venerdì 6 novembre 2009

I TRE GENERI - racconto scritto da ENZO -





Il Natale ormai è un ricordo.

Chiuso anche l'anno 2006, ricomincia il tran tran della vita. Il freddo comincia a precuotere in modo inesorabile.

Don Achille, barbiere, ama chiamare 'barbe scioppe', il suo negozio : cioè il suo Barber's Shop così aveva letto l'insegna durante la visione di un 'western'.

Apertura: ore 8.30. Gli bastano 10 minuti per passare in rassegna l'ordine di tutto il negozio. Ogni mattina, il solito rituale: si avvicina allo specchio e si dà qualche colpettino di forbici ai baffi che si vanta di portare "alla Clark Gable" , pronuncia che in bocca a lui diventa Clac Gable. Ed è proprio in quella posa che si fa beccare dal suo amico, Don Raffaele.

"Giorno!

"Ué, Don Rafè, buon giorno."

"Don Achì, non esageriamo con quelle forbici, ormai…" esordisce il pizzaiolo togliendosi il giubbotto sorreggendolo con le mani davanti all' attaccapanni e aspettando la reazione del suo amico Don Achille.

Immobile davanti allo specchio, Don Achille gli lancia un'occhiata e gli fa:

"Don Rafè, la croce ve la siete fatta stamattina, perché se non l'avete fatta, vi metto a disposizione il retrobottega. Io intanto mi aggiusto qualcosa. Voi, dico voi, non avete più niente che si può aggiustare." Detto questo, Don Achille si accinge a recidere i numerosi peletti che facevano capolino dalle sue narici.

"Che facciamo, il 'tagliando' completo oppure solo capelli?" gli chiede.

"Solo capelli" risponde il pizzaiolo.

"Ci prendiamo il caffè? chiede di nuovo Don Achille. "Così ragionate meglio dopo."

"Ecco un'ottima idea per cominciare bene la giornata. Ci vuole proprio anche perchè se vi innervosite, ci può scappare qualche taglio. Intanto, dò un'occhiata al giornale." Il pizzaiolo comincia a scorrere i titoli. Ad un tratto:

"Questa è proprio una bella notizia" esclama dopo aver inforcato gli occhialini

Il barbiere davanti allo specchio si ferma. "Leggete bene e rispettate la punteggiatura."

E Il pizzaiolo legge piano: "Telefonino cade nel wc. Il padroncino: "Mi ci ficco." Qui dice che un tale ha perso il cellulare nella tazza del gabinetto di un treno. Ha provato a recuperarlo ed è rimasto incastrato nel tazzone. Non riusciva più a venir via. Ci sono volute tre persone per tirarlo su."

"Però, e dove è successo?"

"In Cina, è capitato a un ragazzo cinese… embè piccoli come sono" chiarisce ridendo Don Raffaele " è facile che scivolano e s'incastrano."

"Secondo me i treni cinesi hanno le tazze dei gabinetti troppo larghe, oppure sono troppo piccoli i Cinesi, basta vederne uno e li hai visti tutti: è una questione di razza. Non crescono più di tanto: per loro un Cinese alto 1 e 60 è un tipo alto"

"Bravo, così imparano a telefonare nei gabinetti. Io poi non capisco: sono così piccoli e fanno le tazze dei bagni così larghe. Don Achì, con un'altra notizia come questa comiciamo bene la giornata." E Don Raffaele riprende la lettura. All'improvviso:

"Caspita, sentite, sentite quest'altra: " Mettendosi un velo islamico, un ricercato s'imbarca su un aereo sfuggendo alla polizia."

"Un ricercato, insomma un uomo?" chiede Don Achille. "Una bella trovata. Da noi un uomo si veste da uomo, la donna si veste da donna…"

"…e un gay si veste da donna" aggiunge il pizzaiolo. "Però uno se ne accorge subito se si veste da donna, si truccano e si muovono proprio comma a na femmena."

Don Achille in agguato intende sorprenderlo con il solito umorismo malizioso:

"A proposito di uomini, donne, gay…voi vi siete mai vestito da donna, magari a

Carnevale." Così dicendo, lo guarda di sguincio curioso di sapere la reazione dell'amico pizzaiolo, il quale non si scompone e gli rimanda la battuta:

"Don Achì, vi assicuro, mai. Però, e ve lo posso assicurare, riesco ancora a combattere certe battaglie. Per voi i tempi sono cambiati non è più come una volta. Fare molti tagli di capelli e poche barbe " insinua Don Raffaele "vi hanno fatto perdere un po’ la mano al pennello'."

"Se vi riferite all'attività lavorativa, riconosco che 'il pennello' , come lo chiamate voi, non lo uso quasi più, ma nel privato merita ancora applausi: con degli 'schizzi' riesce ancora a fare dei bei quadretti.

"Ma, però vi voglio credere" ribatte il pizzaiolo. "Comunque sia, 'o nonno mio, salute a noi, un giorno mi disse: "Rafilù, ricuordate, 'a lengua è 'o meglio strumente musicale." A questo punto Don Raffaele esita un attimo e poi proclama calmo: “Voi avete fatto una serenata a me e io ne ho fatto una a voi. Siamo pari, Don Achì?"

Don Achille sportivamente incassa il pari.

D'improvviso Don Raffaele rivolge lo sguardo fuori e annuncia: "Arriva, arriva, Don Achì!"

"Chi?"

"'O prufessore, o' prufessore 'e filosofia."

"Ah, è' Cantaro, il dottor Sabato Cantaro: vera cima di cultura. Qua si ferma l'orologio!

Il professore fa il suo ingresso nel negozio: "Buon giorno signori", e vedendo i due amici artigiani, aggiunge: "…sia alle barbe che alle pizze."

Segue un rapido scambio di battute sulle famiglie e sulla salute, dopodiché il pizzaiolo offre il suo turno al professore.

"Grazie, Don Rafè, ma non ho fretta. Lo sapete che mi fa sempre piacere questo momento: il taglio di capelli è una vera pausa di relax. E voi? il lavoro, tutto bene?" chiede infine.

I due artigiani sono compiaciuti di stare a conversare con il professore:

Don Achille si rivolge al professore: "Dottò, è sempre un piacere avervi qui. Chiacchierare con voi, anzi ascoltarvi, è sempre una cosa da apprezzare; s'imparano sempre tante cose, insomma la cultura è cultura."

Don Raffaele si accoda subito: "Eh già, prufessò, io vi metto tutto il mio entusiasmo

nelle conversazioni parlate."

Il professore si aggiusta la giacca, lancia un'occhiata a Don Achille e prende la parola:

"Una cosa è insegnare agli studenti e ben altra cosa è fare conversazione 'parlata', come dite voi, Don Rafè, con due persone interessate come voi. Come vi ho già detto, signori miei, quando vengo in questo salone, faccio una tranquilla pausa di relax. E poi gradisco sempre dialogare con la gente, figuratevi poi dialogare con gli amici.. Per quanto mi riguarda, c'è una filosofia di scuola e una filosofia di vita reale.. E non mi dispiace parlare. Si possono imparare tante cose dal prossimo; io ho appreso tantissime cose dalla vita reale. Non mi dispiace mai, anzi, parlare di cultura… la cultura è un patrimonio di tutti. Però, però, bisogna essere interessati ad essa."

In coro i due artigiani proferiscono un : " Certamente, Prufessò!"

"Bene, allora, chiedete pure" invita il dottor Cantaro.

"Parlavamo di donne, dottò" inizia Don Achille.

"Veramente" precisa Don Raffaele " di uomini, donne e anche di omosessuali…parlando con rispetto."

"Bell'argomento. I tre generi!" esclama il professore.

"Scusate l'interruzione, cosa c'entrano i generi?" s'mpantana Don Achille titubante. Io ho un solo genero E non vi dico com'è difficile andare d'accordo con lui."

"Don Achì" spiega calmo il professore " intanto vi dico che i generi, cioè i mariti delle vostre figlie, sono affini e non parenti, però vi prego di frenare un po’ il vostro, diciamo, entusiasmo. Io mi riferisco ai generi sessuali."

"Prufessò, ogni tanto Don Achille è come il lotto: 'dà i numeri', preco procedete avanti."


Il dottor Cantaro, dopo aver tirato su di naso, esordisce. " Signori miei, molti, dico molti secoli fa, diciamo, prima che nascesse Gesù Cristo, i generi sessuali erano tre: c'era il maschio, la femmina e l'androgino."

"Ah, sì, senti senti!" bofonchia Don Raffaele.

"Sarebbe una specie di gay di oggi?" chiede Don Achille.

"Non proprio, il terzo genere era costituito da androgini. Questi esseri erano parecchio diversi dai maschi e dalle femmine. Possedevano tutti gli organi ma in doppio:: possedevano quattro mani e quattro gambe, due facce opposte, quattro orecchie e organi sessuali in duplice copia. Potevano camminare dritti come noi oggi, e anche rotolare sugli arti. Per il fatto di rotolare venivano chiamati 'uomini sferici'.

Don Achille e Don Raffaele si bloccano; stanno per nascondere un sorriso; entrambi arrugano la fronte . Il primo a riprendersi è il barbiere:

"Ma chi le ha dette queste cose?"

"Un certo Platone, uno dei più grandi filosofi dell'antichità," dice il professore.

"Ma questo che dite voi, questo anto…insomma questo terzo sesso, com'era fatto?"

"Avevano tutti gli organi in doppio" spiega il professore "come vi ho già detto.

Ma Don Achille insiste: "Cioè avevano due organi…maschili?"

"Proprio no, Don Achì, erano dotati degli attributi maschili e femminili."

Don Raffaele si paralizza; spalanca gli occhi, e alza le sopracciglia. Come inebetito chiede:

"E come erano situati questi organi…cioè sul corpo…com'erano messi?"

"Erano simmetrici: l'organo maschile da un lato e l'organo femminile al lato opposto. Col lato maschile avevano rapporti con le femmine, con la parte femminile avevano rapporti con i maschi."

"Se non ho capito male, gli androggi..o come li chiamate voi, avevano rapporti sia con le femmine che con i maschi…è così, dottò?" chiede il barbiere.

Il professore conferma e riprende:"Anche la femmina aveva rapporti misti: si univa agli uomini e agli androgini. Per farla breve, gli androgini, possedevano sia gli attributi maschili e sia quelli femminili: si potevano accoppiare sia con un maschio utilizzando l'organo femminile, e con l'organo maschile si accoppiavano pure con le femmine. Poi successe una cosa straordinaria: gli androgini erano avidi, arroganti e desiderosi di potere, vollero togliere qualsiasi potere agli dèi. E questi decisero quindi di punirli: e li divisero."

"Li divisero? Come, prufessò? domanda Don Raffaele.

E il professore chiarisce: "Li separarono, ognuno di loro fu separato cioè tagliato in due parti. Tutti e tre i generi furono separati. il maschio, la femmina e l'androgino.

L'androgino diede luogo a due esseri: un maschio con gli attributi maschili, e una femmina con quelli femminili. Poi il maschio-maschio diviso in due diede vita a un altro maschio, e la femmina-femmina, divisa, diede orgini a due femmine. Ogni metà fu condannata a cercare l'altra sua metà: cioè il maschio-maschio antico fu destinato a cercare l'altra metà maschio e questo rappresenta il soggetto-maschio che cerca l'altra metà-maschio, cioè l'omosessuale al quale non interessa la femmina. E così la metà femmina fu destinata a sua volta a cercare la sua metà femmina, oggi noi la chiamiamo omosessualità femminile, insomma, la lesbica."

"Un momento, prufessò, me facite girà 'a capa, ma vediamo se ho capito. Tolto l'omosessuale maschile, tolta quella femminile, rimane il rapporto naturale-normale cioè…insomma noi maschi -normali e femmine- normali veniamo …da un androgino…"

"…perché possedeva il coso maschile e la cosa femminile che una volta tagliate…"

"Il professore interviene e spiega: "…si cercano. L'uomo cerca la donna ed essa cerca l'uomo, ripeto, con genitali diversi. E una reciproca ricerca: l'uomo cerca la metà-donna e la donna cerca l'altra metà, il suo uomo, per sublimare l'antica natura umana."

"Don Achille dando un gran sospiro, esclama: "Guarda un po’, questo androgino che ci ha combinato. Ed io che pensavo di essere nato da mio padre maschio. Dottò, faccio un po’ fatica a seguirvi. Però mi viene dubbio: se per caso Don Raffaele proveniva da un maschio tagliato in due, oggi mi avrebbe fatto la corte. Io l'avrei sempre respinto."

"Ha parlato l'articolo firmato. Prima di tutto, non sei il mio tipo e poi per fortuna, come ha spiegato il professore, sono contento che l'androggio o come cavolo si chiama…"

"Androgino, Don Rafè, an-dro-gi-no con una sola gi" lo corregge il dottor Cantaro.

e il pizzaiolo riprende: "…che l'androgino aveva due sessi diversi, così ho avuto la fortuna di conoscere e sposare mia moglie Carmela."

Il professore interviene tranquillo: "Mbè, Don Achì, Don Rafè, se vi fa piacere anch'io sono normale e provengo da un adrogino originario, e quindi anchio cerco, o meglio, cercavo, l'altra metà, cioè la mia adorata moglie che mi ha fatto omaggio di ben tre adorati figli maschi."

"Ben detto, prufessò. Questa lezione di filosofia merita un premio" proclama Don Achille. E rivolgendosi al suo amico pizzaiolo gli fa: " Mai per comando, vi dispiace ordinare tre caffè? Don Rafè, mi raccomando, sul mio conto."

Don Raffaele va a ordinare.


"Il caffè viene gustato in silenzio poi Don Raffaele si fa serio e si rivolge al professore: "Prufessò, io e Don Achille vi ammiriamo sempre per quello che dite, e subito dopo mi sento in colpa di non essere più andato a scuola. Quanti errori si fanno da ragazzo!"

"Don Rafè, insegno filosofia, se sapeste quanto darei per sedermi un solo giorno sui banchi di scuola. Ma ricordatevi, lo studio della filosofia è importante, ma la vera filosofia

è la vita."

Anche la serietà di Don Achille è evidente:: "Io aggiungerei anche l'amicizia: avere un amico come voi è come Don Raffaele è molto gratificante. Don Raffaele, mi fa un po’ arrabbiare qualche volta , ma ci divertiamo tanto a prenderci in giro sempre in nome del rispetto reciproco e della stima."

"Dottò, quando a Don Achille gli si abbassa la pressione, dice cose strane."

Don Achille lo guarda, muove la testa a destra e a sinistra e gli sfiora l'avambraccio con la mano."

Don Raffaele gli dà una lieve pacca sulla spalla: "Don Achì, voi lo sapete, a me certe battute vengono d'istinto."

"Don Rafè, io le chiamerei in un altro modo". E Don Achille invitando il professore alla poltrona gli domanda: "Dottò, che facciamo?"

"Barba, capelli e anche sciampo…intanto cominciamo con la barba!"

"Bene!

Il pizzaiolo, Don Raffaele, si tuffa nella lettura di una rivista. Don Achille, coperto il professore con un lindo panno bianco, comincia a insaponare il pennello.

Sono le 11.00. Il cielo è limpidamente azzurro. Ai piedi dei passanti il sole proietta piccole ombre.


(ENZO)




2 commenti:

  1. Ma i generi sono due: maschile e femminile. Gli altri sono variazioni sul tema.

    RispondiElimina