mercoledì 27 novembre 2013

BERLUSCONI-ALFANO...SCISSIONE O STRATEGIA?




Viste le ultime notizie, e visti gli ultimi dati, ci si chiede se il Berlusconi condannato, decaduto, interdetto e tradito sia davvero più debole di prima.

di Giorgio Dell'Arti

In che senso?

Ha chiamato i suoi a raccolta in via del Plebiscito per la giornata di oggi , cioè il momento in cui il Senato voterà per la sua decadenza. Ha dato un’intervista al Mattino di Napoli in cui mostra di essere un uomo politico in piena forma, annuncia un «colpo segreto» contro Renzi, che giudica «comunicatore eccezionale», non vuole la caduta del governo, andrà all’opposizione dopo il voto di Palazzo Madama, però niente elezioni per colpa sua, saranno i democratici a far cadere Letta. ISi è poi presentato alla convention napoletana dei giovani di Forza Italia bello pimpante, anche se ha fatto sapere che «non dorme da tre notti» (refrain che sentiamo da agosto). Sono seguiti i soliti attacchi ai giudici e la richiesta della grazia da Napolitano («non dovrebbe avere un attimo di esitazione»), oltre al termine «ignominia» per definire l’affido ai servizi sociali. Insomma, è in piena forma.

Quindi?

Parecchi analisti si stanno convincendo che la scissione è stata pilotata. Ricordano le strategie di marketing: quando un detersivo dà segni di cedimento, se ne mette subito in pista un altro, che abbia l’aria di una cosa nuova, fresca, appena inventata. Quelli che sono stanchi del vecchio prodotto, si fanno facilmente convincere dai luccichii del nuovo arrivato, e non si rendono conto che gli si sta vendendo la stessa cosa in una confezione diversa. Allo stesso modo, in politica. C’è gente di destra che s’è stancata di Berlusconi e non intende votarlo mai più. Beh, a questi qui gli si dà Alfano. C’è altra gente che non rinuncerebbe a Berlusconi per nessuna ragione al mondo. Ottimo, costoro continueranno ad acquistare il vecchio prodotto. La somma dei due divisi dà un risultato più alto dei due uniti. Fatto non nuovo: l’unificazione socialista, quasi mezzo secolo fa, portò una perdita netta di consensi, recuperata quando i due si divisero di nuovo. Al Mattino Berlusconi ha detto che i sondaggi danno Forza Italia al 20,1 e il Nuovo Centrodestra al 3,6, il che farebbe pensare a un’operazione in perdita. Ma altri sondaggi dicono che Alfano sta tra il 7 e il 10, e questo riporta i berlusconiani (perché quelli del Nuovo Centrodestra sono sempre berlusconiani) in zona 30 per cento o forse più.

Le prove di questa analisi?

Non ci sono, siamo nel campo delle interpretazioni credibili o probabilistiche.  Maurizio Lupi ha annunciato che il 7 dicembre, vigilia delle primarie del Pd, sarà lanciato il Nuovo Centrodestra, forte al momento di 30 senatori, 29 deputati, un presidente di regione (Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria), 16 assessori regionali, 88 consiglieri regionali. Alfano, ripetendo che «qui c’è gente che a Berlusconi vuole bene», ha attaccato «i radicali e gli estremisti» di Forza Italia. La Santanché ha risposto dandogli del «terrorista». Eccetera. Potrebbe essere una sceneggiata. Berlusconi, quando parla di Alfano e degli alfaniani, è sempre pieno di tenerezza. Il Nuovo Centrodestra contraccambia.


Annamaria... a dopo


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