sabato 7 novembre 2009

IL PUNTO G






Del punto G, se ne parla molto. Promessa di un piacere intenso, addirittura mistico, ci intriga ed affascina. Alcune di noi l’hanno trovato ed addomesticato, ma, per la maggioranza delle donne, il punto G rimane un mistero.

Esiste davvero? Dov’è? Stimolarlo significa raggiungere sistematicamente l’orgasmo?
Vogliamo saperne di più?

Apriti, oh settimo cielo!



Emanuele Jannini è un Professore dell’Università de L’Aquila. Insegna Sessuologia Medica.
Studia il PUNTO G da svariati anni…
Il Punto G… Il mitico Punto G… Scoperto negli anni 50 dal ginecologo Tedesco

Ernst Grafenberg, da cui prende il nome…
Dovrebbe essere il “motore” dell’orgasmo vaginale…
Ma, più che altro, è il “motore” di discussioni, polemiche, miti, leggende…
In tanti dicono che non esiste…
Tanti sono pronti a mettere la mano sul fuco che c’è…
Molte donne dichiarano, strafelici, di aver trovato il loro…
Molte donne dichiarano che lo hanno cercato, ma proprio non c’è…

ESISTE O NON ESISTE?

E’ davvero un UFO ginecologico, come è stato definito in passato?

ESISTE.
Lo ha fotografato il Professor Jannini!
IN ITALIA LA GENTE FA ANCORA QUALCOSA DI BUONO!! WOW!!!

Che cosa ha fatto Jannini? Ha preso un campione di giovani donne, divise equamente tra chi dichiarava di essere in grado di avere un orgasmo vaginale, e chi dichiarava di non averlo mai avuto.
Ha fatto a tutte loro delle semplici ecografie transvaginali…che non sono certo una cosa poco comune in ginecologia…e a questo punto viene da chiedersi come mai nessuno abbia mai pensato prima a cercare il Punto G in questo modo!!! Era l’uovo di Colombo!!!!!!

Della serie “Si sa dove dovrebbe essere…fotografiamolo!”. Il Punto G dovrebbe essere tra la
parete anteriore della vagina e la parte posteriore della vescica…a 6-8 cm di profondità…in corrispondenza più o meno dell’osso pubico…

Risultato di queste ecografie?
Bene…nelle donne che dichiaravano di poter provare l’orgasmo vaginale, è stato riscontrato un ispessimento della parete tra vagina ed uretra!!!!
IL PUNTO G, QUINDI, ESISTE.

E le donne che hanno dichiarato di non riuscire a provare l’orgasmo vaginale?
Beh…in quasi tutte loro non è stato riscontrato questo ispessimento…
Loro non hanno il punto.
Jannini, quindi, ha tirato le somme: ci sono donne che hanno il punto, e donne che non lo hanno. Chi lo ha…può provare l’orgasmo vaginale; per tutte le altre c’è soltanto la possibilità di quello clitorideo.
Fine della Fiera…
LE CATTIVERIE DELLA NATURA…
In base a cosa nascono donne con o senza il punto? A me sembra dannatamente ingiusto… In giustissimo!
jannini si affretta a dichiarare che le donne che nascono senza Punto G non sono malate…non sono inferiori… Ma io già le vedo quelle col punto, che brandiscono la ecografia transvaginale fatta loro dal Professore, umiliando le povere “clitoridee”!

Jannini sta compiendo una serie infinita di studi, per riuscire più o meno a capire tutto di questo ormai mitologico punto…
E’ formato da diversi tipi di tessuti, che comprendono la parte interna del clitoride, corpi cavernosi come quelli del pene, le ghiandole di Skene e nervi che utilizzano gli stessi fattori biochimici dell’eiaculazione maschile-.
Sta cosa non mi piace… Piantatela con avvicinare il nostro apparato riproduttivo a quello maschile!

Ad ogni modo…con le scoperte di Jannini si rafforza l’idea che il punto G sia una specie di prostata femminile, e che possa permettere l’eiaculazione…
Pare rispondere dannatamente bene al testosterone, e quindi, se una donna ha il Punto G ma “non le funziona bene”…bombardandola di testosterone potrebbe riuscire a provare orgasmi vaginali tali da “farle vedere i mostri”!
Certo…le verranno anche più peli di un Lupo Mannaro…ma chissene…
DONNA PELOSA, DONNA VIRTUOSA!

Hum…a me sta cosa di corpi cavernosi, ghiandole di skene, specie di prostata maschile, eiaculazione, testosterone… Mi fa un effetto strano…
Sono femmina……

Scherzi a parte (ma mica tanto…) una donna ecografata da Jannini non aveva mai provato l’orgasmo vaginale; ma risultava dotata del punto G… Allora ha preso l’ecografia che lo mostrava, è andata a casa col suo uomo…si sono messi con calma e pazienza a cercare sto  Punto…
TA-DAH!!!!!!!!
ORGASMO PAZZESCO…

Capita l’antifona, donne?? Tra la parete anteriore della vagina e la parte posteriore della vescica…a 6-8 cm di profondità…in corrispondenza più o meno dell’osso pubico… Aumenta di dimensioni con l’eccitazione…quindi è più facile da sentire e trovare solo se adeguatamente stimolate…
ALLA RICERCA!!

Se qualcuno vi da’ una mano (anzi…un dito)…tanto meglio…
Sennò…avanti da sole, e con tanta pazienza!! NE VALE LA PENA!!
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quindi ricapitoliamo :

PER COMINCIARE

Parlatene insieme. Infatti, se non gli chiedi di andare alla scoperta del punto G, forse non gli verrà mai in mente ! Inoltre, se lo vedi che esplora la tua vagina come uno speleologo, non stupirti se ti dice che non sa che cosa sta cercando ! Il dialogo è fondamentale, per guidare il partner sulla via del tuo piacere, che sia quella del punto G o un’altra !

LE ZONE SENSIBILI

punto G si trova tra 3 e 5 all’interno della vagina, verso il ventre. Per trovarlo con le dita, se sei a pancia in su, il tuo partner deve far entrare 1 o 2 dita e piegarle in avanti per toccare il famoso punto G. Attenzione, il punto G in realtà è una zona abbastanza ampia, grande come una moneta da 2 euro.

IL GESTO CLASSICOl

punto G ha una sensibilità particolare, diversa da quella del clitoride. Non è sensibile agli sfioramenti, alle carezze leggere, ma piuttosto alle pressioni decise. Quindi il gesto deve essere forte e piuttosto lento. E’ necessario anche che la partner sia già eccitata. Una donna che non prova nessun desiderio o eccitazione non sentirà nessuna sensazione particolare anche se viene stimolato il punto G !

l’EIAUCULAZIONE FEMMINILE

Si tratta di una perdita di liquido al momento dell’orgasmo. Si verifica soprattutto quando l’orgasmo è provocato dalla stimolazione del punto G. Attenzione, non si tratta di forte lubrificazione vaginale, ma di un liquido che esce dallo stesso orificio dell’urina, della quale ha anche la stessa composizione.



Liberamente tratto da “Il punto G” di Elmar e Michaela Zadra :

Il punto G: cose che non si dicono

Forse è proprio questa stretta connessione tra la stimolazione del punto G e lo scaturire di una vasta gamma di emozioni che ha spinto tutti gli scienziati quanto l’opinione pubblica a evitare di prendere una posizione netta riguardo al punto G.

hentay e il punto G

Nel Tantra, ( Tantra=insegnamenti spirituali e tradizioni esoteriche originatosi nelle religioni indiane a partire dal VI SECOLO; ne esistono varianti induiste, buddhiste, giainiste e bonpo e nelle sue diramazioni si è diffuso in Tibet, Cina, Corea, Giappone e molte altre aree dell’ estremo Oriente.

che da sempre ama l’intensità della vita, si èabituati a trattarlo come un argomento tra gli altri, perciò le donne che si rivolgono a noi sanno in partenza che farà parte della loro ricerca interiore. Per capire però come le donne al di fuori del nostro campo si informano sul punto G, abbiamo chiesto ad alcuni ginecologi quante clienti chiedono loro consiglio al riguardo. Qualcuno ci ha risposto: « In vent’anni di pratica, mai una cliente mi ha fatto questa domanda ». Qualcun altro ci ha detto: « Succede molto raramente che una donna me lo chieda ». Un terzo: « È un argomento che esula dalla visita ginecologica », e così via….

Rossana Cirillo, una ginecologa genovese che aveva partecipato al training di Tantra, entusiasmata dalla nostra ricerca, ha rovesciato la questione: anziché fornirci una statistica su questa assenza quasi totale di domande spontanee da parte delle donne, le ha interrogate direttamente sull’argomento. Per avere un campione casuale, ha chiesto alle prime 65 pazienti che sono entrate nel suo studio se conoscevano il punto G, la reazione è stata sorprendente: diverse donne, sentendo che il loro medico di fiducia usciva dalle domande di routine e si interessava della loro sessualità, hanno preso la palla al balzo per porre a loro volta domande che non avevano mai avuto il coraggio di fare prima. Chiedevano informazioni sul punto G, sull’orgasmo e sulle tematiche della loro sessualità.

Se confrontiamo le loro risposte con il campione delle partecipanti al corso di Tantra, vediamo che meno donne conoscono il punto G: 31 rispetto a 53. C’era da aspettarselo, visto che chi si presenta ad un corso sulla sessualità consapevole arriva più informato sull’argomento.

Se invece guardiamo quante donne hanno un’esperienza corporea concreta del punto G, la differenza non è poi così grande. Sommando poi le 4 donne che hanno un orgasmo vaginale senza conoscere teoricamente il punto G, arriviamo allo stesso numero di 19 donne con esperienza corporea concreta che appartengono al corso di Tantra.

Questo risultato ci dà l’idea che circa una donna su tre vive il proprio punto G indipendentemente da quante informazioni teoriche sul sesso possiede.

Il dato ci consola, mega profilattico per cazzonivisto che le conoscenze a cui possiamo normalmente attingere sul punto G sono molto ambigue e contraddittorie. Da un lato gli scienziati e i medici in gran parte lo ignorano. Dall’altro ci sono gli entusiasti del punto G (di cui internet è pieno) che lo esaltano come una fonte di puro piacere, con testimonianze di godimenti e orgasmi al limite della pornografia, evitando però di parlare di tutti quei momenti difficili che abbiamo analizzato.

Tra queste due fonti di conoscenza così polarizzate, la donna che desidera informarsi può soltanto entrare in confusione.

Vedendo le informazioni intorno al punto G, abbiamo incontrato un altro grande tabù. La letteratura ginecologica ha riferito, sia pure occasionalmente e con estrema cautela, casi di donne che durante il parto avvertivano sensazioni orgasmiche. Queste potrebbero essere causate dalla stimolazione del punto G durante la fase espulsiva.

I pochi studi sull’argomento spesso non sono nemmeno stati conclusi. Uno in particolare, condotto in un ospedale italiano su 30 puerpere, è stato interrotto bruscamente dall’amministrazione delle USL in quanto ritenuto « un attentato alla sacralità e intoccabilità dell’essere madre. Come se la presenza del piacere orgasmico durante il parto infrangesse l’immagine atavica che pretende di associare al parto solo il dolore».

Se consideriamo tutte le costruzioni mentali intorno al piacere sessuale femminile e teniamo presenti i conflitti interiori osservati nelle 180 donne che si sono esplorate al punto G nella nostra ricerca, lanciano l’ipotesi, pur non essendo esperti in ostetricia, che molti parti potrebbero essere meno dolorosi se le donne prendessero in considerazione l’idea di poterne ricavare almeno una piccola dose di piacere.
Liberamente tratto da “Il punto G” di Elmar e Michaela Zadra :




ANNAMARIA...a dopo



2 commenti:

  1. Ah il punto g! Trovarlo e trattarlo ! E' fondamentale.

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  2. IMPORTANTE- Dal congresso mondiale sulla sessualità femminile ISSWSH, Firenze, Sabato 14 febbraio 2009 si è svolto il dibattito sul punto G, ed era presente anche Jannini. Alla fine delle relazioni, i partecipanti al congresso hanno votato contro l’esistenza del punto G, quindi ora è ufficiale: IL PUNTO G NON ESISTE, perché i mass-media (e lo stesso Jannini nelle interviste sucessive) non ne hanno parlato?...
    Jannini è un andrologo... e di sessualità femminile ne sa davvero poco...:
    Jannini afferma di aver fotografato il punto G, ma nell'articolo pubblicato dal Journal of Sexual Medicine non c'è nessuna fotografia del punto G: c’è soltanto una semplice ecografia con delle punte di freccia lungo tutto il setto situato tra la vagina e l’uretra-vescica, quindi non in un punto particolare. Inoltre nell'articolo ci sono molti errori scientifici (sembra pubblicato senza essere stato controllato dai Revisori del Journal of Sexual Medicine!?... L’articolo di Jannini non è scientifico: quanti giornalisti lo hanno letto?...), alcuni esempi:
    Jannini scrive tre definizioni di punto G tutte sbagliate! Hanno confrontato 9 donne che riferiscono un orgasmo vaginale al mese (ma con 9 rapporti vaginali al mese…!?) con 11 donne senza orgasmo vaginale: 1 orgasmo rispetto a 0 orgasmi al mese non è una differenza significativa, che può portare a conclusioni scientifiche. Inoltre scrive "The self-reported nature of presence or absence of vaginal orgasm is another strong limitation of our findings.": allora la risposta alla domanda "hai avuto un orgasmo vaginale?", che valore scientifico ha? Jannini scrive che le sue sono speculazioni, ma dice ai media che il punto G esiste e che lui lo ha fotografato; ha misurato lo spessore di uno "spazio" (non delle ghiandole!!), ma non ha preso in considerazione che le dimensioni del setto (non "spazio": questo è un altro suo errore!) uretrovaginale variano nelle donne (5-12 mm), come anche il numero di fibre muscolari nelle parete uretrale e vaginale, ecc... Inoltre Grafenberg, nel 1950, non ha scoperto nessun punto G, non ha nessuna base scientifica, è una invenzione di sessuologi opportunisti che hanno sfruttato il nome di Grafenberg contando sul fatto che nessuno sarebbe andato a leggere il suo articolo originale. I sessuologi devono divulgare certezze per tutte le donne e non ipotesi, e devono usare una terminologia scientifica corretta, e rapporto sessuale completo = orgasmo per entrambi i partner con o senza rapporto vaginale… Vedi i video (sulla bufala, o "truffa"?, del punto G, o meglio di Jannini..., c’è anche l’articolo di Grafenberg, la mia intervista su Jannini a radiostreet, un video dal congresso di firenze, sul fare l'amore, la prima volta, prevenzione violenze, come è stato inventato da freud l'orgasmo vaginale, gli effetti negativi della pornografia, ecc.) in youtube/newsexology e gli articoli di Antonella Marchisella in girlpower.it

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