venerdì 13 febbraio 2015

BUON SAN VALENTINO !




L'amore immaturo dice: "Ti amo perché ho bisogno di te". L'amore maturo dice: "Ho bisogno di te, perché ti amo" (Frost)


Un dolcissimo San Valentino, per tutti gli innamorati ,con una "dolce ricetta"e quache informazione...


La mente si lascia sempre abbindolare dal cuore. (F. de la Rochefoucauld)


Dolce di Cupido


Ingredienti per più porzioni:
3 etti di biscotti secchi, 2 vaschette di mascarpone (per un totale di mezzo chilo), 4 etti di frutti di bosco misti surgelati o freschi, 1 vasetto di yogurt ai frutti di bosco, 1 limone, 4 cucchiai di zucchero semolato, 2 cucchiai di rum, 6 cucchiai di zucchero a velo, 2 etti di panna da montare per decorare.

Preparazione:
Raccogliere i frutti di bosco in una ciotola, versare sopra lo zucchero semolato e il succo di limone e mescolare.
Versare il mascarpone in una ciotola, aggiungere il vasetto di yogurt e 4 cucchiai di zucchero a velo e mescolare. Aggiungere tre quarti dei frutti di bosco e mescolare nuovamente.
Foderare uno stampo a forma di cuore con pellicola trasparente da cucina. Versare uno strato di composto sul fondo dello stampo e disporre sopra uno strato di biscotti tagliati su misura. Spalmare sopra i biscotti uno strato di composto e ripetere l'operazione fino a esaurimento degli ingredienti, terminando con un ultimo strato di biscotti.
Coprire il dolce con un foglio di pellicola e mettere in frigo a rassodare per circa 3 ore.
Sformare il dolce rovesciandolo su un piatto. Montare la panna e dolcificarla con 2 cucchiai di zucchero a velo, mescolando con cautela, poi distribuirla sulla superficie del dolce.
Aggiungere ai frutti di bosco tenuti da parte il rum, mescolare e versare il composto sopra la panna.


Perché tu mi oda le mie parole a volte si assottigliano come le orme  dei gabbiani sulle spiagge.(Pablo Neruda)


Ed ora vediamo come nasce la festa di San Valentino: ha origine da una tradizione romana, i Lupercalia, dedicata a Fauno, dio dell’agricoltura e ai mitici fondatori della città di Roma, Romolo e Remo. Nell’occasione, alcuni giovani facevano un pellegrinaggio presso la caverna dove, secondo la leggenda, i due fratelli erano stati allattati.




Qui, sacrificavano un capretto, tagliavano la sua pelle in strisce con cui toccavano le giovani donne della città: questo rituale avrebbe dovuto favorirne la fertilità e la gravidanza. Nell’epoca cristiana, la festa fu mantenuta, anche se spostata dal 15 al 14 Febbraio ma spogliata dei suoi elementi pagani e dedicata a San Valentino.

Esistono due versioni diverse per quanto riguarda la vita del santo e il suo martirio, e la Chiesa Cattolica riconosce tre santi con il nome di Valentino. Di uno di questi, nato in Africa, si conosce però molto poco e non è pertanto legato alla festa.




Secondo una delle versioni, il santo sarebbe stato un sacerdote martirizzato per aver sposato clandestinamente delle giovani coppie durante il regno dell’Imperatore Claudio Secondo, il quale aveva proibito le nozze tra giovani per poter reclutare più soldati nelle legioni.

L’altra versione invece sostiene che Valentino avrebbe tentato di far fuggire dei cristiani dalle prigioni romane, dove ricevevano un trattamento molto duro. A seguito della sua cattura, avrebbe spedito una lettera alla donna che amava, concludendola con l’espressione “il tuo Valentino”; alcuni fanno risalire a questo episodio l’usanza di spedire cartoline in occasione della festa.




Si hanno testimonianze della celebrazione della festa già nel Medioevo, anche se certamente non si svolgeva in maniera simile a quanto avviene ora, ma si trattava di un semplice scambio di auguri, probabilmente in forma non scritta dato il diffuso analfabetismo.
Nel corso dei secoli, la popolarità della ricorrenza andò scemando fino al Diciassettesimo secolo, quando riguadagnò consensi soprattutto nei Paesi Anglosassoni, da cui è stata “esportata” anche in Italia.
E da Alibaba una bella iniziativa

per gli innamorati gay 








“Se è vero amore, Taobao vi aiuterà a realizzarlo”. Così il gigante dell’e-commerce cinese festeggia San Valentino schierandosi per i diritti delle comunità lgbt. Dieci coppie potranno sposarsi a spese di Alibaba e, siccome in Cina è vietato, lo faranno in California. Al contest, significativamente intitolato “We Do”, hanno partecipato 400 coppie; il sito ha avuto un milione di visite e in soli due giorni hanno votato oltre 75mila utenti. Ora che i vincitori sono stati annunciati, ai prescelti non resta che volare in California e giurarsi amore eterno. Il sindaco di West Hollywood John D’Amico officerà personalmente i matrimoni alla periferia di Los Angeles.




Un’operazione di marketing, certo. Ma affatto scontata in un paese come la Repubblica popolare. Si pensi che fino al 1997 l’omosessualità era considerata un reato e solo nel 2001 è stata cancellata dalla lista delle malattie mentali. Nonostante fosse un fenomeno largamente diffuso in epoca imperiale, la Repubblica popolare considerava il fenomeno di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali una “pratica decadente” importata dall’Occidente. Sebbene oggi l’attitudine del governo sia quella di “non approvare, non disapprovare e non incoraggiare” le coppie dello stesso sesso, la pressione sociale è enorme. Tutto cinese è il fenomeno delle homowives, donne sposate da gay che preferiscono mantenere il proprio orientamento sessuale nascosto alla società (e alla loro compagna).




Ma i tempi cambiano e in Cina i passi in avanti del movimento per i diritti degli omosessuali sono avvenuti alla stessa velocità che ha caratterizzato lo sviluppo cinese. Ci sono ancora cliniche che praticano l’elettroshock sui gay ma proprio su questi casi lo scorso Natale una corte di Pechino ha sentenziato che “l’omosessualità non è una malattia mentale e come tale non può essere curata”. Neanche un mese dopo una corte di Shenzhen si è dovuta confrontare con il primo caso di discriminazione sessuale sul lavoro. Il caso era quello di un ragazzo licenziato dopo aver messo online un video in cui faceva coming out.




Sebbene tra i giovani delle grandi città il fenomeno è sempre più conosciuto e accettato, la società ancora fatica ad accettare la diversità. Le difficoltà che i giovani gay e lesbiche dicono di incontrare sono soprattutto in seno alla famiglia. Anche per i genitori più aperti continua ad essere impensabile che i propri figli non si sposino e producano discendenza. L’omosessualità, per loro, è bene che rimanga un tabù. La campagna pubblicitaria di Alibaba, invece, obbliga le vecchie generazioni a confrontarsi direttamente con quello che ancora ritengono un poblema. E, per il momento, il suo valore commerciale è completamente secondario a quello sociale: oggi a Pechino si parla di omossesualità. E perfino i media di stato sono costretti a titolare che le coppie cinesi gay si sposeranno, negli Stati Uniti.
By- IFQ-





Annamaria... a dopo

"NON VOGLIO DARE LA VITA A UN MOSTRO" - BUFALA-




Ai lettori di alcune  testate italiane è successo ,in questi giorni, di leggere  la notizia di una donna che (non) ha abortito il figlio che stava aspettando perché maschio . Era una notizia falsa e molti siti ci sono cascati a diffonderla.. Il secolo XIX , però, dopo averla pubblicata (senza accertarsi della veridicità ) ha ricevuto  le lamentele di alcuni lettori in proposito e invece di far  sparire la notizia e basta hanno deciso di andare a fondo alla vicenda e capire che cosa fosse successo e spiegarlo. Vi consiglio anche io amici di face-book  di approfondire bene le notizie prima di divulgarle nei social. 

Vi segnalo un sito che  suggerisce come usare 1 App  che vi permette di segnalare notizie false ai responsabili del social "face-book"


http://trucchifacebook.com/facebook/guida/come-segnalare-notizia-falsa-su-facebook/




Negli ultimi giorni sono molti i siti “anti-bufala” italiani e stranieri che si sono occupati della vicenda: la notizia ha incominciato a circolare il 17 gennaio scorso (e non ieri, come sembrava inizialmente), partita da un blog che si chiama Injustice Stories , in cui una certa Lena (o Lana) racconta la vicenda di cui (non) è stata protagonista. È diventata di dominio pubblico di recente, prima all’estero e poi in Italia, quando ha incominciato a diffondersi sui profili Facebook e Twitter di persone indignate da quello che (non) era accaduto.

Ci sono parecchi motivi che a un’analisi più approfondita fanno capire la non veridicità della notizia:
- dal punto di vista giornalistico, mancano alcuni “fondamentali”, come il “dove” e il “quando”, visto che nessuno ha spiegato dove abita la protagonista della vicenda e dove e quando l’aborto (non) è avvenuto;
- dal punto di vista medico, poi, è abbastanza inverosimile che una gravidanza al quinto mese di gestazione possa essere interrotta «senza intoppi», come invece ha raccontato Lena (o Lana).

A chiudere il cerchio, le ragioni per cui la storia sarebbe stata inventata: secondo quanto ricostruito da snopes.com , il blog Injustice Stories è andato online proprio il 17 gennaio 2015, giorno della pubblicazione della discussa storia. È nato per questo, insomma. Inoltre, il sito è costruito per costringere chi vuole proseguire nella lettura a condividere l’articolo sui social network, moltiplicando esponenzialmente le visualizzazioni (al momento gli share sono oltre 9mila, contro i 4500 che la stessa storia ha totalizzato su un sito gigantesco come l’Huffington Post inglese) e dunque i contatti.

“Cui prodest”, come diceva qualcuno? A chi giova tutto questo? Perché farlo? Gli ultimi sospetti parlano di una ben organizzata campagna anti-abortista, capace (come in effetti ha fatto) di sollevare gli animi contro l’interruzione di gravidanza. Ma non si può neppure escludere una sorta di “esperimento” social, o anche il banale “scherzo”. Certezze non ce ne sono, e sin che non ne avremo, eviteremo di scriverne ancora. Di questo potete essere certi.
By - Secolo XIX

Annamaria... a dopo

giovedì 12 febbraio 2015

(GIA' LETTI MA SEMPRE GODIBILI) VORREI INCONTRARTI TRA..."

UN RACCONTO DELLA NOSTRA CARA AMICA SIMONA, CHE SALUTIAMO CON MOLTO AFFETTO E STIMA





Era una roventissima giornata di agosto, Riccardo intraprese un lungo viaggio di piacere a Londra, dopo mesi di estenuante lavoro.
Appena arrivato a Londra ebbe l’impressione di aver avuto un dèjà-vu: quando vide il Big Bang gli parve di ricordare qualche evento del passato, forse studiato nelle pagine di storia o forse un sogno ad occhi aperti.
Riccardo si trovò come immerso nel passato e con allegro trasporto si vide nell’Inghilterra dei Tudor. A quell’epoca il Re Enrico VIII regnava in modo tirannico ed ebbe sei mogli molto belle ma ahimé infelici.
Riccardo improvvisamente si ricordò di essere stato un consigliere del Re.
Un fatidico giorno di maggio era nel giardino di Buckingam Palace e ad un certo punto gli catturò l’attenzione una ragazza di nome Lady Jane che con cura irrorava un vasto roseto caro ai sovrani.
Gli sguardi dei due giovani si incrociarono e fu un colpo di fulmine destinato però ad essere solamente una chimera.
Una notte di plenilunio si diedero rendez-vous sul Tower Bridge.
Riccardo si vestì con sobrietà e come un gentle man le portò un mazzo di rose maculate color porpora. Quella notte indimenticabile Riccardo e Lady Jane senza minimo indugio stettero uno tra le braccia dell’altro e si scambiarono tenere effusioni.
Parlarono delle famiglie, delle amicizie, delle loro ambizioni e dei loro desideri nascosti, delle loro sofferenze e scoprirono di avere affinità affettive e intellettive.
Passeggiarono tranquillamente per tutta Londra sino al palazzo del Parlamento e scoccò la fatidica ora della mezzanotte.

Riccardo fece una proposta e le disse: “Mia adorata Lady Jane, ogni volta che in questa torre, questo orologio, rintoccherà l’ora, il nostro amore risuonerà per l’eternità”.
Lady Jane rispose emozionata con un groppo alla gola: Mio caro Riccardo ti prometto che il nostro amore sarà duraturo perché se dovesse affievolirsi in quest’epoca, in tempi futuri ci incontreremo sempre sotto questo orologio al rintocco delle ore per rivivere questi magici momenti di amore londinesi”. Con queste parole scocco l’una di notte e Riccardo si trovò catapultato nel 2010 e davanti ai suoi occhi c’era una ragazza alta mora, occhi verdi, snella, con portamento da modella, che nel suo insieme assomigliava come due gocce d’acqua a Lady Jane. Riccardo si trovò sbalordito, con voce strozzata in gola e cercando di chiamarla non ci riuscì. Cercò di avvicinarsi alla ragazza che lo fissò curiosamente. Ad un tratto entrambi alzarono lo sguardo verso l’orologio che stava rintoccando l’ultima ora…sarà forse stato l’appuntamento del destino?


Simona Nurchis


mercoledì 11 febbraio 2015

L'ARENA: GILETTI FA IL POPULISTA (GUADAGNANDO 30.000 EURO AL MESE) E CAPANNA FA IL PARASSITA...



Probabilmente avrete letto o trovato sui siti di informazione ,della lite tra l’ex parlamentare Capanna e Massimo Giletti, il conduttore de L’Arena, la domenica pomeriggio su Rai Uno. Molti avranno notato che  da un po’ di tempo Giletti  si scaglia con vigore contro la Casta. O meglio: la ex casta ...

Giletti vive di quell'esproprio forzoso che è il canone rai... un bue che dice cornuto all'asino. Giletti ,con la "Casta" (per modo di dire) ci va letteralmente a letto (Moretti)




Capanna ai suoi tempi d'oro era specialista in azioni e slogan truculenti  che prevedevano normalmente il bastonamento degli avversari politici (con uguale accanimento verso l'estrema destra come verso i competitor dell'estrema sinistra).
Uno che ha lavorato in vita sua un solo anno (appunto il 1968, lavorato si fa per dire, occupato solo al megafono o alle presidenze delle assemblee) e che ci ha campato sopra una vita, scrivendo il libro "Formidabili quegli anni" e buttandosi su cariche politiche varie.
Ora si oppone al taglio del succulento vitalizio che "non lo privilegia certo" e però dice di farlo a nome di tutti noi, compresi anche quelli che prendono mensilmente ,di pensione, un decimo di quello che prende lui... 
Se ,come sembra, subirà il modestissimo taglio al vitalizio ,per le poltrone che ha occupato, mi attendo di leggere a breve una sua nuova opera indignatissima dal titolo "FORMIDABILI QUEI VITALIZI"....


Tornando a Giletti la settimana scorsa ha imbastito una puntata sulla casa di Montecarlo di Fini, con Feltri in studio che pretendeva scuse perché sulla faccenda aveva ragione lui (?). 
Cosa hanno in comune Fini e Capanna? Sono due trombati che non contano più nulla.
Invece i politici della Terza Repubblica del partito unico siedono comodamente ogni domenica nella trasmissione di Giletti (Salvini è ormai ospite fisso), trattati in modo ossequioso, serviti e riveriti come nella peggior tradizione vespiana.



Ovviamente anche da Giletti è sport nazionale addebitare al M5S ogni male d'Italia.
A proposito di sprechi di denaro pubblico che stanno tanto a cuore a Giletti: mi piacerebbe sapere quanto prende Klaus Davi per star seduto a non far nulla in quella trasmissione.



Sembra che questa sceneggiata in diretta con Capanna, a Giletti costerà una multa tra i dieci e i ventimila euro. Lo ha fatto sapere la Rai. Io non ci credo....
La stampa nazionale riporta l’accaduto ponendo l’enfasi sul fatto che prima di “lanciare” la pubblicità Giletti scaraventa a terra il libro di Mario Capanna.
Ma nessun giornale sottolinea il vero scandalo che esce dalla diatriba televisiva, e cioè che Giletti prende 30.000 euro al mese di soldi pubblici, soldi che tutti Noi paghiamo con il canone Rai e, dato che non bastano (la Rai ha deficit spaventosi), tutti noi paghiamo con le nostre imposte.

Se Giletti lavorasse per un’impresa privata non ci sarebbe nulla da obiettare,( se trova un gonzo che gli dà quei soldi ben per lui), ma dato che quelli sono soldi pubblici la cosa non  sta più bene a nessuno.
Un inetto come Giletti (figlio di papà ,come Renzi, che non ha mai lavorato nell'azienda del padre)  per “lavorare” in Rai un’ora la settimana, e soltanto per qualche mese, venga pagato 30.000 euro al mese è vergognoso!!
E a  proposito di sprechi di denaro pubblico che stanno tanto a cuore(?) a Giletti: mi piacerebbe sapere quanto prende Klaus Davi per star seduto a non far nulla in quella trasmissione.


E’ UNO SCANDALO!!!

Annamaria... a dopo


domenica 8 febbraio 2015

AMARE UNA MANIPOLATRICE



Nel precedente articolo abbiamo trattato l'uomo manipolatore, con un dettagliato profilo , e dei rischi che si corrono quando ci innamoriamo di loro. Pero' è giusto ricordare che il narcisismo patologico non é una prerogativa solo maschile . Puo' apparire tale dalle tante, tantissime, testimonianze di donne soggiogate da manipolatori perversi . Ma c'è anche la narcisista manipolatrice.
Anche se lo spazio è esiguo ,nella letteratura specialistica, il narcisismo femminile esiste.
In parte, questo deriva dal fatto che le acquisizioni sui narcisisti provengono soprattutto dall’osservazione clinica e dalla narrazione delle loro “vittime” e che le donne in una condizione di disagio psicologico sono più propense dei maschi a portare all’attenzione di uno specialista la propria storia affettiva.
Invece gli uomini, invischiati in una dipendenza sentimentale con una narcisista,  tendenzialmente preferiscono evitare di chiedere aiuto, persuasi dallo stereotipo sociale che, ancora oggi, impone al maschio il “codice d’onore” di cavarsela da solo e aggiunge alla sofferenza della relazione disfunzionale, sentimenti di colpa e vergogna. Questi sentimenti rendono parzialmente invisibili le narcisiste e il loro funzionamento relazionale proprio perché le loro prede maschili, a differenza delle vittime femminili, le “coprono” e scelgono il silenzio.






By Enrico Maria Secci
Psicologo e psicoterapeuta.

La narcisista manipolatrice

Tuttavia, l’omologo femminile del narcisista perverso esiste nella narcisista manipolatrice: la donna che, malgrado la differenza di genere, riproduce col partner l’inferno di corsi e ricorsi, di abbandoni, di svalutazioni e vessazioni ben note quando il “carnefice” é invece un uomo.

I tratti più distintivi della narcisista sono: l’illusione di unicità e grandezza del sé, la credenza di essere speciale e di possedere la verità, la pretesa di continue prove d’amore e di riconoscimento e l’invidia. Presa in un vortice di egocentrismo, è carente nella capacità di interpretare correttamente le emozioni altrui e tende a leggere con malizia machiavellica persino i comportamenti più limpidi e autentici.

Nel narcisismo femminile patologico c’è la marcata tendenza a un’ideazione persecutoria che produce continui conflitti e rotture interpersonali motivate con l’ingratitudine e la cattiveria degli altri.

Nella relazione affettiva, la narcisista manipolatrice si comporta inizialmente come il narcisista perverso. E’ capace di slanci sorprendenti, di azioni grandiose e dichiarazioni d’amore eclatanti. Appare avvolgente, adorante e generosa prima di passare, come il narciso, alla successiva fase distruttiva. Ma le analogie finiscono qui, perché dove il maschio diventa incostante ed espulsivo verso la partner, la narcisista donna si impegna in un incessante invischiamento col compagno e incentra la relazione sulla pretesa di cambiarlo da cima a fondo.

Il presupposto che sostiene la dipendenza affettiva del partner è il senso di inadeguatezza che la narcisista manipolatrice instilla nella relazione. “Non fai abbastanza per me”, “Dovevi dire o fare esattamente questo”, “Sei un uomo senza attributi”, “Gli uomini veri non si comportano come te”rientrano nel frasario tipico della narcisista, che risulta insoddisfatta qualunque cosa l’altro faccia per accondiscendere alle sue richieste. Questo atteggiamento iper-critico non risparmia nessuno: i familiari e gli amici di lui, il lavoro che fa, come si veste, quanto guadagna. Ogni cosa è passata al setaccio impietoso della manipolazione che mirerebbe a rendere il partner finalmente adeguato alla grandezza della narcisa.




Colpi di scena e soap psicologiche. I due finiscono per isolarsi dal mondo esterno e improntare l’intero rapporto sull’infelicità di lei e sul tentativo impossibile di lui di adeguarsi a ogni richiesta pur di evitare la disfatta estrema: il tradimento e la rottura definitiva della relazione. In realtà, la storia con una narcisista manipolatrice si snoda tra continue liti e interruzioni temporanee che si concludono con ricongiungimenti anche quando la fine sembrava irrimediabile. Questi ritorni di fiamma hanno l’intensità del colpo di scena da soap-opera e si declinano in due versioni:

1- lui si trascina implorante al cospetto della manipolatrice e giura di cambiare, lei concede il perdono incondizionato a dimostrazione della purezza del suo amore ma poi gliela farà pagare cara per averla lasciata o per averla costretta a lasciarlo;

2- è lei a tornare pur dopo averlo coperto di insulti e di maledizioni, lei a sembrare propensa al cambiamento pur di mantenere la relazione, tranne in seguito presentargli il conto per averla indotta a umiliarsi pur di riaverlo con sé.

In entrambi i casi la relazione prosegue come prima e peggio di prima all’insegna di una separazione impossibile, sino alla consunzione psicologica del partner che spesso non molla anche quando il suo disagio muta in sintomo. Insonnia, ansia, difficoltà di concentrazione, gelosia patologica, disfunzioni nella sfera sessuale, depressione, abuso di alcol o altre sostanze sono alcuni tra i disturbi che possono apparire in correlazione con la dipendenza affettiva.

Il probabile epilogo della storia con la narcisista manipolatrice è l’essere abbandonato proprio quando il partner credeva di aver soddisfatto con grande fatica le sue pretese o, quantomeno, di essersi garantito una qualche stabilità. 

Lei tronca definitivamente e senza appello e in tempo brevissimo, ha già intrapreso il (prossimo) “grande amore” della sua vita …

Annamaria... a dopo