sabato 30 aprile 2011

HO VISTO UN FILM "C'E' CHI DICE NO" - di MARIA





REGIA: Giambattista Avellino
ATTORI: Luca Argentero, Paola Cortellesi, Paolo Ruffini, Myriam Catania, Claudio Bigagli, Marco
Bocci, Roberto Citran, Massimo De Lorenzo, Chiara Francini, Edoardo Gabbriellini, Harriet McMasters
Green, Max Mazzotta, Isabelle Adriani, Giorgio Albertazzi
SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci
PRODUZIONE: Cattleya
DISTRIBUZIONE: UIP
ANNO: 2010 PAESE: ItaliaGENERE: Commedia
DURATA: 95 minuti
Tre ex compagni di scuola si ritrovano dopo vent'anni e si rendono conto che un nemico comune li perseguita: i raccomandati. Max (Luca Argentero) è un giornalista di talento in un quotidiano locale che per arrotondare è costretto a scrivere sulle più improbabili riviste di settore; giunto a un passo dalla tanto agognata assunzione viene scalzato dalla figlia di un famoso scrittore.
Irma (Paola Cortellesi), pur essendo uno dei medici più stimati dell'ospedale, vive grazie alle borse di studio, e proprio quando sta per ottenere il contratto le viene preferita la nuova fidanzata del primario.
Samuele (Paolo Ruffini) è una specie di genio del diritto penale che, dopo anni passati a fare da assistente-schiavo a un barone universitario, è in procinto di vincere un concorso per ricercatore. Ma, anche in questo caso, il posto gli verrà soffiato dal genero inconcludente del barone.
Dieci anni di esami, lauree e specializzazioni sembrano non essere serviti a niente, per questo i tre amici decidono di ribellarsi al sistema. E lo fanno prendendo di mira ciascuno il raccomandato dell'altro, così che nessuno potrà risalire a loro, mettendo in atto piccole vendette e molestie quotidiane. All'inizio il piano sembra funzionare e prendono coraggio, arrivando addirittura a far credere l'esistenza di un movimento, i "Pirati del Merito" ,che si batte contro ogni forma di raccomandazione. Tuttavia, quello che rea iniziato come un gioco, sfuggirà loro di mano . . .

Piace…non piace…
Ma davvero c’è chi dice no a clientelismo, nepotismo e altri DOC italiani? Non è fantascienza, è commedia, dove si ride e un po’ si tifa per questi tre giovani peccatori senza santi in paradiso. Sul punto di cedere, una volta entrato nel “salotto buono”, il giornalista non va a fondo e non rincara la dose con cinismo e cattiveria, così come sarebbe avvenuto in pellicole di Risi, Germi, Monicelli.
Questo è un limite del film, quello di apparire consolatorio e anestetizzante; il regista esprime una giusta polemica, ma il finale non è felice: i nodi non vengono al pettine, gli ultimi restano ultimi, senza quel graffio, quella dose di fiele di cui in passato è stata capace la migliore commedia all’italiana. In fondo tutto è indolore, carino, con scorciatoia sentimentale per i simpatici Cortellesi e Argentero, affiancati da un bravo Paolo Ruffini, stavolta fuori dai cinepanettoni.
Non trascurabile è l’ambientazione: una Firenze con le sue bellezze ed i suoi scorci da sogno, città scelta come immagine emblematica del nostro Paese e di ciò che succede nel mondo del lavoro.
Si tratta però di un film che ha il privilegio di spostare l’obiettivo della telecamera dalla solita coppia che scoppia per indirizzarlo su un peccato che tanto veniale non è, scoperchiando un male che ti circonda dovunque ti giri e che fa esclamare ad Albertazzi: “ Dove andrà a finire questo Paese? Nessuno studia più un c . . . o! “ .



Buona visione . . . a tutti da Maria . . . e mi raccomando, non lasciate in giro le buste di patatine e pop corn e le lattine vuote di bibite… eh eh eh !

A dopo con i film in sala da venerdì 30 aprile 2011

BUONGIORNO

MA CHI LE CAPISCE LE DONNE?

                                                                 

Se sei tenero con loro... sei un idiota mollicone.
Se non lo sei... sei un'insensibile.
Se non ti curi del tuo aspetto... sei trasandato.
Se ti curi troppo... vuoi fare il piacione.
Se devono sempre pulire loro la casa ... ti sei fatto la serva.
Se gli vuoi dare una mano... "Levati che faccio da sola!"
Se qualche volta pagano loro... te ne stai approfittando.
Se paghi tu... poi pretendono di fare le mantenute.
Se vuoi andare a letto con loro... sei un porco.
Se non ci provi... sei gay.
Se loro fanno carriera... è per le loro capacità.
Se la fai tu... è perché viviamo in un mondo maschilista.
Se loro escono con altri... è perché sono amici.
Se tu esci con altre... sei infedele.
Se esci con una donna senza soldi... sei un opportunista.
Se esci con una ricca... sei un cercatore di dote.
Se a 30 anni non si sposano... diventano delle zitelle acide non sapendo che la vita è appena iniziata.
Se tu a 30 anni non ti sei sposato... sei uno attaccato alle gonne di mammà.
Se sei di cattivo umore... sei stronzo.
Se lo sono loro... poverine, Ho le mie cose!
Se sei brutto... non ti degnano di uno sguardo.
Se sei bello e intelligente... sei sicuramente uno sciupafemmine.
Se ti fanno le corna e stai ancora con loro... più stupido non potresti essere.
Se lo fanno e le sbatti fuori a calci... non le hai mai volute capire.
Se hanno un'amante... è perché tu non gli hai mai prestato tutte le attenzioni e le cure che ti chiedevano.
Se l'amante è il tuo... sei un bastardo!
Se sono insopportabili... cerca di capirle, hanno avuto una giornataccia
Se vedete un uomo aprire la portiera dell'auto ad una donna... una delle due è nuova.

m'ama o non m'ama?...
http://buonditutto.myblog.it/files/smilydaisy5.gif







DICE IL SAGGIO:
CHI SCHELZA CON LA BOMBA,

PLIMA O POI GIUNGE ALLA TOMBA!


DICE IL SAGGIO:

TUTTO È BENE

CIÒ CHE FINISCE BENE.



DICE IL SAGGIO:

A SCHELZAL CON I LEONI,

CI LIMETTI I PANTALONI!



DICE IL SAGGIO:

CHI VA IN GILO A FOLLEGGIALE

LA SUA MAMMA FA STAL MALE!


DICE IL SAGGIO:

A SGLIDAL LA BALLELINA

SI FINISCE GIÙ IN CANTINA!


DICE IL SAGGIO:

SE LA BOTTE DI VINO È PIENA

CI SI SBLONZA O CI SI ANNEGA.




DICE IL SAGGIO:

OGNI RISCHIO È ELIMINIATO

CON UN MEZZO CORRAZZATO.



DICE IL SAGGIO:

QUESTO TIZIO È ASSAI SOSPETTO,

IO LO SEGUO CILCOSPETTO.


DICE IL SAGGIO:

CHI SI FELMA A FAL BISBOCCIA

CI LIMETTE LA CAPOCCIA.



DICE IL SAGGIO:

PEL TLOVALE IL FALABUTTO

LO SI CHIEDE DAPPELTUTTO.


DICE IL SAGGIO:

QUESTA FACCIA NON MI È NUOVA

E PELCIÒ GATTA CI COVA.


DICE IL SAGGIO:

QUESTA STLADA VA CAMBIATA

O SUCCEDE UNA FLITTATA!




DICE IL SAGGIO:

A SCHELZALE CON GLI INDIANI

NON CONTALE SUL DOMANI...



...a plesto con il film di Malia...paldon...MARIA


Annamaria... a dopo

venerdì 29 aprile 2011

Firenze: a cena dagli chef "giovani e arrabbiati"





A partire dal mese di aprile 6 cuochi di ristoranti fiorentini selezionati realizzeranno piatti ispirati alle opere in mostra a Palazzo Strozzi. “Giovani e arrabbiati” anche al ristorante: protagonisti i giovani chef al centro della scena gastronomica fiorentina e nazionale con un linguaggio culinario moderno ed innovativo. 

 
I 6 giovani cuochi selezionati, al massimo trentenni, daranno la possibilità di assaporare i piatti espressamente creati in occasione della rassegna in corso.


A tutti i clienti che si presenteranno con il biglietto della mostra, i ristoranti selezionati concederanno uno speciale sconto del 15% sul menu che include piatti ispirati alla mostra e alcuni addirittura collegati direttamente ai singoli quadri presenti nell’esposizione.


Una passione per l’eccellenza che ha portato questi giovani chef a collaborare con la Fondazione Palazzo Strozzi creando un intreccio fra arte e cultura che porta all’appagamento del palato ma anche della mente e dello spirito.

  

Arte e cibo, accoppiata vincente. A Firenze le opere di Picasso, Mirò e Dalì diventano oggetto di sperimentazioni culinarie nei ristoranti della città. E in menu arriva il foie gras cubista e il risotto post-impressionista. È l’originale idea di sei chef “giovani e arrabbiati” che, in occasione della mostra di Palazzo Strozzi, Picasso, Mirò e Dalì. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità, (12 marzo-17 luglio 2011).hanno studiato un menu ad arte, giocando con ingredienti e sapori per provare accostamenti inediti di grande effetto (anche estetico).

Alcune proposte: un Joan Mirò: Quadro-Poesia, rosso d’uovo, foie gras, pere al balsamico e un Salvador Dalì: Nudo nell’acqua, ovvero nudo di ricotta e pecorino in brodo di maialino, erbette e profumo di arancia. Pablo Picasso - I due saltimbanchi Guancia a guancia: due cotture diverse per una unica consistenza e due sapori. In onore di Pablo Picasso: I due saltimbanchi Guancia a guancia: due cotture diverse per una unica consistenza e due sapori, e per i suoi Strumenti musicali su tavolo, un dessert a base di fior di latte, cioccolato fondente e liquirizia. Si chiama come una poesia di Eugenio Montale, Ossi di seppia, un ristorante che serve opere d’arte come L’Acquarello, una crema di riso leggermente profumata con limone, condita con gocce dai sapori diversi. Mangiarlo con un cucchiaino da caffè si rivela un esercizio del gusto molto divertente.
Sembrano quadri di Mirò per colore, forma e consistenza il baccalà cotto e crudo con fagiolini, patate e crema di basilico, e il passato di cavolo viola con crema di cuore di burrata e colatura di alici

Maria... a dopo

LA CACCIA AL TESORO . . . DIVENTA HIGH-TECH



A caccia dei resti di “monna” Lisa Gherardini, la misteriosa modella di Leonardo

A Firenze è partita ufficialmente il 27-04-2011, una campagna di ricerca per trovare la tomba, e possibilmente i resti, della modella che ispirò Leonardo da Vinci per la Gioconda.

Gli studiosi cercheranno a Firenze nell’ex convento di Sant’Orsola dove monna Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco Del Giocondo, divenuta vedova, si ritirò nell’ultimo periodo della sua vita morendovi poi il 15 luglio 1542, a 63 anni.

Saranno minuziosamente esplorate le cavità naturali, che forse ospitarono un sepolcreto ai margini del chiostro, all’interno della struttura ex religiosa. Tuttavia, la campagna sulle tracce di monna Lisa potrebbe risultare vana se fosse vera l’ipotesi di un giornalista inglese secondo cui quanto arrivato fino ai nostri giorni della sepoltura di Lisa Gherardini potrebbe essere stato scavato e portato via con materiali inerti in una discarica vicino a Firenze durante gli anni ’80. Ciò si sarebbe verificato in seguito ai lavori di ristrutturazione dell’ex convento, che all’epoca era di proprietà demaniale e che sembrava destinato a ospitare una caserma, tanto che fu scavato un parcheggio sotterraneo più o meno in corrispondenza di un chiostro. L’ipotesi sarebbe sostenuta da alcuni tecnici fiorentini, che hanno dichiarato: «Tutto quello che resta di Sant’Orsola sono le mura esterne e qualche arco del XIV secolo. Le ricerche dei resti mortali di Monna Lisa, procederanno sotto l’occhio indiscreto di decine di telecamere : e ci saranno proprio tutti, dalla Bbc ad Al Jazeera, dalle emittenti russe a quelle australiane, passando per Vojager di Raidue, insieme agli inviati del magazine americano National Geographic e ad una flotta di giornalisti dalle più importanti testate del Pianeta, pronti a scrutare negli occhi degli studiosi in attesa di un cenno, di un guizzo di felicità per il felice ritrovamento.La posta in gioco è alta, per cui verranno messi in campo gli strumenti più noti e usati per questo tipo di indagini archeologiche.

Sarà infatti una ricerca high-tech, altamente tecnologica ed anche spettacolare (o forse spettacolarizzata), condotta con l'ausilio del geo-radar che scandaglierà quasi mille metri quadrati di superficie, prendendo in esame il sottosuolo dei due chiostri e delle due chiese dell'ex convento. Dal 9 maggio, dopo aver esaminato i risultati del geo-radar, inizieranno gli scavi per portare alla luce le spoglie di Lisa Gherardini. Proprio come in una vera caccia al tesoro in cui, dopo aver raccolto e analizzato tutti gli indizi si trova il punto corrispondente alla "X" della mappa e si scava.

MARIA...a dopo

BUONGIORNO

CON IL VIDEO DELLA SORA CESIRA

essere una donna...







news ultima ora

Hosting Aruba: un principio d’incendio manda in tilt Internet



web farm aruba
Molti siti ospitati dall’hosting Aruba sono irraggiungibili, dalle 4 di questa mattina, da tutti gli utenti del World Wide Web. Secondo quanto è stato diffuso su Internet, la motivazione è un principio d’incendio che ha coinvolto la web farm della società, situata nella ridente cittadina toscana di Arezzo. Secondo gli esperti nel settore dell’Information Technology, questo sarebbe il più importante down che la rete Internet italiana abbia mai registrato. Chiaramente gli utenti trovano forti difficoltà anche a comunicare con il servizio clienti.

Tutti i servizi offerti dalla società di hosting italiana, come web space, redirect o posta elettronica, sono inutilizzabili al momento. Su blog e social network è possibile leggere le proteste degli utenti, ma l’azienda è attualmente impegnata al ripristino dei servizi, al quale seguirà una comunicazione ufficiale per tutti i suoi utenti.

giovedì 28 aprile 2011

ANCHE I PANDA SOFFRONO IL CALDO -di Maria-

ANCHE I PANDA SOFFRONO IL CALDO . . .


Con il caldo a soffrirne sono anche gli animali. Negli Stati Uniti, lo stupore dei visitatori dello zoo di Washington si è manifestato nel vedere persino il panda gigante Tian Tian trovare refrigerio in un ghiacciolo.


Proprio come noi umani, anche gli amici animali soffrono il caldo. Per cui anche per gli esemplari del Bioparco di Roma, costretti a subire l’afa dei giorni estivi, già dallo scorso anno sono state studiate delle soluzioni per venire incontro alle esigenze degli animali e per aumentarne il benessere.


Lo staff zoologico e veterinario del parco ha voluto adottare degli accorgimenti utili a preservare gli ospiti del Bioparco romano, diverse per ciascun esemplare, alcune anche buffe, ma pur sempre efficaci. Per i tre fratelli orsi (Sandro, Nino e Luca) di quattordici anni il team del Parco ha installato una piscina dove i tre giganti possono sguazzare in completa allegria, inoltre, sempre lo staff ha provveduto a far trovare agli orsi frutta fresca (angurie e meloni di stagione) e pesce decongelato. Anche per le due elefantesse asiatiche Nelly e Sofia il trattamento è simile, ma con un’aggiunta: oltre a una grande vasca, per loro sono state messe a disposizione delle “docce” rinfrescanti attivate dai loro guardiani.

Per gli scimpanzè e i lemuri, invece, lo staff zoologico ha messo a disposizione canne di bambù contenenti all’interno dello yogurt e frutta congelati. Snack golosissimi, freschissimi che gli animali non possono fare a meno di apprezzare! Ci sono poi altre specie di scimmie, come i macachi del Giappone, che hanno anch’essi come i più mastodontici animali, delle piscinette dove poter fare delle nuotate e dei tuffi dall’alto degli alberi, regalando spesso agli spettatori dello zoo delle bellissime esibizioni.
 
Per quanto riguarda i leoni asiatici, le tigri e i licaoni, questi hanno potuto contare su delle fontane installate per donare loro un pò di frescura in caso di bisogno. Inoltre, sono state fornite loro porzioni di cibo ridotte rispetto alle dosi invernali e una dieta prevalentemente a base di carne bianca.
Ma, se nei Parchi ci pensano gli addetti, mi raccomando non negate un bel cono gelato al vostro “amico” a quattro zampe!



BAU BAU … MIAO MIAO…. FRRR FRRR… a tutti !
MARIA...a dopo

le notizie segnalate da CATERINA

(Intervista realizzata per il sito multimediale di h2onews.org, che distribuisce ogni giorno notizie in 8 lingue sulla vita della Chiesa). 

"Sapeva accettare le regole dei media per far passare il suo messaggio". Navarro-Valls spiega i "segreti" del Papa comunicatore.


Il Papa e la comunicazione

 

Elegante. Un fascino da «hidalgo spagnolo», come lo definì il vaticanista del Tg1 Giuseppe De Carli. Perfettamente a suo agio sotto le luci dei riflettori, Navarro-Valls suggerisce la posizione migliore per le riprese e chiede lui stesso la prova audio. Coinvolgente nell'affabulazione, ricca di aneddoti, in un'italiano senza incertezze reso appena più esotico dall'accento castigliano. Tuttavia anche il suo autocontrollo vacillò e la voce si incrinò, quando annunciò in conferenza stampa che le condizioni di salute di Giovanni Paolo II erano sempre più critiche. Il Papa morì ponendo fine a un rapporto di collaborazione e amicizia che aveva portato Navarro- Valls, medico psichiatra e giornalista, numerario dell'Opus Dei, a dirigere la Sala Stampa della Santa Sede per 22 anni. Quel giorno davanti alla stampa di tutto il mondo Joaquin Navarro-Valls pianse.

- Da dove nasceva quella che sembrava una naturale confidenza di Karol Wojtyla con i media?

     «Mi sono chiesto più volte come sia stato possibile che una persona formata nella Polonia del regime marxista, cresciuta in una cultura dove non esisteva l'opinione pubblica e nessuno dava credito ai giornali e alla tv di partito, abbia avuto tuttavia una così grande sensibilità per i media. Alla base c'era l'urgenza di comunicare ai suoi contemporanei quella grande ricchezza di valori umani e cristiani di cui era portatore e responsabile».

- Quale ruolo attribuiva ai media nella comunicazione della Chiesa?

      «A volte qualcuno chiedeva: come possiamo utilizzare i media? Al Papa questa domanda non piaceva, la considerava un'ottica troppo strumentale. La sua idea era che se si vuole comunicare con una grande quantità di persone attraverso i media bisogna accettarne le regole e far passare il messaggio attraverso l'interazione con i mezzi di comunicazione».

- Che cosa rendeva attraente il suo modo di comunicare?

     «Giovanni Paolo II era in grado di rivolgersi a una massa enorme di persone facendo in modo che ognuno sentisse che la comunicazione era diretta a lui personalmente. Questa capacità affascinava soprattutto il mondo dei media. In tutto il tempo che ho lavorato con lui non ho mai avuto il problema di suscitare l'interesse dei media verso il Papa. Piuttosto il mio compito era quello di non deludere le grandi aspettative dell'opinione pubblica verso di lui. Egli è stato un protagonista della nostra epoca che si rivolgeva a tutta una generazione di persone affermando quelle verità che la gente in fondo attende da un Papa».

- Che opinione aveva dei giornalisti?

      «Giovanni Paolo II considerava anzitutto la persona. Una volta un giornalista italiano espresse un giudizio palesemente non vero su una questione che riguardava il Papa. "Come vuole che rispondiamo?", chiesi al Santo Padre. Ma lui rispose alla mia domanda con un'altra considerazione: "Chissà che problemi avrà avuto quel giorno questo giornalista con la moglie o i figli o con il suo direttore, magari dei problemi economici…". Non guardava ai media come una categoria astratta ma pensava ai giornalisti come singole persone. Quando poteva, cercava sempre di stabilire un contatto personale con loro».

- Il Santo Padre era a suo agio davanti alle telecamere?

     «Durante il viaggio negli Stati Uniti del 1987, un importante quotidiano americano fece un'analisi della figura del Papa in televisione. Disse che Giovanni Paolo II era un uomo che "bucava lo schermo", semplicemente ignorando le telecamere. Era lui a creare il clima con la forza di ciò che diceva ed erano quindi le camere a seguirlo e non viceversa. Egli si imponeva con un'immagine - la sua - tremendamente genuina e la gente poteva condividere o meno il suo pensiero ma riconosceva che era sempre autentico».

- E' accaduto che il Papa rimanesse meravigliato dell'evoluzione della tecnica?

     «Mi ricordo che una sera del 1984 o 1985, all'inizio della diffusione di Internet, spiegai al Papa i contenuti essenziali di questa novità sottolineandone le grandi potenzialità per la comunicazione. Lui mi disse solo: "Siamo pronti?". "Intende la Santa Sede? No, non ci siamo ancora", risposi. "Da chi dipende l'esserci o meno?", chiese ancora. E quando risposi: "Da lei", mi disse: "Deciso. Si faccia". E' cominciato così l'ingresso nella rete del Vaticano. Non gli interessavano gli aspetti tecnici ma la visione d'insieme del fenomeno e intuì subito che era importante».

- Cosa è cambiato dopo Giovanni Paolo II nella comunicazione del Vaticano e della Chiesa?

     «Credo sia cambiata la mentalità. Se si parte dall'ipotesi che "è meglio che parlino poco di noi" e "solo se affermano qualcosa di sbagliato, noi reagiamo", questa mentalità è perdente in partenza. Non si può essere semplicemente reattivi nella dinamica delle comunicazioni sociali. Queste, infatti, possono essere paragonate a un grande contenitore vuoto: il primo che ci mette un'idea dentro, viene seguito da tutti gli altri. Bisogna essere propositivi e Giovanni Paolo II l'aveva capito. Non andava dietro all'agenda dell'opinione pubblica; era lui a proporre i temi e i valori di cui si sentiva depositario come Papa».

- Ha imparato qualcosa in quanto comunicatore dal suo rapporto con il Papa?

     «Ho imparato da lui che tutto si può comunicare e molto si deve comunicare. Anche il dolore, la malattia, perfino i dubbi. Solo la menzogna non è comunicabile, neppure per fare una buona figura e migliorare l'immagine».

Caterina... a dopo

RINGRAZIAMENTO di MIMMA

Un'amica di Eldy,Mimma, attraverso il nostro blog vuole ringraziare gli amici eldyani ,e due in particolare, per la sincera  amicizia e  solidarietà che le è stata mostrata sia attraverso la chat che in un incontro molto coinvolgente, avvenuto poco tempo fà e che ci vuole raccontare... correlato da alcune foto ricordo

LETTERA AGLI AMICI
Ciao come state?
Vi scrivo questa lettera perchè non riesco ad esprimermi a parole,
vi dico GRAZIE per quello che avete fatto e che state facendo per me.
Una sera mi è stato comunicato una notizia terribile per me,in un solo istante sono precipitata in un baratro, ho cercato di risalire con le mie forze ma non ci sono riuscita, improvvisamente siete apparsi voi e con tutte le vostre forze avete cercato di tirarmi su,ma io non avevo voglia perchè quando ti dicono, ( fra circa due anni lei sarà cieca ) non è facile avere voglia di vivere pensando che non vedrai più la luce del sole, non vedrai l'arcobaleno ne i tuoi cari e soprattuto non vedrai i tuoi nipotini,e non scriverai più, non leggerai più, e poi non chatterai con i tuoi amici che per anni siete stati allegri burloni.
Ma due di loro che conoscevo sin dall'inizio della mia entrata in eldy mi hanno comunicato che sarebbero venuti a trovarmi, per me e mio marito è stata una grande gioia,lui si è subito messo ai fornelli per preparare dei piatti tipici tarantini io invece non riuscivo a fare nulla, solo sognare l'attimo dell'incontro ma ecco che arriva quel fatidico giorno in cui dal balcone li vedo arrivare,portavano vini, pasticcini e fiori, un abbarccio che non finiva mai ed io nascondevo le lacrime,abbiamo chiacchierato a lungo a tavola una si imbratta i calzoni di sugo e l'altro la camicia

,poi ci avviamo alla fine del pranzo bevendo caffè grappa e limoncello ( io no, sono astemia ) poi le foto ricordo, naturalmente sono stati fotografati anche i piatti.

Ma ecco il momento dei saluti e abbracci, io li ho salutati ma dentro di me speravo di rivederli ancora e pensavo, chissà se conoscerò gli altri amici della chatt.


Sono partiti ed io gli ho dato un pezzo del mio cuore.
Ciao Pachino ciao Leonardo.ve, GRAZIE, GRAZIE, mi avete regalato la luce dei vostri cuori,la luce dell'amicizia,spero di rivedervi presto.
Ringrazio anche gli amici della chatt che tutti i giorni mi sostengono moralmente, non è facile ma piano piano stò accettando tutto questo grazie a voi.


VI VOGLIO BENE CON AFFETTO MIMMA

mercoledì 27 aprile 2011

CENTENARIO DELLA MORTE DI EMILIO SALGARI -di MARIA -

SALGARI, A 100 ANNI DALLA MORTE FA ANCORA SOGNARE



Emilio Salgari nacque a Verona da una famiglia di mercanti modeste. Fin da giovane aveva un desiderio di esplorare i mari. Da adolescente ha studiato arte marinaresca in una accademia Navale di Venezia, ma voti bassi gli impediva di laurea. Tuttavia, all'inizio della sua carriera ha firmato i suoi racconti Capitano Salgari, un titolo che una volta ha difeso in un duello, quando la sua pretesa ad esso è stato messo in discussione.


Dopo un tentativo fallito di diventare un ufficiale della marina ha rivolto la sua passione per l'esplorazione e la scoperta alla scrittura. Ha scritto più di duecento racconti e romanzi d'avventura, impostando le sue storie in luoghi esotici, con gli eroi da una grande varietà di culture. Non aveva mai visto i posti descritti nei suoi romanzi e non era un 'Capitano' anche se ci teneva così tanto. A cent'anni dalla morte, il 25 aprile del 1911, Emilio Salgari continua a far sognare e discutere. ''Il padre degli eroi'' come lo chiama Ernesto Ferrero in 'Disegnare il vento', in uscita in questi giorni insieme a tanti altri libri, dvd e romanzi, si suicidò poco dopo il ricovero in manicomio della moglie.


Per commemorare il centenario della morte del popolarissimo scrittore le Poste è stato emesso il 23 aprile un francobollo da 0,60 centesimi, che raffigura, a sinistra, un ritratto di Emilio Salgari sui cui volteggiano in primo piano due gabbiani, mentre a destra compare un antico veliero, a simboleggiare i mari avventurosi e le terre esotiche in cui Salgari ambientò i suoi famosi cicli romanzeschi.


Da Verona Salgari verso la fine del secolo si trasferì in Piemonte dove fu scrittore assai prolifico (i romanzi sono un'ottantina) ed i suoi personaggi (da Sandokan al Corsaro Nero) ottennero una grande popolarità, anche se le sue opere non riuscirono mai a garantirgli un adeguato successo economico. Nell'ambito delle celebrazioni per il Centenario della sua scomparsa, la Biblioteca Civica Centrale ospita, dal 21 aprile al 30 maggio, "I libri di Emilio Salgari", mostra bibliografica che comprende una sessantina di titoli selezionati tra i 200 di e su Salgari. Nato veronese, morto torinese, Salgari impersonificò alla perfezione il "gentiluomo piemontese". Letto e amato in vita, non ebbe altra gloria, che quella di essere fatto cavaliere dalla Real Casa nel 1897.
Per il centenario della morte di Salgari, la Newton Compton manda in libreria tutte le avventure di Sandokan, il più famoso personaggio creato dalla penna dello scrittore. In un unico volume sarà raccolto il ciclo completo della saga, dalle "Tigri di Mompracem" a "I misteri della jungla nera", da "I pirati della Malesia" a "Le due Tigri", fino ai titoli meno noti, come "Il Re del Mare", "Alla conquista di un impero", "Sandokan alla riscossa", "La riconquista di Mompracem", "Il bramino dell'Assam", "La caduta di un impero" o "La rivincita di Yanez" (pubblicato postumo nel 1913).



Si tratta di romanzi d'avventura che con le loro ambientazioni esotiche hanno segnato generazioni di adolescenti, la cui fortuna prosegue tuttora, nonostante il tempo intercorso e i cambiamenti della società, nella letteratura e nell'immaginario collettivo. Un successo ottenuto grazie anche a ricostruzioni meticolose, frutto di ore passate nelle biblioteche a documentarsi sulle vicende dei Paesi descritti.



Purtroppo l'esistenza di Salgari fu segnata da avversità e miserie; nonostante i grandi incassi delle sue opere, infatti, la firma di contratti poco avveduti assicurarono i guadagni soprattutto ai suoi editori. Lo scrittore fu così travolto dai debiti, al punto da essere costretto a scrivere fino a tre libri l'anno per onorare gli impegni assunti. Così, pochi mesi dopo essere stato costretto a far ricoverare in manicomio la moglie per ragioni di salute mentale, Salgari, vittima della depressione, decise di togliersi la vita. Lasciò tre lettere: ai figli, ai direttori dei giornali per il suo necrologio e agli odiati editori. A questi ultimi scrisse: "A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna". Poi si incamminò verso il bosco della Madonna del Pilone con in tasca un rasoio. E lì si tagliò le vene e si squarciò il ventre facendo harakiri, proprio come avrebbe fatto un eroe dei suoi romanzi.


Come dimenticare la figura di Sandokan, protagonista di una popolare serie televisiva e cinematografia italiana, adattamento dei romanzi del ciclo indo-malese di Emilio Salgari. Sullo sfondo delle sue imprese,un amore "impossibile" con Lady Marianna Guillonk, meglio nota come la Perla di Labuan, nipote di un lord inglese (James Guillonk), stretto collaboratore del governatore James Brooke, detto "lo sterminatore dei pirati", ovvero l'antagonista per eccellenza del pirata della Malesia.


Il primo episodio prodotto è costituito da uno sceneggiato televisivo diretto dal regista Sergio Sollima e trasmesso in Italia sulla Rete 1 della RAI nel 1976. Da tale opera venne ben presto tratta una edizione cinematografica divisa in due parti: “Sandokan” (parte prima) e “Sandokan” (parte seconda), con un seguito, La tigre è ancora viva: “Sandokan alla riscossa! “(1977).
Nel 1996 il terzo capitolo fu diretto da Enzo G. Castellari, intitolato “Il ritorno di Sandokan”, mentre il quarto capitolo nuovamente da Sergio Sollima e intitolato “Il figlio di Sandokan” (1998).
In tutti i quattro film il personaggio di Sandokan è stato interpretato dall'attore indiano Kabir Bedi, che a questa interpretazione deve la propria fama in Italia.



Maria...a dopo

I VIDEO DI SORA CESIRA...

                                                                             E



IN ATTESA DI RIPRENDERE ,UNA DIVERTENTE PARODIA MUSICALE



Annamaria... a prestissimo

lunedì 25 aprile 2011

FINALMENTE E' PASQUETTA




In occasione delle festività pasquali, compaiono sulle tavole sontuosi banchetti...ma il Lunedì dell’Angelo si vive nel massimo splendore solo organizzando un picnic. 
 
Durante i primi anni dell’Ottocento a Londra era nata la Picnic Society, un movimento d’opinione che usava il picnic come simbolo di condivisione e fratellanza dal momento che tutti i membri erano invitati a portare del cibo da distribuire ai compagni.
All’inizio del Novecento i reali d’Italia, con il principe Umberto di Savoia in calzoncini corti, usavano fare spesso picnic come viene raccontato nelle biografie ufficiali.

Con la diffusione dei cortometraggi animati, i primi cartoons, il picnic è diventato immediatamente il set naturale di storie divertenti e guai di ogni genere, tra i primi un meraviglioso Topolino bucolico del 1930 con tanto di scoiattoli e coniglietti danzanti che oggi si può trovare, restaurato a colori su YouTube. Fino ad arrivare alla comparsa dell’orso Yogy di Hanna e Barbera, il più simpatico usurpatore di cestini di picnic della storia dei cartoni animati che ha debuttato nel 1958


Ben presto, negli anni ’50,  l’abitudine si è estesa alla popolazione insieme alla cosiddetta gita fuori porta. Le vacanze brevi, gli svaghi in famiglia e con gli amici sono legati all’avvento della società dei consumi che scopre anche il loisir ossia lo svago in un tempo liberato dal lavoro. L’Italia del dopoguerra è quella del divertimento semplice, della Lambretta, dei “Poveri ma belli” di Dino Risi, dei racconti di Pier Paolo Pasolini nelle periferie romane. Le gite con le prime automobili acquistate a rate grazie al boom economico negli anni ’60.
Una scena tipica era quella del picnic accanto alla propria auto sul ciglio della strada, o nelle piazzole delle prime autostrade, con i papà e i cugini che cercavano di agganciare con l’autoradio il segnale per ascoltare le dirette delle partite di calcio della domenica, radiocronache come sottofondi indimenticabili.

Il picnic negli anni ‘70 è stato anche una forma di protesta politica civile e pacifica per occupare uno spazio pubblico, nel 1989 il picnic Paneuropeo, organizzato al confine tra Austria e Ungheria, dove si estendeva la cortina di ferro che divideva l’Est dall’Ovest, viene ricordato come uno dei più importanti eventi che segnarono la fine della Repubblica Democratica Tedesca culminata con la caduta del muro di Berlino.
Se negli anni ’80 e ‘90 nel Belpaese il picnic si è legato più che altro alla tradizione del lunedì di Pasquetta o del Primo Maggio, oggi torna in auge anche lontano da quegli appuntamenti fissi e assume una nuova importanza. I problemi ambientali che affliggono il pianeta e la recessione economica hanno fatto da volano per l’espansione di una nuova cultura del picnic, forse anche per un rinnovato bisogno di solidarietà, socializzazione e prati verdi.

Non è un caso se facendo la spesa in questi giorni sento ripetere continuamente: “speriamo sia una bella giornata, l’importante è che non piova!”
Il pic-nic del lunedì dell’Angelo rimane un rito italiano: tovaglie a quadretti, cesti di vimini, ruoti di lasagne, torte salate per ogni palato, vino rosso, vino bianco, posate e bicchieri (di plastica), zio e zia, palloni, racchette e frisby (che inevitabilmente si perde). “Qualcuno ha portato il cavatappi?” Molti ricordi che ci passano davanti agli occhi. Ho visto portare di tutto in questi “party” all’aperto, persino sedie e tavolini per dodici. Non manca mai il casatiello, tipica torta rustica naploletana, con le fave, qualche forma di formaggio, salame dolce e piccante, carne da arrostire (ho visto portarsi da casa anche le fornacelle), agnello, salsicce e bistecche. Immancabili sono le frittate, di patate, di cipolle e di pasta, uova sode e alla monachina.
Ricchissima è la gastronomia destinata a rallegrare questa giornata all’aria aperta; molto si può preparare in anticipo, per avere già pronto al mattino dell’agognato Lunedì. Ogni regione ha la sua specialità, legata talvolta ad antiche tradizioni; io ho scelto tra le torte rustiche, che sono solo un minimo assaggio di quello che la fantasia italiana scatena tra i fornelli.


TORTA PASQUALINA – Liguria

Per la pasta:
400 g di farina bianca - 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva –sale - acqua
Per il ripieno:
500 g di bieta – 200 g di ricotta (o di latte cagliato) - 50 g di burro fuso - 6 uova- 1 cucchiaio di maggiorana fresca (1 cucchiaino se essiccata) - 4 cucchiai di parmigiano grattugiato -4 cucchiai di pecorino grattugiato - 1 bicchiere di latte - 1 bicchiere d'olio - sale e pepe

Impastate la farina con l'olio e il sale; aggiungete man mano tanta acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto consistente e morbido; lavoratela finché si formino delle bollicine d'aria. Coprite con un tovagliolo umido e fate riposare (chi lo volesse può usare pasta sfoglia surgelata).
Stendete 6 sfoglie il più sottili possibile con un mattarello, perché questo piatto tradizionale ligure è tanto più buono quanto più sottili sono le sfoglie di pasta.
Pulite la bieta, lavatela e cuocetela in una casseruola con poco sale, senz'altro. Cuocete a fuoco basso, e con il coperchio, per 6 minuti. Appena cotta strizzatela bene, tritatela finemente e mettetela in una ciotola grande.
Aggiungete la ricotta sbriciolata (o il latte cagliato), 2 uova intere, il parmigiano grattugiato, metà pecorino e la maggiorana: se l'impasto è troppo solido, ammorbidite con il latte.
Foderate con una sfoglia uno stampo apribile, unto d'olio, ungete la sfoglia con un pennello intinto nell'olio e sovrapponete a una a una, le altre due, ungendole sempre con l'olio tranne l'ultima.
Disponete il ripieno e con un cucchiaio scavate 4 incavature in cui si porranno le uova intere, crude. Salate e cospargete con il resto del pecorino. Chiudete con una sfoglia di pasta e sovrapponetevi le altre due, sempre ungendo con il pennello da cucina la superficie tra una e l'altra.
Sigillate con i ritagli di pasta formando un cordone tutt'intorno al bordo. Ungete la superficie con un po' d'olio e perché risulti più dorata, con parte di un uovo intero battuto; bucate la superficie con uno stuzzicadenti, facendo attenzione a non rompere le uova e infornate in forno già caldo, a 200°C, per 40 minuti.
Si può servire tiepida, ma anche fredda, durante il pranzo del lunedì di Pasqua.

TORTA SALATA DI PASQUA - Lombardia

per 8 persone
1 pollo da Kg 1,500 - 700 g di pasta sfoglia surgelata - 1 fetta di prosciutto di Praga di 250 g 200 g di asparagi lessi - 3 scalogni - un uovo – prezzemolo – timo – parmigiano – burro - estratto di carne - brodo vegetale - vino bianco - olio d'oliva – sale - pepe
Scongelate la pasta sfoglia. Disossate il pollo, riducete a bocconcini la polpa ottenuta e rosolatela in padella, a fuoco vivo, con burro e olio caldi e gli scalogni a spicchi; stemperate con un dito di vino, salate, pepate e portate a cottura, coperto, senza aggiungere alcun liquido. Cuocete per circa 25' e, alla fine, togliete la carne dal sugo (che va conservato), fatela raffreddare poi mescolatela con il prosciutto a cubetti, gli asparagi sminuzzati, di timo e prezzemolo tritati e 2 cucchiai di parmigiano grattugiato. Stendete la pasta sfoglia a mm 3 di spessore poi, con una parte, rivestite uno stampo a guscio d'uovo lasciando la pasta debordare abbondantemente. Versate nello stampo il misto di pollo e prosciutto, chiudete ripiegandovi sopra la pasta debordante, quindi sformate la torta a forma d'uovo, su una placca coperta da carta da forno; pennellatela con uovo sbattuto, guarnitela con un nastro di pasta, pennellate tutto ancora una volta e, infine, infornate a 200° per 40' circa. Servite la torta accompagnata dal sugo di pollo, precedentemente allungato con un mestolo di brodo, e insaporito con una punta di estratto di carne e fatto ridurre a salsina.

LE SCARCELLE – Puglie



"... i taralli e le scarcelle sono i dolci tradizionali di Pasqua. Esistono due tipi di scarcella: quella semplice e quella che una volta era destinata ai bambini più ricchi, in mostra dai pasticceri. E' la prima che sarà riportata poiché è quella tramandata negli anni della tradizione popolare pugliese".

300 g di farina doppio zero - 2 uova - 2 cucchiai di olio – latte 100 g di zucchero – sale - buccia di limone grattugiata
 
Prendete la farina, ed impastatela con le uova, i due cucchiai di olio, lo zucchero, un po' di latte, pochissimo sale e la buccia di limone grattugiata.
Quando l'impasto sarà pronto, spianate la pasta riducendola a mezzo centimetro di altezza e ritagliate tre ovali, conservando i ritagli.
Poggiate su una delle estremità un uovo col guscio, fissatelo con i ritagli, cospargete di zucchero e di confettini colorati e mettete in forno dopo averle sistemate su una teglia appena unta.  Controllate la cottura e lasciate raffreddare prima di consumarle.
Beh, dopo aver gustato tanti manicaretti, accontentati le papille e lo stomaco, ristoriamoci con un buon caffè, rilassiamoci e godiamoci l’aria di primavera, lasciandoci accarezzare la mente ed il cuore dalla soave musica della natura… 

Solo così torneremo a casa con la stupenda sensazione di aver trascorso una
PASQUETTA DELIZIOSA !!!

E’ tempo di condividere e godere la bellezza della Natura
E’ tempo per abbracciare l’Universo intero
E’ Primavera ora, il momento più bello della Natura Voglio abbracciare e farmi abbracciare dalla Primavera








Maria... a presto!