lunedì 2 novembre 2009

EUGENIO : maialino fortunato ( scritto da MISTER G )





Eugenio, arriva così:

Giorno dei morti del 1996, mercato di Borgo Valsugana, lungo il Brenta in un giorno fumoso di nebbia, passeggiavamo insieme, mio suocero, io e mia figlia dodicenne che come “regalo” non abbiamo portata a scuola, ma al mercato del bestiame. Un giorno di vacanza, “vaccanza”, che ben dice Nonno Francesco, cioè un momento di svaccamento, di trasgressione. In questo clima umido di mezzo autunno la piccola corre, saltella, gioca d’equilibrio sui bordi del marciapiede fino alle stie in legno, dove diversi maialini attendono i compratori. Uno in particolare era tutto preso a spingere il coperchio e si sfilava dalla cassa appena il tempo di toccar terra e il venditore lo respingeva dentro insieme agli altri. Cecy lo guarda estasiata, lo indica al nonno, che preso da senilità incipiente, paga l’animale e se lo prende in braccio, si siede sul marciapiede e lo fa accarezzare dalla piccola, poi lo mette a terra e pazientemente attende sia la nipote che il maialino del peso di venti chili circa.

Alettato da pezzi di pan da toast, foglioline raccolte lungo i bordi della strada e tante altre leccornie, il piccolo ci seguiva fino alla macchina, una vecchia citroen GS club, nel cofano ha atteso di arrivare a destinazione, ma giunti là, nel piazzale abbiamo veduto che alcune capre erano uscite dal recinto e facevano un abbondante pasto nell’orto dei cavoli. Cacciate di lì e rigirate nel recinto l’attenzione per altri lavoretti ci faceva scordare il maialino nel cofano della vettura che nel frattempo era partita per Trento con mia moglie e la suocera.

Accortici della dimenticanza non ci restava altra soluzione di rincorrerle, con il camioncino abbiamo raggiunto il posto di abituale parcheggio per gli acquisti in città: il piazzale sopra l’Adigetto, lì giunti ci siamo subito resi conto di essere nei pasticci…..

Difatti, le donne giunte a posteggio avevano notato dei sobballamenti della macchina, incuriosite avevano aperto il cofano ed Eugenio era saltato fuori e si era accomodato sotto due autobotte parcheggiati vicini, rovistando lungo il bordo di porfido alla ricerca di eventuali resti di cibo.

Lascio a tutti voi immaginare le parole gentili a nostro indirizzo e le parolacce che ci siamo sentiti quando ci hanno visti fra la piccola folla che si era radunata intorno ai camion, c’erano anche due vigili urbani, una pattuglia di CC, tanti curiosi. Riuniti tutti intorno ai camion non permettevano al piccolo di scappare, ma lui non aveva alcuna intenzione di farlo,. Era sotto il motore e grufolava incuriosito più che spaventato. Nessuno voleva lanciarsi per prenderlo, il pericolo era di lordarsi per bene di olio del motore, allora il nonno sotto il vigile occhio muliebre si è avvicinato pian piano e con una mossa furtiva ha afferrato il maiale per una zampa trattenendolo. Eugenio ha provveduto a gridare a squarciagola il suo disappunto, però è finito sul cassone del camioncino e lì si è subito calmato.

Eugenio è il nome del mio fantomatico capoufficio che ha preteso fino all’ultimo di costringermi a lavorare, mai è riuscito nell’intento e tanto più ora che sono pensionato, invece il maialino è ancora qui con noi, pieno di vita, credo non si identifichi più come appartenente alla razza suina, ma sia certo di avere un’anima umanoide e noi glielo lasciamo credere.

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