sabato 7 novembre 2009

IL PUNTO G






Del punto G, se ne parla molto. Promessa di un piacere intenso, addirittura mistico, ci intriga ed affascina. Alcune di noi l’hanno trovato ed addomesticato, ma, per la maggioranza delle donne, il punto G rimane un mistero.

Esiste davvero? Dov’è? Stimolarlo significa raggiungere sistematicamente l’orgasmo?
Vogliamo saperne di più?

Apriti, oh settimo cielo!



Emanuele Jannini è un Professore dell’Università de L’Aquila. Insegna Sessuologia Medica.
Studia il PUNTO G da svariati anni…
Il Punto G… Il mitico Punto G… Scoperto negli anni 50 dal ginecologo Tedesco

Ernst Grafenberg, da cui prende il nome…
Dovrebbe essere il “motore” dell’orgasmo vaginale…
Ma, più che altro, è il “motore” di discussioni, polemiche, miti, leggende…
In tanti dicono che non esiste…
Tanti sono pronti a mettere la mano sul fuco che c’è…
Molte donne dichiarano, strafelici, di aver trovato il loro…
Molte donne dichiarano che lo hanno cercato, ma proprio non c’è…

ESISTE O NON ESISTE?

E’ davvero un UFO ginecologico, come è stato definito in passato?

ESISTE.
Lo ha fotografato il Professor Jannini!
IN ITALIA LA GENTE FA ANCORA QUALCOSA DI BUONO!! WOW!!!

Che cosa ha fatto Jannini? Ha preso un campione di giovani donne, divise equamente tra chi dichiarava di essere in grado di avere un orgasmo vaginale, e chi dichiarava di non averlo mai avuto.
Ha fatto a tutte loro delle semplici ecografie transvaginali…che non sono certo una cosa poco comune in ginecologia…e a questo punto viene da chiedersi come mai nessuno abbia mai pensato prima a cercare il Punto G in questo modo!!! Era l’uovo di Colombo!!!!!!

Della serie “Si sa dove dovrebbe essere…fotografiamolo!”. Il Punto G dovrebbe essere tra la
parete anteriore della vagina e la parte posteriore della vescica…a 6-8 cm di profondità…in corrispondenza più o meno dell’osso pubico…

Risultato di queste ecografie?
Bene…nelle donne che dichiaravano di poter provare l’orgasmo vaginale, è stato riscontrato un ispessimento della parete tra vagina ed uretra!!!!
IL PUNTO G, QUINDI, ESISTE.

E le donne che hanno dichiarato di non riuscire a provare l’orgasmo vaginale?
Beh…in quasi tutte loro non è stato riscontrato questo ispessimento…
Loro non hanno il punto.
Jannini, quindi, ha tirato le somme: ci sono donne che hanno il punto, e donne che non lo hanno. Chi lo ha…può provare l’orgasmo vaginale; per tutte le altre c’è soltanto la possibilità di quello clitorideo.
Fine della Fiera…
LE CATTIVERIE DELLA NATURA…
In base a cosa nascono donne con o senza il punto? A me sembra dannatamente ingiusto… In giustissimo!
jannini si affretta a dichiarare che le donne che nascono senza Punto G non sono malate…non sono inferiori… Ma io già le vedo quelle col punto, che brandiscono la ecografia transvaginale fatta loro dal Professore, umiliando le povere “clitoridee”!

Jannini sta compiendo una serie infinita di studi, per riuscire più o meno a capire tutto di questo ormai mitologico punto…
E’ formato da diversi tipi di tessuti, che comprendono la parte interna del clitoride, corpi cavernosi come quelli del pene, le ghiandole di Skene e nervi che utilizzano gli stessi fattori biochimici dell’eiaculazione maschile-.
Sta cosa non mi piace… Piantatela con avvicinare il nostro apparato riproduttivo a quello maschile!

Ad ogni modo…con le scoperte di Jannini si rafforza l’idea che il punto G sia una specie di prostata femminile, e che possa permettere l’eiaculazione…
Pare rispondere dannatamente bene al testosterone, e quindi, se una donna ha il Punto G ma “non le funziona bene”…bombardandola di testosterone potrebbe riuscire a provare orgasmi vaginali tali da “farle vedere i mostri”!
Certo…le verranno anche più peli di un Lupo Mannaro…ma chissene…
DONNA PELOSA, DONNA VIRTUOSA!

Hum…a me sta cosa di corpi cavernosi, ghiandole di skene, specie di prostata maschile, eiaculazione, testosterone… Mi fa un effetto strano…
Sono femmina……

Scherzi a parte (ma mica tanto…) una donna ecografata da Jannini non aveva mai provato l’orgasmo vaginale; ma risultava dotata del punto G… Allora ha preso l’ecografia che lo mostrava, è andata a casa col suo uomo…si sono messi con calma e pazienza a cercare sto  Punto…
TA-DAH!!!!!!!!
ORGASMO PAZZESCO…

Capita l’antifona, donne?? Tra la parete anteriore della vagina e la parte posteriore della vescica…a 6-8 cm di profondità…in corrispondenza più o meno dell’osso pubico… Aumenta di dimensioni con l’eccitazione…quindi è più facile da sentire e trovare solo se adeguatamente stimolate…
ALLA RICERCA!!

Se qualcuno vi da’ una mano (anzi…un dito)…tanto meglio…
Sennò…avanti da sole, e con tanta pazienza!! NE VALE LA PENA!!
———–



quindi ricapitoliamo :

PER COMINCIARE

Parlatene insieme. Infatti, se non gli chiedi di andare alla scoperta del punto G, forse non gli verrà mai in mente ! Inoltre, se lo vedi che esplora la tua vagina come uno speleologo, non stupirti se ti dice che non sa che cosa sta cercando ! Il dialogo è fondamentale, per guidare il partner sulla via del tuo piacere, che sia quella del punto G o un’altra !

LE ZONE SENSIBILI

punto G si trova tra 3 e 5 all’interno della vagina, verso il ventre. Per trovarlo con le dita, se sei a pancia in su, il tuo partner deve far entrare 1 o 2 dita e piegarle in avanti per toccare il famoso punto G. Attenzione, il punto G in realtà è una zona abbastanza ampia, grande come una moneta da 2 euro.

IL GESTO CLASSICOl

punto G ha una sensibilità particolare, diversa da quella del clitoride. Non è sensibile agli sfioramenti, alle carezze leggere, ma piuttosto alle pressioni decise. Quindi il gesto deve essere forte e piuttosto lento. E’ necessario anche che la partner sia già eccitata. Una donna che non prova nessun desiderio o eccitazione non sentirà nessuna sensazione particolare anche se viene stimolato il punto G !

l’EIAUCULAZIONE FEMMINILE

Si tratta di una perdita di liquido al momento dell’orgasmo. Si verifica soprattutto quando l’orgasmo è provocato dalla stimolazione del punto G. Attenzione, non si tratta di forte lubrificazione vaginale, ma di un liquido che esce dallo stesso orificio dell’urina, della quale ha anche la stessa composizione.



Liberamente tratto da “Il punto G” di Elmar e Michaela Zadra :

Il punto G: cose che non si dicono

Forse è proprio questa stretta connessione tra la stimolazione del punto G e lo scaturire di una vasta gamma di emozioni che ha spinto tutti gli scienziati quanto l’opinione pubblica a evitare di prendere una posizione netta riguardo al punto G.

hentay e il punto G

Nel Tantra, ( Tantra=insegnamenti spirituali e tradizioni esoteriche originatosi nelle religioni indiane a partire dal VI SECOLO; ne esistono varianti induiste, buddhiste, giainiste e bonpo e nelle sue diramazioni si è diffuso in Tibet, Cina, Corea, Giappone e molte altre aree dell’ estremo Oriente.

che da sempre ama l’intensità della vita, si èabituati a trattarlo come un argomento tra gli altri, perciò le donne che si rivolgono a noi sanno in partenza che farà parte della loro ricerca interiore. Per capire però come le donne al di fuori del nostro campo si informano sul punto G, abbiamo chiesto ad alcuni ginecologi quante clienti chiedono loro consiglio al riguardo. Qualcuno ci ha risposto: « In vent’anni di pratica, mai una cliente mi ha fatto questa domanda ». Qualcun altro ci ha detto: « Succede molto raramente che una donna me lo chieda ». Un terzo: « È un argomento che esula dalla visita ginecologica », e così via….

Rossana Cirillo, una ginecologa genovese che aveva partecipato al training di Tantra, entusiasmata dalla nostra ricerca, ha rovesciato la questione: anziché fornirci una statistica su questa assenza quasi totale di domande spontanee da parte delle donne, le ha interrogate direttamente sull’argomento. Per avere un campione casuale, ha chiesto alle prime 65 pazienti che sono entrate nel suo studio se conoscevano il punto G, la reazione è stata sorprendente: diverse donne, sentendo che il loro medico di fiducia usciva dalle domande di routine e si interessava della loro sessualità, hanno preso la palla al balzo per porre a loro volta domande che non avevano mai avuto il coraggio di fare prima. Chiedevano informazioni sul punto G, sull’orgasmo e sulle tematiche della loro sessualità.

Se confrontiamo le loro risposte con il campione delle partecipanti al corso di Tantra, vediamo che meno donne conoscono il punto G: 31 rispetto a 53. C’era da aspettarselo, visto che chi si presenta ad un corso sulla sessualità consapevole arriva più informato sull’argomento.

Se invece guardiamo quante donne hanno un’esperienza corporea concreta del punto G, la differenza non è poi così grande. Sommando poi le 4 donne che hanno un orgasmo vaginale senza conoscere teoricamente il punto G, arriviamo allo stesso numero di 19 donne con esperienza corporea concreta che appartengono al corso di Tantra.

Questo risultato ci dà l’idea che circa una donna su tre vive il proprio punto G indipendentemente da quante informazioni teoriche sul sesso possiede.

Il dato ci consola, mega profilattico per cazzonivisto che le conoscenze a cui possiamo normalmente attingere sul punto G sono molto ambigue e contraddittorie. Da un lato gli scienziati e i medici in gran parte lo ignorano. Dall’altro ci sono gli entusiasti del punto G (di cui internet è pieno) che lo esaltano come una fonte di puro piacere, con testimonianze di godimenti e orgasmi al limite della pornografia, evitando però di parlare di tutti quei momenti difficili che abbiamo analizzato.

Tra queste due fonti di conoscenza così polarizzate, la donna che desidera informarsi può soltanto entrare in confusione.

Vedendo le informazioni intorno al punto G, abbiamo incontrato un altro grande tabù. La letteratura ginecologica ha riferito, sia pure occasionalmente e con estrema cautela, casi di donne che durante il parto avvertivano sensazioni orgasmiche. Queste potrebbero essere causate dalla stimolazione del punto G durante la fase espulsiva.

I pochi studi sull’argomento spesso non sono nemmeno stati conclusi. Uno in particolare, condotto in un ospedale italiano su 30 puerpere, è stato interrotto bruscamente dall’amministrazione delle USL in quanto ritenuto « un attentato alla sacralità e intoccabilità dell’essere madre. Come se la presenza del piacere orgasmico durante il parto infrangesse l’immagine atavica che pretende di associare al parto solo il dolore».

Se consideriamo tutte le costruzioni mentali intorno al piacere sessuale femminile e teniamo presenti i conflitti interiori osservati nelle 180 donne che si sono esplorate al punto G nella nostra ricerca, lanciano l’ipotesi, pur non essendo esperti in ostetricia, che molti parti potrebbero essere meno dolorosi se le donne prendessero in considerazione l’idea di poterne ricavare almeno una piccola dose di piacere.
Liberamente tratto da “Il punto G” di Elmar e Michaela Zadra :




ANNAMARIA...a dopo



venerdì 6 novembre 2009

IL DESTINO DEGLI UOMINI- Poesia di Migliore Salvatore-


U DESTINU DI L'OMINI (con traduzione )

Stanotti mi’nsunnai un picciriddu
E ‘cci addumannai unn’era so Matri
Iddu ‘nnuccenti, taliannu ‘ncelu
M’arrispunniu:
A VIDI DDA STIDDA ?
CHIDDA E’ ME MATRI.
Allura taliaiu ‘dda stidda
E ‘cci addumannai unn’era so figghiu,
idda ciancennu e taliannu ‘nterra,
m’arrispunniu:
A VIDI DDA CRUCI ?
DDA CC’E’ ME FIGGIU.
Ma ‘dda cruci era granni
E Cristu nun si vidìa,
ma allura ‘nta cruci cu cc’è ?
m’addumannai taliannu;
CCI SUNU L’OMINI…….
M’arrispunniu na vuci,
OGNUNU ‘CCA SO’ CRUCI,
OGNUNU SENZA PACI.
E Cristu allura d’unn’è …..?
M’addumannai ciancennu,
‘E ‘CCU SO PATRI……….
M’arrispunniu ‘dda vuci,
‘NTA CRUCI NUN CC’E’ CCHIU’
SINN’ACCHIANO’ ‘NCELU,
‘PI CIRCARI PACI.

traduzione

IL DESTINO DEGLI UOMINI

Questa notte sognai un piccolino
E ci chiesi dov’era sua madre
Lui innocente guardo' in cielo
E mi rispose:
LA VEDI QUELLA STELLA ?
QUELLA E’ MIA MADRE.
Allora guardai quella stella
E ci chiesi dov’era suo figlio
Lei piangendo e guardando la terra
Mi rispose:
LA VEDI QUELLA CROCE ?
LA’ C’E’ MIO FIGLIO.
Ma quella croce era grande
E Cristo non si vedeva,
ma allora in quella croce chi c’è ?
mi chiesi guardando;
CI SONO GLI UOMINI……
Mi rispose una voce,
OGNUNO CON LA SUA CROCE ,
OGNUNO SENZA PACE.
E Cristo allora dov’è …..?
Mi chiesi piangendo,
E’ CON SUO PADRE…..
Mi rispose quella voce,
NELLA CROCE NON C’E’ PIU’
E' SALITO IN CIELO,
PER CERCARE PACE.

Gli sms e gli incontri d’amore Così si distrugge poesia e morale


Si può passare da un partner all’altro nella stessa serata se arriva un messaggino
Gli sms e gli incontri d’amore
Così si distrugge poesia e morale
Contatti multipli e più disincantati





Dall’aprile del 2007 il New York Magazine pubblica online pagine di diario delle espe­rienze sessuali della gente, che narra anonimamente le pro­prie conquiste e prodezze not­turne. Alcuni di questi racconti sono insoliti e tristi. Una banca­ria che è stata licenziata passa le serate a ubriacarsi per poi svegliarsi al mattino nel letto di uomini sconosciuti. Un ope­ratore finanziario afro-america­no nei week-end gira per il pae­se per incontrare coppie in cer­ca di sesso interrazziale.

L’aspetto più interessante di questi diari è però la parte che il cellulare ha avuto nel corteg­giamento. Nelle sere in cui escono, gli estensori dei diari spesso inviano sms a diversi possibili partner, cercando di combinare l’incontro migliore. Come nota il giornalista We­sley Yang, che indaga acuta­mente il fenomeno sul New York Magazine , chi scrive i dia­ri «usa il cellulare per disaggre­gare, catalogare e rimpacchetta­re i suoi bisogni emotivi e fisi­ci, assegnando un partner di­verso a ognuno di essi e speran­do in un’esperienza soddisfa­cente» . A queste persone capita spes­so di accingersi a passare la se­rata con un partner e di cambia­re poi idea perché gli arriva un sms con una proposta più pro­mettente. Per scongiurare il pe­ricolo di non essere scelti da nessuno, scrive Yang, «tutti so­no nell’elenco di riserva di qual­cuno, e tutti hanno un elenco di riserva, che tengono aperto con sms interlocutori».

L’atmosfera è fluida, come in un’asta su eBay. Questo com­porta l’adozione di strategie di marketing. Non bisogna appari­re troppo ansiosi di conclude­re. Vanno trovati soprannomi diversi per i vari partner. «Deci­do di passare la giornata con Quella Che Piange», scrive un assistente legale di 26 anni del­­l’East Village. Nel condurre le transazioni non bisogna avere troppi scrupoli. «Ho per le ma­ni un super-appiccicoso», scri­ve una produttrice televisiva. «Mi ha chiesto di uscire di nuo­vo domenica prossima. Non ri­spondo» .

La gente che manda il diario delle sue vicende erotiche a una rivista non rappresenta cer­to l’americano medio, ma l’im­piego della tecnologia negli ap­procci sessuali è ormai consue­tudine per un gran numero di giovani americani, e riflette una tappa interessante dell’evo­luzione sociale del paese.

Una volta — ai tempi di «Happy Days» — il corteggia­mento era governato da una se­rie di regole e cautele. Gli in­contri tra i potenziali partner avvenivano di solito nel conte­sto delle grandi istituzioni so­ciali: il quartiere, la scuola, il luogo di lavoro, la famiglia. C’erano dei riti sociali accettati — darsi appuntamento, uscire insieme, rimandare il sesso — il cui scopo era guidare i giova­ni lungo il percorso che andava dalla fase dell’interesse mo­mentaneo a quella dell’impe­gno duraturo. Negli ultimi decenni questi riti sociali, incompatibili con l’epoca post-femminista, sono divenuti obsoleti e si è andanti alla ricerca di regole di corteg­giamento più aperte.

Ci si aspetterebbe che in questa ma­teria una società dinamica sia in grado di aggiornarsi, ma la tecnologia ha reso la cosa mol­to difficile. Le norme di com­portamento implicano ostacoli e restrizioni, che vengono però dissolti dagli strumenti tecno­logici, in particolare da cellula­ri e sms. Ora i corteggiatori si mettono in contatto in un am­bito istantaneo e fluido, separa­to dalle grandi istituzioni socia­li e dagli impegni che esse ri­chiedono. Le persone si trovano così a dover fare i conti solo con se stesse. Diventano liberi battito­ri in un’arena competitiva se­gnata da relazioni ambigue. La vita sociale somiglia sempre più all’economia, dove si è im­mersi in una miriade di occa­sioni, domande e offerte, in un universo di partner potenziali.

La possibilità di raggiungere rapidamente molte persone sembra incoraggiare la segmen­tazione: si cerca di allacciare contemporaneamente relazio­ni di diverso tipo di con perso­ne diverse. Sembra poi incorag­giare un atteggiamento di prov­visorietà. Se si hanno sempre molte opzioni a disposizione di­venta naturale adottare la men­talità di chi confronta i prezzi della merce.

Sembra anche incentivare un’atmosfera di generale disin­canto. Lungo i secoli i sistemi basati su principi morali, dalla cavalleria medievale agli inni all’amore di Bruce Springsteen, funzionavano tutti più o meno allo stesso modo. Legavano gli interessi egoistici contingenti a significati trascendenti, spiri­tuali. L’amore diventa così una nobile causa, un atto di sacrifi­cio e di impegno disinteressa­to.

Gli sms e la mentalità utilita­ria tendono a distruggere la po­esia e l’immaginazione. Per reg­gere ai brutali contraccolpi del mercato occorre dotarsi di iro­nico distacco. Nel mondo odier­no la scelta di un’automobile è un atto più sacro della scelta di un partner. Questo non signifi­ca che i giovani di oggi siano peggiori o più superficiali di quelli del passato. Significa che sono meno aiutati. Una volta la gente viveva all’interno di un’esistenza strutturata, che si occupava di foggiare le emozio­ni, guidare le pulsioni dal prov­visorio al permanente e collega­re le esigenze quotidiane a cose più elevate. La saggezza accu­mulata dalla comunità portava le coppie a trovare un impegno duraturo. Oggi ci sono meno norme che vadano in questa di­rezione. La tecnologia attuale sembra minare l’instaurarsi del senso di reciproca e stabile affi­dabilità su cui si costruisce la fi­ducia.

(fonte Corriere della sera )

dal web

Il web ha lanciato la sua ultima creatura mediatica:Laura Scimone ragazza di 21 anni, palermitana, resa celebre dalle sue pseudoperformance su Youtube e Myspace in cui interpreta e balla a modo suo le hit del momento. e con continui ringraziamenti rivolti a M. Jackson..io la trovo molto simpatica..



ANORESSIA NERVOSA- articolo suggerito da Stellina-







Anoressia Prima causa di morte tra le ragazze


I disturbi del comportamento alimentare sono diventati la prima causa di morte per malattia tra le ragazze di età compresa tra i 12 e i 25 anni. Anoressia e bulimia nervosa sono ormai un vero allarme socio-sanitario visti i numeri dei soggetti coinvolti: circa 150/200mila donne. Come spiegano gli esperti, si tratta di malattie gravi e invalidanti, con un elevato indice di mortalità, pari al 10% a dieci anni dai primi sintomi e del 20% a venti anni.

Lo spiega Roberto Ostuzzi, presidente della Sisdca (Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare), in occasione della presentazione delle nuove statistiche su queste patologie: "Attualmente la prevalenza delle due malattie nella popolazione generale è dello 0,2%-0,3%, ma a questi vanno aggiunti casi atipici e non altrimenti classificati, per cui i numeri potrebbero essere pari al triplo". Questi mali presentano un forte rischio di cronicizzazione, l'insorgenza di complicanze mediche e psichiatriche, fino a frequenti casi di programmazione del suicidio.


Così gli esperti ipotizzano per i casi più gravi, la possibilità di un percorso di trattamento sanitario obbligatorio (Tso) ad hoc. E' una delle possibilità allo studio nell'ambito della revisione della legge 180 sull'assistenza psichiatrica, che raccoglie l'impegno del sottosegretario al Welfare Francesca Martini.


"L'anoressia è una patologia in crescita anche nell'età pediatrica; un fenomeno che interessa soprattutto le donne - ha detto Martini intervenendo ad un dibattito sulle cure coercitive nell'anoressia e nella bulimia nervosa, organizzato a Roma - E' fondamentale la diagnosi precoce ed una maggiore informazione rispetto al problema, anche da parte dei medici". Quanto all'ipotesi di Tso nei casi più gravi, ha precisato che non si può pensare ad una sua applicazione tout court, bensì ad una forma specifico che preveda la disponibilità di accoglienza in centri specializzati e non il passaggio attraverso i servizi di salute mentale, che a questo riguardo risulterebbero inadeguati.


Martini ha inoltre sottolineato come l'attuale Tso sia già un passo in avanti rispetto al ricovero coatto previsto trent'anni fa per le malattie psichiatriche, anche se è necessario compiere un ulteriore passo per snellire le procedure, con maggior flessibilità nell'applicazione e una migliore capacità di metterlo in atto in casi di urgenza e una maggior attenzione alla persona dal punto di vista clinico.


Il trattamento sanitario obbligatorio è comunque solo uno dei possibili strumenti di cura dei disturbi del comportamento alimentare. Come hanno sottolineato alcuni esperti, tra cui Massimo Cuzzolaro, professore dell'Università La Sapienza di Roma, occorre "guardare al Tso come a un capitolo di una storia clinica - spiega -, non come a una panacea del problema. I risultati a breve termine indicano che il trattamento obbligatorio può essere utile, ma le analisi a lungo termine sono complicate e mostrano che la mortalità rimane comunque alta".



(STELLINA)

CAPITALISMO DESTRA E SINISTRA-scritto da Lorenzo-




Finito il Congresso del Partito Democratico, mi sembra utile riprendere il discorso di analisi politica in questa nuova situazione in cui si affacciano possibili nuove ipotesi di collaborazione fra le forze politiche e possibili nuove aggregazioni oltre a quelle ormai tradizionali.
Sul Corriere della Sera del 23 settembre 2009, a pag. 10, c’è un bell’articolo di Michele Salvati che voglio riprodurre, seppur parzialmente. Consiglio vivamente tutti gli amici del blog di procurarselo perché mi sembra veramente fondamentale. Infatti, in un momento in cui non esistono differenze sostanziali fra i sistemi ideali, o ideologici, in politica ed economia, spesso ci riduciamo a chiacchierare senza costrutto mentre dovremmo sforzarci di entrare effettivamente nei contenuti delle questioni. Troveremmo in tal modo più possibilità di accordo fra le varie posizioni e finalmente dibatteremmo nel concreto.

Ma vediamo, dunque, che cosa scrive Salvati:
“ Non trovo paradossale che nei grandi Paesi europei le forze di centrodestra prevalgano in questo momento su quelle di centrosinistra, proprio mentre il capitalismo conosce una delle sue crisi più gravi”.
“Stato e mercato….sono ormai strumenti utilizzabili da entrambi gli schieramenti e se la destra da liberista diventa statalista, com’è avvenuto durante la crisi, questo non sorprende nessuno. E la sinistra ha poco da obiettare, dopo il suo adattamento al regime liberista degli anni scorsi, conclamato nel caso di Blair ma seguito di fatto in tutti i principali Paesi europei. Si aggiunga che la destra, in una situazione di crisi e di paura, di diffuse preoccupazioni per l’occupazione e di disagi dovuti all’immigrazione, dispone di uno strumento formidabile che la sinistra non può usare: lo strumento anti-illuministico della vecchia tradizione conservatrice, il Dio/Patria/Famiglia (Regione al posto di Patria, nel caso della Lega) da brandire contro tutte le minacce esterne.
Dunque, non è per nulla paradossale che la destra prevalga in questa prima fase della crisi. E non è affatto detto che questa prevalenza debba durare a lungo. Ma per capire se e quando ci sarà un’inversione del ciclo elettorale, Paese per Paese, è necessario spacchettare parole generiche e non caratterizzanti come Stato e Mercato, come se la destra fosse sempre e necessariamente a favore di più mercato e la sinistra di più stato. Problema per problema, occorre trovare combinazioni adeguate dei due strumenti e far capire che non è la loro natura , ma il loro uso che può differenziare le proposte dei due schieramenti”.

Ho sottolineato le ultime frasi perché mi sembrano cruciali. Serve, a parere di Salvati e più modestamente anche mio, un nuovo modo di fare politica, direi un modo serio, basato su fatti e non slogan, su approfondimenti e non su parole vuote, su collaborazioni e non su esclusioni, sul reciproco rispetto e non su insulti ed invettive. Escludendo rivoluzioni che cambino il mondo alla radice ed impossibili ritorni del comunismo reale che nessuno vuole.

Che ne pensiamo noi?



(LORENZO)

I TRE GENERI - racconto scritto da ENZO -





Il Natale ormai è un ricordo.

Chiuso anche l'anno 2006, ricomincia il tran tran della vita. Il freddo comincia a precuotere in modo inesorabile.

Don Achille, barbiere, ama chiamare 'barbe scioppe', il suo negozio : cioè il suo Barber's Shop così aveva letto l'insegna durante la visione di un 'western'.

Apertura: ore 8.30. Gli bastano 10 minuti per passare in rassegna l'ordine di tutto il negozio. Ogni mattina, il solito rituale: si avvicina allo specchio e si dà qualche colpettino di forbici ai baffi che si vanta di portare "alla Clark Gable" , pronuncia che in bocca a lui diventa Clac Gable. Ed è proprio in quella posa che si fa beccare dal suo amico, Don Raffaele.

"Giorno!

"Ué, Don Rafè, buon giorno."

"Don Achì, non esageriamo con quelle forbici, ormai…" esordisce il pizzaiolo togliendosi il giubbotto sorreggendolo con le mani davanti all' attaccapanni e aspettando la reazione del suo amico Don Achille.

Immobile davanti allo specchio, Don Achille gli lancia un'occhiata e gli fa:

"Don Rafè, la croce ve la siete fatta stamattina, perché se non l'avete fatta, vi metto a disposizione il retrobottega. Io intanto mi aggiusto qualcosa. Voi, dico voi, non avete più niente che si può aggiustare." Detto questo, Don Achille si accinge a recidere i numerosi peletti che facevano capolino dalle sue narici.

"Che facciamo, il 'tagliando' completo oppure solo capelli?" gli chiede.

"Solo capelli" risponde il pizzaiolo.

"Ci prendiamo il caffè? chiede di nuovo Don Achille. "Così ragionate meglio dopo."

"Ecco un'ottima idea per cominciare bene la giornata. Ci vuole proprio anche perchè se vi innervosite, ci può scappare qualche taglio. Intanto, dò un'occhiata al giornale." Il pizzaiolo comincia a scorrere i titoli. Ad un tratto:

"Questa è proprio una bella notizia" esclama dopo aver inforcato gli occhialini

Il barbiere davanti allo specchio si ferma. "Leggete bene e rispettate la punteggiatura."

E Il pizzaiolo legge piano: "Telefonino cade nel wc. Il padroncino: "Mi ci ficco." Qui dice che un tale ha perso il cellulare nella tazza del gabinetto di un treno. Ha provato a recuperarlo ed è rimasto incastrato nel tazzone. Non riusciva più a venir via. Ci sono volute tre persone per tirarlo su."

"Però, e dove è successo?"

"In Cina, è capitato a un ragazzo cinese… embè piccoli come sono" chiarisce ridendo Don Raffaele " è facile che scivolano e s'incastrano."

"Secondo me i treni cinesi hanno le tazze dei gabinetti troppo larghe, oppure sono troppo piccoli i Cinesi, basta vederne uno e li hai visti tutti: è una questione di razza. Non crescono più di tanto: per loro un Cinese alto 1 e 60 è un tipo alto"

"Bravo, così imparano a telefonare nei gabinetti. Io poi non capisco: sono così piccoli e fanno le tazze dei bagni così larghe. Don Achì, con un'altra notizia come questa comiciamo bene la giornata." E Don Raffaele riprende la lettura. All'improvviso:

"Caspita, sentite, sentite quest'altra: " Mettendosi un velo islamico, un ricercato s'imbarca su un aereo sfuggendo alla polizia."

"Un ricercato, insomma un uomo?" chiede Don Achille. "Una bella trovata. Da noi un uomo si veste da uomo, la donna si veste da donna…"

"…e un gay si veste da donna" aggiunge il pizzaiolo. "Però uno se ne accorge subito se si veste da donna, si truccano e si muovono proprio comma a na femmena."

Don Achille in agguato intende sorprenderlo con il solito umorismo malizioso:

"A proposito di uomini, donne, gay…voi vi siete mai vestito da donna, magari a

Carnevale." Così dicendo, lo guarda di sguincio curioso di sapere la reazione dell'amico pizzaiolo, il quale non si scompone e gli rimanda la battuta:

"Don Achì, vi assicuro, mai. Però, e ve lo posso assicurare, riesco ancora a combattere certe battaglie. Per voi i tempi sono cambiati non è più come una volta. Fare molti tagli di capelli e poche barbe " insinua Don Raffaele "vi hanno fatto perdere un po’ la mano al pennello'."

"Se vi riferite all'attività lavorativa, riconosco che 'il pennello' , come lo chiamate voi, non lo uso quasi più, ma nel privato merita ancora applausi: con degli 'schizzi' riesce ancora a fare dei bei quadretti.

"Ma, però vi voglio credere" ribatte il pizzaiolo. "Comunque sia, 'o nonno mio, salute a noi, un giorno mi disse: "Rafilù, ricuordate, 'a lengua è 'o meglio strumente musicale." A questo punto Don Raffaele esita un attimo e poi proclama calmo: “Voi avete fatto una serenata a me e io ne ho fatto una a voi. Siamo pari, Don Achì?"

Don Achille sportivamente incassa il pari.

D'improvviso Don Raffaele rivolge lo sguardo fuori e annuncia: "Arriva, arriva, Don Achì!"

"Chi?"

"'O prufessore, o' prufessore 'e filosofia."

"Ah, è' Cantaro, il dottor Sabato Cantaro: vera cima di cultura. Qua si ferma l'orologio!

Il professore fa il suo ingresso nel negozio: "Buon giorno signori", e vedendo i due amici artigiani, aggiunge: "…sia alle barbe che alle pizze."

Segue un rapido scambio di battute sulle famiglie e sulla salute, dopodiché il pizzaiolo offre il suo turno al professore.

"Grazie, Don Rafè, ma non ho fretta. Lo sapete che mi fa sempre piacere questo momento: il taglio di capelli è una vera pausa di relax. E voi? il lavoro, tutto bene?" chiede infine.

I due artigiani sono compiaciuti di stare a conversare con il professore:

Don Achille si rivolge al professore: "Dottò, è sempre un piacere avervi qui. Chiacchierare con voi, anzi ascoltarvi, è sempre una cosa da apprezzare; s'imparano sempre tante cose, insomma la cultura è cultura."

Don Raffaele si accoda subito: "Eh già, prufessò, io vi metto tutto il mio entusiasmo

nelle conversazioni parlate."

Il professore si aggiusta la giacca, lancia un'occhiata a Don Achille e prende la parola:

"Una cosa è insegnare agli studenti e ben altra cosa è fare conversazione 'parlata', come dite voi, Don Rafè, con due persone interessate come voi. Come vi ho già detto, signori miei, quando vengo in questo salone, faccio una tranquilla pausa di relax. E poi gradisco sempre dialogare con la gente, figuratevi poi dialogare con gli amici.. Per quanto mi riguarda, c'è una filosofia di scuola e una filosofia di vita reale.. E non mi dispiace parlare. Si possono imparare tante cose dal prossimo; io ho appreso tantissime cose dalla vita reale. Non mi dispiace mai, anzi, parlare di cultura… la cultura è un patrimonio di tutti. Però, però, bisogna essere interessati ad essa."

In coro i due artigiani proferiscono un : " Certamente, Prufessò!"

"Bene, allora, chiedete pure" invita il dottor Cantaro.

"Parlavamo di donne, dottò" inizia Don Achille.

"Veramente" precisa Don Raffaele " di uomini, donne e anche di omosessuali…parlando con rispetto."

"Bell'argomento. I tre generi!" esclama il professore.

"Scusate l'interruzione, cosa c'entrano i generi?" s'mpantana Don Achille titubante. Io ho un solo genero E non vi dico com'è difficile andare d'accordo con lui."

"Don Achì" spiega calmo il professore " intanto vi dico che i generi, cioè i mariti delle vostre figlie, sono affini e non parenti, però vi prego di frenare un po’ il vostro, diciamo, entusiasmo. Io mi riferisco ai generi sessuali."

"Prufessò, ogni tanto Don Achille è come il lotto: 'dà i numeri', preco procedete avanti."


Il dottor Cantaro, dopo aver tirato su di naso, esordisce. " Signori miei, molti, dico molti secoli fa, diciamo, prima che nascesse Gesù Cristo, i generi sessuali erano tre: c'era il maschio, la femmina e l'androgino."

"Ah, sì, senti senti!" bofonchia Don Raffaele.

"Sarebbe una specie di gay di oggi?" chiede Don Achille.

"Non proprio, il terzo genere era costituito da androgini. Questi esseri erano parecchio diversi dai maschi e dalle femmine. Possedevano tutti gli organi ma in doppio:: possedevano quattro mani e quattro gambe, due facce opposte, quattro orecchie e organi sessuali in duplice copia. Potevano camminare dritti come noi oggi, e anche rotolare sugli arti. Per il fatto di rotolare venivano chiamati 'uomini sferici'.

Don Achille e Don Raffaele si bloccano; stanno per nascondere un sorriso; entrambi arrugano la fronte . Il primo a riprendersi è il barbiere:

"Ma chi le ha dette queste cose?"

"Un certo Platone, uno dei più grandi filosofi dell'antichità," dice il professore.

"Ma questo che dite voi, questo anto…insomma questo terzo sesso, com'era fatto?"

"Avevano tutti gli organi in doppio" spiega il professore "come vi ho già detto.

Ma Don Achille insiste: "Cioè avevano due organi…maschili?"

"Proprio no, Don Achì, erano dotati degli attributi maschili e femminili."

Don Raffaele si paralizza; spalanca gli occhi, e alza le sopracciglia. Come inebetito chiede:

"E come erano situati questi organi…cioè sul corpo…com'erano messi?"

"Erano simmetrici: l'organo maschile da un lato e l'organo femminile al lato opposto. Col lato maschile avevano rapporti con le femmine, con la parte femminile avevano rapporti con i maschi."

"Se non ho capito male, gli androggi..o come li chiamate voi, avevano rapporti sia con le femmine che con i maschi…è così, dottò?" chiede il barbiere.

Il professore conferma e riprende:"Anche la femmina aveva rapporti misti: si univa agli uomini e agli androgini. Per farla breve, gli androgini, possedevano sia gli attributi maschili e sia quelli femminili: si potevano accoppiare sia con un maschio utilizzando l'organo femminile, e con l'organo maschile si accoppiavano pure con le femmine. Poi successe una cosa straordinaria: gli androgini erano avidi, arroganti e desiderosi di potere, vollero togliere qualsiasi potere agli dèi. E questi decisero quindi di punirli: e li divisero."

"Li divisero? Come, prufessò? domanda Don Raffaele.

E il professore chiarisce: "Li separarono, ognuno di loro fu separato cioè tagliato in due parti. Tutti e tre i generi furono separati. il maschio, la femmina e l'androgino.

L'androgino diede luogo a due esseri: un maschio con gli attributi maschili, e una femmina con quelli femminili. Poi il maschio-maschio diviso in due diede vita a un altro maschio, e la femmina-femmina, divisa, diede orgini a due femmine. Ogni metà fu condannata a cercare l'altra sua metà: cioè il maschio-maschio antico fu destinato a cercare l'altra metà maschio e questo rappresenta il soggetto-maschio che cerca l'altra metà-maschio, cioè l'omosessuale al quale non interessa la femmina. E così la metà femmina fu destinata a sua volta a cercare la sua metà femmina, oggi noi la chiamiamo omosessualità femminile, insomma, la lesbica."

"Un momento, prufessò, me facite girà 'a capa, ma vediamo se ho capito. Tolto l'omosessuale maschile, tolta quella femminile, rimane il rapporto naturale-normale cioè…insomma noi maschi -normali e femmine- normali veniamo …da un androgino…"

"…perché possedeva il coso maschile e la cosa femminile che una volta tagliate…"

"Il professore interviene e spiega: "…si cercano. L'uomo cerca la donna ed essa cerca l'uomo, ripeto, con genitali diversi. E una reciproca ricerca: l'uomo cerca la metà-donna e la donna cerca l'altra metà, il suo uomo, per sublimare l'antica natura umana."

"Don Achille dando un gran sospiro, esclama: "Guarda un po’, questo androgino che ci ha combinato. Ed io che pensavo di essere nato da mio padre maschio. Dottò, faccio un po’ fatica a seguirvi. Però mi viene dubbio: se per caso Don Raffaele proveniva da un maschio tagliato in due, oggi mi avrebbe fatto la corte. Io l'avrei sempre respinto."

"Ha parlato l'articolo firmato. Prima di tutto, non sei il mio tipo e poi per fortuna, come ha spiegato il professore, sono contento che l'androggio o come cavolo si chiama…"

"Androgino, Don Rafè, an-dro-gi-no con una sola gi" lo corregge il dottor Cantaro.

e il pizzaiolo riprende: "…che l'androgino aveva due sessi diversi, così ho avuto la fortuna di conoscere e sposare mia moglie Carmela."

Il professore interviene tranquillo: "Mbè, Don Achì, Don Rafè, se vi fa piacere anch'io sono normale e provengo da un adrogino originario, e quindi anchio cerco, o meglio, cercavo, l'altra metà, cioè la mia adorata moglie che mi ha fatto omaggio di ben tre adorati figli maschi."

"Ben detto, prufessò. Questa lezione di filosofia merita un premio" proclama Don Achille. E rivolgendosi al suo amico pizzaiolo gli fa: " Mai per comando, vi dispiace ordinare tre caffè? Don Rafè, mi raccomando, sul mio conto."

Don Raffaele va a ordinare.


"Il caffè viene gustato in silenzio poi Don Raffaele si fa serio e si rivolge al professore: "Prufessò, io e Don Achille vi ammiriamo sempre per quello che dite, e subito dopo mi sento in colpa di non essere più andato a scuola. Quanti errori si fanno da ragazzo!"

"Don Rafè, insegno filosofia, se sapeste quanto darei per sedermi un solo giorno sui banchi di scuola. Ma ricordatevi, lo studio della filosofia è importante, ma la vera filosofia

è la vita."

Anche la serietà di Don Achille è evidente:: "Io aggiungerei anche l'amicizia: avere un amico come voi è come Don Raffaele è molto gratificante. Don Raffaele, mi fa un po’ arrabbiare qualche volta , ma ci divertiamo tanto a prenderci in giro sempre in nome del rispetto reciproco e della stima."

"Dottò, quando a Don Achille gli si abbassa la pressione, dice cose strane."

Don Achille lo guarda, muove la testa a destra e a sinistra e gli sfiora l'avambraccio con la mano."

Don Raffaele gli dà una lieve pacca sulla spalla: "Don Achì, voi lo sapete, a me certe battute vengono d'istinto."

"Don Rafè, io le chiamerei in un altro modo". E Don Achille invitando il professore alla poltrona gli domanda: "Dottò, che facciamo?"

"Barba, capelli e anche sciampo…intanto cominciamo con la barba!"

"Bene!

Il pizzaiolo, Don Raffaele, si tuffa nella lettura di una rivista. Don Achille, coperto il professore con un lindo panno bianco, comincia a insaponare il pennello.

Sono le 11.00. Il cielo è limpidamente azzurro. Ai piedi dei passanti il sole proietta piccole ombre.


(ENZO)




mercoledì 4 novembre 2009

AMICA ..VERA


Annamaria, amica mia specialissima, rieccoti con la valigia in mano pronta per un'altra meravigliosa avventura. Che dirti? Buon viaggio!!
Frizzante come una bottiglia di spumante agitata, instancabile come Dedalo, affascinata dallo stupore e dalle novità come un bambino, sei arrivata di corsa affannata alla stazione e prima che il capostazione fischiasse sei riuscita a salire sul treno....
Ti conosco da un anno e mezzo, da un semplice gioco di una sera in chat, la nostra amicizia è cresciuta con noi, divenendo un legame forte, sincero...e come tutti i legami è stato attraversato da mille emozioni diverse: abbiamo condiviso, partecipato, litigato, ci siamo scontrate,battibeccato, abbiamo pianto e riso, ci siamo “avvelenate”,trovato soluzioni, inventate piani,....ma niente e nessuno è riuscito a dividerci. Nonostante il nostro modo spesso diverso di percepire fatti e persone , nonostante il nostro diverso modo di reazione noi due siamo amiche più che mai. Quando un momento di tristezza mi assale o ho voglia di partecipare una gioia è a te che penso per prima.
E in barba al luogo comune che recita l'impossibilità di far gruppo delle donne noi siamo la testimonianza del perfetto contrario. La nostra è l'amicizia di due donne che si raccontano, con lealtà, umiltà, semplicità, complicità, serenità e affetto. Un segreto ce l'abbiamo!...lo dico? ...Tra di noi non esiste rivalità, invidia, prevaricazione; la gioia, il successo dell'una fanno felice l'altra.
E allora avanti tutta Annamaria...il vento è propizio!
Ti voglio bene
Vera.




Grazie, cara amica mia VERA (di nome e di fatto)..un pò mi sono commossa, ma non più di tanto. Perchè reciprocamente proviamo le stesse sensazioni, emozioni e sentimenti.
Si è vero, ci siamo conosciute in chat e siamo rimaste virtuali per un anno e mezzo, parlandoci solo attraverso il telefono o la chat , fino a quando ci siamo conosciute personalmente! Ed è stata una fortissima emozione che difficilmente riusciremo a dimenticare...ti voglio bene

Annamaria




Dedico a te e a tutte le amiche del blog quest'articolo che ci spiega meglio l'amicizia tra donne attraverso il parere della psicologa Bianca Maria Fracas.

L'amicizia va curata perché è un sentimento importante e fondamentale della nostra vita ma tra donne c'è il rischio di diventare dipendenti.
E' bene invece capire che ognuno ha il suo ruolo e che l'amica non può essere considerata anche mamma, fidanzato o sorella.


AMICIZIA TRA DONNE


L’amicizia femminile è fatta di sentimenti, valori, desideri, che diventano ancora più significativi, oggi che le coppie sono in crisi e i divorzi in aumento.

Amiche per la pelle, amiche del cuore, amiche per sempre. Il modo in cui due donne definiscono un’amicizia la dice lunga sulle loro emozioni. Può descrivere il bisogno di possedersi a vicenda, un vincolo che si nutre di segreti a cui nessun altro può accedere e che spesso si mantiene inalterato nell’arco di una vita.


Di cosa è fatta l’amicizia femminile

L’amica vera è al testimone della propria vita, ti sceglie e resta sempre legata anche quando sul cammino si incontrano altre persone. Si tratta di un’intimità profonda, fatta di confidenze e confessioni che permette a ciascuna di accogliere l’ombra dell’altra, di abbracciarla e di rivelarsi reciprocamente per quello che si è.
È molto diversa dall’amicizia tra uomini perché i maschi rinsaldano i legami condividendo le esperienze, lo stadio, la partita a carte, che non sono occasioni banali, ma rappresentano nell’universo maschile un terreno fertile per costruire i rapporti. Le amiche, invece, sono sempre lì a raccontarsi, e a volte il desiderio di parlare nasconde il bisogno di ricevere continue conferme.


Gli ingredienti per una sana amicizia

L’amicizia tra donne è una relazione complessa che vive di tre dimensioni: affidarsi, confidarsi e fidarsi. Le amiche hanno l’esigenza di avere qualcuno con cui scaricare le tensioni, ma anche condividere piaceri e soddisfazioni. Qualcuno che non giudichi e su cui poter sempre contare in ogni circostanza.

Amicizia = Amore?

Rispetto all’amore, l’amicizia ha un valore aggiunto, perché permette di provare tutti quei sentimenti che per interesse o senso di possesso, nei rapporti di coppia non vengono espressi fino in fondo. Ad esempio la lealtà, la disponibilità e l’accettazione a oltranza. La vera amica, a differenza di altre persone a noi vicine, sa accogliere le trasformazioni e i cambiamenti che avvengono nella nostra vita, senza irrigidirsi sulle regole. L’amica vera sa reggere ai distacchi e alla lontananza e sa riproporsi a ogni incontro con rinnovato entusiasmo e nuova energia.



L’amicizia va curata

Un amico dovrebbe essere come il giardiniere con la siepe, che si prende cura proteggendola da ciò che può danneggiarla. Tuttavia custodire un legame importante non significa vivere in totale dedizione all’altra, o essere dipendenti. Le amiche si sentono spesso anime gemelle e talvolta rischiano di perdere il senso del reale. Basta un minimo sgarbo che lo si vive come un tradimento, e una disattenzione suona come imperdonabile mancanza di sensibilità.
L’amicizia più sana mantiene qualche riserva e non rovescia incondizionatamente sull’altra gioie e dolori. In questo modo nasce una salutare indipendenza emotiva che stimola il dialogo.
Talvolta può servire una pausa o una separazione temporanea, perché aiuta a capire se abbiamo attribuito all’amica un ruolo diverso da quello che deve ricoprire. Talvolta pensiamo all’amica come alla mamma, alla sorella o al fidanzato, ma sono tutti ruoli che non le competono.

E tu come ti comporti con la tua amica del cuore? Pensi di avere un rapporto equilibrato o la cerchi mille volte al giorno anche per delle cose poco importanti? Racconta anche tu la tua esperienza riguardo l'Amicizia tra Donne


ECONOMIA -secondo argomento di Signorlasca-






Ancora “ECONOMIA”, squisitamente ECONOMIA! La questione dell'IRAP che si è manifestata col dissidio tra il Presidente del Consiglio e il Suo Ministro dell'Economia, se si è placata tra i due personaggi, sta scoppiando fragorosamente in Commissione Bilancio al Senato, dove l'altra notte (29-10-09), è stata approvata la più “Impalpabile“ Finanziaria della storia. La maggioranza non ha voluto approvare nessuna misura, proposta dalle opposizioni, sulla detassazione di stipendi e pensioni, a cominciare dalla prossima tredicesima.

Nessuna misura è stata accettata, per la proroga della cassa integrazione ordinaria, e per la riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, sono fermi inoltre, al livello del 2008 il Fondo per le Politiche Sociali, per la Famiglia, e per i non Autosufficienti.

Come si vede, si tratta di misure minime per andare incontro alle fasce più deboli, quelle cioè che soffrono maggiormente la gravità della crisi economica. Qualcuno dice che la crisi è finita, ma nelle intraprese governative, io non noto alcun cambiamento per le famiglie più bisognose. Qualcuno mi dica se sto fantasticando...a Voi la parola...


Signorlasca


MENOPAUSA : CHILI IN PIU' E SALE LA LIBIDO

Ecco come la sessuologa Alessandra Graziottin, ci spiega alcuni aspetti della menopausa legati alla sessualità:


Un aumento di chili nell'uomo provoca un calo di testosterone e di conseguenza della libido ma nella donna la reazione è inversa: produce più estrogeni e aumenta anche il suo desiderio di fare l'amore senza inibizioni. ''Negli uomini - spiega l'andrologo Vincenzo Mirone - il sovrappeso aumenta la componente estrogenica, creando delle vere e proprie 'sacche' di ormoni femminili a livello addominale. Diminuiscono gli androgeni nel sangue e cala, inevitabilmente, la libido. Con il risultato di avere poca voglia di fare l'amore o addirittura finisce col fare 'cilecca'''. Diverso il discorso per lei: in menopausa, fino a 5, anche 7 chili in più infatti, aiutano la vita sessuale della donna aumentando la quantita' di estrogeni in circolazione. Una sorta di rivalsa delle 'cicciotelle', dunque. ''Il tessuto adiposo - afferma la Graziottin - è una ghiandola endocrina, produce ormoni che riversa nel sangue. Il grasso, cioè, contiene un enzima, l'aromatasi, che trasforma gli androgeni in estrogeni. Viene prodotta naturalmente, così, una quantità di estrogeni sufficiente a una buona lubrificazione vaginale, uno degli 'ostacoli' principali al sesso in menopausa dovuto proprio al calo di ormoni femminili''. Un problema che affligge, in menopausa, le donne troppo magre, più rischio di secchezza vaginale




ANNAMARIA....a dopo

COPPIA, QUANDO E' LEI PIU' GRANDE



(V.Golino 40anni R;Scamacio 26)





E a proposito di donne mature leggo che

negli ultimi anni sempre più frequentemente si assiste alla formazione di coppie in cui lei è matura (quaranta o cinquanta anni) e lui un ragazzo (tra i 20 e i 30). Come si può spiegare questo fenomeno in termini di trasformazioni sociali e di motivazioni interne? Le donne sui 40/50 di oggi sono piacenti, amano uscire, avere parecchi interessi, andare a ballare e così via. Spesso non trovano nei loro coetanei dei tipi interessanti e vitali adatti a loro come lo possono essere gli uomini più giovani. D'altro canto i(giovani sono attratti da una donna matura, in quanto ha un fascino particolare e molte più esperienze delle coetanee. Nella coppia quindi dominano fortemente le emozioni e la passione: entrambi sentono di vivere un amore particolare, fuori da ogni tabù e da regole. Lei tende a vivere il rapporto giorno per giorno, lasciandosi trasportare dalle emozioni del momento e non pensando al domani. Non crede che ci sarà un futuro perché lui probabilmente si innamorerà
di un'altra più giovane. Lui, dopo il piacere iniziale della novità, dovrà decidere se impegnarsi a mantenere questo tipo di relazione o trovare un modo per sfuggire...mi domando in amore conta la differenza d'età?


L'uomo che sceglie la donna

più matura possiede l'inconsapevole

bisogno della figura materna?

Che ne pensate di una storia in cui è lui ad avere meno anni di lei, soprattutto se la differenza è notevole, diciamo di almeno 10 anni più piccolo di lei e...oltre.



ANNAMARIA....a dopo

ALMANACCO


IL SANTO DEL GIORNO


S. CARLO BORROMEO
Ss. Vitale e Agricola
S. Modesta verg.

proverbio del giorno

"Figlioli e frittelle, più se ne fan più vengon belli"


il nome


Carlo

Etimologia: "Karl" era un nome proprio già molto in voga tra le tribù germaniche, derivante da "karla", "uomo libero". Presso i Franchi, era usato come appellativo dei dignitari di corte.
Carattere: Serio e affidabile, tende a ragionare sugli errori ed esperienze del passato per progredire moralmente; affronta la realtà con occhio critico e con intelligenza. E' un tradizionalista non proprio ortodosso. Con le donne entra in un rapporto molto confidenziale, instaura un dialogo aperto e preferisce discutere piuttosto che imporre le proprie idee. E' allegro e trasmette un senso di protezione e di sicurezza.
Numero fortunato: 4


se nato oggi?


Spontaneo, generoso ed estremamente aperto, dai fiducia a tutti e, qualche volta, sei costretto a pentirtene. Per fortuna il tuo buon umore e la tua gioia di vivere non ne risentiranno. Nel lavoro sei un collaboratore validissimo e puoi diventare un eccellente operatore turistico. In amore, bonomia e disponibilità fanno di te un partner ideale. "1852. Cavour viene chiamato a guidare il nuovo governo piemontese. Rimarrà in carica per un decennio circa, a capo di una maggioranza nata dall'alleanza tra centro-destra e centro-sinistra, detta "connubio"."


personalità nate oggi


Guglielmo III d'Orange - 1650
Arthur Carney - 1918
Sandro Ciotti - 1928
Marina Suma - 1959


Eureka

Medicina
La prima radiografia della storia, effettuata il 5 novembre 1895, fissa l'immagine della mano del fisico tedesco Wilhelm Conrad Roentgen, colui al quale si deve la scoperta di particolari raggi catodici, da lui chiamati X, in quanto invisibili, che sono in grado di attraversare un corpo opaco, lasciandone impressa l'immagine ottenuta su un foglio di carta sensibile. La notizia dilaga nel mondo e in poco tempo numerosi laboratori possono usufruire della nuova tecnica diagnostica, grazie ai pochi elementi di cui necessita: un tubo catodico e una carta fotosensibile. Tutto ciò è stato reso possibile anche dalla grande disponibilità di Roentgen, Premio Nobel per la fisica nel 1901, che rifiuta di brevettare la sua invenzione per dar modo ad altri di perfezionarla e utilizzarla.

CIAO ALDA






Il mio saluto alla grande poetessa ALDA MERINI con una canzone di Roberto Vecchioni "Canzone per Alda Merini".


Pensiero,io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero,dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell'antro della follia.

(ALDA MERINI, da "La Terra Santa")

martedì 3 novembre 2009

IL POSTO FISSO (Scritto da Cipriano)



Cari amici, ecco una simpatica ma seria riflessione del nostro amico Cipriano :





Ha parlato il ministro Tremonti. Ha detto una cosa buona oltre che scontata, ed è successo un mezzo putiferio.

Sto parlando dell’esternazione sulla necessità che ogni “Povero Cristo”possa tirare avanti con uno stipendio sicuro. Evidentemente, al di là della concreta possibilità che tutti possano avere questa opportunità, continuano a esserci ancora individui, soprattutto ad alto livello, che sadicamente sono convinti che il precario da spremere sia il toccasana per l’economia e lo sviluppo, lo schiavo da ricattare affinché possa supinamente sottostare a tutte le necessità che il padroncino di turno gli pone, tanto al minimo diniego o presa di coscienza, c’è il famoso: ” Se non ti conviene quella è la porta, per uno che se ne và ci sono cento morti di fame pronti a venire … ” Ma la cosa più squallida, perché subdola, è l’aver creato ad arte un malevole clima , odio sociale e mezza guerra civile tra i lavoratori più o meno pubblici a posto fisso, e tutta quella schiera di privati appesi a un filo. Ai primi si additano tutte le nefandezze possibili ed immaginabili (Sia ben chiaro il “fannullone” deve essere colpito e sanzionato), ma ai poveri precari vorrei sommessamente porgere una sincera considerazione, pregandoli di riflettere onestamente sul fatto che se sono sfruttati, se sono mal pagati, se subiscono vessazioni e ricatti, e se alfine vengono licenziati e messi alla porta con un calcio alle terga … La colpa non è di quelli a cui la vita ha riservato una sorte un poco meno amara … Ma di chi permette che ci sia lo sfruttamento senza regole, il lavoro nero come ricatto e sola alternativa alla fame.

Io credo (scusatemi se penso)…Se in una famiglia ci fosse uno con la febbre alta ed uno senza febbre, onestà vorrebbe che si curasse nel migliore dei modi possibili il malato, non invece invocare la parità facendo ammalare anche il sano …Ma questo tipo di conflittualità sociale è purtroppo propedeutica a determinati interessi, e non hanno nessuna volontà di migliorarla, anzi tutto da perdere ad un cambiamento più equo del mondo del lavoro.

Siamo arrivati qui con l’aiuto di sofisticate tecnologie, non dobbiamo più arare a mano, trebbiare chini, sollevare esausti, trasportare sfiniti, ma abbiamo macchine e computer che fanno la maggior parte del lavoro per noi …Ebbene! tutto questo sembra non bastare mai.

Intanto chi lavora da il tempo della sua vita in cambio solo di una piccola parte, contro una grande che va ad arricchire altri; …Ad alzarci all’alba, a lavorare fino a 98 anni per poter chiudere serenamente gli occhi senza il minimo rimorso di essere un peso ai bilanci statali.

l’essere umano non è più importante come materia vivente e pensante, bisognevole quotidianamente di ciò che è necessario per nutrire il corpo e la mente, ma solo un mezzo per creare denaro, denaro e basta , in un circuito, dove talvolta la macchina è meno sfruttata dell’uomo ed il benessere ti passa solo davanti …Forse la colpa e’ solo di nonna Teresa …Quando eravamo piccoli ci ossessionava dalla mattina alla sera: ”Studia, studia bello di nonna, poi ti diplomi e fai il concorso nelle Poste o al Comune come ragioniere. Così hai un bel posto fisso, ti puoi sposare e fare una famiglia.”

Nonna Teresa accidenti a te che Dio ti abbia in Gloria, hai visto che casino hai fatto con questo posto fisso? …


(CIPRIANO)




IL SANTO DEL GIORNO


S. UBERTO vesc.
S. Martino di Porres
S. Silvia

il proverbio del giorno

"Il mese di bruma dinanzi ti scalda e dietro ti consuma"


il nome

Silvia

Etimologia: Dal latino "silva", "selva, bosco", è un nome frequentemente attestato già in epoca pre-romana, come testimonia la leggenda di Rea Silvia, madre di Romolo e Remo, ovvero dei mitici fondatori di Roma.
Carattere: Persona estrosa, dotata di fantasia e originalità, ha un sorriso affascinante e modi affabili di chi sa prendere solo il meglio della vita e vuol sentirsi libera. L'amore è per lei un dolce tormento; pur amando le unioni monogame, non rinuncia alla passione di un rapporto effimero e travolgente. Riesce a creare molti rapporti con gente di differente classe sociale e sa dominare anche le persone più ribelli aiutandole a vincere le paure.
Numero fortunato: 9


sei nato oggi?

Sei dotato di una grande forza interiore e gli avvenimenti della vita non riescono mai a turbare il tuo equilibrio. Nel lavoro dai il meglio di te quando puoi operare in assoluta libertà: evita dunque le associazioni. Nelle amicizie e negli affetti sei molto selettivo e in amore preferisci la solitudine ad un rapporto zoppicante.


oggi accadde



"Quella fra il 3 ed il 4 novembre 1966 fu la notte di una delle più grandi calamità che ha colpito l'Italia: l'Arno esce dagli argini e inoda la splendida Firenze, con gran parte del suo patrimonio artistico."


personalità nate oggi


Charles Bronson - 1922
Monica Vitti - 1931
Pupi Avati - 1938
Teresa De Sio - 1952



eureka!

Medicina
La "macchina" ha fatto irruzione nella diagnostica nell'ultimo ventennio, dando inizio ad una rivoluzione che consente di esplorare l'interno del corpo umano in modo più accurato e non invasivo. La Tac, o tomografia assiale computerizzata, è stata tra le prime a fare la sua comparsa. Il primo esame su un uomo con la Tac, ideata da Godfrey Hounsfield e al cui sviluppo ha contribuito in maniera decisiva Allan McCormack, viene eseguito a Londra il 4 novembre 1972. Abbinando il metodo radiografico ad uno "scanning" al computer, la macchina permette di osservare l'interno del corpo umano che appare come sottilmente sezionato.

lunedì 2 novembre 2009

INFLUENZA " A "

ROMA
C’è un altro morto a Napoli per influenza A, l’ottava vittima nel capoluogo partenopeo e la quattordicesima in Italia. Si tratta di una donna di 72 anni, deceduta ieri all’ospedale Cardarelli di Napoli, la cui positività al virus è stata accertata oggi. L’anziana - secondo quanto emerso da fonti ospedaliere - era affetta da gravi patologie di tipo respiratorio.

Ed è sempre di questa mattina la notizia della morte di una donna di 45 anni presso l’ospedale Cotugno di Napoli. La vittima era risultata positiva al test dell’influenza A/H1N1. Secondo quanto ha reso noto il direttore sanitario dell'ospedale, Cosimo Maiorino, la donna non aveva patologie pregresse. Bisogna attendere - si sottolinea - il riscontro degli esami autoptici «per verificare se la broncopolmonite (indicata come causa del decesso, ndr) sia stata determinata dal virus H1N1». Quella odierna è la settima vittima avvenuta a Napoli a causa della cosiddetta nuova influenza.

Intanto sono dieci, a Palermo, i pazienti ricoverati per la Nuova influenza. Due si trovano in rianimazione per via delle complicazioni causate dal loro precario stato di salute. Un caso di influenza da virus A/H1N1 è stato accertato anche nel catanese, su una ragazzina di 13 anni di Acireale le cui condizioni però non destano preoccupazione. Dal 27 luglio al 18 novembre, in Sicilia, sono stati 175 i casi confermati. Da questa mattina, intanto, è cominciata la campagna di profilassi per le categorie a rischio, bambini, ragazzi e donne al secondo e terzo mese di gravidanza. Nelle settimane scorse in Sicilia erano arrivati 37 mila dosi di vaccino e nei giorni scorsi altre 80mila dosi.

La Cri - riferisce un comunicato - provvederà, in particolare, al ritiro presso una nota casa farmaceutica di 1.186.510 dosi e alla consegna nei punti di distribuzione. A Roma domani gli automezzi della Croce Rossa si recheranno a Pomezia (Roma) per ritirare il carico di vaccini ai depositi della DHL, in via Vaccareccia n 7. Da Pomezia gli automezzi partiranno alle 16 per consegnare nelle Regioni del Centro, del Sud e delle Isole. L’altro carico partirà da Milano domani alle 16 dal magazzino (DHL) in via Buozzi a Caleppio di Settala (Milano) e provvederà alla distribuzione delle migliaia di dosi di vaccino in tutto il Nord Italia. L’organizzazione precisa che è stato il ministero della Salute ad incaricarla a provvedere alla distribuzione «facendo affidamento sull’esperienza e sulla autorevolezza in ambito sanitario della organizzazione umanitaria italiana. L’operazione ha preso il via lo scorso 12 ottobre e quello di domani è il terzo impegno per la Cri».

«Voglio esprimere - ha detto il Commissario Straordinario della Cri Francesco Rocca - il mio compiacimento per questo forte atto di fiducia. In base alle Convenzioni stipulate con il Ministero della Salute, la Croce Rossa Italiana ha la responsabilità di trasportare e di controllare il regolare trasferimento di un carico delicato come quello dei vaccini per l’influenza A H1N1. La Cri rappresenta una garanzia per il positivo svolgimento di una operazione così importante».

I carabinieri del Nas di Napoli hanno acquisito le cartelle cliniche dei pazienti deceduti nel capoluogo campano positivi al test del contagio dell’influenza A H1N1. La documentazione clinica è stata presa negli ospedali «Cotugno» e «Cardarelli» su delega del pm Federico Bisceglia che conduce le indagini sulla morte di Emiliana D’Auria, la bambina di 11 anni deceduta al «Santobono» 40 minuti dopo il ricovero, sulla cui salma l’autopsia, a una prima valutazione e in attesa degli esami istologici, sembra escludere malformazioni cardiache.

La letalità dell’influenza A in Italia è la metà di quella registrata in Europa. Lo ha detto il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Sono 16 o 17 le vittime italiane ad oggi - ha detto Fazio - contro 44 vittime in Francia, 137 in Gran Bretagna, 63 in Spagna. In Europa sono 317 su 500 milioni di abitanti, un’incidenza di 0,062 per 100.000, mentre in Italia la media è 0,027 per centomila, quindi la metà». «Siamo in pandemia influenzale, questa è una influenza. Come è noto le influenze sono malattie contagiose che provocano anche vittime, quindi è normale che ce ne siano». Lo ha detto il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, sottolineando che al momento in Italia la nuova influenza ha provocato «vittime in modo limitato, l’anno scorso stagionale ha fatto 8mila morti». Al momento secondo quando detto da Fazio in Italia ci sono «16, forse 17 vittime, sono 44 in Francia, 137 in Inghilterra, 65 in Spagna. In totale in Europa sono 317 vittime».

La nuova influenza «colpisce i bambini più di quanto non li colpisca la stagionale, perché è un ceppo virale completamente nuovo che non trova ricorda immunitari nei bambini, mentre le persone anziane sono state esposte in passato a virus simili». Lo ha detto il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio spiegando che al momento «solo il 3% delle persone colpite ha più di 65 anni». Il fatto che colpisca i bambini «non significa che sia necessariamente grave, ma i bambini agiscono da moltiplicatore». «Ci raccomandiamo alla popolazione: non andate al pronto soccorso, ma chiamate il medico e andate all’ospedale solo in presenza di sintomi giudicati gravi dal medico. Altrimenti si rischia di intasare il sistema Italia». A lanciare l’appello è il viceministro alla Salute, Ferrucio Fazio, spiegando che «l’influenza fa vittime perché è una influenza, ma ribadiamo che è lieve, fa poche vittime, e ha dei sintomi leggeri».


Fonte " La Stampa"

INFLUENZA A : IL VIRUS COSTERA' COME IL PONTE SULLO STRETTO




Il peso economico della malattia: tra cure e assenze dal lavoro oltre 4 miliardi di euro

TORINO
A conti fatti l’influenza del 2009 potrebbe costare all’Italia più o meno come il ponte sullo Stretto di Messina: 4,5 miliardi tra viste mediche, assenze dal lavoro, medicinali e ricoveri ospedalieri contro i 4,7 necessari per stendere un nastro d’asfalto tra Scilla e Cariddi. Con la differenza che nel primo caso non si possono dividere le spese in lotti successivi, né pianificarle o dilazionarle.

All’influenza sono sufficienti due o tre mesi, e il Paese è costretto a pagare subito e in contanti. Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale di Milano, ha stimato all’inizio di agosto che quest’anno il contagio colpirà 6 milioni di italiani nella migliore delle ipotesi, 15 nella peggiore (ed è questo il caso in cui il costo arriverebbe a 4,5 miliardi). Sotto questo punto di vista non è importante se si tratti di influenza A o di un altro ceppo, i costi restano grosso modo gli stessi. Ma la caratteristica di questa epidemia sta nei numeri da record: la media degli anni normali - le influenze americane, cinesi e le loro colleghe - si ferma a 3 milioni di malati e il costo per la collettività, di conseguenza, supera di poco il miliardo.

Lo stesso Pregliasco, commentando le sue previsioni, ha sottolineato che al record di malati corrisponde un record di spesa per il servizio sanitario nazionale: «La terapia ha un costo variabile tra i 15 e i 200 euro», a seconda dell’età del paziente e delle complicazioni che possono seguire l’influenza vera e propria, la media nazionale si aggira intorno ai 42. Ma quando si rende necessario un ricovero, e nel caso della A questi eventi si moltiplicheranno, la cifra si impenna: secondo l’Inail ogni giornata in ospedale può arrivare a costare 600 euro al giorno, come la stanza d’hotel di uno sceicco in minore. Fin qui si arriva valutando solo i costi diretti dell’epidemia: visite mediche e medicinali.

Perché chi si ammala sta a casa (sempre in media) cinque giorni, durante i quali non produce nulla. Sono i costi indiretti, ben più pesanti per il sistema produttivo del Paese, e superano i 310 euro a malato. Con un’ulteriore complicazione: le assenze si concentrano tutte nello stesso periodo, mandando in tilt le aziende più piccole soprattutto in un mondo del lavoro come quello italiano, poco attrezzato per colmare le carenze temporanee di personale. Nel 2006, l’ultimo anno per cui si dispone di una ricerca completa sugli effetti di un’influenza stagionale in Italia, 4 milioni e 800 mila lavoratori si assentarono dal lavoro, con una perdita complessiva di 32 milioni e rotti di giornate di lavoro.

Il costo complessivo di quell’influenza per famiglie, Inps, datori di lavoro e servizio sanitario fu di circa 2,8 miliardi. E durante la stagione influenzale (novembre-gennaio), a Roma e dintorni, furono occupati quotidianamente tra i 525 e i 770 posti letto: come dire che un grande ospedale lavorò esclusivamente a combattere l’influenza per tre mesi abbondanti. Per il sistema Italia, tra l’altro, i costi indiretti crescono anche perché in caso di malattia si sta a casa più a lungo. In Italia le giornate di assenza dal lavoro causa influenza sono in media 5, dicono i medici di base. Poco sopra la Francia (4) e la Svizzera (4,3), molto sopra i paesi anglosassoni. Nel Regno Unito lo stop dura solo 2,8 giorni, negli Stati Uniti 3,3.

Le cifre rendono chiaro il senso della corsa alla vaccinazione: il costo medio del vaccino - compresi siringa, cotone, cerotto e infermiere che provvede all’iniezione - in Europa è stimato intorno ai 13,8 euro. Il piano d’emergenza del governo italiano prevede la vaccinazione di 24 milioni di persone, il 40% della popolazione. Sono sufficienti 331,2 milioni, con un risparmio netto di 4 miliardi e rotti rispetto allo scenario peggiore previsto dai virologi. Solo se il virus non muta, però. Perché in quel caso i vaccini già pronti sarebbero da buttare. David Nabarro, coordinatore delle Nazioni Unite per la pandemia 2009, ha affrontato l’argomento a Istanbul meno di un mese fa: in quel caso i costi «cresceranno a colpi di miliardi di dollari».


fonte "La Stampa"