Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech, che significa Re.


Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a suggerire la sua regione di provenienza.


Gasparre, per i greci Galgalath, significa signore di Saba.


Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:"...in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque..."


Secondo numerose leggende i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo la nascita del Cristo.


L'origine dei Re Magi
Originari dell'altopiano iranico i magi erano sciamani legati al culto degli astri e, successivamente, sacerdoti del dio Ahura Mazda il protettore di tutte le creature.


Studiosi di astronomia, seguendo la lettura del cielo, avevano riconosciuto in Cristo uno dei loro "Saosayansh", il salvatore universale, diventando così loro stessi, "l'anello di congiunzione" tra la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici orientali, come il mazdaismo e il buddismo.


Ancora oggi il culto del magi non è dimenticato, la leggenda narra che i resti mortali dei Re Magi furono recuperati in India da Sant'Elena e poi portati a Costantinopoli.


Nel 1034 pare che queste reliquie fossero trasportate a Milano in un'arca e depositate nella chiesa di Sant'Eustorgio, ricca di simbolismi legati ai tre re e ancora oggi luogo di pellegrinaggio.




La simbologia dei doni dei Re Magi
I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l'oro perché è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l'incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio, la mirra, usata nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo, mortale.


Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda della Befana che racconta come i Re Magi, durante il viaggio verso Betlemme, si fermarono alla casa della vecchietta e la invitarono ad unirsi a loro.


La Befana declinò l'invito e lasciò partire i Magi da soli, ma poi ripensandoci, decise di seguirli.


Non riuscendo a ritrovarli, nel buio della notte, da allora, lascia a tutti i bambini un dono, sperando che fra quei bambini ci sia Gesù.


Meno conosciuta è la sorte dei re Magi dopo la loro morte.


Una cronaca dell'epoca (IV secolo), riferisce che le sacre reliquie, risposte dentro una cassa di legno, avvolti in tessuti intrisi di profumi e di mirra, vennero portati a Milano da Sant'Eustorgio al ritorno da un suo viaggio a Costantinopoli.


I corpi dei Re Magi erano intatti, essendo stati trattati con balsami e spezie, e mostravano dal volto e dalla capigliatura età differenti: il primo sembrava avere 15 anni, il secondo 30 e il terzo 60 anni.


L'antica chiesa dove la tradizione vuole che fosse battezzato San Barnaba, il primo vescovo della città, venne ampliata dal vescovo Eustorgio per ospitare la reliquia che venne riposta in un'arca romana di marmo sormontato dalla stella e dalle tre corone, con l'epigrafe “Sepulcrum trium Magorum”.






Le avventure delle reliquie dei Re Magi
La testimonianza della custodia nella Chiesa di Sant'Eustorgio a Milano si trova nella iscrizione di antichissima data, sul lato sinistro (guardando la facciata della chiesa), che dice:"Basilica Eustorgiana titulo Regibus Magis” che attesterebbe la presenza dei corpi dei Re Magi.


In oltre, la chiesa ambrosiana, nel calendario e nei libri liturgici, di prima del X secolo, viene chiamata Basilica dei Re.


Nel 1164 durante l'assedio di Federico Barbarossa, i resti dei Re Magi furono trafugati e trasportati a Colonia, dove venne costruita una bellissima Basilica per contenerli e dove ora riposano.


Grande fu lo sconforto dei cittadini alla notizia, e Milano tentò più volte di riaverle, ci provò anche Ludovico il Moro nel 1434 ma inutilmente.


Solo il cardinal Ferrari, agli inizi del secolo scorso, riuscì ad ottenere parte delle ossa ora collocate in un prezioso tabernacolo sopra l'altare dei Magi.








LE STELLE D'ORO dei fratelli Grimm

(DEDICATO A BENEDETTA)







Era rimasta sola al mondo.
L'avevano messa sopra una strada dicendole: - Raccomandati al cielo, povera bimba!
E lei, la piccola orfana, s'era raccomandata al cielo!
Aveva giunte le manine, volto gli occhi su, su in alto, e piangendo aveva esclamato: - Stelle d'oro, aiutatemi voi!
E girava il mondo così, stendendo la manina alla pietà di quelli che erano meno infelici di lei.
L'aiutavano tutti, è vero, ma era una povera vita, la sua: una vita randagia, senza affetti e senza conforti.
Un giorno incontrò un povero vecchio cadente;
l'orfanella mangiava avidamente un pezzo di pane che una brava donna le aveva appena dato.
- Ho fame - sospirò il vecchio fissando con desiderio infinito il pezzo di pane nelle mani della bimba; - ho tanta fame!
- Eccovi, nonno, il mio pane, mangiate.
- Ma, e tu?
- Ne cercherò dell'altro.
Il vecchio allora la benedisse: - Oh, se le stelle piovessero su te che hai un cuore così generoso!
Un altro giorno la poverina se ne andava dalla città ala campagna vicina.
trovò per via una fanciulla che batteva i denti dal freddo; non aveva da ricoprirsi che la pura camicia.
- Hai freddo? - le domandò l'orfanella.
- Sì, - rispose l'altra - ma non ho neppure un vestito.
- Eccoti il mio: io non lo soffro il freddo, e se anche lo sento, mi rende un po' meno pigra.
- Tu sei una stella caduta da lassù; oh se potessi, vorrei...
vorrei che tutte le altre stelle ti cadessero in grembo come pioggia d'oro.
E si divisero.
L'orfanella abbandonata continuò la strada che 
la conduceva in campagna, presso una capanna dove pensava di riposare la notte, e l'altra corse via felice dell'abitino che la riparava così bene.


La notte cadeva adagio adagio e le stelle del firmamento si accendevano una dopo l'altra come punti d'oro luminosi.
L'orfanella le guardava e sorrideva al ricordo dell'augurio del vecchio e di quello uguale della bimba cui aveva regalato generosamente il suo vestito.
Aveva freddo anche lei, ora; ma si consolava perché la cascina a cui era diretta non era lontana; già ne aveva riconosciuti i contorni.
- Ah sì! - pensava: - se le stelle piovessero oro su di me ne raccoglierei tanto tanto e farei poi tante case grandi grandi per ospitare i bambini abbandonati.
Se le stelle di lassù piovessero oro, vorrei consolare tutti quelli che soffrono;
sfamerei gli affamati, vestirei i nudi... Mi vestirei - disse guardandosi con un sorriso; - io mi vestirei perché, davvero, ho freddo.
Si sentì nell'aria un canto di voci angeliche, poi il tintinnio armonioso di oro smosso.
La bimba guardò in alto: subito cadde in ginocchio e tese la camicina. Le stelle si staccavano dal cielo, e , cambiate in monete d'oro, cadevano a migliaia attorno a quell'angioletto che, sorridendo, le raccoglieva felice:
- Sì, sì! Farò fare, sì, farò fare uno, no... tanti bei palazzi grandi per gli abbandonati e sarò il conforto di tutti quelli che soffrono!
Dal cielo, il soave canto di voci di paradiso ripeteva: - Benedetta! Benedetta!


Annamaria... a dopo

lunedì 2 gennaio 2012

CONSIGLI UTILI



 
Avete finito il pane grattugiato? In sostituzione potere frullare delle fette biscottate non zuccherate.
 
            È avanzato del formaggio che non mangia più nessuno perché indurito? Usatelo grattugiato sulla pasta, oppure è ottimo anche per la pasta al forno.
 
            Se la vostra amata composizione di fiori secchi incomincia a perdere le foglie spruzzateci sopra un po’ di lacca.
 


            Le foglie delle piante d’ appartamento si possono pulire con un tampone di ovatta imbevuto di birra chiara. Ritroveranno tutta la loro lucentezza e vigore.
 
            Il pane raffermo può essere riutilizzato per preparare delle gustose bruschette. Oppure, tagliato a tocchetti e tostato in forno, è ottimo per unirlo a una zuppa calda.
 
            Tutte le ricette a base di tonno risulteranno più leggere e con meno calorie usando quello al naturale anziché sott’olio.
 
            Per tenere in caldo il pesce già fritto mettetelo in una pirofila di vetro nel forno tiepido.
 
            Quando fate la pizza margherita mettetela in forno solo con il pomodoro e l’origano e aggiungete la mozzarella cinque minuti prima della fine della cottura: eviterete così che il formaggio si secchi troppo.
 
            Per dare un sapore particolare al pollo arrosto, infilate nel ventre un limone intero.
 
            Darete un sapore diverso alle solite polpette aggiungendo all’impasto una manciata di uva passa fatta rinvenire in acqua tiepida e strizzata bene, e altrettanti pinoli.
 
            Se cuocete il polpettone al burro e non volete che si apra, spennellatelo con un albume sbattuto.

 
            Usate il succo di pompelmo per bagnare il pollo, in sostituzione del vino.
 
            Un infuso fatto con 30 g di rosmarino con 1 l d’acqua è un ottimo rimedio per l’emicrania.
 
Annamaria2
A

PENSIERO DI OGGI




pensieri positivi di oggi




Io merito di stare bene perché Amo me

 stesso e Tutti gli altri esseri viventi



Io voglio stare bene e curare pienamente

 la mia salute

Con il termine pensiero positivo si designa una scuola di pensiero che sostiene il vantaggio di allineare la mente a uno stato di positività, superando gli schemi di pensiero negativi sussistenti e creandone di nuovi, più ottimisti e sani, al fine di affrontare con fiducia la propria esperienza di vita e raggiungere il benessere psico-fisico.

Il pensiero positivo nasce e si sviluppa come tecnica di modifica e di miglioramento della qualità della vita attraverso l’osservazione e la gestione cosciente dei propri pensieri. Uno dei principali presupposti su cui si basa la filosofia del pensiero positivo è infatti che i pensieri sono materia viva e creativa, sulla quale l’individuo ha ampia possibilità d’intervento.

La tecnica principale attraverso cui il pensiero positivo è messo in atto è costituita dalle "affermazioni", ovvero frasi che contengono in sé le caratteristiche mentali, fisiche e spirituali che l'individuo desidera possedere oppure gli eventi che desidera che accadano. Le affermazioni possono essere pronunciate ad alta voce, pensate o anche cantate, portando così attraverso questa costante ripetizione a una lenta riprogrammazione della mente subconscia.

Altre tecniche corollarie usate nel pensiero positivo per rafforzare l'efficacia delle affermazioni sono la visualizzazione creativa e la meditazione.

Correnti
Si possono individuare due correnti principali all'interno di coloro che sostengono il pensiero positivo.

La prima è di impronta più psicologica e pone l'accento soprattutto sul processo di riprogrammazione del subconscio. Tra gli esponenti più noti di questa corrente si può citare la psicologa tedesca residente nel Regno Unito Vera Peiffer.

La seconda invece parte da principi di tipo metafisico e spirituale e ha il suo esponente di spicco nella statunitense Louise Hay. Questa corrente deriva direttamente dal movimento del New Thought, che per primo formulò il principio di quella che venne denominata "preghiera affermativa". Tale tecnica è presentata in modo dettagliato nelle opere di Florence Scovel Shinn, considerata dalla Hay come una sua fonte primaria di ispirazione. Nel sistema di pensiero del New Thought ogni nostro pensiero in ogni istante crea la nostra realtà e quello che pensiamo oggi creerà la nostra realtà di domani. Affermare ciò che vogliamo e riprogrammare i propri pensieri diventa quindi la chiave per allinearsi con le leggi dell'universo e ottenere quello che desideriamo dalla vita.

È grazie all'opera di Louise Hay "Puoi guarire la tua vita" che questa parte del sistema di pensiero del New Thought ha raggiunto una nuova grande diffusione diventando popolare anche tra chi non segue la dottrina religiosa/filosofica del Nuovo Pensiero in tutti i suoi aspetti. Per questo motivo, sebbene il New Thought da cui deriva e di cui costituisce parte, sia un movimento a sé, il pensiero positivo in questa sua veste presa a se stante e attualizzata è spesso considerato come uno dei tanti movimenti che compongono il variegato universo della New Age.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


domenica 1 gennaio 2012

BUON ANNO DA SIMONA !



ALLEGRIA  D’AMORE
**********************

Allegria d’amore
nel fresco abito di vento,
profumo di mandorlo fiorito.
                                     Cielo,
                                     mare,
protesi dell’infinito,
sole biondo per l’eternità di vita,
per giovinezza,
vulcano per gelosia
dissolta da certezze del mio giorno
                                              felice.
Mare tranquillo,
soave carezza per l’anima.
La primavera,
rinverdita in aiuole di rose,
io e te
protagonisti in tramonto vespertino
in chiaro di luna incantata

Simona Nurchis