sabato 19 marzo 2011

CORSO SEMISERIO DI SESSO UMORISTICO Lezione 16 - di ENZO -

“IL POSTLUDIO”
ovvero
“IL DOPO”
ovvero
L’importanza di un bel finale


Professore OCCHIOFINO – responsabile del Servizio di Andrologia dell’Ospedale San Gustavo di Napoli.

CORSISTI:
MAMIE ed ENZO: coniugi
ROSA e DUCKY (detto DUDU’): coniugi

Nella “Sala Conferenze” del 2° piano dell’Ospedale i quattro corsisti-amici sono seduti nei rispettivi banchi.

ORE 19.00

Enzo: Sta arrivando o’ professore, tenete la lingua a posto…ué ragazzi, ssst…zittiii! Buona sera, dottò.

Mamie: Sera!

Dudù: Buona sera, dottore…Rò, salutiamo il pro fes so re…!

Rosa: Oh, dottò, buona sera!

IL professore: Buona sera, buona serata a tutti…comodi, comodi.

Dudù: Che cosa ci spiegherete stasera?

Il professore annuncia l’argomento della lezione e dice “Dopo…dopo” e fa un gesto con la mano muovendola in senso orario.

Dudù: Scusate, dottò, non ho capito, avete detto “dopo” dopo che cosa?

Rosa: (bisbigliando verso il marito Dudù) Veramente nemmeno io ho capito…ha detto “dopo” forse ce lo dirà dopo, ma dopo quando?

Il professore: Dicevo “IL DOPO”, vi parlerò di quello che succede “dopo”.

Rosa: Dopo a che, dotto’?

Il professore: Signora, Rosa, dopo che vi siete , diciamo così, lamentata
con il vostro qui presente marito. E’ chiaro, adesso?

Rosa: Oh Gesu’, lamentata…io, per carità, io non mi lamento mai con Dudù, ve lo posso anche giurare, prufessò.

Il professore: Signò, avete capito male, è colpa mia, ho usato un eufemismo…

Mamie: Io non ho visto nulla. Enzo, tu hai visto? Te ne sei accorto che il professore ha usato qualche attrezzo…insomma questo eumefismo…
Eufum…insomma come cavolo si chiama!

Enzo: Mo’, me lo fai passare per un bocchino per fumare, si dice “eufemismo, che consiste nell’attenuare un concetto o una parola sgradevole con una meno esplicita o meno cruda.

Mamie: Fammi un esempio, così capisco meglio.

Enzo: Invece di dire a una donna “puttana” si potrebbe dire “passeggiatrice”; invece di dire “sordo” potremmo dire “audioleso”. Chiaro?

Il professore interviene: Quindi, signora Rosa, intendevo dire…”miagolare”, va bene. Avete capito ora?

Rosa: Che dite, Dottò, non sono mica una gatta!

Mamie: Rosa, il dottore sta dicendo che tu ti lamenti, miagoli…indo lietto…a letto con il partner…tu e Dudù!

Rosa: Oh, marò, miagolare in quel senso lì. Mamie, è vero, se è per questo io miagolo…eccome. Però che spiritoso siete, dottò. Ma è tutto merito del mio Dudù; modestia a parte, tutto è fuorché un lamento. E’ come se mi facessi male…dico sempre ah…ah…ah e non me ne accorgo in quel momento.

Dudù: “Le fusa, Rò…”fai le fusa”.

Mamie: (rivolgendosi sottovoce a Rosa): Ro, non te la prendere…io da parecchio non faccio le fusa. Ormai non so quasi più come si “fanno le fusa”.

Il professore: Signori, vi prego. La lezione riguarderà il “dopo” cioè di quello che fate dopo aver svolto il vostro dovere coniugale con la persona che amate.

Dudu’: Dottò, scusate il sorriso, ma per me non è proprio un dovere.

Mamie: Nemmeno per me. E nemmeno per mio marito. Una volta sì che era un piacere, anzi un superpiacere.

Enzo: Zitta, Mamie…non ci facciamo conoscere…questi sono fatti nostri…comunque sono d’accordo con tutti…non è un dovere però si sta così bene “dopo”.

Rosa: Prufessò, a dire la verità, qualche volta mi prende nù male ‘e capa, un mal di testa. Io, sapete che faccio, per farmelo passare, comincio a guardare negli occhi a Dudù, gli parlo sottovoce come se avessi voglia di dormire; nel senso che faccio delle moine. Cerco di fargli capire che “lo voglio”.

Mamie: Brava, Rosa!

Rosa: Brava un cacchio, la settimana scorsa così ho fatto…dopo aver sistemato la cucina, ho cominciato a parlagli zitto zitto…quasi sottovoce…e lui sapete come mi ha detto: “Rò, o ti si è abbassata la pressione oppure ti hanno fatto male i fagiolini. Avevo la padella in mano…giuro, dottò, gliel’avreii scaraventata sotto la cintura.

Mamie: Calmati, Rò, io e mio marito…sempre a litigare litigare litigare, non mi ha dato che pene….se sapessi come soffro dentro.

Rosa: Scusa, Mamie, beata te, dovresti essere contenta!

Mamie: Rosa, che hai capito? Ho detto “non mi ha dato che pene… non pene in quel senso lì…

Rosa: E allora in che senso, tu non ti spieghi!

Mamie: Nel senso di “pene” come dolori, sofferenze. Chiaro?

Rosa: Capito, comunque, siccome tua amica , io ti auguro di non soffrire più in senso psicologico, e di apprezzare anche la gioia che ti viene data dentro.

Mamie: Fermati, per carità, Rò. Basta…tu e tutta la gioia che ti viene data dentro!

Dudù: Ue’, Rosa, non mi sembra il caso di continuare a dire scemenze. Smettila!

Mamie: Rosa, Dudù ha ragione. Il professore ci sta guardando. Dobbiamo seguire la lezione.

Il professore: Bene, signori, per cortesia…un po’ di attenzione. Mi rivolgo soprattutto agli uomini; questi uomini diciamo la verità, “ci danno dentro” come dei forsennati e poi che cosa fanno? Si addormentano di colpo. Se non crollano, si alzano per andare a fare una telefonata; vedere come va a finire la fine di un telefilm; farsi una sigaretta.
E in questi atti innocenti si nasconde il pericolo.
Lei ha voglia di rannicchiarsi sotto il braccio di lui e fare le fusa tra le sue braccia finché vi assopite insieme; e se a te non va…

Dudù: Dite a me, dottò?

Enzo: No, forse a me!

Il professore: A nessuno di voi due, mi rivolgo a un uomo ipotetico.
Dicevo che lei…la donna, la vostra donna si sente respinta e sola, abbandonata sul lenzuolo bagnato. Trova, di conseguenza, insopportabile che tu ti alzi per andare a lavarti o che controlli il listino della Borsa o che tu ti alzi per andare a farti le abluzioni.

Mamie: Le abluzioni?

Enzo: Mamie, che c’è?

Mamie: Enzuccio, il professore se ne è venuto ancora con una parola difficile,
“abluzioni”. Io mi domando e dico, le vuoi usare…ma spiegale, San Gustavo.

Enzo: Sssst, calmati…Mamie.

Mamie: Le abluzioni, tu sai cosa sono? Cos’è…forse va in cucina a cucinarsi qualche frittura?

Enzo: Eh, già, mo’ si va a fare una frittura di pesce…Mamie, madonna santa, farsi le abluzioni vuol dire che va a lavarsi…a sciacquarsi proprio lì.

Mamie: …perché va a lavarsi proprio lì… in cucina…anziché nel bagno?

Enzo: Oh, Gesù, Mamie, lì lì significa che va a lavarsi le parti intime. Hai capito ora?

Mamie: Sì, sì, ho capito, che sgarbato che sei…e…senti tesoro, ablu…insomma questa parola si scrive con una o con due “b”?

Enzo: Una, una…vabbè…Mamie…chi ci sente pensa subito “ma guarda questi, si fanno le abluzioni con due “b”!

Rosa: Mamie, per quanto mi riguarda io mi faccio le abluzioni normali, sì…insomma quelle con una sola “b”. Dopo, to’ giuro, mi sento come quella attrice in “nove settimane e mezza”, mi sento talmente fresca che…mi manca solo la musica.

Il professore: (battendo le mani)…Andiamo su, proseguiamo. Dunque, dicevo che per molte donne questi momenti di intorpidita intimità dopo l’amore, sono di fondamentale importanza. Per certi versi, sono persino migliori dell’orgasmo. Vi dico di più, per certe donne mettere la guancia sul petto del partner o mettere la testa sotto il braccio dell’uomo è una prelibatezza emotiva di delizioso postludio.

Rosa: Ecco, ecco, Dudù, hai sentito…è come se lo facesse apposta.

Dudù: Mò ti ci metti pure tu. Rosaaa!, “postludio”…lo sapevo: sono due parole unite…”post” è la prima parte di una parola composta e significa dopo…dietro… e…

Rosa: …come dietro? Non scherzare Dudù…se no mi fai venire certi pensieri!

Dudù: Mi lascia finire, per favore?

Rosa: Sì, scusami, gioia ‘e chistu core!

Dudù: e…”ludio”, parola successiva, è una funzione, un atto, o azione che avviene prima con PRE-LUDIO e dopo o dietro com’è appunto in POST-LUDIO.

Rosa: E’ tutto chiaro o si mette prima o si mette dopo dietro!

Enzo: Dudù. Te l’avevo detto “Rosa è irrecuperabile ma è così simpatica.

Il professore: Prego, signori…devo anche chiarire che addormentarsi subito dopo, qualche volta va anche bene, ma di solito io, personalmente dopo il sesso, ho bisogno di un po’ di amorevoli coccole. Mi diceva una donna del mio studio…”è un modo per assaporare il momento
; mi fa sentire vicino a lui e in pace con me stessa: una mia paziente asserì che provava notevole piacere “litigando” con il partner. Ma la cosa eccezionale mi è capitata con una fanciulla: lei, un’adulta, con un’anima candida, mi confessò di provare un piacere protettivo indicibile mettendo la testa sotto il braccio del partner.

Dudù: Prufessò, ma quello che lei dice fa parte del preludio!

Il professore: Ha ragione. Comunque, torniamo al “DOPO” cioè al “POSTLUDIO”. Io sono qui per spiegarti…

Dudù: A me no, all’uomo ipotetico.

Il professore: Certo e c’è anche una ragione se ti addormenti dopo aver fatto l’amore e lei no, e non è perché sei un bruto insensibile. Lo fai in parte perché c’è una differenza tra i due cicli della risposta sessuale.

Enzo: Vi dispiace chiarire, dottò?!

Il professore: Sicuro, dovete sapere che due studiosi, Wlliam H. Masters e Virginia E. Johson hanno appurato e dichiarato di un famoso “ciclo della risposta sessuale” in 4 parti, che sono:
ECCITAZIONE CRESCENTE
PLATEAU DI ECCITAZIONE SOSTENUTA
FASE ORGASMICA (che sarebbe il bada bum esplosivo)
FASE RISOLUTIVA (in cui tutto torna a riposo)

Badate bene tutti voi.
E’ qui che gli uomini e le donne sono diversi. Vi spiego.
Nella fase immediatamente successiva all’eiacul…all’esplosione, vedrai, tu uomo, una caduta praticamente verticale dei fenomeni fisici che ti hanno portato fino all’orgasmo. Il tuo “volatile” velocemente, entro un minuto, si affloscia e non vola più; poi il tuo corpo attraversa quello che si chiama al basket, time-out, altrimenti detto periodo refrattario o time-out erotico sessuale. E lui, dico…”lui”, diventa così sensibile da non poterlo toccare senza provare un brivido di fastidio. I tuoi muscoli, prima tesi, ora si rilassano. Chiaro, signori? Lo spero!

Mamie: Chiaro!

Rosa: Chiaro, prufessò, chiaro.

Il professore: Ma…ma per voi donne le cose vanno diversamente.

Rosa: Noi donne siamo tese, ma in noi non si affloscia nulla. E’ così?

Mamie: Eh, sì, siamo proprio diverse. Noi ci apriamo e loro si allungano.

Enzo: Dottò, avete sentito come è dolce e tenera? Mia moglie, Mamie ci
Mette tanto, ma quando le viene il genio dice delle frasi meravigliose. Ecco perché le voglio bene. Non solo, è capace di spararne un’altra fra tre giorni. Prufessò, continuate e scusate l’interruzione.

Il professore: Prego, un po’ di attenzione, anzi stati attento uomo, e mi rivolgo a tutti voi: una volta che accade il “bada bum”…

Rosa: Ci risiamo, scusate, prufessò, vi dispiace spiegare anche a nome di tutti, questo “badabum”. Cos’è… uno specie di starnuto…un singhiozzo, un movimento sbagliato? Un crampo forse?

Il professore: Signora, Rosa, niente di tutto quello che avete appena detto; è uno specia di sparo che vostro marito fa quando si lamenta…assai e voi vi sentite un’ondata di mare caldo…diciamo…dove è la vostra intimità. Lo sparo perciò è un “badabum”.

Rosa: Insomma, marò, una mitraglietta silenziosa e calda. Giusto?

Il professore: Esattissimo, in senso figurato!

Rosa: Ogni tanto una bella figura la faccio anch’io.

Mamie: (strizza l’occhio a Rosa): Brava, Rò, un intervento coi fiocchi.

Il professore: Seguitemoi ancora. Dicevo, e mi rivolgo ancora all’uomo ipotetico; se non te ne sei accorto, la detumescenza, ovvero il…

Mamie: Eh no, dottò, chiarite per cortesia, quella che mi pare una brutta parola.

Il professore: “Detumescenza” , signori miei, è il rimpicciolimento dell’organo maschile…

Mamie: Parliamoci chiaro…una specie di svenimento…un collasso…

Il professore: più o meno…in altre parole il pene, dopo l’esplosione avviene in realtà che l’arnese maschile si riduce del 50 per cento e più.

Mamie:Oh, poverino, prima è superbo e poi diventa umile a capo chino.

Rosa: Per me è uno svenimento vero e proprio. Insomma non riesce più a superare la forza di gravità.

Il professore: Ma da quel momento in poi il processo rallenta drasticamente. Se prima dell’orgasmo tu e la tua partner vi siete impegnati in preliminari prolungati, l’organo maschile rimarrà in questo secondo stato di erezione parziale molto più allungo del solito, come asseriscono Masters e Johnson. La fase risolutiva della donna è molto diversa. La donna si accomiata con il viso sul petto dell’uomo o con la testa sotto il braccio di lui, in modo “lento e dolce” e non con una caduta verticale, come capita all’uomo.
Ora chiedo scusa alla signora Rosa e alla signora Mamie, perché devo esprimermi con una parola inusitata, desueta…

Mamie: Dottò, ma voi ne avete dette già due ora…eh…abbiate pazienza…sapete bene che alla sottoscritta, e anche a Rosa, piace più la cucina che la grammatica.

Rosa: Vero, pure a me piace più la cucina…napoletana che ‘a grammatica.

Il professore: Io vi capisco e mi scuso, ma la parola difficile non è nessuna delle due…bensì “tumefazione” che non è altro che un rigonfiamento, un turgore. La tumefazione, signori miei, e il colorito acceso delle zone intime femminili dovuti all’eccitazione sessuale diminuiscono molto più lentamente che nell’uomo, impiegando spesso dai 5 ai 10 minuti.

Mamie: Prufessò, ma noi, “dopo” non ci addormentiamo!

Il professore: Verissimo. Infatti, dopo l’ultimo orgasmo le donne le donne non hanno la tendenza ad addormentarsi, o almeno non subito, e non sperimentano nemmeno un periodo refrattario…

Rosa: Le frattaglie? Cosa c’entrano le frattaglie?

Il professore: Signora Rosa, ho detto periodo “re frat ta rio” , le frattaglie non c’entrano…più attenzione per cortesia. Dicevo che con un’adeguata stimolazione, ripeto…con una adeguata stimolazione molte donne sono capaci di avere un altro orgasmo senza che debba trascorrere alcun intervallo e ciò aumenta molto l’eccitazione del partner.

Rosa: Mamie, a me ha fatto piacere che non teniamo il periodo refrattario, così possiamo sempre ricominciare “a uscire pazza” insomma a “lamentarmi”, a “miagolare” va, cumme dicite vuie, dottò.

Il professore: E’ come se per le donne i dolci gemiti del “prima” e del “dopo” siano spesso i momenti migliori del rapporto sessuale.

Rosa: Prufessò, scusate, avete detto “prima e dopo”, e se c’è anche il durante, la parte centrale quella di mezzo? A me piace assai anche questa fase; voi che ne dite, a noi donne è troppo…ci può fare male?

Dudù: Brava, Rò, bella domanda!

Mamie: Amici miei, dite quello che volete, ma anche a me piacciono tutte e tre le fasi, “prima-durante e dopo.

Enzo: Qui vi volevo, Il terzetto “sublime” capita perché NOI uomini lo facciamo capitare!!

Dudù: Enzo, hai detto proprio bene, è merito nostro se a voi donne vi facciamo dono anche della fase di mezzo, cioè quella durante l’accensione dei fuochi d’artifici.

Il professore: Signori uomini, per cortesia, calmatevi…io vi suggerirei di prestare maggiore attenzione al modo in cui la “vostra lei” reagisce alle vostre azioni. Siate sensibili ai suoi bisogni di effusioni e carezze, anche dopo.

Rosa: Ah, ma senti, a me invece è accaduto che sono caduta rotolandomi sul letto: Ma non quando Dudù si è alzato…

Mamie: E quando?

Rosa: E’ successo nella fase due…quella “durante”, quella prima del “dopo”. Il rapporto è stato meraviglioso, ma per due giorni ho avuto male al sedere. Ho giurato che da allora non mi sono rotolata più
Ora mi “lamento” solo.

Mamie: Rò, fai bene, teniamo le nostre posizioni!


Il professore: Ed eccoci arrivati, anche se con allegria, alla fine. Tenete a mente questo consiglio:
“Fate bene l’amore, e non fatevi male. Se non vi sentite sicuri, e temete di…cadere, mettete due sbarre ai lati del letto.
E anche stasera la lezione è terminata. Buona pizza a voi tutti.

I corsisti-amici onorarono il rito della pizza.

Enzo

giovedì 17 marzo 2011

BUONA SETTIMANA

Cari amici ci prendiamo una settimana di riposo? vacanza? riflessione? pausa? Ok, per una settimana vi lasciamo alla lettura retrospettiva.
Tra le varie festività di questa settimana :-Unità d'Italia,- San Giuseppe- Compleanno di mia figlia - visita all'amica Natalina il 18 a Padova... avrò una settimana abbastanza piena che non mi permetterà di curare e aggiornare il blog.
Quindi , come dice Maria, vi lasciamo con una dolce pausa...

Ecco  un delizioso dolce che, tradizionalmente viene preparato il 19 marzo: la zeppola di San Giuseppe . 



Queste zeppole, cotte al forno, sono una variante delle originali che solitamente vengono fritte; entrambe sono comunque guarnite con crema pasticcera, amarene sciroppate e, a piacere, con dello zucchero a velo.
La versione al forno, lo stesso molto buona e un po’meno calorica, è senz’altro un’ottima alternativa alla golosissima (e ahimè, ipercalorica) zeppola fritta!

 Per l'impasto di circa 12 zeppole
Acqua 200ml – burro 80 gr – farina 120 gr – 1
pizzico di sale – 4 uova
Per la crema pasticcera
Farina 60 gr – latte fresco
500 ml – la scorza di un limone – 6 uova medie – zucchero 140 gr – una stecca
di vaniglia
Per guarnire
Ciliegie o amarene sciroppate almeno 1 per ogni
zeppola – zucchero a velo

Preparazione della crema

Fate sobbollire il latte
(tranne mezzo bicchiere) in una capiente casseruola con il baccello di
vaniglia, poi toglietelo dal fuoco e lasciatelo in infusione per 10 minuti.
In
una terrina a parte lavorate i tuorli con lo zucchero con l'aiuto di uno
sbattitore elettrico, molto bene fino a ottenere una crema spumosa e
biancastra; versate un terzo del latte tiepido a filo  poi incorporate pian
piano la farina setacciata. Continuate a sbattere con le fruste elettriche;
togliete la stecca di vaniglia che avete lasciato in infusione nel latte e
aggiungete nella casseruola, poco alla volta e mescolando con una frusta, il
composto di uova, farina, zucchero e latte.
A questo punto portate ad
ebollizione il tutto e, mescolando continuamente, lasciate sobbollire a fuoco
dolce per alcuni minuti finchè il composto si addensi, sbattendo di continuo
con la frusta per evitare che si formino grumi alternando l'aggiunta del latte
freddo che avete tenuto da parte.
Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare la
crema, mescolando di tanto in tanto. La crema è pronta.
CONSIGLIO
Se non
trovate la stecca di vaniglia, in sostituzione potete usare qualche goccia di
essenza o una busta di vanillina; eviterete così anche il tempo di infusione.
Se volete potrete usare una scorza di limone per profumare la crema, che
toglierete dopo l’infusione, oppure potrete incorporare, mescolando con una
frusta, degli alcolici prima che la crema si raffreddi.
Per evitare che si
formi una pellicola in superficie mentre la crema si raffredda, copritela con
un disco di carta forno oppure coprite il contenitore dove si trova con un
canovaccio inumidito, oppure mettete sulla superficie della crema qualche
fiocchetto di burro.

Preparazione della pasta choux

Versate in un tegame 200
ml di acqua (potete anche unire 100 ml di acqua e 100 ml di latte) con il
burro, lo zucchero  ed una presa di sale. Non appena l’acqua inizierà a
bollire, togliete il tegame dal fuoco e buttateci dentro la farina setacciata
molto bene, mescolando bene e rapidamente in modo da evitare che si formino
grumi. Rimettete poi il tegame sul fuoco e, a fiamma bassa, mescolate con
rapidità sbattendo con vigore il composto con un cucchiaio di legno: la miscela
diverrà presto consistente e morbida e si staccherà dalle pareti, formando una
palla. Quando sul fondo del tegame si formerà una patina bianca, togliete
l'impasto dal fuoco, e lasciate raffreddare completamente mettendo il composto
su un piatto, se volete accelerare il procedimento, immergete la casseruola in
acqua fredda. Intanto sbattete le uova in un contenitore, utilizzando il
cucchiaio di legno, e aggiungete le uova un po' alla volta e molto lentamente
al composto freddo, mescolando energicamente per incorporarle all’impasto. Non
aggiungete altre uova se non saranno prima ben assorbite quelle aggiunte
precedentemente. La pasta è perfetta se facendola scendere da un cucchiaio di
legno formerà una specie di nastro.
CONSIGLIO
Per preparare la pasta choux, le
uova non vanno mai usate troppo fredde, sarà quindi meglio che le togliate dal
frigorifero qualche ora prima di utilizzarle.
E' consigliabile se l'impasto
finale dovesse risultare troppo sodo, valutate se è il caso di aggiungere o
meno un altro tuorlo.

Preparate la crema pasticcera e fatela raffreddare.

Nel
frattempo preparate l’impasto delle zeppole seguendo la ricetta per la pasta
choux .
Ponete l’impasto in una tasca da pasticcere con bocchetta a stella
piuttosto grossa e spremetelo su due teglie foderate con carta forno, formando
dei cerchi del diametro di circa 8 cm sui quali passerete due volte
accavallando la pasta choux.  
Tenete una distanza di qualche cm tra una
zeppola e l’altra in modo che, durante la cottura, gonfiandosi, non si
attacchino una con l’altra.  Preriscaldate il forno a 200° C, quindi infornate
le zeppole per circa 25-30 minuti, fino a che risulteranno ben dorate. Nel
frattempo prendete la crema pasticcera, mettetela in una tasca da pasticcere e
procuratevi le amarene sciroppate (ve ne servirà 1 per ogni zeppola).  A
cottura avvenuta estraete le zeppole dal forno e lasciatele raffreddare.
Tagliate le ciambelline a metà in senso orizzontale, riempitele con un giro di
crema pasticcera, quindi richiudetele e guarnite la sommità con la stessa crema
, al centro della quale porrete un’amarena sciroppata. A piacere cospargete con
zucchero a velo




Nel frattempo Maria ci delizia con quattro risate...
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Per dire delle bugie devi avere una buona memoria!
* È INUTILE CHE PROGRAMMI LA VITA
TANTO ANDRÀ SEMPRE AL CONTRARIO DI COME L'AVEVI PENSATA!!!
                                                                                       
Due amiche stanno chiacchierando. Dice la prima: "Cara Mariella, ci ho pensato bene. Sara' bene che mi cerchi un marito".
 E l'altra: "Ma non sarebbe meglio uno scapolo?"

                                                     * 
Mia suocera è così brutta che anche le zanzare quando la pungono chiudono gli occhi...

 Qual e' l'idea che gli uomini hanno di "Lavori domestici" ? Alzare la gamba affinché la donna possa passare con l'aspirapolvere
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* LATO POSITIVO E NEGATIVO
Positivo: Tuo marito capisce di moda. Negativo: Scopri che di nascosto si mette i tuoi abiti. Molto negativo: Stanno meglio a lui che a te                                                                                                                    Una donna non ammetterà mai d'aver avuto torto:pensa semplicemente di non esser riuscita ad esprimersi con sufficiente chiarezza.


  Qual e' la differenza tra un uomo ed un cane? Dopo qualche anno il cane e' ancora eccitato quando ti vede                                                   

Sono distrutto!! "Mia moglie ogni volta che di notte sentiva dei rumori mi svegliava e mi diceva: “Giovanni, ci sono i ladri!”.
Io le ho detto che i ladri non fanno rumore. E, da allora, lei mi sveglia quando non
senteniente". 
                                                                                                    
Gli uomini sono come una nevicata:non si sa mai quando viene, di quanti centimetri sarà e quanto a lungo durerà.
                                                
Dottore, dottore, mia moglie è una donna molto bella e mi tradisce continuamente!    Ogni sera va al bar di Mario e fa sesso col primo uomo che le chiede di andare a letto con lei!! Sto impazzendo!!!!!! Mi dica cosa fare!    A questo punto il dottore risponde: -Innanzitutto si calmi, respiri profondamente e mi dica...esattamente... dov'è questo bar di Mario? 

continua...                                                                                                   

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si ride, si piange



SIAMO VICINI   ALLA POPOLAZIONE GIAPPONESE DEVASTATA DALL'IMMANE TRAGEDIA SISMICA. OVVIAMENTE OGNI PAROLA E' SUPERFLUA, IN QUESTI CASI ,DOVE DIFRONTE AD UN CATACLISMA COSI VIOLENTO SIAMO IMPOTENTI
 E' il momento più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale: chiedo a tutti la massima unità". E' l'appello lanciato dal premier giapponese Naoto Kan, parlando alla Nazione. "Non ci sarà un'altra Chernobyl", ha affermato Kan. "Le radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura", ha detto Kan, in relazione ai gravi problemi della centrale di Fukushima 1, citato dall'agenzia Jiji. 


Annamaria e tutti gli amici del blog... a dopo

mercoledì 16 marzo 2011

Terremoto in Giappone: come posso aiutare?




Il disastro in Giappone assume proporzioni sempre più apocalittiche. Ecco alcuni modi per dare una mano attraverso la rete.
Donazioni:
Tramite
e molti altri siti elencati qui, quiqui.
Donazioni sono possibili anche via iTunes.
Chiunque trovasse una pagina non affidabile la può segnalare qui.
Per chi apprezza, è anche possibile comprare un braccialetto appositamente creato da Lady Gaga a partire da 5 dollari. Tutti i proventi saranno destinati alle vittime dell’emergenza.
Su Facebook:
Attraverso la pagina Global Disaster Relief on Facebook è possibile seguire tutti gli aggiornamenti sulla situazione degli aiuti e sulle diverse campagne messe in atto a livello mondiale.
L’iscrizione alla pagina Dog Bless You equivale a una donazione di un dollaro da parte della National Disaster Search Dog Foundation. L’obiettivo è raccogliere 100 mila dollari per inviare team di soccorso in Giappone.
Da qui si può contribuire al progetto di raccogliere 50 mila dollari per aiutare le vittime del terremoto e dello tsunami. Per ora 932 persone hanno versato 32.600 dollari.
Google:
Google ha lanciato una pagina di Crisis Response da cui è possibile effettuare donazioni ma non solo: c’è una lista dei numeri di emergenza utili, informazioni aggiornate su blackout e possibili tsunami e, soprattutto, un «person finder».
In Italia:
Si possono effettuare donazioni da GroupOn Italia. Non ho trovato altri siti italiani destinati alle raccolte fondi o ad altre iniziative umanitarie. 

da Il Nichilista

martedì 15 marzo 2011

poetando... poetando - da MAURIZIA - "AMARE L'AMORE"


Amare l’amore
è vedere la bellezza di una goccia di rugiada sui fiori al mattino

è ammirare una sfumatura rosa nel cielo buio allo spuntar del sole

è contemplare il riflesso della luna rispecchiarsi nel mare d’agosto

è rimanere incantati osservando il firmamento.

Amare l’amore…è amare le cose belle

è amare la dolcezza

è amare la bellezza

è amare la grazia e la bontà.

Amare è amare sopra ogni altra cosa.

Amare è dare l’amore

amare è dare senza avere

amare è dare immensità.


 MAURIZIA



lunedì 14 marzo 2011

QUI AD ATENE FACCIAMO COSI'... di - CIPRIANO -

Una lettura inedita per il blog che mi è giunta stamane dall'amico Cipriano.... arrivederci, pardon "arrileggerci presto"

Senza ombrello cercavo riparo da un violento acquazzone
dentro un portone; nell’attesa di poter uscire, aprii il giornale
quotidiano che avevo ancora intatto infilato nel giaccone;
diedi una veloce occhiata alla prima pagina, completamente
dedicata ai recenti avvenimenti del NordAfrica.
Mi accorsi che al mio fianco, anche lui al riparo dalla pioggia,
c’era un ragazzo extracomunitario, di evidente origine magrebina,
che, dopo aver dato uno sguardo furtivo al mio giornale, aveva
avuto una visibile smorfia di indefinita disapprovazione.
Vedendo il suo percepibile interesse all’argomento della prima
pagina, mal m’incolse quando, con mia somma superficialità,
infelicemente ebbi a dirgli :- “Vi state liberando dai dittatori.
Finalmente avrete la democrazia e la libertà” -.
Avessi un attimo riflettuto mi sarei risparmiato la sua sottile,
ironica e pungente risposta, prima che scomparisse sotto la
pioggia: - “ può darsi, ma non mi dire che tu credi di vivere
adesso veramente in democrazia” … -
Riposi il giornale nel giaccone, senza interrogarmi perché
purtroppo già conoscevo la risposta; io so, come anche molti di
voi, di questa nostra Italia ormai languidamente abbandonata
nell’oblio, nella più incosciente e gioiosa rassegnazione, che
pensa di festeggiare i cento50 anni di unità, crede di essere
padrona del proprio destino, ritrovarsi invece ad avere testa
e collo infilata nella sabbia; ha paura di avere la certezza del
divario enorme tra ricchi sempre più ricchi, e tanta gente che
diventa sempre più povera, di una parte d’Italia sempre più
lontana dall’altra.
Schiavi di una classe politica che ti fa credere libero, ma che
paga la tua dignità con una misera raccomandazione, una futile
promessa, una elemosina, una pensione da fame, l’illusione di
una realtà che non esiste, una garanzia più vana di una bottiglia
affidata all’oceano. Ti fa credere di essere libero di fare quello
che in fondo, altri, decidono che tu debba fare, sapendo che poi
se vuoi rivolgerti alla Legge, essa non è uguale per tutti …
Vorrei regalare a quelli che credono di vivere in un paese
veramente libero, una bellissima pagina di democrazia scritta
circa 2500 anni fa da Pericle, l’uomo che la realizzò pienamente
in Atene e le diede poi una realtà storica. Non a caso il termine
stesso di democrazia comparve per la prima volta nell’età che
da Pericle prese il nome.
Se tutto ciò che gli Ateniesi facevano ben 2500 anni fa, lo
facciamo anche noi …Allora possiamo dire che viviamo in
democrazia, e che il sottoscritto ha sbagliato tutto, essendo
pronto a chiedere scusa. In caso contrario …
Mi affido alla Vostra intelligenza …


Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per
questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza
di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto
di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non
costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana;
noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai
il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo
suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un
cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende
alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei
pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che
dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato
anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono
nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che
è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo
innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di
dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado
di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un
ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità
sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che
ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la
fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione
ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e
noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.”

Cipriano

Ciprià, aggiungo il video interpretato da Paolo Rossi

SALUTE E BENESSERE- NEWS




NUOVE TECNOLOGIE: IN ARRIVO L’OROLOGIO CHE MISURA LA PRESSIONE

Lo sfigmomanometro, tradizionale strumento per misurare la pressione, potrebbe avere le ore contate. Presto dovrebbe bastare un semplice orologio da polso per controllare...

Lo sfigmomanometro, tradizionale strumento per misurare la pressione, potrebbe avere le ore contate. Presto dovrebbe bastare un semplice orologio da polso per controllare lo stato di salute del cuore. Sull’efficacia del nuovo congegno hanno scommesso i ricercatori dell’università britannica di Leicester, da mesi impegnati nell’analisi e nel perfezionamento del dispositivo. Ma come funziona l’orologio? Semplice: un sensore interno registra le pulsazioni e invia i dati raccolti a un processore in grado di calcolare i valori esatti della pressione dell’aorta, la più grande arteria del corpo umano. «L’aorta si trova a pochi millimetri dal cuore – ha spiegato il professor Bryan Williams, responsabile della ricerca – e per questo la pressione sistolica centrale aortica è uno dei migliori predittori di possibili patologie cardiovascolari».
Secondo Williams l’innovativo orologio, finanziato dal “National Institute for Health Research” e messo a punto dalla HealthStats (azienda specializzata di Singapore), cambierà in poco tempo il modo di misurare la pressione: «Entro cinque anni – ha annunciato il responsabile del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Glenfield Hospital – il nuovo apparecchio raggiungerà una diffusione mondiale¬». D’accordo anche Choong Meng Ting, presidente della HealthStats: «L’orologio consentirà a medici e pazienti di monitorare facilmente la pressione sistolica centrale aortica e modificare la terapia necessaria rimanendo comodamente seduti sul divano di casa». In attesa del rivoluzionario orologio, però, meglio non buttare lo sfigmomanometro: «Dovremo effettuare ulteriori ricerche – ha spiegato il professor Williams – per capire se il nuovo sistema di misurazione può essere valido in ogni caso».

TERAPIE NATURALI DIFFUSE MA ANCORA NON RICONOSCIUTE IN ITALIA

Le terapie naturali sono ormai molto diffuse in Italia. Oltre 11 milioni di persone fanno ricorso alle medicine complementari, omeopatiche e fitoterapiche. Tuttavia, diversamente...

Le terapie naturali sono ormai molto diffuse in Italia. Stando agli ultimi dati, oltre 11 milioni di persone fanno ricorso alle medicine complementari, omeopatiche e fitoterapiche. Diversamente da quanto avviene in altri paesi, però, chi opta per questo tipo di cure deve sbrigarsela da solo, contando esclusivamente sulle proprie tasche. Un problema rilevante, visti gli elevati costi delle medicine, ben compreso in Svizzera, dove il Dipartimento Federale dell’Interno ha appena annunciato che dal 2012 al 2017 garantirà il rimborso per l’acquisto di tutti i farmaci non convenzionali (non solo omeopatia e fitoterapia, ma anche medicina tradizionale cinese, terapia neurale e antroposofia). Cinque anni per capire se tali cure «soddisfino pienamente i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità previsti dalla legge¬».
In Italia, al contrario, le medicine alternative non sono riconosciute, nonostante siano utilizzate da 11 milioni di persone e consigliate da 20 mila medici. E così chi vuole far ricorso a cure naturali deve affrontare spese ingenti. «L’esempio svizzero mette in evidenza la grande distanza politico-culturale che ci separa dagli altri paesi – ha sottolineato attraverso un comunicato il professor Leonello Milani, vicepresidente dell’Associazione medica italiana di Omotossicologia e dell’Accademia internazionale di medicina fisiologica di regolazione – Bisognerebbe rispettare la direttiva europea recepita nel 2006 e consentire la registrazione dei farmaci omeopatici, e invece l’inerzia delle istituzioni pubbliche limita fortemente medici e pazienti nell’esercizio dell’inalienabile libertà di scelta terapeutica».

Annamaria... a dopo