venerdì 20 novembre 2015

QUANTE VOLTE CI CAPITA DI DIRE SI


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Quante volte ci capita di  dire “SI”, anche se non vorremmo?

Impariamo a dire di “NO”!

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(di Enzo)

Enzo              Duc, ti dispiace fare il caffè?

Ducky           No, per me è un piacere!

Enzo              Senti , per cortesia,  mi porti  il dizionario d’italiano…Il Devoto Oli. E’ il primo libro sullo scaffale.

Ducky           Sicuro! Come si fa a scrivere senza dizionario?

Enzo              Duc,  per cortesia, vai a girare il sugo, dovrebbe essere fatto.

Ducky           Va  bene!

Enzo              Siccome fra poco pioverà, tiri dentro lo stenditoio con i panni? Dovrebbero essere assciutti.

Ducky           Eh no, mò basta, Duc per favore, Duc per piacere, Duc per cortesia… ma per chi mi hai preso? Ora la devi smettere: perché non sono  né  servitore, ne cameriere, né badante. .. Io ti piglio lo stenditoio con i panni. Fatto questo, farai la…dcscu…discsuc…porca miseria, perché m’inceppo sempre. Eppure  solo con certe parole m’incasino, o forse sei tu che innervosisci.

Enzo              Stai calmo. Non ti sforzare…faremo assiemel’inquisisione

Ducky           Ecco quella…

Enzo              Ma quale inquisizione….duc,,, si dice “disquisizione”. E su che cosa la vogliamo fare??

Ducky           …sulla gente che deve imparare a dire di “NO” fra cui anch’io, anzi  già da stasera ho deciso, dico sempre “NO”.

Enzo              Non perdere le staffe; fai male sia dire sempre “No” e anche dire sempre “Sì”.

Ducky           E allora come ci  dobbiamo regolare?

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Enzo              Ora te lo spiego. “Potresti tenermi i gatti mentre sono via?”;; “Per le prossime vacanza siamo tutti d’accordo di andare in Spagna. Anche a te va bene, Vero?”. “ Dal 15 al 31 luglio andremo in vacanza, mi innaffi i  quei due vasi di basilico?”

Ducky           Ma quali vasi, non abbiamo mai avuto vasi di basilico, lo compriamo al centro commerciale..

Enzo              Non cominciare a rompere, Duc….è un esempio.  Seguimi, per la miseria.!

Ducky           Dove andiamo?

Enzo              In nessun posto., Devi ascoltarmi solamente. Duc, ma OB, è ancora nel bagno a fare la doccia Sono venti minuti…e che diamine si deve scorticare? Non posso cominciare senza di lei. Vai a dare un’occhiata!

Ducky           Ma sei scemo, io mi metto a guardare attraverso la serratura?

Enzo              Chiedi a che punto è …anzi fai una cosa…chiedile se ha fatto anche le “abluzioni” perché noi siamo già pronti per cominciare.

Ducky           (Si reca alla porta del bagno) OB, a che punto sei? Enzo, mi ha detto di chiederti se hai fatto le “abluzioni”.

OB                 Le ho fatte, ne ho fatte due di abluzioni, una per te e una per lui.. Appena esco, ne do una a te e una a lui…ma con  la padella più pesante e se non basta userò la scopa, riferisci allo scombinatoche fra 5 minuti sarò pronta per la trattazione.

(Cinque minuti dopo)

OB                 Enzo, vai!

Ducky           Sono pronto, Prof!

Enzo              Quante volte ci capita di dire di sì anche se non vorremmo, solo per paura che un nostro rifiuto ci faccia perdere la stima degli altri? Essere troppo accondiscendenti, però ci porta a tenerci dentro quello che non ci va giù e quindi a soffrire. Dire di no è importante, spiegano gli psicologi. Talvolta è l’eccessiva arrendevolezza a renderci poco apprezzati. Per paura di trovarsi respinti o per evitare i conflitti optiamo per una falsa compiacenza.

OB                 Figuriamoci in amore.

Enzo              Brava, OB.  Facciamo lo stesso errore anche in amore, quando temendo di essere lasciati finiamo col rinunciare alle nostre esigenze. Salvo poi rendercene conto troppo tardi.

Ducky           Tu come fai a dirlo?

Enzo              Lo segnalano i dati elaborati dallo studio milanese di matrimonialisti Family Legal,  che ha rilevato, nella fascia di età 65-85 anni, tra un 35 e un 40 per cento di separazioni in più nel 2014 rispetto all’anno precedente.

Le motivazioni? Prima di tutto la maggiore pretesa del diritto alla felicità: ci si sente giovani più a lungo e ci si vuole rifare una vita dopo anni di abnegazione al partner che hanno significato troppo rinunce. Gli studiosi dicono: “Davanti a una richiesta si  risponde in due modi “opposti”: o rifiutiamo con aggressività oppure diciamo di si controvoglia.

OB                 Dimmi come dovremmo fare”

Enzo              Bisogna essere assertivi.

Ducky           Lo sapevo che te ne uscivi con una parola “festiva” per fare bella figura. Spiega!

Enzo              Significa dire, affermare con decisione e fermezza, la richiesta o il favore, dopo averla esaminata bene, e senza timore delle reazioni altrui, dare la risposta di rifiuto o  di  accettazione..

OB                 Chiarissimo!

Enzo              “Questo modo di pensare” ,  dice Roberto Anchisi, membro della direzione scientifica  dell’Istituto europeo per lo studio del comportamento umano e coautore del libro Manuale di assertività (Franco Angeli, 2013) assieme a Mia Gambotto Dessy, “rende i rapporti interpersonali più chiari e semplici. L’assertività implica empatia e rispetto. 

Tuttavia, uniformarci agli alti è inevitabile, in momenti complicati. Lo vediamo oggi, con la tendenza sempre più diffusa a “salire sul carro del vincitore”. Il neurologo Vasili Klucarev, spiegava in uno studio sulla rivista Neuron che il nostro cervello è fatto per adeguarsi all’opinione e al comportamento  della maggioranza.

OB                 Senti senti!

Ducky           Ho sentito e mi sembra incredibile.

Enzo              Secondo gli studiosi ci adeguiamo al comportamento della maggioranza. Come? Tramite risonanza magnetica i neurologi avevano rilevato, in un esperimento, l’attivazione di due aree cerebrali connesse ai comportamenti sociali, dimostrando come esse entrino “in allarme” quando esprimiamo un’opinione difforme dalla media…

OB                 …in parole semplici quando noi deprimiamo un parere o un giudizio diverso dal pensiero della maggioranza e’ come se si accendesse una lampadina dentro di noi, una specie di piccolo campanello d’allarme.. Giustoo, Enzo?

Ducki             Ora ho capito. Grazie, OB. Alter-Ego, tu, a volte sei  troppo ndifficile quando spieghi; sembri che parli alla rovescia.

Enzo              Sei tu che non “ci arrivi..

OB                 Ué, non cominciate, per favore. Prosegui, Enzo!

Enzo              Il vantaggio di questo sistema qual è?

Ducky           Appunto dico, qual è? qual è?

Enzo              E’ uscito il pappagallo “Cocorito”. La smetti di ripetere..

Ducky           Te l’ha detto mai nessuno che sei antipatico e anche“presentuoso?”…o  forse “presontuoso” , OB,   aiutami,  due parole o una sola?

OB                 To’ Duc, per lo sforzo, il fazzoletto…stai sudando….Duchì, si dice “pres-sun-tuo-so”.  E non ha niente a che fare con…l’unto dell’olio.

Enzo              Mamma mia, anzi mamma nostra…Gemè tu sei un caso clinico! Dicevo con la domanda …del vantaggio di questo sistema:uniformarci  nell’appartenenza a una comunità

Il problema nasce. quando il conformismo è frutto di opportunismo o di timore di essere giudicati dagli altri. ”In questi casi”, prosegue Anchisi. “rappresenta una forma di patologia della personalità. Del resto,, perfino Dante nella Divina commedia ha posto i conformisti tra gli ignavi”.  Purtroppo, molti convivono tutta la vita con questi timori: il divulgatore tedesco Rolf Sellin nel suo recente Le persone sensibili sanno diro di no (Feltrinelli2013)  spiega che queste persone non sono ben viste. “Un bambino  ipersensibile che cerca di adattarsi alla maggioranza lo fa perché non si rende conto di che cosa ha bisogno, non ha percezione di sé né  ha consapevolezza della sua forza e della sua debolezza e non sa individuare i propri limiti.

                       

OB                 In sostanza, quali consigli possiamo seguire?

Ducky                       Ecco, che si fa?

Enzo              Cosa fare? Ce lo spiega lo psicologo Paolo Ragusa, autore del libro “Imparare a dire no”  e vicepresidente del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti: “La paura di ferire gli altri è infantile”, afferma.

                        Lui  ritiene molto utile seguire queste regole.

                        1 – Possiamo dire di “NO” senza sentirci in colpa;

                        2 – Adottiamo un atteggiamento non aggressivo;

                        3 – Spieghiamo bene la nostra posizione e  facciamogliela rispettare, con tono pacato;

                        4 – Proponiamo un’alternativa al nostro no. Ad esempio: “Questa settimana non posso accompagnarti, posso farlo la prossima settimana.;

                        5- Io sono convinto che puoi farcela  anche senza di me;

                        6- Usiamo la tecnica del “disco rotto” quando l’interlocutore  insiste nel farci dire di “si’”.

Ducky           Cioè lo prendiamo a piatti in testa, come nelle comiche di Charlot?

Enzo              No, con una sega elettrica lo tagliamo in due parti….Duc,, secondo me in testa hai dei neuroni comici.

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Ducky           E allora,  cos’è questa storia del “disco rotto”?

Enzo              Te li ricordi i dischi in vinile, quelli a 78 giri, che venivano usati con le puntine?

Ducky           Sì, li ricordo.

OB                 Quando il disco subiva un graffio, con la punta rovinata, il disco, girando, emanava un rumore tipo  tic tic ti ad ogni giro..

Enzo              Brava,  OB! Con la persona che insiste dobbiamo fare la stessa cosa…ripetere il nostro NO come un disco difettato…NO…NO…NO.

Ducky           Chiarissimo, sei stato sempllice, e comprensibile.. Quindi, stasera in pizzeria se tu mi chiedi…Duc, paghi tu le pizze? io  ti risponderò: “ NO.  Paghi tu; hai spiegato cosi bene la regola e ora paga!

Enzo              Man mano che passa il tempo, ti capisco sempre di più.  Sei un finto furbacchione, un finto sordo, un finto ignorante. Io sto a corto di euro, e faresti pagare le pizze alla nostra OB –quinta misura?

Ducky           No, questo mai, non la farò mai pagare. Le offro tutte le pizze  che desidera. Mica sono tirchio come te.

Enzo              OB, se potessi,  ti donerei la pizzeria intera….e sai perché? Quando immagino la tua “quinta misura”  mi ricordo delle mozzarelle di bufale del salernitano, se le stringi scorre del latte che  ha un sapore unico:  na’ bellezza!

Ducky           Cara OB, dì la verità, ho un fratello  che è straordinariamente poetico. Lui fa poesia anche con le  “quinte misure”.

O.B. No!…Duchino questa non è poesia ma appetenza di pizza abbondante! E per stare in tema di cibo… dire sempre si è come mangiare abbondantemente: prima o poi bisogna mettersi a dieta.  Buon appetito, amici “scombinati” ma simpaticissimissimi!

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Annamaria



martedì 17 novembre 2015

COACH DELLE ABITUDINI







Ascolta il tuo dialogo interno quando incontri una difficoltà: se ti giustifichi, ti lamenti, stai dicendo che non è giusto, stai togliendo energia a te stesso e stai distogliendo il tuo sguardo dalla strada. 
Usa quelle energie per cercare una soluzione: chiediti quale altra strada puoi aprire davanti a te, concentrati sulle prossime azioni da seguire, sui prossimi 100 metri da fare. 
La montagna non accetta giustificazioni. O sali, o torni a casa. 

Buona camminata!




Annamaria

domenica 15 novembre 2015

LA VERITA' DI UNA SIRIANA :" MOLTI PROFUGHI SONO JIHADISTI

Ho scritto su google "chi ha creato l'isis" e ho premuto invio.
Provate a farlo anche voi e scoprirete chi è il vero nemico...







Riguardo ai fatti tragici accaduti venerdi sera a Parigi  vi rimando un articolo, riportato da vari siti nel settembre scorso, che si commenta da solo e sul quale qualsiasi altro commento sarebbe superfluo per far capire l'incapacità dei paesi europei e dei nostri politicanti... buonisti del cavolo.




"Cari amici, sono qui oggi davanti a voi come un'orgogliosa cittadina siriana, per dirvi che prima di questa guerra (...) non sapevamo l'ingiustizia, il terrorismo o la criminalità.
(...) Ma la cosa più importante è che prima di questa guerra, non esistevano i profughi siriani".

Inizia così il discorso di una donna siriana durante la manifestazione organizzata domenica scorsa a Belgrado dal Movimento Nazionale serbo "Obraz". Nel video , si sente un discorso che mette al muro l'azione dei paesi occidentali in Siria, il loro traballante intervento militare e la decisione di accogliere chi scappa da quelle terre.




Un approccio che quella donna, che ha vissuto e vive da vicino il dramma, considera errato: per aiutare davvero i profughi bisogna vincere la guerra in Siria: "Se l'Occidente non vuole i rifugiati o non vuole che muoiano in mare, perché non ferma le sanzioni contro il popolo siriano? Perché non aiuta l'esercito siriano a sbarazzarsi del terrorismo e a rendere nuovamente la Siria un luogo sicuro? Perché non si muove a ricostruire le case distrutte con i soldi che spendono per i rifugiati?".
Restano in Siria le persone che possono ricostruire il paese e allora si vuole rompere la Siria e il popolo siriano. Da un lato, si vogliono rubare i medici siriani e i loro migliori studenti e questo causerà una fuga di cervelli. E d'altra parte, le multinazionali vogliono manodopera a basso costo per pagare salari più bassi.
Un discorso contro i leader europei pronti ad aprire le porte e incapaci di sconfiggere l'Isis. Che piange per i profughi morti in mare e non si preoccupa dei tanti che stanno dando la vita faccia a faccia con il terrore. "Abbiamo perso 100.000 soldati che combattono contro gli estremisti - continua il suo discorso la ragazza siriana - non sento piangere su di loro, su quelli che hanno dato l'anima per difendere una nazione lasciando sole le famiglie orgogliose.

 Loro meritano di essere aiutati".

E su migranti che in questi giorni stanno entrando in Europa: "Molti di loro sono jihadisti, e per di più sono pagati migliaia di euro per venire da noi. Lasciate che vi dica che il denaro che una famiglia di 5 persone paga per raggiungere l'Europa è sufficiente per comprare una casa in una zona sicura in Siria, iniziare un nuovo lavoro e vivere bene. Non sono rifugiati, ma migranti economici".
INSIEME AI CURDI CONTRO L'ISIS

E in un mondo dove il tornaconto è l'unico motore che muove tutto, sentire storie come questa è un toccasana.


MARCELLO FRANCESCHINI


Marcello Franceschi si è arruolato tra i curdi per combattere gli estremisti dell'Isis. La sua unità è attiva a Kobane, la città al confine tra Turchia e Siria, teatro di sanguinosi combattimenti
Da cooperante a soldato.


Da cooperante a soldato, Marcello Franceschi, 25 anni, di Senigallia , è arrivato inizialmente in Siria per portare aiuto ai curdi. Dopo aver visto gli orrori della guerra, però, decide di imbracciare il fucile e combattere a Kobane contro gli estremisti dell'Isis. "Ho visto gli occhi dei bambini che lottano - racconta a Vanity Fair - e ho scelto di aiutarli".





Di nascosto oltre il confine , dalla Turchia, entra in Siria da clandestino. Poi inizia l'addestramento. Quello che colpisce Marcello è la gentilezza dei curdi. Presto è mandato in prima linea. Con la sua unità, si trova a pochi metri dal nemico: il compito è controllare i movimenti degli estremisti. "Esplosioni, pallottole, cannonate sono continue. Devi stare sempre con gli occhi aperti", spiega. 
La sua scelta non ha entusiasmato la famiglia. "Il nostro progetto si chiamava Rojava calling. Mi sono staccato dai centri sociali e ho informato pochissime persone. A mia madre ho detto la verità. Non era d'accordo. Anche alla mia ragazza ho detto la verità. Mi ha fatto promettere che l'avrei fatto solo questa volta". 
La vita è al fronte è ovviamente dura: freddo, poco cibo e soprattutto mancanza di sonno. In conto bisogna anche mettere la perdita dei commilitoni colpiti a morte. Ma questo non spaventa il nostro connazionale: "Sono pronto a morire per quello in cui credo".
Ammirevole!Un ragazzo che crede nel valore della libertà e giustizia . Una giusta causa lontano da casa propria e con tutti i rischi che comporta.




Annamaria