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Una ricerca a proposito di sonno e memoria: dormire con la musica (ma a basso volume) aumenta la memoria
Una dolce e ritmata stimolazione sonora durante il sonno può migliorare la memoria. È quanto stabilito dallo studio dell’università di Tubingen (Germania) pubblicato sulla rivista Neuron.
I ricercatori hanno verificato come le oscillazioni elettriche lente presenti nella corteccia cerebrale durante il riposo notturno sono responsabili dei ricordi al risveglio.
Hanno poi verificato che riproducendo durante il sonno dei suoni “ad hoc” sincronizzati con il ritmo di queste oscillazioni, si otteneva un miglioramento della capacità della memoria al mattino. Ad esempio, si ricordavano meglio le associazioni tra parole.
La ricerca, quindi, dimostra come, in modo semplice e non invasivo, sia possibile influenzare l’attività del cervello anche per migliorare la qualità del sonno che le capacità mnemonico.
Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno condotto test su 11 persone in diversi giorni: i partecipanti sono stati esposti a stimoli sonori mentre riposavano. Quando i soggetti sono stati esposti a musiche sincronizzate con il ritmo lento delle oscillazione del cervello, erano poi in grado di ricordare meglio le associazioni tra parole che avevano imparato la sera prima. Mentre una stimolazione fuori fase con lo stesso ritmo lento delle oscillazione era inefficace.
Secondo i ricercatori «questo approccio potrebbe essere utilizzato per aiutare chi ha problemi di insonnia o a ristabilire anche i ritmi circadiani alterati»
Le osservazioni dei ricercatori dell’Università di Tubingen vanno concettualmente a collegarsi con un importante studio dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (pubblicato su Nature Neuroscience) che ha consentito di identificare i neuroni che sottendono alla regolazione delle onde lente, onde che sono da ritenere fondamentali sia per il buon funzionamento dei neuroni sia per il consolidamento della memoria. Il ruolo di «assist» svolto dalla musica nel potenziare le onde lente merita ulteriori approfondimenti, e secondo Jan Born « potrebbe essere utilizzata per amplificare anche altri ritmi cerebrali dotati di un significato funzionale riconosciuto, come quelli che controllano l’attenzione da svegli.»
BUONA DOMENICA DELLE PALME ! |
Annamaria