sabato 7 luglio 2018

EMOZIONI DEGLI ANIMALI


Osservazione nel golfo di Corinto, in Grecia, nel 2016: un adulto di stenella striata cerca di spingere sott'acqua un adulto morto.|SILVIA BONIZZONI/DOLPHIN BIOLOGY AND CONSERVATION


Un nuovo studio sul senso degli animali per la morte, in questo caso sui delfini, registra comportamenti ambigui: difficile dire se questi animali comprendono la perdita o se si tratta di reazioni di altro tipo. Leggendo l'articolo di Focus sembra però che anche nella specie animale ad essere piu' sensibile sia la femmina.

  

Video e foto su Internet li mostrano mentre toccano il corpo di un compagno o del cucciolo morto, lo tengono a galla, e sembrano non riuscire a separarsene, in un atteggiamento che pare di profonda tristezza. I delfini, mammiferi da sempre considerati intelligenti, reagiscono alla morte di un membro della loro specie con un’emozione paragonabile al lutto? I comportamenti osservati sono davvero reazioni di cordoglio, o siamo noi a "umanizzare" questi animali e ad attribuire loro una consapevolezza della morte e della perdita che invece non hanno? Sono domande cui da tempo i biologi cercano di dare risposta.



SCENE DI LUTTO. Un gruppo di ricercatori guidati da Giovanni Bearzi, dell’associazione Dolphin Biology and Conservation, ha passato in rassegna gli studi esistenti in materia, analizzando 78 resoconti descritti negli anni dal 1970 fino al 2016, e riguardanti 20 delle 88 specie di cetacei conosciuti. In termini scientifici, gli autori parlano di “post-mortem attentive behavior” per indicare il comportamento per cui un animale si attarda e dedica delle attenzioni al cadavere di un altro individuo della sua specie.

 
Un delfino dal naso a bottiglia porta un neonato morto sul suo rostro: immagine presa al largo di Beaufort, North Carolina, negli Stati Uniti, nel 2010. | KEITH RITTMASTER/NORTH CAROLINA MARITIME MUSEUM






AMORE, DOLORE: VALE ANCHE PER LORO? In termini evoluzionistici, la reazione del lutto è il prezzo da pagare per la rottura di un forte legame familiare o sociale, ed è proporzionale all’ attaccamento per l’altro individuo. Nella nostra specie implica certamente la consapevolezza della morte, ma per le altre specie?



 Tra gli scimpanzé, numerose osservazioni, a partire da quelle della primatologa Jane Goodall, documentano comportamenti che vengono interpretati come vere e proprie reazioni di lutto. Lo stesso vale per i babbuini. Anche tra elefanti e giraffe “piangere” la perdita dei compagni sembra un comportamento accertato. Nel caso dei cetacei, osservare e documentare il lutto è assai più complicato. Anche da un campione relativamente piccolo di casi e aneddoti, come quello raccolto, sono tuttavia emerse delle indicazioni utili.




DELFINI E BALENE. Innanzi tutto, tra i cetacei, la stragrande maggioranza delle osservazioni di comportamenti assimilabili al lutto ha riguardato i delfini, in particolare dei generi Sousa e Tursiopi e, in un solo caso, una balena. Potrebbe ovviamente dipendere anche dal fatto che queste specie di delfini sono quelle più studiate e più facilmente avvicinabili, ma nello stesso tempo è significativo che in molti anni di osservazioni non siano emersi più di frequente casi riguardanti le balene. Ciò porterebbe a pensare, suggeriscono gli autori, che il comportamento del lutto emerga proprio nelle specie che hanno sviluppato un cervello più grande, e una vita sociale più complessa, e dunque proprio negli odontoceti (che comprende delfini, capodogli e orche) molto più che nei misticeti (balene, balenottere e megattere).


MASCHI E FEMMINE. A mostrare comportamenti che appaiono di lutto nei confronti dei cuccioli sono molto più spesso le femmine rispetto ai maschi. Anzi, tra i maschi, questo genere di comportamento sembrerebbe una rarità. In un caso un adulto di orca e in un altro un globicefalo sono stati visti portare un cucciolo in bocca, in presenza di altre due femmine.

Tra gli adulti, gli atteggiamenti di attenzione verso altri compagni morti sembrano invece riguardare entrambi i sessi, anche se in molti casi segnalati non è accertato se si si trattasse di maschi o femmine. Significa che questi animali riconoscono la morte? Anche se è forte la tentazione di interpretare in questo senso certi comportamenti, non è detto che sia così.

Spingendo e toccando l’altro animale, il delfino potrebbe invece cercare di accertarsi del perché non reagisce, o tentare una sorta di rianimazione, un gesto di assistenza che è vantaggioso da un punto di vista evolutivo ma che non ha a che fare con il cordoglio. Una femmina che, come è stato osservato, porta il suo cucciolo morto sul dorso potrebbe semplicemente continuare a prendersene cura, non riconoscendo che è morto. E un maschio che fa lo stesso potrebbe addirittura averlo ucciso lui.


SUPPLEMENTI DI INDAGINE. La questione, dicono gli autori, rimane aperta. A schiarire la vicenda potrebbero aiutare alcune tecniche, come lo studio, da campioni di acqua, degli ormoni dello stress emessi dagli animali in queste situazioni, o da analisi acustiche delle vocalizzazioni dei delfini: il loro pianto e i loro lamenti, se così vogliamo chiamarli, anche prima di sapere se davvero lo sono.

By Focus

Annamaria

martedì 3 luglio 2018

E’ CADUTA UNA STELLA …





Dopo aver espresso un desiderio 
Andate a cercare quella stella…
E una volta trovata 
Staccate, delicatamente e con tanto amore, una delle punte 
E con tutta la forza e l’amore che vi ritrovate nel cuore, 
Lanciatela in cielo in un punto qualunque…
Poi staccatene un’altra e un’altra ancora 
E quando le avete lanciate tutte
Raccogliete con molta cura, 
Con tanta delicatezza 
E con grande amore 
Quel che rimane di quella stella caduta …
E con tutta la forza, la tenerezza e l’amore che vi sono rimasti
Lanciatela in direzione di quelle punte sospese nel cielo 
che con tanto amore avete lanciato prima…
Ora prima di chiudere gli occhi 
Squarciate il vostro cuore
E riempitelo di tutto l’amore, che riuscite a raccogliere …
(Quell’amore che gli altri non hanno saputo trattenere).
E prima che quell’amore si disperda nuovamente nell’aria 
Ricucite in fretta quello strappo
Avendo cura di lasciare delle piccole aperture 
Che lascino uscire poco alla volta quell’amore 
Che probabilmente gli altri stanno ancora cercando…
E poi…
Dopo aver chiuso gli occhi 
E liberato la vostra mente
Cominciate a sognare la Vostra stella 
(ci deve essere per forza da qualche parte)…
E dentro quel sogno fateci entrare anche quel desiderio 
Che avete espresso guardando quella stella cadente
E statene certi che prima o poi la Vostra Stella la ritroverete…
Ma questa volta tenetela per mano
Amatela con tutto il vostro cuore
Riscaldatela con tutto il vostro corpo
Desideratela sempre con tutta la vostra mente 
Fatela brillare di notte … 
E anche di giorno … sempre…
Perché se la riperderete ,
Potreste non ritrovare mai più 
Quel desiderio, quell’amore
E quella stella cadente
Che vi ha permesso di 
Sperare … rivivere … e risognare.


TOTO' MIGLIORE
Annamaria

lunedì 2 luglio 2018

LUGLIO!




La canzone piu' famosa di sempre, cantata da Riccardo Del Turco, dedicata a Luglio.







"Perché non ho ancora 'sfondato'? Francamente non saprei. Forse perché non mi piace spostarmi da Fiesole. Dovrei forse rinchiudermi tra le mura dei grattacieli di Milano, correndo come un pazzo da una casa discografica all'altra? (…) Ora sto tentando la carta con il Disco per l'Estate. La canzone è intitolata 'Luglio'. Mi sembra che faccia presa sul pubblico".
(Riccardo Del Turco, giugno 1968)


Nel 1969 Del Turco riceve il premio gondola d'ro


1968, R.Del Turco - G.Bigazzi, Ed. Tiber

Luglio, col bene che ti voglio
vedrai non finirà…ai ai ai ai.
Luglio m’ha fatto una promessa,
l’amore porterà…ai ai ai ai.
Anche tu, in riva al mare,
tempo fa, amore amore,
mi dicevi, luglio
ci porterà fortuna,
poi non ti ho vista più,
vieni da me c’è tanto sole
ma ho tanto freddo al cuore
se tu non sei con me.

Luglio si veste di novembre
se non arrivi tu…ai ai ai ai.
Luglio, sarebbe un grosso sbaglio
non rivedersi più…ai ai ai ai.
Ma perchè, in riva al mare,
non ci sei, amore amore,
ma perchè non torni
è luglio da tre giorni
e ancora non sei qui,
vieni da me c’è tanto sole
ma ho tanto freddo al cuore
se tu non sei con me

Luglio, stamane al mio risveglio
non ci speravo più…ai ai ai ai.
Luglio, credevo ad un abbaglio
e invece ci sei tu…ai ai ai ai.
Ci sei tu, in riva al mare,
solo tu, amore amore,
e mi corri incontro
ti scusi del ritardo
ma non m’importa più,
luglio ha ritrovato il sole
non ho più freddo al cuore
perchè tu sei con me.

ai ai ai ai,
ai ai ai ai.

Ci sei tu, in riva al mare,
solo tu, amore amore,
e mi corri incontro
ti scusi del ritardo
ma non m’importa più,
luglio ha ritrovato il sole
non ho piu freddo al cuore
perchè tu sei con me



Dopo una carriera cominciata nel 1961 come cantante in un'orchestra, a partire dal 1966 Del Turco comincia a togliersi le prime soddisfazioni con 'Figlio unico' (n.6 nel 1966) e, nel 1967, con 'Uno tranquillo' e 'L'importante è la rosa', brano di Gilbert Becaud. Nel giugno 1968 si presenta a Saint Vincent per il Disco per l'Estate. Nessuno lo indica tra i favoriti, che sono i più celebri Jimmy Fontana (vincitore l'anno prima), Iva Zanicchi, Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, Caterina Caselli. Il verdetto finale, invece, è un plebiscito: prima 'Luglio', seconda 'Non illuderti mai' (Orietta Berti), terza un'altra rivelazione: 'Ho scritto t'amo sulla sabbia', di Franco I & Franco IV.
Per Del Turco è una serata particolare: in un'intervista "a caldo" dichiara di essere andato contro la propria natura (lo storico della canzone Dario Salvatori lo definisce "cantante pigro"): "Io sono sempre stato schivo, ho sempre evitato di mettermi in mostra. E' il mio carattere, non posso farci niente. Fino ad oggi cantavo cercando di farmi vedere il meno possibile, forse anche per una inconscia paura del pubblico. A Saint Vincent, forse perché sapevo che tra il pubblico c'era mia moglie, ho trovato una grinta nuova, diversa. Ho cercato il contatto diretto col pubblico come non avevo mai fatto prima. E così ho vinto" (da 'Bolero'. La moglie, per la cronaca, si chiama Donella ed è la sorella della moglie di Sergio Endrigo).
'Luglio' entra in classifica direttamente al primo posto, nella prima settimana del mese omonimo. Uscirà dalla top ten solo il 5 ottobre, tre mesi dopo. Diventerà uno dei più proverbiali ed implacabili 'tormentoni estivi' della canzone italiana.

Dal web
Annamaria