In occasione delle festività pasquali, compaiono sulle tavole sontuosi banchetti...ma il Lunedì dell’Angelo si vive nel massimo splendore solo organizzando un picnic.
Durante i primi anni dell’Ottocento a Londra era nata la Picnic Society, un movimento d’opinione che usava il picnic come simbolo di condivisione e fratellanza dal momento che tutti i membri erano invitati a portare del cibo da distribuire ai compagni.
All’inizio del Novecento i reali d’Italia, con il principe Umberto di Savoia in calzoncini corti, usavano fare spesso picnic come viene raccontato nelle biografie ufficiali.
Con la diffusione dei cortometraggi animati, i primi cartoons, il picnic è diventato immediatamente il set naturale di storie divertenti e guai di ogni genere, tra i primi un meraviglioso Topolino bucolico del 1930 con tanto di scoiattoli e coniglietti danzanti che oggi si può trovare, restaurato a colori su YouTube. Fino ad arrivare alla comparsa dell’orso Yogy di Hanna e Barbera, il più simpatico usurpatore di cestini di picnic della storia dei cartoni animati che ha debuttato nel 1958
Ben presto, negli anni ’50, l’abitudine si è estesa alla popolazione insieme alla cosiddetta gita fuori porta. Le vacanze brevi, gli svaghi in famiglia e con gli amici sono legati all’avvento della società dei consumi che scopre anche il loisir ossia lo svago in un tempo liberato dal lavoro. L’Italia del dopoguerra è quella del divertimento semplice, della Lambretta, dei “Poveri ma belli” di Dino Risi, dei racconti di Pier Paolo Pasolini nelle periferie romane. Le gite con le prime automobili acquistate a rate grazie al boom economico negli anni ’60.
Una scena tipica era quella del picnic accanto alla propria auto sul ciglio della strada, o nelle piazzole delle prime autostrade, con i papà e i cugini che cercavano di agganciare con l’autoradio il segnale per ascoltare le dirette delle partite di calcio della domenica, radiocronache come sottofondi indimenticabili.
Il picnic negli anni ‘70 è stato anche una forma di protesta politica civile e pacifica per occupare uno spazio pubblico, nel 1989 il picnic Paneuropeo, organizzato al confine tra Austria e Ungheria, dove si estendeva la cortina di ferro che divideva l’Est dall’Ovest, viene ricordato come uno dei più importanti eventi che segnarono la fine della Repubblica Democratica Tedesca culminata con la caduta del muro di Berlino.
Se negli anni ’80 e ‘90 nel Belpaese il picnic si è legato più che altro alla tradizione del lunedì di Pasquetta o del Primo Maggio, oggi torna in auge anche lontano da quegli appuntamenti fissi e assume una nuova importanza. I problemi ambientali che affliggono il pianeta e la recessione economica hanno fatto da volano per l’espansione di una nuova cultura del picnic, forse anche per un rinnovato bisogno di solidarietà, socializzazione e prati verdi.
Non è un caso se facendo la spesa in questi giorni sento ripetere continuamente: “speriamo sia una bella giornata, l’importante è che non piova!”
Il pic-nic del lunedì dell’Angelo rimane un rito italiano: tovaglie a quadretti, cesti di vimini, ruoti di lasagne, torte salate per ogni palato, vino rosso, vino bianco, posate e bicchieri (di plastica), zio e zia, palloni, racchette e frisby (che inevitabilmente si perde). “Qualcuno ha portato il cavatappi?” Molti ricordi che ci passano davanti agli occhi. Ho visto portare di tutto in questi “party” all’aperto, persino sedie e tavolini per dodici. Non manca mai il casatiello, tipica torta rustica naploletana, con le fave, qualche forma di formaggio, salame dolce e piccante, carne da arrostire (ho visto portarsi da casa anche le fornacelle), agnello, salsicce e bistecche. Immancabili sono le frittate, di patate, di cipolle e di pasta, uova sode e alla monachina.
Ricchissima è la gastronomia destinata a rallegrare questa giornata all’aria aperta; molto si può preparare in anticipo, per avere già pronto al mattino dell’agognato Lunedì. Ogni regione ha la sua specialità, legata talvolta ad antiche tradizioni; io ho scelto tra le torte rustiche, che sono solo un minimo assaggio di quello che la fantasia italiana scatena tra i fornelli.
TORTA PASQUALINA – Liguria
Per la pasta: 400 g di farina bianca - 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva –sale - acqua Per il ripieno: 500 g di bieta – 200 g di ricotta (o di latte cagliato) - 50 g di burro fuso - 6 uova- 1 cucchiaio di maggiorana fresca (1 cucchiaino se essiccata) - 4 cucchiai di parmigiano grattugiato -4 cucchiai di pecorino grattugiato - 1 bicchiere di latte - 1 bicchiere d'olio - sale e pepe |
Impastate la farina con l'olio e il sale; aggiungete man mano tanta acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto consistente e morbido; lavoratela finché si formino delle bollicine d'aria. Coprite con un tovagliolo umido e fate riposare (chi lo volesse può usare pasta sfoglia surgelata).
Stendete 6 sfoglie il più sottili possibile con un mattarello, perché questo piatto tradizionale ligure è tanto più buono quanto più sottili sono le sfoglie di pasta.
Pulite la bieta, lavatela e cuocetela in una casseruola con poco sale, senz'altro. Cuocete a fuoco basso, e con il coperchio, per 6 minuti. Appena cotta strizzatela bene, tritatela finemente e mettetela in una ciotola grande.
Aggiungete la ricotta sbriciolata (o il latte cagliato), 2 uova intere, il parmigiano grattugiato, metà pecorino e la maggiorana: se l'impasto è troppo solido, ammorbidite con il latte.
Foderate con una sfoglia uno stampo apribile, unto d'olio, ungete la sfoglia con un pennello intinto nell'olio e sovrapponete a una a una, le altre due, ungendole sempre con l'olio tranne l'ultima.
Disponete il ripieno e con un cucchiaio scavate 4 incavature in cui si porranno le uova intere, crude. Salate e cospargete con il resto del pecorino. Chiudete con una sfoglia di pasta e sovrapponetevi le altre due, sempre ungendo con il pennello da cucina la superficie tra una e l'altra.
Sigillate con i ritagli di pasta formando un cordone tutt'intorno al bordo. Ungete la superficie con un po' d'olio e perché risulti più dorata, con parte di un uovo intero battuto; bucate la superficie con uno stuzzicadenti, facendo attenzione a non rompere le uova e infornate in forno già caldo, a 200°C, per 40 minuti.
Si può servire tiepida, ma anche fredda, durante il pranzo del lunedì di Pasqua.
TORTA SALATA DI PASQUA - Lombardia
per 8 persone 1 pollo da Kg 1,500 - 700 g di pasta sfoglia surgelata - 1 fetta di prosciutto di Praga di 250 g 200 g di asparagi lessi - 3 scalogni - un uovo – prezzemolo – timo – parmigiano – burro - estratto di carne - brodo vegetale - vino bianco - olio d'oliva – sale - pepe |
Scongelate la pasta sfoglia. Disossate il pollo, riducete a bocconcini la polpa ottenuta e rosolatela in padella, a fuoco vivo, con burro e olio caldi e gli scalogni a spicchi; stemperate con un dito di vino, salate, pepate e portate a cottura, coperto, senza aggiungere alcun liquido. Cuocete per circa 25' e, alla fine, togliete la carne dal sugo (che va conservato), fatela raffreddare poi mescolatela con il prosciutto a cubetti, gli asparagi sminuzzati, di timo e prezzemolo tritati e 2 cucchiai di parmigiano grattugiato. Stendete la pasta sfoglia a mm 3 di spessore poi, con una parte, rivestite uno stampo a guscio d'uovo lasciando la pasta debordare abbondantemente. Versate nello stampo il misto di pollo e prosciutto, chiudete ripiegandovi sopra la pasta debordante, quindi sformate la torta a forma d'uovo, su una placca coperta da carta da forno; pennellatela con uovo sbattuto, guarnitela con un nastro di pasta, pennellate tutto ancora una volta e, infine, infornate a 200° per 40' circa. Servite la torta accompagnata dal sugo di pollo, precedentemente allungato con un mestolo di brodo, e insaporito con una punta di estratto di carne e fatto ridurre a salsina.
LE SCARCELLE – Puglie
"... i taralli e le scarcelle sono i dolci tradizionali di Pasqua. Esistono due tipi di scarcella: quella semplice e quella che una volta era destinata ai bambini più ricchi, in mostra dai pasticceri. E' la prima che sarà riportata poiché è quella tramandata negli anni della tradizione popolare pugliese".
300 g di farina doppio zero - 2 uova - 2 cucchiai di olio – latte 100 g di zucchero – sale - buccia di limone grattugiata |
Prendete la farina, ed impastatela con le uova, i due cucchiai di olio, lo zucchero, un po' di latte, pochissimo sale e la buccia di limone grattugiata.
Quando l'impasto sarà pronto, spianate la pasta riducendola a mezzo centimetro di altezza e ritagliate tre ovali, conservando i ritagli.
Poggiate su una delle estremità un uovo col guscio, fissatelo con i ritagli, cospargete di zucchero e di confettini colorati e mettete in forno dopo averle sistemate su una teglia appena unta. Controllate la cottura e lasciate raffreddare prima di consumarle.
Beh, dopo aver gustato tanti manicaretti, accontentati le papille e lo stomaco, ristoriamoci con un buon caffè, rilassiamoci e godiamoci l’aria di primavera, lasciandoci accarezzare la mente ed il cuore dalla soave musica della natura…
Solo così torneremo a casa con la stupenda sensazione di aver trascorso una
PASQUETTA DELIZIOSA !!!
E’ tempo di condividere e godere la bellezza della Natura
E’ tempo per abbracciare l’Universo intero
E’ Primavera ora, il momento più bello della Natura Voglio abbracciare e farmi abbracciare dalla Primavera
Maria... a presto!