sabato 5 dicembre 2009

NUN MI LASSARI SULU....... Ricordi di un pellegrinaggio di S. MIGLIORE

                                                              autrice del dipinto -Lucia Merli-
Sutta dda grutta
Ti lassai ciancennu
Ma nun ti lassai Sula
Picchì sutta dda petra
Lassai tanta genti
Ca prigannu,cantannu e ciancennu
Ti facìanù cumpagnia.
Sutta dda grutta
Ti lassai l’amuri
E Tu l’accittasti comu na Matri
Ma ora c’arristaiu sulu
Staiu ciancennu
Picchì l’amuri nun sì po’ lassari.
Quannu Tò figghiù arristò sulu
“Signuri nun mi lassari” dissi,
e si ‘nn’acchianò ‘ncelu
ma To figghiù è To figghiù……..
e l’amuri è l’amuri
e Iù nun pozzu acchianari ‘ncelu
picchì l’amuri è cà
dintra lu me cori.
È tu ca sì me matri
Nun mi poi lassari sulu
Nun mi poi abbannunari………..
Madunnuzza mia lassami l’amuri
Mi ‘nna basta sulu un pizzuddicchiù
Sulu n’anticchia…………
E sulu picchì…………..
Ci vogghiù …………ancora beni.

NON MI LASCIARE SOLO - Traduzione -
Sotto quella grotta
Ti lasciai piangendo
Ma non ti lasciai sola
Perché sotto quella pietra
Lasciai tanta gente
Che pregando, cantando e piangendo
Ti facevano compagnia
Sotto quella grotta ti lasciai l’amore
E Tu l’accettasti come una Madre
Ma ora che sono rimasto solo
Sto piangendo
Perché l’Amore non si può lasciare
Quando Tuo Figlio restò solo
“ Signore non mi lasciare “ disse,
e se ne salì in cielo.
Ma Tuo Figlio è Tuo Figlio ……
E l’amore è l’amore……
E io non posso salire in cielo
Perché l’amore è qua
Dentro il mio cuore.
E Tu che sei mia Madre
Non mi puoi lasciare solo
Non mi puoi abbandonare …….
Madonnina mia lasciami l’amore
Me ne basta solo un pezzettino
Solo un pochino …….
E solo perché ……..
Gli voglio …….. ancora bene.



S. MIGLIORE

venerdì 4 dicembre 2009

Asilo-lager cip e ciop

Le immagini che inchiodano le educatrici dell'asilo nido Cip e Ciop di Pistoia sono state mostrate dalla Procura ai genitori . Immagini forti e crudeli che abbiamo visto al tg1


Un genitore ha raccontato che sua figlia, a causa dei condizionamenti subiti, non riesce più a mangiare, piange solo a vedere un piatto. Il sintomo che qualcosa non andava quando la bambina ha cominciato a fare dei gesti come per difendersi da percosse, improvvisamente e ingiustificatamente.
Riferisce poi di non aver mai rilevato ecchimosi o rossori, ma probabilmente perchè le aguzzine sapevano come picchiare senza lasciare segni.


A Pistoia è esplosa la rabbia per i fatti cruenti accaduti. Città sempre considerata "a misura di bambino" con un sindaco rappresentante dei bambini all'Unicef, si trova ora a confrontarsi con questa macchia infame dell' Asilo delle torture.


Le indagini avevano preso il via perchè i comportamenti della scuola si ripercuotevano a casa con i familiari. Una bambina, giocando a casa, era solita chiudere a chiave le bambola nell'armadio. Alla domanda dei genitori che spiegasse tale comportamento la risposta era stata che le maestre lo facevano con lei, quindi il comportamento era corretto.


Le due responsabili, Anna Laura Scuderi, responsabile del nido 'Cip e Ciop', e Elena Pesce, educatrice dell'asilo, si trovano ora in carcere a Sollicciano e, da quanto ho letto, mantengono un atteggiamento freddo e distaccato...ERGASTOLO!!!




ANNAMARIA...a dopo

DONNE IN AMORE -Sesta e ultima intervista di ENZO -"l'uomo figlio"





Vi aiutiamo a conquistare i seguenti tipi di uomini.
L’uomo-padre, il Super corteggiato, il Solitario, il trasgressivo, Il Mammo, l’Uomo-figlio




Enzo intervista Ducky







Enzo Ducky, eccoci alla sesta e ultima intervista. Ma l’argomento non si esaurisce qui.



DUCKY Eh sì, La schematizzazione non è esaustiva.


Enzo L’ultimo tipo, si fa per dire, e’ l’uomo-figlio.



DUCKY E’ quello che dà sui nervi alle donne, assieme al super corteggiato e al trasgressivo. Direi il tipo bambino, quello che non cresce mai con tutto il bene e il male che ne conseguono.


Enzo Chiarezza Ducky, di pregi e difetti di questo tipo che già nella targhetta che gli abbiamo affibbiato, non depone bene.


DUCKY Questo tipo d’uomo fa veramente storcere la bocca, perché è capriccioso, mutevole, ma nello stesso tempo e’ capace di grandi slanci e di grande dolcezza che va rincorso, coccolato e, contemporaneamente tenuto sulle spine.


Enzo       Insomma non lo daresti come marito a tua figlia?





DUCKY Premesso che mia figlia e’ gia’ sposata, ma se avessi avuto la possibilità di dare un consiglio a mia figlia, le avrei detto:…”Tesoro,
se hai capito che questo tuo lui è un tipo uomo-figlio, pensaci bene prima di metterti con lui o di sposarlo.


Enzo Non è che stai esagerando?


DUCKY vedi, Enzo, questo tipo d’uomo, non di rado, per certi versi, ha una doppia personalità: c’è chi lo descrive, serio, volenteroso, gran lavoratore, altri direbbero che è superficiale e inaffidabile.
E’ uno che ha bisogno di parlare, e’ un chiacchierone, e allora per conquistarlo:





  • bisogna ascoltarlo;


  • sollecitate i suoi racconti;


  • permettetegli di parlarvi delle sue esperienze, della sua vita;


  • mostratevi interessante a quello che dice, creerete così un’atmosfera d’intimità che lo farà sentire amato e coccolato e che, quindi, produrrà in lui un benessere emotivo che potrebbe costituire la premessa per l’innamoramento.



Enzo Ducky, ci sono cose che non dovrebbero fare le donne, per non commettere errori?


DUCKY Certo, evitate di criticare lui e le sue azioni; approvatelo e comprendetelo; evitate di essere autoritarie, intransigenti, bacchettone. Dategli, cioè, l’impressione di essere equilibrate,affidabili e protettive. Trasmettegli anche la sensazionedi essere indulgenti nei confronti delle intemperanze, degli errori. Ridete spesso, sdrammatizzate le situazioni, fategli capire che avete grande rispetto per le scelte e per la liberta altrui, ma che siete sempre pronte ad aiutare chi, dopo aver sbagliato, vi chiede aiuto.




Enzo Porca miseria, ci vuole una crocerossina al suo fianco per un tipo così!


DUCKY Direi proprio di sì ma se questo principe azzurro piace…caro Enzo,
l’Amore, se è vero, supera ogni ostacolo.





Enzo




PER TE .... di S. MIGLIORE

PER TE.............

 

Per quegli occhi tristi
Che vorrei sempre guardare.
Per quella boccuccia dolce
Che sempre d’amore vuole parlare.
Per quel tenero visino
Cha mai potrò dimenticare.
Per quei piccoli piedini
Che vorrei tanto accarezzare.
Per quella dolcissima bambina
Che sempre accanto vorrei avere.
Per quella magica fatina
Che ogni notte vorrei sognare.
Per quella grande donna
Che tanto desidero amare.

Per me tristissimo e lontano poeta
Che accanto a te desidera invecchiare.



S. Migliore

aspettando natale...

Amici, ricordiamoci di spegnere le lucine dell'albero o del presepe quando usciamo di casa!!










i non-luoghi della “libertà osservata”..SOCIAL NETWORK-notizie dal web



I blogger si interrogano sul difficile e contraddittorio rapporto tra identità reale e identità virtuale, nella rete dei social network

Il confine tra il reale e il virtuale è sempre più confuso proprio perché  impalpabile, mobile, in continua trasformazione. Liquido, appunto. Basta un semplice click per farsi teletrasportare dalla solita scrivania alla seconda vita in Rete.
Un’altra esistenza, non necessariamente alternativa a quella reale, ma sicuramente più libera e spontanea. Una dimensione da cui non siamo più in grado di prescindere.
Questa via di fuga ci è offerta anche dai  social network: strumenti dalle forti potenzialità, che agiscono come semplificatori del reale, aiutandoci a entrare in contatto con milioni di persone dislocate in tutto il mondo, permettendo di condividere con loro esperienze, emozioni, immagini.
E’  in questi non-luoghi che l’uomo sociale si isola dalla solita routine e riesce veramente a essere se stesso liberandosi, almeno temporaneamente, dalle catene che la società gli costruisce intorno. Può finalmente esprimere opinioni, pensieri e preoccupazioni, senza la paura di essere giudicato.
Ma la “web-libertà” ha un prezzo. Un utilizzo inconsapevole dei social network può provocare effetti collaterali, le cui conseguenze vengono traslate dal virtuale al reale e si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni.
Ogni volta che postiamo una frase, tagghiamo una persona in una foto o condividiamo un file corriamo un pericolo. Hacker, cyber-criminali o più semplicemente i nostri datori di lavoro potrebbero utilizzare contro di noi le informazioni che ricavano dai social network che utilizziamo.
Proprio il non-luogo creato appositamente per renderci liberi, potrebbe diventare una trappola.
Succede, così, che basta scrivere su  Facebook: “Il mio lavoro è noioso” per essere licenziati. Ed ecco che il peggiore incubo diventa realtà. In modo inconsapevole ci ritroviamo a vivere osservati 24 ore su 24, e magari qualcuno sta proprio aspettando un nostro passo falso, una debolezza.
A farci riflettere è soprattutto il fatto che questo scenario si presenta di fronte a una società in cui il 44% della popolazione naviga in Rete. A svelarci questo dato è proprio l’ Istat e leggendo Mozenda è possibile comprendere e quantificare il rapporto tra gli italiani e il Web:
L’annuario statistico rivela che il 44% della popolazione naviga in rete. Gli italiani usano sempre di più il computer e internet. Lo rileva l’Istat, sottolineando che in particolare l’uso del pc è cresciuto in modo rilevante dal 2007 ad oggi, mentre per internet l’incremento è stato costante. E se diminuisce ma persiste ancora il divario territoriale e quello di genere, con gli uomini che ancora “navigano” più delle donne, spunta il primato delle bambine, quelle tra i 6 e i 10 anni, sui loro coetanei maschietti. Nel 2009, notano i ricercatori, in Italia dichiara di usare il pc il 47,5% della popolazione e il 44,4% usa internet. Un incremento niente male rispetto al 2008 quando usava il pc il 44,9% della popolazione e internet il 40,2%. E aumenta anche, fa notare l’Istat, il numero di persone che usa internet tutti i giorni.

Vincos ci riporta, inoltre, i dati di un rapporto Censis che mostra le motivazioni che spingono gli italiani ad avvicinarsi ai social network:
Dopo oltre un anno dal  precedente,l'ottavo rapporto Censis  mostra una crescita di tutti i mezzi di comunicazione, tra il 2001 e il 2009. Più di tutti aumentano gli utenti di internet (+26,9%), dei telefoni cellulari (+12,2%), della radio fruita ormai da web o in mobilità (+12,4%). Il problema è che solo il 47% degli italiani indica l’uso di internet almeno una volta a settimana. Per la prima volta vengono analizzate la conoscenza e l’uso di alcuni social tools: YouTube, Facebook e Messenger i più usati. Twitter è usato solo dallo 0.2% degli italiani connessi. Le principali motivazioni che hanno spinto gli utenti a iscriversi a Facebook vanno ricercate nella voglia di tenersi in contatto con gli amici o ritrovarne di nuovi  Le attività preferite sono “guardare cosa c’è nelle “bacheche degli amici” (41,2%), inviare messaggi personali (40,5%), inserire commenti e chattare.
Tra gli italiani e i social network si è, quindi, instaurato un rapporto indissolubile. A fronte di ciò è bene prendere delle precauzioni volte a tutelare gli utenti. Infotlc ci aiuta a capire le azioni che potrebbero intrappolarci nella Rete:
I social network stanno diventando parte integrante sempre di più della nostra vita e per molti di noi non appena ci colleghiamo in internet è tappa obbligata entrare nel proprio profilo personale per verificare se qualcuno ci ha scritto e comunicare con gli amici. Dobbiamo però tenere presente che non tutto è rose e fiori e che uno dei rischi che si possono verificare dal loro utlizzo è il furto di informazioni: basta infatti che qualcuno entri in possesso dei nostri dati di accesso per entrare nella nostra pagina personale che appropriarsi di informazioni che dovrebbero rimanere private. Per cercare di migliorare questa situazione e questi rischi che si possono verificare sarebbe quindi necessario che siti come MySpace, Facebook e Yahoo giusto per citarne alcuni diventassero fautori di nuove regole per la comunicazione via internet che permettano una maggiore tutela degli utenti perchè si sa che poi è difficile eliminare dati e documenti che si sono inseriti online. Negli Stati Uniti il fenomeno sembra essere ancora pi grave perchè secondo un recente sondaggio il 34% delle aziende hanno subito una fuga di notizie riguardo dati importanti attraverso i social network a cui erano iscritti i propri dipendenti e in alcuni casi questi lavoratori sono stati anche puniti per il danno causato al datore di lavoro.
Gli utenti che utilizzano social network come Facebook devono essere a conoscenza di tutte le possibili conseguenze (anche le più remote) che potrebbero incontrare una volta iscritti.  Tecnoreview ci mette in guardia su alcune applicazioni di Facebook che in un primo momento appaiono del tutto innocue:
Per prima cosa dobbiamo sapere a cosa andiamo incontro nel momento in cui ci iscriviamo al famoso social netwwork, Facebook. Dalle condizioni che Facebook impone nel momento dell’iscrizione, possiamo vedere che tutte le informazioni che in futuro metteremo sul famoso social network, saranno di proprietà proprio di Facebook, non solo , anche le immagini, video e contenuti multimediali rientreranno in automatico nelle proprietà di Facebook. Questo può diventare un vero problema, anche perchè solo con una cancellazione del nostro account, che tra l’altro necessita di un procedimento non proprio facile e intuitivo , potremo risolvere eventuali problemi, anche se solo in parte. Infatti, le immagini in cui noi siamo taggati possono costituire un vero e proprio problema. Questo è sicuramente uno degli aspetti meno conosciuti su Facebook. Un altro aspetto che non si conosce molto o che comunque può portare conseguenze pericolose sono i famosi quiz di Facebook. I quiz di Facebook sono delle applicazioni create da persone, società, altro e variano da temi a temi, ce ne sono moltissimi. Ora vi spieghiamo cosa succede quando noi facciamo uno di questi quiz. Prima di iniziare il quiz di Facebook, per proseguire dobbiamo dare il consenso al proprietario del quiz, l’uso dei nostri dati e le relative risposte che andremo ad inserire.
Dopo innumerevoli polemiche in materia di privacy, Facebook ha deciso di ascoltare le ire degli utenti e di intraprendere un percorso più trasparente, volto alla tutela degli iscritti.  Tuttonet ce ne parla:
Dopo le polemiche sollevate dagli utenti, all’inizio di quest’anno, Facebook promise di ascoltare i commenti e i pareri degli utenti, prima di apportare qualsiasi modifica ai termini di servizio.

Il 5 Novembre scorso, Facebook mise al vaglio degli utenti alcuni aggiornamenti che riguardavano l’informativa sulla privacy. Dopo che gli utenti hanno discusso le modifiche queste sono state vagliate e quindi approvate.
Durante questo periodo di dibattito, i fan della pagina Site Governance di Facebook sono raddoppiati, arrivando alla cifra di 506.000 e rotti fans.
Le nuove politiche sulla privacy sono stato riscritte da zero, quindi è difficile analizzare voce per voce quali sono i cambiamenti e come influiranno sull’uso quotidiano del social network. In generale, i nuovi termini impongono maggior rigore circa il tipo di dati che Facebook può condividere con terzi, e nel modo in cui gli inserzionisti hanno accesso agli utenti Facebook. In passato Facebook ha sollevato le ire degli utenti con programmi come Facebook Beacon (che pubblicava le nostre attività su siti di terze parti). Con le nuove norme sulla privacy, Beacon, o altre simili, non avrebbero mai potuto esistere.
Italiasw riporta che, nonostante l’avvio di una nuova politica sulla privacy per Facebook, i problemi non sono finiti:
Facebook annuncia un nuovo cambio della privacy policy. Non si placano invece le polemiche per l’assenza di un metodo per segnalare episodi hacker, di bullismo oppure per mettere in contatto i giovani con la polizia.

Facebook comunica per mezzo del suo Blog un update alla privacy policy. Affermano che si tratta di un passo in avanti verso l’apertura di Facebook agli utenti ma anche di agire trasparentemente. Lo scopo della nuova Policy è renderla maggiormente facile e capibile.
Facebook comunica la nuova Privacy Policy ma si trova contemporaneamente sotto il “fuoco nemico” del Child Exploitation e dell’Online Protection Centre (CEOP) poichè si è rifiutata di aderire alle loro richieste. La richiesta a Facebook era di pubblicare il pulsante “CEOP Report”, un pulsante innocuo che consente però di segnalare episodi di bullismo, hacker, di virus ma anche di mettere in contatto i giovani con le autorità. Facebook non è l’unico Social Network a “scansare” il pulsante, troviamo anche MySpace, ottima invece la risposta di Bebo che intende inserire all’interno del proprio Social Network il pulsante, vista forse la bassa età degli iscritti.
Le critiche rivolte a Facebook sono per la scarsa attenzione alle tematiche sensibili. Le organizzazioni criticano Facebook (via BBC) poichè “fa soldi con la  pubblicità “fregandosene” delle persone più giovani e meno vulnerabili”, si tratta tutto sommato di un semplice pulsante il cui inserimento sarebbe di beneficio pubblico.
E’ interessante notare che Ceeop riceve all’incirca 10000 segnalazioni al mese, non poche..
Alle numerose polemiche sulla gestione dei dati personali da parte dei social network ha fatto seguito l’intervento delle istituzioni. Tecnologopercaso ci espone i contenuti della guida promossa dal Garante della privacy, in collaborazione con Poste Italiane, per informare sugli effetti collaterali indesiderati dei social network:
Scritta con un linguaggio semplice e “amichevole”, corredata da una grafica accattivante e in un formato delle stesse dimensioni di un Cd, pensato soprattutto per i giovani, la guida è in distribuzione in 2800 uffici postali, individuati tra quelli dei capoluoghi di provincia e quelli che servono più Comuni con alta densità abitativa.


Vuoi saperne di più sui social network e su come difendere la tua privacy in rete? Da oggi, nei principali uffici postali italiani, si può ritirare gratuitamente la guida messa a punto dal Garante per la protezione dei dati personali: “Social Network: attenzione agli effetti collaterali”, un agile vademecum per aiutare chi intende entrare in un social network o chi ne fa già parte a usare in modo consapevole uno strumento così nuovo.
Tutti usiamo Facebook, Myspace, o gli altri social network, ma conosciamo fino in fondo come funziona un social network? Con un click passiamo dalla vita reale a quella virtuale, chattiamo, postiamo, tagghiamo, ma siamo sicuri di “raccontarci” solo ai nostri amici? Quella foto, quel video, quelle informazioni che non ci piacciono o non ci rappresentano più, si possono cancellare dalla memoria infinita di Internet? E i nostri clienti come reagiranno all’ultimo commento inserito nel nostro profilo on-line? La guida del Garante contribuisce a rispondere a queste domande e offre alcuni consigli utili per difendersi in rete.
Obiettivo dell’iniziativa, promossa dal Garante in collaborazione con Poste italiane, è quello di aiutare sia persone alle prime armi, sia utenti più esperti, a sfruttare le potenzialità di strumenti di comunicazione tanto innovativi e potenti come le reti sociali, senza correre eventuali rischi nella vita privata e professionale.
Per comprendere meglio il complesso rapporto tra social network e privacy, Cronacaeattualità  tratta un recente fatto di cronaca che vede una donna canadese vittima del meccanismo del social network:


I fatti sono questi: una donna canadese, Nathalie Blanchard, ha dovuto abbandonare temporaneamente il proprio lavoro all'ibm perché soffriva di una grave forma di depressione. Ovviamente la sua compagnia assicurativa,  , era tenuta a darle un benefit economico per il tempo necessario a fare in modo che potesse ristabilirsi pienamente (ne parla in modo approfondito il blog Canada).
Cosa è successo quindi? L’assegno mensile le è stato bloccato dopo che la donna aveva pubblicato su  Facebook delle foto in cui appariva sorridente su una spiaggia, assieme ad amici e infine ad uno spogliarello maschile, implicando in questo modo che la depressione potesse essere passata.
Nathalie si è difesa affermando che la vacanza le era stata prescritta dal medico come cura per la propria malattia e che in nessun modo la compagnia assicurativa avrebbe potuto visualizzare le foto, avendo impostato il proprio profilo come privato.
Conseguenza del braccio di ferro tra social network e privacy è il raffreddamento dei rapporti tra aziende e collaboratori che utilizzano il Social Web. Una delle prime compagnie che ha cercato di far fronte al problema è stata l’Enel; su Oneenergydream troviamo il contenuto dell’opuscolo distribuito dall’azienda per evitare fraintendimenti cibernetici:


Enel però, ha fatto una promessa e l’ha inserita nel piccolo vademecum del perfetto comportamento di azienda e dipendenti: ciò che è privato resta privato e in nessun modo verrà spiato o preso in considerazione per valutare un possibile candidato.Ecco qui la fedele promessa nella quale esclude  “qualsiasi utilizzo dei social network per verificare o completare le informazioni fornite dai candidati all’assunzione o per qualsiasi indagine sulle idee, preferenze, gusti personali e vita privata dei collaboratori”. Ci fidiamo? Provare per  credere, e se va la sentite nel frattempo visitate la pagina Enel Sharing su Facebook. In teoria finché non siete dipendenti, non rischiate, e in ogni caso assunto o meno, uomo avvisato mezzo salvato.   Guerra aperta contro i  social network, dunque? Non esageriamo. Anche perché, spiega Gianluca Comin, direttore Relazioni Esterne di Enel, «il web sociale è un grande strumento di comunicazione, impedirne l’uso vuol dire perdere un’occasione per tutti: capitalizzare il valore operativo e collaborativo che questi siti possono apportare, aiutando i dipendenti a minimizzare le possibili criticità, diventa la vera sfida. Propriol’Enel, dopo essere sbarcata sui social media con EnelSharing, in questi giorni ha preparato una sorta di “decalogo”. Poche, semplici regole per evitare di mettersi nei pasticci con l’azienda. I primi consigli per i propri dipendenti sono di carattere generale: «1) Tenere presente che i dati personali, le informazioni e le immagini contenuti nel profilo utente possono essere copiati e utilizzati per costruire profili personali o per essere ripubblicati altrove. Anche a distanza di tempo. 2) Leggere attentamente le condizioni d’uso e le garanzie di privacy offerte dal sito. 3) Evitare sempre comportamenti che possono risultare lesivi della riservatezza e delle libertà individuali di altri soggetti, delle disposizioni sul diritto di autore o che violino la legge in qualsiasi modo». La seconda parte del “decalogo” è dedicata più specificamente al rapporto con il datore di lavoro. In pratica, tutto quello che si può scrivere – e confidare – in Rete senza cacciarsi nei guai. A questo proposito, si legge nelle “linee guida sull’utilizzo dei  social network”, «non devono essere utilizzati contenuti riservati o che possano gettare discredito sull’azienda»; «qualora sia inserito un commento su un qualsiasi aspetto della vita aziendale, è necessario identificarsi come dipendente ed inserire la precisazione che l’opinione espressa è personale»…..
E l’azienda? L’Enel, da parte sua, si impegna a escludere «qualsiasi utilizzo dei social network per verificare o completare le informazioni fornite dai candidati all’assunzione o per qualsiasi indagine sulle idee, preferenze, gusti personali e vita privata dei collaboratori».
A questo punto sta alla coscienza critica di ognuno di noi porre consapevolmente dei limiti alla propria libertà virtuale senza permettere a terzi di invadere la sfera privata.!




mercoledì 2 dicembre 2009

L'ESISTENZIALISMO- scritto da ENZO -


Amici del blog, Enzo ci propone una rappresentazione con i suoi personaggi favoriti :IL PROFESSORE Scapizza 



DON ACHILLE, il barbiere


DON RAFFAELE, il pizzaiolo


e…l’esistenzialismo






 buona lettura!










ore 9.00 di una mattina di un giorno d’autunno in un negozio di barbiere.




DON ACHILLE “Don Rafè, solo 10 euro, per i capelli.”


DON RAFFAELE “Ecco,,,a voi!”


DON ACHILLE “Stamattina arriva Scapizza, ‘o professore, voi lo sapete, e’ puntuale. Alle 9,00 lo vedrete qui.”


DON RAFFAELE “E’ vero,,,sta arrivando!”


IL PROFESSORE (entra nel negozio) “ Buongiorno, Don Achille esimio, Buon giorno anche a Don Raffaele, l’illustre della pizza.”


DON RAFFAELE “Sempre puntuale, Prufesso’, come un orologio svizzero.”


DON ACHILLE “Prufesso’, vogliamo cominciare bene la giornata, gradite un bel caffè?” E voi, Don Rafè?”
DON RAFFAELE “E come si può rifiutare un caffè. E che scherziamo!”





(I caffè vengono presi)


DON RAFFAELE “Il caffè ci voleva proprio, vero, prufessò? Ci mettete di buon umore,
visto e considerato che stiamo passando un brutto momento…con
questa crisi che ci sta rovinando l’esistenza.”


DON ACHILLE “Don Rafè, non cominciamo con questi pensieri tristi…il professore tiene altro per la testa…”


IL PROFESSORE “A proposito di esistenza…lo sapete che cisono stati anche gli
esistenzialisti…insomma un po’ di anni fa …diciamo circa una
ottantina di anni fa.”


DON RAFFAELE Un nuovo partito politico?


IL PROFESSORE “No, nessun partito, era un nuovo modo di pensare. sapete… un modo di concepire la vita.”


DON ACHILLE “Come sarebbe, prufessò? Uno si alza la mattina e dice: ‘Così non va bene, devo pensare che la vita deve essere vissuta diversamente.”


DON RAFFAELE “E io, immaginate che io, una mattina mi alzo, e dico a mia moglie: “Annamarì, qui le cose non vanno bene, dobbiamo cambiare vita, dobbiamo pensare diversamente. sapete cosa mi risponderebbe: “ Che tieni, Rafilù, non ti senti bene? Perché parli così? Rafilù, ti devo prenotare una visita dallo psicologo? Tu ogni tanto te ne vieni con queste scemenze.”


DON ACHILLE “Professò non gli date retta, quello scherza.(poi rivolgendosi al suo
amico pizzaiolo) gli fa: “Lasciamo parlare il professore. Professò, continuate. e scusate l’interruzione.”


IL PROFESSORE “Signori miei, non vorrei parlare di filosofie, di dottrine, altrimenti vi faccio una testa così, e non sarebbe nemmeno corretto nei vostri riguardi.”


DON ACHILLE “Noi non abbiamo studiato tanto,,,e nemmeno Don Rafèle qui presente, che sicuramente è più ignorante di me. Comunque, siamo tutto orecchie , raccontate pure; dite le vostre spiegazioni in maniera semplice…pero’ non ci mettete in difficoltà con parole difficili…per carità.”
(e il professore riprende…)

IL PROFESSORE “Allora, lasciamo stare le filosofie, le dottrine. e pensate per un momento che persone di cultura, chessò intellettuali, cominciano a scrivere in qualche libro che alcuni pensieri, alcuni modi di concepire la vita, modi di affrontarla… siano sbagliati o da modicare.Il nuovo modo di pensare viene in testa non a operai, o a impiegati…”


DON ACHILLE “E nemmeno a noi che siamo semplici artigiani”.


DON RAFFAELE “Io, prufesso’, l’appoggio a Don Achille.”


IL PROFESSORE “…dicevo che i pensieri nuovi vengono in testa prima a loro. C’è chi legge, chi parla, chi scrive…insomma, per farvela breve, nacque parola esistenzialismo e le persone importanti, che difesero questo nuovo modo di affrontare la vita, si chiamarono intellettuali esistenzialisti. Questa parola cominciò a circolare intorno al 1930, dopo la prima guerra mondiale.
Più che una dottrina filosofica fu un clima culturale, un’atmosfera,una moda o una specie di moda; ci fu chi scrisse un romanzo. nacquero delle canzoni, Ci fu un nuovo modo di vestirsi, un nuovo modo di portare i capelli, cioe’ lunghi; per la strada si vedevano delle persone vestite in modo trasandato, senza giacca, senza cravatta.


La gente si sentì persa, priva di futuro; certa angoscia dentro si acuì..”
DON RAFFAELE Chiedo scusa, prufessò, quella parola che mo’ avete detto…non l’ho capita, che vuol dire?”


DON RAFFAELE “Che è diventata più forte, più intensa.”


DON RAFFAELE “Lo sapevo, lo sapevo quasi…che era più intensa. Ci avrei giurato.”


DON ACHILLE “Meglio di no, Don Rafè, non giurate. Se poi vi sentite male?!”


IL PROFESSORE (il professore Scapizza riprende )…temi ricorrenti: quali l’inevitabilità della morte, i valori umani, i problemi di affrontare ogni giorno la vita, ribollivano…”
DON ACHILLE “Insomma un brutto momento per tutti.”


Il PROFESSORE “E si, amici miei, la gente dopo le brutture della prima guerra
mondiale, si sentiva persa. più che ai pensieri si pensò a vivere da un
punto di vista pratico, angosciata com’era, ma più che a vivere ad
esistere.”
DON RAFFAELE “Prufessò, scusate, noi, in questo momento di crisi, esistiamo
solamente ma non viviamo. E’ così?”


DON ACHILLE “Ma non lo dite a vostra moglie, se no, la fate preoccupare.
Se si sparge la voce che esistiamo e non viviamo, io e voi rischiamo
di perdere tutti i clienti.”


DON ACHILLE “Non gli date retta, Prufessò Scapizza, gli vengono spontanee certe
parole. Però come fa le pizze, riconosco, non le fa nessuno.”


DON RAFFAELE “Anche voi siete bravo con i capelli, sono io che se sbaglio una pizza,
la butto, voi, invece, se sbagliate un taglio, non potete rimediare.”


IL PROFESSORE “Uè, però la cultura e’ cultura , non ce lo dimentichiamo, posso farvi
dei nomi importanti, gente di cultura che ci ha deliziato con i loro scritti…come Kierkegaard.Sartre. Camus, Dostoevskij, Kafka, e poi gli italiani Montale, U…ngaretti…”


DON RAFFAELE “Scusate, Prufessò, non per mancanza di rispetto, il primo che avete
nominato,,,come avete detto che si chiama?”


IL PROFESSORE “Kierkegaard!”


DON RAFFAELE “A me sembra ‘na brutta parola…mi viene in mente…un certo momento…”


IL PROFESSORE “Ne avete di fantasia, Don Rafè!”


DON RAFFAELE “Prufessò…mi pare che avete nominato anche un certo
Kaffa…Kraft…”


IL PROFESSORE “No, don Rafè, le sottilette non c’entrano…ho detto Kafka…”


DON RAFFAELE “Senza offesa, ma molto cortesemente, anche questa parola. come dite voi, mi sembra sconcia.”


DON ACHILLE “Professò, Don Raffaele e’ così dalla nascita. La moglie, santa donna,
lo vuol portare dallo psicologo, ma lui non ne vuole sapere e le
risponde sempre: “Non, non esiste proprio, devi guarire prima tu."

ENZO







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AFORISMI



- Quello che io dico e quello che tu senti non sono sempre la stessa cosa.


- L'orgoglio è una bestia feroce che vive nelle caverne e nei deserti; la vanità invece è un pappagallo che salta di ramo in ramo e chiacchiera in piena luce. (Gustave Flaubert)

FUGA-scritto da MISTER G-






Siamo in viaggio verso la costa di un paese squassato dalla guerra civile, la strada è disseminata d ogni cosa, cadaveri, masserizie, animali morti, macchine distrutte, rovesciate, sventrate dai mortai le case in muratura, bruciate le altre, recinti divelti, inutili, vuoti. Campi solcati dai cingolati, dai copertoni dei camion, pozzi implosi con le granate per seminare morte di sete per chi giunge dopo. Abbiamo comperato una moto in città per pochi dollari, comprendiamo l’affare concluso dopo il primo pieno di benzina, consuma l’ira di Dio! Però ci consente di muoverci un po’, visitare certe suore che abitano in altipiano e che sappiamo ancora in buone condizioni. Arriviamo verso sera, il campo profughi ci ospita per la notte e ci incamminiamo al convento dalla parte opposta della cittadina che è meta di transito di tantissimi sfollati che trovano al campo un minimo di assistenza e soccorso. La vita cittadina è animata dalla presenza di un accampamento di militari stranieri, pochi uomini a disposizione del proconsole che soggiorna qui.
L’arrivo di un frate al convento è stato gioioso ed abbiamo potuto dire messa con loro, parlare a lungo dei momenti tragici che attraversiamo, della relativa calma della zona, di tanti altri argomenti che ci hanno intrattenuti fino a tarda notte. Rientrando apprezziamo la vita notturna del centro, i pub, i postriboli ben frequentati dal chiasso che risuona ben distante da essi, i vari piscianti ai bordi della strada, tutti maschi, di femmine non se ne vedono in giro neanche di giorno.
Infiliamo un viottolo che ci porta alla strada principale dove alcuni militari in tuta mimetica strattonano una ragazza visibilmente prostituta dal vestiario ridotto che ha indosso. La spingono dall’uno all’altro schiaffeggiandola, alcune ragazze guardano dal ballatoio d una casa di fronte, ma si guardano bene dall’interrompere il maltrattamento, d’altra parte sono clienti, se non attuali, almeno possibili…. Poi una prostituta è merce, la ragazza si difende come può, ma reagisce sempre meno. Il frate piomba in mezzo al gruppo come un leone e comincia a pugni e calci, non mi defilo, prendo un tubo di geberit nella cunetta e provvedo a mantenere a terra chi è ha già preso la sua dose di botte, ma il tubo presto si sfilaccia e non è efficace, allora qualche calcio ben assestato finché nessuno più tenta di alzarsi. Galdino si massaggia il pugno destro, li guarda, la donna è già scappata senza neanche dirci grazie. Ce ne andiamo anche noi provvedendo ad avvertire il posto di guardia del campo dell’accaduto.
Il giorno dopo il capo campo ci avverte che ci stanno cercando per avere spiegazioni e che non è il caso di farci prendere perché, da molto orgogliosi quali sono, non vogliono perder la faccia con la popolazione e ci avrebbero pestati per benino.
Andiamo dalle suore, è domenica e come si fa a non dir loro la Messa! Raccontiamo il fatto, nessuna di loro fiata a difesa dei militari, anzi, ho la sensazione che se non fosse per l’abito che indossano, ci avrebbero anche baciati in ringraziamento! Decidiamo una strategia di fuga in caso si presentassero lì a prelevarci, tutti d’accordo, pronti all’evenienza.
La chiesa è piccola e stupenda nella sua semplicità, muratura fino a tre metri, legno e tegole in cotto la copertura, il campanile poco più elevato, tutto in muratura con architravi che sostengono anche le due campane visibili da lontano. Un portone che si apre verso l’esterno per recuperare spazio per i fedeli, due rosoni rotondi sopra la porta e di fronte, sopra l’altare con gli infissi a forma di croce. La sacrestia sotto il campanile angusta con la scala a pioli con cui si accede alle campane che si suonano stando seduti sulle travi di corona alla muratura, tirando il batacchio a tempo. Una porta che argina la corrente d’aria prodotta dal risucchio del campanile sopraelevato al locale di culto, chiude la sacrestia alla vista di chi è in chiesa.
Alla lettura del Vangelo entrano quattro uomini e si dispongono davanti alla porta, il celebrante prendendo la parola non ne fa accenno alcuno, parla di fede, carità e perdono fraterno, di mansuetudine ragionata e termina con un monito: “mostra l’altra guancia, sii mite, ma con giudizio, non da imbecille specie a difesa del debole.” I militari ascoltano in silenzio convinti che da lì dobbiamo uscire è l’unica porta possibile. Dentro la chiesa, l’intervento è sconveniente, devono aspettare che usciamo per prelevarci e darci la lezione che ci meritiamo. Si sono messi appositamente lì in attesa, paziente attesa.
Alla comunione, le sorelle si sono messe in fila come tanti pinguini in marcia verso l’Ostia Consacrata, poi dopo la benedizione, il celebrante e il sottoscritto chierichetto, con la superiora siamo entrati in sacrestia per togliere paramenti. Dopo alcuni minuti, come da accordi, iniziano a cantare una canzone a toni altissimi, accompagnato a chitarre e tamburi, cembali e timpani, un concerto ad altissime note che ci hanno permesso di spostare la scala, salirci, prima io poi la suora ed infine Galdino, il crescente volume delle suore ci avverte che gli uomini sono nervosi per cui lanciamo la scala di sotto al rovescio e ci affrettiamo a scendere dal dietro del campanile dove ci attende la motocicletta, un abbraccio alla suora e via a tutto gas, ma non prima di vedere la sorella che con il pugnale fornito dal padre fora le gomme anteriori del camioncino con cui sono arrivati i militari.
Tutto fila liscio, dopo un’oretta di viaggio ci fermiamo a far benzina subito dopo il confine, in vista dell’agognato mare. Ormai non ci prendono più e possiamo berci qualcosa. Mi siedo sul gradino della scala che porta al market dove abbiamo comperato le bibite e chiedo al frate: “La suora ha delle belle gambe, almeno?” “Sì!”, mi risponde distratto dal passaggio di una macchina, attendo che il rumore si sia acchetato e riprendo: “Ma, aveva le mutande?” “Cosa vuoi che mi ricordi, ero così spaventato!” “Chi tu? Ma fammi un piacere!” ribatto dandogli di gomito e riprendiamo in nostro viaggio con la sanguisuga che poi abbandoneremo davanti al campo dove cominciamo un nuovo servizio.




mister g


BERLUSCONI HA FAVORITO LA MAFIA??


“Se c’è un partito che in questi anni più si è distinto nel contrastare la criminalità organizzata, questo partito è stato Forza Italia ed oggi è Il popolo della Libertà. Se cé un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo”. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi constatando come “dalla lettura dei quotidiani di questi giorni appaia evidente ad ogni persona onesta e di buon senso che ci troviamo di fronte all’attacco più incredibile ed ignobile che mi sia stato rivolto nel corso di questi ultimi anni”.
Non cii resta che dire staremo a vedere, ci auguriamo che non sia così, adesso ci sorge un dubbio, non è che magari si vuole distogliere l’attenzione dalla legge finanziaria, a mio avviso non delle migliori?
Qualche giorno fa Silvio Berlusconi ha scherzato sulla mafia  e ha detto che strozzerebbe gli autori della fiction TV “la Piovra” perchè hanno dato al mondo questa immagine dell’Italia… non oso immaginare quella che ne verrebbe fuori se risultasse colpevole… per il resto le accuse che gli sono state rivolte sono infamanti, afferma il premier.
Mafia e presunti avvisi di garanzia nei suoi confronti che la procura di Firenze ha smentito attraverso il suo responsabile, il Procuratore Giuseppe Quattrocchi. Berlusconi e Marcello Dell’Utri non sono indagati per le stragi eseguite dalla mafia nel 93 a Roma, Firenze, Milano. Smentita arrivata dopo che il quotidiano il giornale e libero parlavano di un’iscrizione nei registro degli indagati del capo del governo avvenuta a metà ottobre. (Ecco perchè sospetto che siano notizie false con il solo obiettivo di voler distogliere l’attenzione dalla finanziaria). Indagini che scaturiscono dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza su cui sta lavorando anche la procura di Palermo. Il procuratore aggiunto Antonino Ingroia non parla di indagati ma intanto venerdì prossimo 4 dicembre la corte d’appello di Palermo in trasferta a Torino ascolterà proprio Spatuzza. Chiuso il fronte giudiziario toscano rimane aperta tutta la polemica su mafia e fiction… per Anna Finocchiaro presidente dei senatori PD ed ex magistrato in Sicilia c’è il rischio che alla fine qualcuno torni a dire che la mafia non esiste. E secondo Antonio di Pietro dell’Italia dei Valori Berlusconi invece di scherzare dovrebbe spiegare perché si è tenuto in casa un mafioso come Mangano....

Come la pensate voi a riguardo ?


 Documentario francese di canal + del 3/02/2008 che racconta i rapporti di Berlusconi con la mafia 
 







ANNAMARIA... a dopo