sabato 15 maggio 2010

METEO..e non solo

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Culture Club Karma Chameleon



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CHER - THE SHOOP SHOOP SHOOP



CHER - Dov'è L' Amore




la partita di calcio fantozziana..per la serie ridere fa bene



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Annamaria...a lunedi

infermiera si svena per protesta e muore

Mariarca Terracciano 


"Lo stipendio è un diritto, ho lavorato e pretendo i miei soldi". Così Mariarca Terracciano, l'infermiera morta giovedì a Napoli, spiegava alle telecamere dell'emittente Julie tv, a fine aprile, la sua decisione di farsi prelevare ogni giorno 150 millilitri di sangue fin quando non fossero stati pagati gli stipendi al personale della Asl Napoli 1. Quella intervista fece subito il giro del web attraverso Youtube, dove è ancora visibile. "Sto facendo anche lo sciopero della fame.
Può sembrare un atto folle - diceva la donna, sposata e madre di due figli - ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue, che è vita, rende evidenti le difficoltà nostra e degli altri ammalati". La protesta era durata alcuni giorni, fino al 3 maggio quando il presidente della Regione, Stefano Caldoro, riuscì a sbloccare la situazione degli stipendi. Salassi volontari a parte, Mariarca era stata in prima linea anche nelle altre forme di protesta attuate dal personale del suo ospedale, il San Paolo di Fuorigrotta, uno dei tanti presidi della Asl Napoli 1.
Giornate difficili, di stress e di ansia, e per l'infermiera anche la preoccupazione legata al mutuo contratto di recente per l'acquisto di una casa: visto il ritardo nel pagamento degli stipendi, per far fronte alla rata la famiglia era stata costretta a chiedere un prestito. La morte di Mariarca, ieri, è stata attribuita ad "arresto cardiocircolatorio": insomma, un malore improvviso. Nessun collegamento diretto con i prelievi di sangue, ma amici e colleghi sono certi che la rabbia e lo stress dei giorni precedenti abbiano inferto un duro colpo alla salute della donna.
Nessuna indagine in corso da parte della magistratura - Intanto è stato disposto un riscontro autoptico-diagnostico per stabilire quali siano state le cause del decesso di Mariarca Terracciano, l'infermiera di 45 anni morta ieri nell'ospedale San Paolo di Napoli. A renderlo noto è il direttore sanitario del presidio Maurizio Di Mauro. "Sono stato io a chiedere il riscontro - ha detto Di Mauro - ma non è in corso alcuna indagine da parte della magistratura". Alla domanda se una protesta del sangue, come quella messa in atto dalla donna, possa causare un decesso, Di Mauro ha risposto: "Assolutamente no".
Il direttore sanitario: “Era una di famiglia” - "Da questa drammatica morte potranno ritrovare la vita altre persone, perché Mariarca ha donato gli organi". Il direttore sanitario dell'ospedale San Paolo di Napoli, è visibilmente provato dalla morte di Mariarca Terracciano. Dopo il decesso, sono stati espiantati cuore, cornee e reni. "La morte di Mariarca mi ha sconvolto umanamente - ha detto -. Lei era in servizio quando si è sentita male, ha avuto un arresto cardiocircolatorio improvviso". La donna, nel ricordo del direttore sanitario, era "una bella persona, di grande umanità e professionalità. Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di parlare con lei e ho avuto conferma della sua umanità. Mariarca era una di famiglia - ha concluso - Perché qui siamo tutti parte di una squadra che contribuisce al funzionamento dell'ospedale".
Gli amici e i parenti: “Ha dedicato la vita al prossimo” - Una intera vita dedicata agli altri, dall'inizio alla fine "e anche dopo". A ricordare Mariarca, anche le amiche e una sua zia. Piangono una morte che non riescono a spiegarsi. "Mariarca era una persona sana - ha detto un'amica -. La conoscevo da 27 anni e non abbiamo capito com'è successo. Era una donna meravigliosa. Siamo preoccupati per i bambini - ha affermato invece una zia -. Chi si occuperà di loro? Non è giusto che crescano senza la loro mamma".

venerdì 14 maggio 2010

SCHIAVI MODERNI - CALL CENTER

Cinque arresti e undici indagati all'Italcarone di Incisa Valdarno: fino a 14 ore di lavoro, beni venduti in nero, dipendenti picchiati se non raggiungevano gli obiettivi. Genovesi (Slc): “E' un'eccezione, ma il precariato può arrivare allo schiavismo”

Cose del genere finora si erano viste solo nei film e invece la Guardia di Finanza ha scoperto un call center, “Italcarone” di Incisa Valdarno, vicino a Firenze, in cui le dipendenti potevano anche essere frustate se non raggiungevano gli obiettivi fissati dall'azienda. E' quanto racconta Repubblica in un articolo pubblicato  ieri 13 maggio . L’azienda - sostengono gli inquirenti - reclutava personale con inserzioni sui giornali senza specificare quali mansioni avrebbe dovuto ricoprire e poi li trasformava in telefonisti e faceva loro ascoltare ogni mattina l’inno nazionale, canti e slogan. Ai lavoratori - questa l'accusa degli inquirenti - erano però richiesti risultati inarrivabili e imposti orari pazzeschi, fino a 14 ore al giorno, con mezz’ora per il pranzo e pochi minuti per andare in bagno. E, se i risultati non arrivavano, i venditori venivano presi a frustate sulle gambe, fa sapere sempre la Gdf.


I vertici dell’azienda
- quattro uomini e una donna - sono finiti in carcere e altre 11 persone sono indagate con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla frode fiscale. Secondo le Fiamme gialle, oltre a trattare come bestie i dipendenti, l’azienda ha venduto in nero beni per quasi quattro milioni e mezzo di euro.

L’aspirapolvere oggetto della truffa veniva importato dagli Stati Uniti, aveva un reale valore commerciale di 350 euro ma veniva piazzato a quasi 4mila, presentato come “presidio medicochirurgico-elettromedicale anti acaro”. La carriera del venditore s’interrompeva presto e senza remunerazione, perché il tetto da raggiungere per ottenere le provvigioni era inarrivabile, dando così vita ad un turn over continuo, tutto a beneficio della Italcarone.

Genovesi (Slc), precariato è il vero problema
“La realtà supera i peggiori incubi”. E’ il commento del segretario nazionale della Slc Cgil, Alessandro Genovesi. “La questione vera – a suo giudizio  - è come si combatte il precariato, che può arrivare a forme di schiavismo fisico e psicologico. Quando il lavoratore si trova in una posizione contrattuale debole, è portato ad accettare di tutto”. In ogni caso, specifica, “quello di Firenze è un’eccezione: i call center sono aziende con molti problemi, che instaurano rapporti di lavoro precario, ma di solito non arrivano a questi estremi. Sono episodi che devono far riflettere le coscienze di tutti i cittadini, prima ancora che quelle di sindacalisti e imprenditori”.
 
Sull’argomento, più in generale,  vi segnalo  l’ottimo libro di Michela Murgia “IL MONDO DEVE SAPERE" nel quale l’autrice racconta “il suo mese”, pazzesco, come telefonista di call center.
 










 
Questo libro è il diario in presa diretta di un mese vissuto nell'inferno del telemarketing. Per trenta interminabili giorni, l'autrice ha venduto al telefono aspirapolveri a migliaia di casalinghe per conto della Kirby, una grande multinazionale americana. Intanto annotava, apprendeva e soffriva in prima persona le tecniche di condizionamento e le riunioni motivazionali, le premiazioni e le umiliazioni pubbliche, orari, salari e punizioni aziendali... "Il mondo deve sapere" racconta la precarietà, riuscendo miracolosamente a fare ridere. Fino alle lacrime.


Annamaria...a dopo

METEO..e non solo

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per Marco, da una lei....





giovedì 13 maggio 2010

METEO..e non solo...





         video dedica  per la mia cara amica Natalina e per tutti gli amici (e sono stati tanti!) che hanno partecipato all'incontro venerdi scorso a Padova.


                

                  Io e Natalina mentre esploriamo un nuovo modello di cellulare .. nelle foto seguenti alcuni degli  amici presenti    all'incontro...Vanni, Rosa, Bruno, Sergio, Annamaria,(mia omonima)Vera, Felice, Enzo, Rosa, Roberta, Luna, Giovanni.

                                                    



                                                        




Questo incontro è stato reso possibile grazie alla chat di Eldy



Annamaria...a dopo

Le notizie segnalate dagli amici del blog

È A DIR POCO M A G I S T R A LE !!


Che si aspetta a fare una politica di tagli sugli sprechi pubblici?

Viviana Vivarelli

Con i roghi della Grecia davanti agli occhi e l’Italia a questo livello di degrado, che si aspetta a ridurre i costi della politica?
Tremonti tace in una inerzia colpevole e sospetta.
B continua sulla sua strada autarchica e autoreferenziale verso il potere assoluto e, se le cose andranno male, scapperà ad Antigua dove ha già il tesoro, 7 ville per sé e ville lussuose per i più fidi.
I Ministri sono pedine imbelli e imbarazzanti, privi di ideazione e responsabilità.
Tutto il Governo, come la maggioranza parlamentare, è fatto da yesman privi di dignità e di onore, messi lì solo per obbedire.
E gli stessi partiti di opposizione balbettano flebilmente o tacciono addirittura su quello su cui si dovrebbe gridare a gran voce: cosa si aspetta a ridurre gli sprechi dello Stato?
Dovremmo pagarli tutti insieme con la bancarotta come avviene in Grecia?
Dovrà essere la parte più povera dello Stato a vedersi stroncare di colpo servizi, salari e stipendi?
Non si può intanto fare i tagli più grossi?

Cosa si aspetta a prendere i primi provvedimenti?
-dimezzare il Parlamento e ridurre drasticamente il numero di assessori e consiglieri
-eliminare le Province, il che da solo fa 10 miliardi di €
-eliminare le comunità locali sotto i 600 m
-eliminare una volta per tutte gli enti inutili, le circoscrizioni
-accorpare i comuni più piccoli
-mettere tetti ai super stipendi, dai magistrati di cassazione ai ministri agli onorevoli
-attuare quel famoso scarico fiscale delle spese e degli acquisti che finalmente metterebbe allo scoperto l’evasione
-eliminare, come da referendum, i contributi a giornali, giornaletti e opuscoli vari
-fare un bel taglio all’8 per mille alla Chiesa e alle sovvenzioni alle scuole private
-tagliare drasticamente i consulenti di Stato
-rimettere in moto l’economia con migliaia di piccole opere pubbliche (le scuole che crollano, per es. o la messa in sicurezza del territorio, che tra crolli, frane e alluvioni sta stracciando il bilancio)
-ridurre le auto blu da 607.918 a 54.000 come in Germania
-tagliare le opere inutili come il Ponte di Messina o le centrali Nucleari o la parte incompiuta della TAV
-mettere un tetto a tutti gli aumenti che funzionari di enti pubblici (vedi gli amministratori siciliani) si possono dare autonomamente
-ritiro delle truppe in Afghanistan e riduzione delle spese militari
.. e ovviamente frenare il primo e maggiore motivo del deficit di bilancio: l’enorme voragine aperta dalla corruzione di stato.
Ma cosa si può sperare se il partito di maggioranza è comandato dal più grosso corruttore e corrotto dello stato stesso? e se il suo socio leghista continua a sostenerlo in tutte le sue sporche nefandezze? e se l’opposizione pensa solo a fare una seconda bicamerale di turpe patteggiamento come se non fossero bastati i danni prodotti dalla prima? e continua a mantenere gli stessi D’Alema e Violante ecc che hanno aiutato Berlusconi a prendere il potere e a tenerlo nell’assenza di una opposizione degna di questo nome?
..
 

RIMANE INCINTA A 54 ANNI, GRAVIDANZA NATURALE

 A 54 anni è rimasta incinta, senza ricorrere ad alcuna cura. Una gravidanza avvenuta in modo naturale. E' quanto scrive il Tirreno, raccontando la storia di Giovanna Ciardi, originaria di Pistoia ma da 30 anni residente a Camaiore (Lucca), dove lavora all'ospedale Versilia e vive con il marito Bruno Paoli, già madre di Veronica avuta 23 anni fa da un precedente matrimonio. La futura puerpera ha spiegato al giornale che a gennaio ha avuto un ritardo e ha pensato che, a 54 anni, fosse arrivata la menopausa. Così è andata dal medico. "Quando però - spiega - gli ho detto che avevo anche nausea e agitazione di stomaco, lui mi ha guardato e sorridendo mi ha detto: 'Guarda che questi sintomi non hanno niente a che fare con la menopausa'. E mi ha consigliato di comprare un test per la gravidanza", che è risultato positivo. La certezza poi è arrivata dalle analisi del sangue. Ora Giovanna - colta di "sorpresa. Non avevo messo in conto di restare incinta alla mia età" - è alla 15/ma settimana di gravidanza e sa già che avrà una bambina. "Una gravidanza naturale a 54 anni è un caso assolutamente eccezionale", ha dichiarato Giovanni Paolo Cima, primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Versilia, interpellato dal Tirreno per un commento sul caso raccontato dal quotidiano. "Fino ad oggi abbiamo assistito a due casi limite di gravidanza naturale a 47 anni. Oltre quella soglia d'età non siamo mai andati. E, per quello che mi risulta - ha concluso -, anche fuori Versilia casi simili sono rarissimi". 

Ansa

Annamaria...a dopo

mercoledì 12 maggio 2010

METEO..e non solo...






Inno all'amicizia...questo video è dedicato a tutti noi del blog da un nuovo amico: Domenico.

Per il nostro amico la vera amicizia è dirsi tutto in faccia senza ipocrisie.

Wikipedia definisce l’amicizia come: “un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso, ma anche tra esseri umani ed esseri appartenenti al mondo degli animali. È considerato uno dei più importanti stati emozionali, dopo l’amore universale, alla base della vita sociale, perché fonte di collaborazione al benessere comune, aiuto e condivisione di momenti importanti.”...
...Sul dizionario ho trovato la seguente definizione: “il legame affettuoso fra due o più persone, nato dalla consuetudine e da affinità di sentimento, tenuto saldo da una reciproca stima e considerazione.”...

 

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le novità
 






retrospettiva musicale: tango bolero (1938)

martedì 11 maggio 2010

OMOSESSUALI CELEBRI - A.M intervista Ducky -



-         Incredibile!
-         Eppure…!

(Annamaria intervista Ducky)

Annamaria :        Ducky,  hai preso il caffè, ti sei rilassato…allora, cominciamo?

DUCKY:             Vuoi dire, “ci siamo” rilassati e rinfrancati con il caffè…sono
                            alla tua mercè. Però, birbantella, hai scelto un argomento piuttosto
                            “pepato”.

Annamaria:                  Eh, sì…perché recentemente ho letto su un giornale il caso di un
                            omosessuale ucciso dal figlio del suo amante, che giudicava
                            questa relazione immorale e vergognosa.

DUCKY:             Ancora siamo a questo punto, e ci vorranno dei secoli prima che
                            gli eterosessuali, cioè noi normali accettiamo l’inversione 
                            sessuale. Molti omosessuali non sono capiti dalla famiglia e non
                            solo dalla famiglia. E’ mille volte preferibile un invertito sessuale
                            dichiarato che uno che si trincera dietro tante ipocrisie e falsi
                            moralismi, perché quest’ultimo odia le persone normali, maschi e
                            femmine, e potendo, farà loro del male, a seconda del posto
                            sociale che occupa.

Annamaria:                   Ma nei secoli passati e in certi paesi era                                   considerato diversamente 
                            l’omosessuale…non è così?

DUCKY:             Negli antichi codici ittiti, caldei, babilonesi ed ebraici  non
                            venivano condannati i rapporti omosessuali.

Annamaria:                  Ecco, vedi…!

DUCKY              Pensa un po’ che nell’epoca di Gilgamesh, insomma andiamo
                            indietro nel tempo di 30 secoli fa – cioè  3000 a.C. –  chi era
                            dichiarato omosessuale non destava alcuno scandalo o
                            preoccupazione.

Annamaria:          Poi le cose cambiano, come disse quel poeta latino, Orazio…”carpe diem”

DUCKY:              Le cose cambiano e furono cavoli amarissimi per gli omosessuali.
                            La condanna di ogni rapporto omosex ebbe origine nella storia ebraica…

Annamaria:          Ma guarda questi Ebrei dell’antichità…ma Ducky potevano farsi i …fatti loro…

DUCKY:              Non scherzare, … siamo ancora a tanti secoli fa …si tratta di sette secoli a. C. Ma fino a quel secolo, i rapporti orogenitali …

Annamaria:          …e qui l’oro non centra un bel niente…!

DUCKY:              Lo credo anch’io… e le attività omosessuali erano associati a cerimonie religiose in tutta le zone medio orientali. I “maschietti
                            “ omosessuali si “prestavano” prostituendosi in un tempio, chiamato Kadesh, e spesso facevano parte del gruppo religioso ebraico.  I codici sessuali ebraici, questo modo di comportarsi, furono adottati dai seguaci del cristianesimo, tra i quali San Paolo, il quale era cresciuto nella tradizione ebraica, Sicché il codice morale cristiano è una copia quasi identica del più antico ebraico.
                            E per completezza di argomento devo dire anche che il codice ittita però proibiva l’omosessualità maschile, mentre non si interessava dei rapporti lesbici. Nella Bibbia  è soltanto l’omosessualità maschile a essere duramente condannata, mentre quella femminile non viene considerata. Le pene prevedevano la morte dell’omosessuale.

Annamaria:          Oh, poverini…però Ducky so che alcuni personaggi famosi erano omosessuali… Sofocle, Oscar Wilde, Benvenuto Cellini…
                                                  caricatura O. Wilde

DUCKY:              Molti, molti, tantissimi…omosessuali celebri ce ne sono stati , ma ciò non significa che l’omosessualità apra le menti delle persone, o che essi siano sempre, come dice Dante, letterati e degni di massimo rispetto.  Vuoi che te ne faccio una sfilza di quelli che hanno fatto la storia,  le arti, le scienze, la cultura: Eccoli:
                            Socrate, che tu hai citato, Platone,  Sofocle, Kiekegaard, Virgilio, Pindaro, Alessandro Magno,  Cesare Augusto, Byron, Shakespeare Andersen, Verlaine, Rimbaud, Oscar Wilde, Gide, Condé, Lorrain, Proust, Lorca…
Annamaria:          Garcia Lorca? Uhm!

DUCKY:              Sì, proprio lui…poi, il grande Leonardo da Vinci, Benvenuto Cellini, già citato da te, Chaikowski, Brahms, Il grande Giulio Cesare, Marco Aurelio, …e  sssst…papa Giulio II, Fidia,  Epaminonda,  Minosse, Goethe, Molière, Vittorio Alfieri, e ah, mannaggia…casanova, Enrico III, Eduardo II, Guglielmo II, Guglielmo III, Federico il Grande e suo fratello Enrico, i…mannaggia, papi Paolo II. Sisto IV e tanti altri…Marò, mi manca il fiato, Annamaria, lasciamo prendere fiato…mi fischiano le orecchie, credimi.
                            Certamente, alcuni lettori, si saranno scandalizzati nel leggere questi nomi, e qui sta il dramma dell’omosessualità: ancora ci scandalizziamo…e passeranno molti secoli prima che si resti indifferenti dinanzi a un omosessuale.


Enzo

 

lunedì 10 maggio 2010

METEO ..e non solo..

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una canzone per la mia amica VERA

Le riflessioni di CIPRIANO . ....CHIUSO PER FERIE


                
C’era una volta un paese dove alla fine di luglio
o al massimo agli inizi di agosto, tutti i negozi
appendevano alle serrande il fatidico ed
immancabile cartello “Chiuso per ferie dal
1/8 al 31/8 ”. Più di uno allungava le ferie anche
alla prima settimana di settembre, agosto era
in ogni caso e da qualsiasi parte lo si prendesse,
una tragedia greca per gli scalognati (pochissimi)
che, a cavallo della settimana di ferragosto,
se restavano a casa correvano seri rischi di
rimanere letteralmente in preda all’inedia per
mancanza di viveri.
Ricordo che si ricorreva a quella vecchia
salumeria della periferia, in quel vecchio palazzo
rassomigliante più ad una masseria di campagna;
seppur  con la serranda scrupolosamente
abbassata e chiusa per ferie, attraverso una
porticina nascosta dentro il palazzo, attraversando
più silenziosamente di un gatto la cucina e l’intero
appartamento del salumiere, si arrivava dietro il
bancone nella più completa penombra dell’esercizio
chiuso dove, quasi imitando la circospezione degli
spacciatori di droga, l’anziana grassa ma
benedetta dal cielo proprietaria, velocemente ti
impacchettava il filoncino di pane, la busta di latte e
due banane, il tutto ben occultato all’uscita dove, una
volta arrivati per strada, guardavi con sospettosa
prudenza intorno, per vedere se qualcuno ti avesse
notato (probabilmente più che i vigili era la vergogna
di essere individuato come il classico sfigato morto
di fame non in ferie).
Quell’unico lontano, “sgarrubato” e mimetizzato
negozio di alimentari, era la sola ancora di salvezza
per  chi, per scelta o necessità, rimaneva a casa ad
agosto, anche se la stessa necessità veniva poi
ugualmente evidenziata nei periodi dei lunghi,
prolungati e numerosi ponti festivi, compreso
Natale.
E veniamo ai giorni nostri.
Io, insieme a più di cento colleghi della stessa
Amministrazione, il 1° maggio c.a. Festa del Lavoro,
ero in regolare sevizio per  espletare i compiti di
istituto assegnati.
Prima di arrivare (di buon’ora) al mio posto di
servizio, ho potuto osservare, attraversando la città,
come la stessa già fervesse di una attività lavorativa
fuori del comune …Camion e camioncini che
scaricavano merce fuori le salumerie e supermercati,
bar  già affollati, edicole aperte, serrande che si
alzavano, commesse e commessi che si affrettavano,
parcheggi auto già esauriti, ambulanti già in posizione
ed addirittura (??) i lavavetri e “vucumprà” pronti ai
semafori.
In quei brevi minuti la mia mente è volata agli ormai
anni lontani allorché in questo giorno, in una città
assolutamente deserta e dove gli unici esercizi aperti
erano la farmacia di turno e qualche bar, si aspettava
quello che poi era l’unico evento fuori del normale
per una piccola città di provincia: la famosa sfilata
dei lavoratori del 1° maggio.
Puntualmente alle dieci e per più di due ore, migliaia
e migliaia di lavoratori a piedi, sui mezzi più variopinti,
i lavoratori dei campi sui trattori, provenienti da tutta
la provincia, attraversavano il corso cittadino al suono
di bande e canti tra bandiere al vento.
Per noi ragazzini era una festa, ma si provava altresì
enorme rispetto ed affetto per quei volti abbronzati,
molti segnati dall’età e scavati dal duro lavoro.
Quella sfilata era il simbolo di una Italia che lavorava
duramente, ma che in quel giorno ti veniva a salutare
festosamente anche se rigorosamente austera,
contadina ed operaia, a ricordo delle sane origini.
…Ma questa è un’altra storia, (ragazzi mi sto
commovendo) una fotografia ormai  ingiallita;
torniamo a noi, al recente 1° maggio che vi stavo
narrando.
Poco prima di chiudere il mio turno di servizio,
immancabilmente arriva la telefonata della cara
consorte che mi chiede se potevo, prima di rientrare,
approvvigionarmi di un po’ di pane.
Un problema alle ore 14,05 del 1° Maggio? Macchè!
Un bel panificio al centro continuava a sfornare
fragranti pani e panini; e già che c’ero, una bella
pasticceria mi ha fatto completare la spesa con dei dolci.
Pensate che nella prima serata la situazione era
diversa? …Ho visitato uno dei numerosi Ipermercati
( tutti aperti) e dove c’era molta più gente che nei
cosiddetti giorni normali. Una cosa che mi ha però
colpito, osservando con una certa attenzione gli sguardi
e gli atteggiamenti dei lavoratori, era una sorte di
intima rassegnazione al dover “volenti o dolenti”
assolvere al proprio lavoro in una giornata una  volta
consacrata al più alto livello, al riposo ed alla festa.
Molti opporranno a questa mia considerazione la tesi
della ineluttabilità della moderna concezione del
commercio.
Bene! quindi mi aspetto il “tutto aperto” il giorno di
ferragosto, il 25 dicembre, il 1° gennaio ed a Pasqua.
Spero solo che ai lavoratori venga dato “quel che
si deve …(il giusto)” senza ricatti o piccoli sottobanco
( ma ci credo poco o nulla…).
Il caro cartello vecchio ed antiquato “CHIUSO PER FERIE”
purtroppo viene in questi tempi difficili sempre di più
sostituito con “CHIUSO PER CESSATA  ATTIVITA”.
Speriamo che questi sacrifici lavorativi possano servire
almeno a scongiurare, in parte, questa emorragia di
fallimenti commerciali.
   …Ciao  dal vostro  Cipriano


A proposito. Agli amici della c.d. Padania, spesso tanto
severi con noi meridionali. Avete voi ancora il coraggio
e la faccia tosta di dirci : “Andate a lavurà terrùn!”.
Vi potrei rispondere “educatamente” e nella vostra
lingua : “Ma và la pren’ nel c..”

  …Ciao sempre dal vostro Cipriano!!