Amici, ma sopratutto amiche, ecco pronta la replica del nostro caro amico sessuologo dott V. Puppo, a proposito del famigerato punto "G"!...riferimento all'articolo pubblicato il 5/01/2010- e 7/11/2009
Il King's College di Londra ha fatto uno studio su 1800 donne non riuscendo a trovare prova dell'esistenza del mitico punto G, che sarebbe un'immaginazione delle donne, incoraggiata dalle riviste e dai terapisti sessuali.
Gli autori dell’articolo, uno studio su 900 coppie di gemelle britanniche, pubblicato dal Journal Sexual Medicine, Burri et al. concludono: “we postulate that the reason for the lack of genetic variation - in contrast to other anatomical and physiological traits studied - is that there is no physiological or physical basis for the G-spot.”, quindi come era stato concluso anche nel congresso internazionale sulla sessualità femminile ISSWSH, a Firenze nel febbraio 2009: “non esiste alcuna base fisiologica o fisica per il punto G”!
Bisogna precisare che in nessun libro di anatomia umana c’è scritto qualcosa sul punto G e che Grafenberg nel suo articolo del 1950 non ha scritto niente di un "punto" vaginale sensibile o di un orgasmo dovuto alle ghiandole intra-uretrali.
Il punto G è stato inventato trenta anni fa, da Ladas, Whipple e Perry, questi tre “sedicenti esperti” (come li hanno definiti nel 1985 Masters e Johnson) hanno ripreso dall’articolo di Grafenberg due frasi non correlate e da due pagine diverse dell’articolo del 1950, e le hanno diciamo “mischiate”:
- la prima frase descrive la parete uretrale che al suo interno presenta un corpo cavernoso simile al corpo cavernoso dell’uretra maschile, che all’orgasmo sporge in vagina perché è in erezione come nei maschi, sporgenza più evidente nella vagina a livello del collo della vescica;
- la seconda frase è stata ripresa dalla pagina successiva dell’articolo di Grafenberg, che spiega come anche le donne possono emettere all’orgasmo del liquido che è “solo una secrezione delle ghiandole intra-uretrali” (ghiandole dette oggi anche prostata femminile).
I tre “opportunisti” quindi hanno fatto una specie di mixer con queste due frasi, e hanno inventato il punto G, dicendo che erano le ghiandole che si ingrandivano e sporgevano sulla parete anteriore della vagina alcuni centimetri in profondità, e che era, questa parte dell’uretra, una zona erogena presente solo in alcune donne come a loro risultava dopo aver intervistato alcune donne, e i mass-media poi hanno fatto il resto.
Insomma per qualsiasi professore di anatomia e per chi ha letto davvero tutto l’articolo di Grafenberg è evidente che si tratta solo di una grande “bufala” (e business…, o una “truffa” sulla pelle delle donne, come affermano alcuni?).
Domanda: ma il Dr Jannini afferma di aver fotografato il punto G?
Primo, un conto è quello che Jannini dice ai mass-media, un altro quello che veramente è stato pubblicato nel Journal Sexual Medicine: c’è stato qualche sessuologo o giornalista che ha verificato, letto tutto l’articolo di Jannini?
Chiaramente nessuno lo ha letto, visto che ne hanno parlato i mass-media di tutto il mondo, non solo, spesso è stata pubblicata una figura diversa da quella che effettivamente è presente nell’articolo di Jannini. Infatti nell’articolo di Jannini c’è una semplice ecografia (basta chiederlo anche a un esperto in ecografie o a un professore di anatomia, e poi, come tutti sanno, con una ecografia non si possono vedere ghiandole!) con delle punte di freccia lungo tutto il setto tra l’uretra e la vagina e lungo tutto il setto tra la vescica e la vagina, quindi non c’è una figura che mostra un punto particolare tra l’uretra e la vagina.
Leggendo tutto l’articolo di Jannini si può notare altre cose, prima di tutto che ci sono scritte tre definizioni diverse di punto G e tutte e tre sono sbagliate, perché come tutti sanno il punto G di Ladas, Whipple e Perry, sono le ghiandole chiamate oggi prostata femminile, secondo che ci sono molti errori scientifici e anche bibliografie non appropriate, quindi sorge subito la domanda: perché il Journal of Sexual Medicine lo ha pubblicato?
Inoltre c’è un’altra cosa molto grave che Jannini, diciamo, omette nelle interviste degli ultimi mesi, nel febbraio 2009 a Firenze si è svolto un congresso mondiale sulla sessualità femminile, dove c’è stato un dibattito sul punto G: la conclusione è stata contro Jannini, cioè il punto G non esiste:
perché i mass-media di tutto il mondo non hanno riportato questa importante notizia?
Che il punto G non esiste si può capire anche da un’altra grande bufala, di altri opportunisti: da qualche tempo dei sessuologi, tra cui anche Jannini, stanno pubblicizzando un intervento per ingrandire il punto G, con una iniezioni di collagene o acido ialuronico (da rifare ogni sei mesi…), così è più sporgente in vagina e più facile da riconoscere con le dita, ma cosa c’è scandaloso in questo? Che l’iniezione è fatta tra la vescica e la vagina, non nell’uretra dove dovrebbe esserci il punto G come “loro” dicono, anche perché sanno che nell’uretra femminile non si può mettere niente altrimenti si comprometterebbe l’uscita dell’urina all’esterno.
Quindi si pubblicizza un “intervento” inutile e che può essere anche dannoso per le donne, come scrive anche l’associazione di ginecologi americani, in un loro articolo pubblicato in una rivista specialistica di ginecologia tre anni fa, e c’è da chiedersi perché anche questa denuncia dei ginecologi, questo avvertimento per i sessuologi, non è stata divulgata dai mass-media e dai sessuologi?
Jannini ha replicato allo studio Inglese con frasi non scientifiche e in alcuni casi "oltraggiose" per gli autori: "Non è detto che il punto G abbia un'origine genetica ...considerando che il clitoride è tra gli organi più sensibili al testosterone" (Jannini comincia anche a "vaneggiare": cosa c'entra il clitoride con il punto G di Whipple?); in www.iltempo.ilsole24ore.com con: "Glielo avevo detto a Tim Spector che il metodo da lui utilizzato non era adatto. Ma è andato avanti lo stesso, credo sostanzialmente per farsi pubblicità" (???...), ma se è Jannini che pensa solo a pubblicizzare ormoni, farmaci (e interventi inutili...), come fa ad avere il coraggio di criticare questa ricerca su 1800 donne, quando il suo articolo è con solo 9 donne che "avrebbero" un orgasmo “vaginale” al mese?
In conclusione, in punto G non esiste, il nome di Grafenberg non deve essere più usato, per chi continua a crederci si deve usare “punto di Whipple/Jannini.
Con una corretta stimolazione sessuale tutte le donne possono avere uno o più orgasmi sempre: l’orgasmo è essenziale per la salute sessuale delle donne, e deve essere sempre presente quando fanno l’amore, esattamente come accade nei maschi!
In educazione sessuale si devono spiegare certezze per tutte le donne e non ipotesi, e la definizione di rapporto sessuale completo deve essere orgasmo per entrambi i partner sempre, con o senza il rapporto vaginale (e che vale per tutti gli esseri umani!), questo deve essere solo un aspetto del fare l’amore e le donne devono sapere che la contemporanea stimolazione del clitoride con le dita durante il rapporto vaginale permette l’orgasmo sempre a tutte le donne anche alla prima volta e dopo la menopausa (per approfondire, vedi i video in youtube/newsexology e il video della mia intervista alla trasmissione di Morelli: “Jannini vs Puppo-Intervista su come è stato inventato il punto G-la bufala di Jannini”, in http://www.youtube.com/watch?v=AJYVP1P5WAg ).
Vincenzo Puppo
Medico - Sessuologo
Centro Italiano di Sessuologia
Tutte le donne hanno il punto G!
un monologo di Franca Rame.Esilerante e comico!!
ANNAMARIA...a dopo