venerdì 16 marzo 2012

PENSIERO DI OGGI





PENSIERO POSITIVO DI OGGI 




Gatto laborioso 


oggi


Scelgo di manifestare il mio intento e mi autorizzo ad accettare e apprezzare l'abbondanza che l'Universo mi dà.

domani

L'Universo mi sostiene lungo tutto il cammino della vita... e oltre

dopodomani
Ciò che ho attratto fino ad oggi è una grande lezione di vita che mi servirà a migliorare il mio presente




Si ride, si piange







VEDREMO UN FILM...

MARIA & ANNAMARIA

Per non farvi sentire troppo la nostra mancanza vi lasciamo alla visione dei films in uscita in questa settimana,(solo 3 pellicole, tre generi diversi per accontentare un pò tutti).
Siamo in partenza per un tour che, come accade per tutte le grandi starsssss, ci porterà tra i nostri fansssss...opsssss...tra i nostri amici Vicentini.
 I nostri pressssssssss agentsssssssss Vi renderanno conto della nostra scorri...........banda!

                                                                                                         


10 regole per fare innamorare




Genere commedia diretto da Cristiano Bortone e interpretato da Guglielmo Scilla, Enrica Pintore, Giulio Berruti, Fatima Trotta, Pietro Masotti, Piero Cardano, Cinzia Mascoli, Giorgio Verducci, Gabriele Corsi, Furio Corsetti.
Prodotto nel 2012 in Italia e distribuito in Italia da Lucky Red
Renato, chirurgo estetico di successo e donnaiolo indefesso, vuole che suo figlio Marco, diciottenne alle prese con un amore apparentemente irraggiungibile, tenga ben presente le sue dieci regole per far innamorare una donna. Cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto però cambia: gli esiti possono essere esilaranti se ad applicare il decalogo dell'amore è qualcuno decisamente timido e impacciato come il giovane protagonista della storia.


Magnifica presenza


Genere drammatico della durata di 105 min. diretto da Ferzan Ozpetek e interpretato da Elio Germano, Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Cem Yilmaz, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Ambrogio Maestri, Matteo Savino.
Prodotto nel 2012 in Italia e distribuito in Italia da 01 Distribution
Pietro, un giovane pasticciere siciliano arrivato a Roma con il sogno di diventare attore, va ad abitare in un palazzo popolato da strani personaggi. All'inizio sembra che non ci siano rapporti tra Pietro e i vicini, ma col tempo nascono amicizie, si creano legami forti, avvengono cose che lo spingeranno a cambiare atteggiamento nei confronti della vita.


L'altra faccia del diavolo




Genere thriller della durata di 83 min. diretto da William Brent Bell e interpretato da Fernanda Andrade, Simon Quarterman, Evan Helmuth, Ionut Grama, Suzan Crowley, Bonnie Morgan, Brian Johnson, Preston James Hillier, D.T. Carney, Marius Florian.
Prodotto nel 2012 in USA e distribuito in Italia da Universal Pictures
Nel 1989, il pronto intervento risponde alla chiamata di Maria Rossi, che confessa di aver ucciso brutalmente tre persone. Vent'anni dopo, sua figlia Isabella cerca di scoprire la verità su ciò che accadde quella notte; si reca così in Italia, all'Ospedale Centrino per Maniaci Criminali dove sua madre è stata rinchiusa, per capire se è mentalmente instabile o posseduta dal demonio. La donna ingaggia due giovani esorcisti che, usando metodi innovativi che combinano scienza e Religione, si trovano faccia a faccia con il male supremo incarnato dai quattro potenti demoni che possiedono Maria.





Buona visione a tutti . . . da Maria !


giovedì 15 marzo 2012

AFFINITA’ EROTICA



DUCKY       Enzo, è mezzanotte e un quarto; me ne vado nel                      “fodero”. Ho sonno

ENZO                   Io no, aspetto che arriva il primo sbadiglio.

DUCKY       Se vuoi, ti faccio compagnia! Ti andrebbe un tè?

ENZO                   Sì, grazie, parè.!

DUCKY       Cheeh,,,cosa hai detto?

ENZO                   …parè…parente!

DUCKY       Io sarei un tuo…parente?!

ENZO                   Hai capito bene. Ho detto parente.

DUCKY       Io e te siamo parenti?

ENZO                   Sei sordo? Io e te siamo parenti di secondo grado.

DUCKY       C’è sempre da imparare con te. Non lo sapevo.

ENZO          Ora lo sai: sei meno insipiente…meno profano. Parente, ma non  “affine”.

DUCKY       Ah, non sono un affine…parente sì. E chi sono gli affini?

ENZO          …sono i parenti del coniuge con i consanguinei dell’altro.

                   Per esempio, i cognati sono affini; suocero e nuora sono affini di 1° grado; i cognati sono affini di 2° grado.

DUCKY       Allora tu e tua moglie che cosa siete? parenti, affini o due disgraz…

                   aih…mi hai fatto male col battipanni no…non si trattano così i parenti.

ENZO          Sei mio parente di 2° grado ma sei tutto  scemo di 1° grado.

DUCKY       Seriamente ora…che rapporto c’è fra te e tuo moglie?

ENZO          Non siamo né parenti e né affini; tra me e mia moglie non c’è alcun rapporto di parentela e né di affinità: e’ solo un vincolo coniugale.

DUCKY       ..e da affettivamente come siete?

ENZO          Sono ca…cavoli miei, ok?

DUCKY       Mi sembra una cosa comica…Gesù, cheste so cose ‘e pazze, mai sapute…e allora, scombinato, affettivamente non mi vuoi proprio dire cosa siete?

ENZO          Te lo dico per l’ennesima e  l’ultima volta: siamo marito e moglie vincolati, detto in italiano e non “in pugliese”,  del matrimonio. A chi vuoi sfottere tu e sta affinità.  Ce ne sono, e tu lo ignori, ben altre di affinità.

DUCKY       Ancora, Gemè, altre affinità?

ENZO          Ben diverse e molto più interessanti.

DUCKY       Dici sul serio?

ENZO          Schizoide, sul seio!

DUCKY       Che aspetti, parla; non farti tirare le parole di bocca.

ENZO          È la corrispondenza…

DUCKY       …di lettere e raccomandate…

ENZO          Forse è meglio che ti levi dai piedi e te ne vai a letto…vuoi ascoltare sì o no…o preferisci restare ignorante?

DUCKY       Poco fa mi hai detto insipiente ora mi chiami ignorante, deciditi!

ENZO          Tu sei la risultante di una triade: insipiente, profano e ignorante.

DUCKY       …e tu sei un monoscombinato…UNICO.  Spiega spiega, invece di fare il prof sapientone…ma non usare parole difficili. Ti ascolto!

ENZO          L’affinità erotica è la corrispondenza corporeo-sentimentale di quelle coppie (anche gay).

DUCKY       Azz…e che mi ero raccomandato per la comprensibilità!

ENZO          Finito? Mi spiego, psicotico. Devi sapere che esistono persone che presentano affinità di desideri, di comportamenti, di espressioni sessuali, tanto sembrare fatte l’una per l’altra.

DUCKY       Così mi piaci, continua!

ENZO          Sai che c’è anche un altro tipo di affinità?


DUCKY       Quale?

ENZO          C’è l’affinità sentimentale che passa attraverso la c. d. magia dell’incantesimo.

DUCKY       Aspetta…aspetta…piano,  voglio capire bene stà cosa.

ENZO          Allora, due s’incontrano, si piacciono, parte la prima fase: la magia dell’incantesimo; segue la seconda fase: l’affinità erotica, dopodiché inizia l’affinità sentimentale. Mentre l’affinità sentimentale richiede un certo periodo di tempo di reciproco adattamento per quanto riguarda il carattere, il comportamento, le aspettative, l’affinità erotica si manifesta non appena avviene il primo incontro sessuale. Certo, pochi ci fanno caso, ma con un po’ di perspicacia si può constatare l’esistenza di moltissimi “punti comuni” dal pinto di vista erotico…

DUCKY       …quali, docente mio!

ENZO          …la sincronia dei movimenti, la coincidenza dell’orgasmo, la capacità di prevenire, senza parlare, il desiderio di lui o di lei.

DUCKY       Minch…oh scusa, mannagia, sei scombinato sul serio, scombinato ma impagabile…eccome lo sei. Non ho parole, ecco!

ENZO          E allora? Chiaro tutto o hai bisogno di una ripetizione?

DUCKY       Chiarissimo. C’è altro?

ENZO          Eh sì. Devi sapere che quando c’è intesa erotica…
DUCKY       …cioè affinità erotica!?

ENZO          Marò, ma nostra madre non ti poteva mettere con la testaccia a bagnomeria dopo l’espulsione?...Duc, affinità erotica e intesa erotica sono la stessa cosa. Ok?

DUCKY       Nascesti prima ecco perché fai tanto il superbo. Ok, vai avanti.

ENZO          Quando c’è intesa erotica, basta uno sguardo, una parolina sussurrata, per accendere in ambedue il  desiderio e per indurre al suo appagamento  nei luoghi più impensati e più scomodi (a volte), con tutte le delizie sensuali che si possano “gustare”.  L’affinità erotica include, è  ovvio, anche i sentimenti, altrimenti sarebbe solo sesso. Io preferisco far l’amore!  Afferrato, Duc?



DUCKY       Eccome! Direi che tutto si potrebbe racchiudere in due fasi: AFFINITA’ EROTICA e AFFINITA’ SENTIMENTALE, in quest’ultima è compresa la “magia dell’incantesimo”; se si supera quest’ultima fase, si diventa IL PARTNER e i due potranno vivere, molto probabilmente, felici e contenti…

DUCKY       …per amore dato e ricevuto, ho detto bene, scombinato di Duckino tuo?

ENZO          Già,  come una coppia che balla, LUI fa un passo avanti e LEI lo fa indietro, poi  LEI fa un passo avanti e LUI lo fa indietro. Ma se entrambi fanno un passo avanti…sai che può succedere?

DUCKY       …terrorismo in famiglia…insomma…’o quarantotto!!



ENZO


mercoledì 14 marzo 2012

Digitale: bene per il sud, mancano i soldi per il centro-nord

Per risolvere il problema del digital divide il Centro Nord ha bisogno di 400 milioni di euro: è iniziata la ricerca. In Meridione la questione non si pone grazie ai Fondi UE. A giugno sarà presentato il decreto DigItalia.






Il Governo Monti è convinto che con il decreto DigItalia di giugno sarà in grado di rispondere adeguatamente al problema del digital divide italiano. Oggi i dati dicono che quattro famiglie su dieci non possono attivare servizi ADSL residenziali. La media UE delle abitazioni con accesso Internet è del 73%; noi non andiamo oltre il 62%. Praticamente ci ritroviamo con una Pubblica Amministrazione con quasi il 100% dei servizi online, e solo il 10,7% della cittadinanza che ne ha usufruito negli ultimi tre mesi.
L'Agenda Digitale che sarà elaborata dalla cabina di regia del Governo Monti dovrà occuparsi di più fronti, su tutti la copertura finanziaria. Per raggiungere gli obiettivi europei del 2013 (azzeramento digital divide) il gruppo "Infrastrutture e sicurezza" guidato da Roberto Sambuco si è già attivato. Il Centro Nord ha bisogno di circa 400 milioni di euro, mentre il Sud ha già i fondi stanziati dall'Unione Europea. In primavera nel Mezzogiorno partiranno i primi bandi di gara per assegnare i lavori, dopodiché cantiere e scavi dovrebbero aprirsi di lì a breve.


Non meno importante sarà la creazione di un nuovo Computer emergency response team (CERT) italiano, una sorta di squadra di emergenza per far fronte ad attacchi informatici. Non è chiaro se andrà ad affiancare gli altri (come quello della Difesa) o se verrà realizzato una sorta di coordinamento nazionale.
Infine si parla anche di alfabetizzazione informatica: secondo l'ISTAT il 41,7% delle famiglie italiane non dispone di un accesso Internet perché non ha sufficienti competenze. Il gruppo di lavoro di Giovanni Biondi sta pensando a nuovi progetti per le scuole: formando 9 milioni di studenti sarebbe molto facile raggiungere (indirettamente) i nuclei familiari.
E poi detta tutta da qualche parte dovranno pur arrivare quegli 80mila nuovo specialisti che entro il 2015, secondo IDC, andranno a lavorare per il cloud computing italiano. Si passerà da 67.500 a 152mila addetti.
"Una comune ed errata percezione attribuisce al cloud computing la responsabilità di contribuire alla contrazione dei posti di lavoro, mentre in realtà esso favorisce la nascita di nuove figure professionali, poiché si tratta di una tecnologia capace di dare impulso all'innovazione e di generare nuove competenze in tutto il mondo, oltre che in grado di ridurre i costi IT", ha dichiarato l'AD di MicrosoftItalia Pietro Scott Jovane.






E INTANTO E' CONFERMATO :  GIOCARE  CON I  VIDEOGAME  ,PER GLI ANZIANI ,E' UNA NUOVA PASSIONE PER MANTENERSI IN FORMA 




Le persone anziane stanno scoprendo un'inedita salutare abitudine: i videogame. La notizia arriva dallo Union College della contea di Schenectady, nello stato di New York, dove un gruppo di medici ha effettuato un'indagine coinvolgendo 101 persone di età compresa tra i 58 e i 99 anni. I volontari scelti possedevano tutti una cyclette, ma non praticavano regolarmente attività fisica. Per questo gli studiosi americani hanno apportato una piccola modifica alle biciclette, montando uno schermo virtuale per coinvolgere i partecipanti in una sfida tridimensionale a distanza. Per capire se e quanto l'attività fisica potesse migliorare il funzionamento cognitivo, riducendo il rischio demenza, i ricercatori hanno effettuato alcuni test e misurato i livelli del “Brain-Derived Neurotrophic Growth Factor” (BDNF) prima e dopo il periodo d'osservazione, durato tre mesi.
I risultati ottenuti, pubblicati sulla rivista scientifica “American Journal of Preventive Medicine”, sono molto interessanti: al termine del trimestre di riferimento i “cyberciclisti” hanno ottenuto punteggi migliori e hanno mostrato una ridotta progressione (meno 23 per cento) verso il deficit cognitivo lieve rispetto al gruppo di controllo. «Per pedalare in un ambiente virtuale tridimensionale e gareggiare con un altro ciclista – ha spiegato la dottoressa Cay Anderson-Hanley, psicologa dell'“Healthy Aging and Neuropsychology Lab” e coordinatrice dello studio – occorrono una grande attenzione, una forte capacità decisionale e una maggiore concentrazione. Abbiamo riscontrato importanti miglioramenti nelle funzioni cognitive dei partecipanti, dalla memoria all'attenzione fino alla capacità di risolvere i problemi, e verificato anche un incremento nei livelli plasmatici di BDNF: a parità di sforzo atletico, dunque, il gioco virtuale stimola fattori neurotrofici preziosi per il cervello e contribuisce alla prevenzione dei deficit cognitivi».
Ancor più importante, però, sono le statistiche relative alla pratica dell'“exergame”. Ogni partecipante ha giocato in media tre volte alla settimana, statistica decisamente incoraggiante: in genere, soltanto il 14 per cento delle persone over 65 pratica esercizio fisico con regolarità, un dato che precipita al 7 per cento dopo i 75 anni. Dunque l'esperienza tridimensionale e la competizione a distanza è piaciuta: i giochi virtuali potrebbero trasformarsi presto nel miglior passatempo delle persone anziane, garantendo divertimento e tenendo in forma il cervello


Annamaria... a dopo

CONFESSIONE WEB QUANDO UN AMORE FINISCE

Perché il nostro amore è finito?"
Confessione web per star meglio



Un sito, fondato da una blogger londinese, aiuta la coppia che si è lasciata senza spiegarsi a elaborare la separazione. Come? Con un questionario in cui raccontare all'ex partener che cosa non ha funzionato. “E’ un modo più formale, razionale e rassicurante di dirsi addio”. Ma non tutti sono d'accordo


 “C’eravamo tanto amati, per un anno e forse più, c’eravamo poi lasciati, come fu come non fu”, recita una vecchia canzone. Non tutti hanno voglia di spiegare per filo e per segno il “come fu” alla persona che hanno smesso di amare: tante relazioni finiscono con una sorta di punto interrogativo, senza chiarimenti, prive dell’ultima parola. Ma adesso un sito internet offre un metodo alternativo di fare i conti (da lontano) per via digitale, se uno/una non ha il coraggio di farlo faccia a faccia e nemmeno per telefono.

Si chiama wotwentwrong.com 1 (cosa non ha funzionato), in meno di un mese lo hanno visitato più di 50 mila internauti e raddoppia il volume di traffico di settimana in settimana. “Molta gente ha paura di sentirsi dire perché un rapporto è terminato, altri temono di urtare la suscettibilità dell’ex-partner rivelando fuori dai denti le ragioni di una rottura”, afferma Audrey Melnik, la giovane blogger londinese che lo ha fondato, “ma vuotare il sacco a vicenda attraverso il web può fare sentire tutti meglio e permette di guardare al futuro, a una nuova relazione, senza il peso dei dubbi irrisolti su quella precedente”.

Funziona così: il sito offre un questionario da compilare online per accertare “cosa non ha funzionato”, dall’aspetto fisico al carattere, dalle affinità alla personalità, passando naturalmente per il sesso. Quando è finito, lo si può inviare all’ex-partner, che per poterlo leggere, tuttavia, deve compilare a sua volta un questionario, in modo che la confessione sia reciproca. “E’ un modo più formale, razionale e rassicurante di dirsi addio”, commenta Emily Jupp, columnist di costume e società del quotidiano Independent di Londra. Le ragioni citate variano: si va dal banale, “eri troppo alta per me”, al comico, “mi dispiace, facevi un rumore con la bocca mentre facevamo l’amore che trovavo francamente insopportabile”, dal contraddittorio, “sei troppo inflessibile” (“e tu troppo flessibile, dici sempre sì a tutto”), allo scontato, “non siamo fatti l’uno per l’altra, abbiamo gusti troppo diversi” (ma c’è anche chi scrive, “ci somigliamo troppo e la cosa a lungo andare mi annoiava”). Per tacere del motivo più citato: ho incontrato un altro/un’altra che mi piace di più. Seguito dal classico: non è finita per colpa tua, il problema sono io. Non ti merito.

Non tutti ritengono che dirsi perché non ci si ama più sia una buona idea. “Le ragioni che ti darà il tuo ex saranno sempre soggettive, spesso poco sincere e qualche volta inutilmente causa di dolore”, sostiene la psicologa Susan Elliott, autrice di “Getting past your breakup: how to turn a devastating loss into the best thing that happened to you” (Come superare una rottura sentimentale: trasformando una perdita devastante nella cosa migliore che poteva capitarti), un manuale di recente pubblicazione sull’argomento. “Meglio arrivarci da soli, o con l’aiuto di uno psicanalista”, concorda Victoria Alexander, consulente di terapie familiari alla Greenwich University. Ma per quelli che non si liberano del tarlo del “perché?”, questo c’eravamotantoamati.com rappresenta una possibile soluzione: anche se alla fine la ragione dovesse essere la stessa della canzonetta, un inspiegabile “come fu come non fu”. 



fonte La repubblica.it


Annamaria... a dopo

lunedì 12 marzo 2012

A SIMONA ATZORI PRIVA DI BRACCIA





Chissà chi ti volle così
E così nascesti…priva di braccia

I primi strilli
Le prime poppate
Senza poterti aggrappare al seno

Il primo sguardo
La prima volta
Abbagliata dal sole

La prima volta
Che hai visto
I bracci inerti di una camiciola

La prima lacrima
Asciugata con un piede

La prima parola
Scritta con un piede

La prima volta
Che inciampasti

E tante…tante volte!

Un giorno ti chiedesti:
“Come?”
“Perché?”
Non avesti risposta
Se non dal silenzio!

Simona Atzori
Non potrai mai
Abbracciare il tuo amato

Io, sgomento, sento la grevità
Delle parole
Come se un macigno
Si fosse appollaiato
Sulla mia anima

Simona,
ti ho vista in TV
danzare come una libellula
ti ho vista dipingere
tenendo il pennello
fra le dita di un piede
e ho trattenuto il respiro
e…sorridevi sorridevi:
non hai smesso di sorridere
come se avessi vinto
un prezioso trofeo.

Io, irriducibile testardo,
mi sono chiesto, anch’io:
“Come?”
“Perché?
Forse è privo di braccia
Anche il tuo angelo
Ma tu in compenso
Possiedi il modo sublime di sorridere
E con i tuoi sorrisi
Spargi, come una Dea seminatrice,
il coraggio di vivere.
Sgomento, io
Sento…il cuore che stringe
E l’anima che si rinnova


ENZO



Simona Atzori nonostante sia nata senza braccia è diventata una ballerina e pittrice di fama internazionale, raggiungendo traguardi prestigiosi grazie alla sua forza e determinazione. 36 anni, milanese, è anche molto impegnata nel sociale.
Dopo la toccante poesia di Enzo, vi propongo un intervista rilasciata da Simona circa  un anno fa



. La vita con lei è proprio così benigna, nonostante la sua particolarità?
Credo che la vita più che benigna sia una grande sorpresa di emozioni e di colori, che mi piace affrontare con il sorriso, non esclusi i colori più scuri. Fin da piccola ho scoperto  di avere due mani che però sono in basso, cioè i miei piedi, quando tutti gli altri le mani le hanno in alto. Ho dovuto inventare una vita tutta mia. Così hanno dovuto fare  anche i miei genitori. Ma non sento di avere qualcosa in meno. Dio è un pittore perfetto. Se mi ha disegnato così è perché lo ha voluto.
Come fa a  mangiare e  scrivere, a svolgere  le mansioni che sono proprie delle mani?
Con le mie mani basse: i piedi mi permettono di camminare, ma sono anche le mie mani, con essi mangio, scrivo, mi trucco, faccio tutto.

Anche guidare  la macchina?
Certamente. Questo è stato un traguardo molto importante per me. I limiti assolutamente non mi appartengono. Quando trovo un limite cerco sempre di superarlo.
E’ dunque vero che la diversità contiene  potenzialità immense!
Assolutamente sì. Ma credo che questo valga per tutti, perché tutti siamo diversi l’uno dall’altro. Le diversità sono ricchezze. Penso sempre come sarebbe un mondo dove fossimo tutti uguali, e credo che probabilmente un mondo così non potrebbe esistere. E’ dalla diversità che nascono le cose più belle.
Diceva che Dio ha un disegno su ciascuno;  quanto le è costato acettarlo?
Non più di quanto avviene con gli altri, per tanti motivi. Primo perché i miei genitori mi hanno accettata come un dono; non mi hanno mai fatto sentire diversa per il fatto di essere nata senza braccia. Quando cresci in una famiglia così ti senti giusta, ti senti bella, ti senti amata, e questo ti fa sentire importante per il modo come sei. Poi ho un’altra grande fortuna: un carattere ottimista. Vedendo le cose in positivo la vita diventa più facile. Poi ho dovuto affrontare i giudizi degli altri sulla mia diversità che, costituendo per me  la normalità, non mi sono pesati.
Si è, però, mai chiesta il motivo perché Dio l’ha fatta diversa?
Ho sempre creduto che Dio mi ha voluto così non per errore. Ciò mi ha aiutato a scoprire gradualmente il bisogno di partecipare agli altri il dono ricevuto attraverso la danza, la pittura, il modo di comunicare. Svegliarmi tutte le mattine dicendo: “Ti ringrazio Signore per il dono grande che mi hai fatto”, e comunicare agli altri questa positività, è motivo del mio essere credente.
So che manifestò questa fede  anche a Giovanni Paolo II nel regalargli un ritratto che lei stessa  aveva fatto!
E’ vero. Quello è stato uno degli incontri più belli della mia vita. Avevo 17 anni, ero nel pieno della mia freschezza. Ebbi la percezione di trovarmi di fronte a un uomo che aveva la capacità di scrutare i cuori. Il suo sguardo, il suo sorriso, mi ha dato una forza che  non è mai venuta meno. Per questo sono stata tra coloro che hanno gridato “Santo subito”. 
Il primo maggio  sarà beatificato! Non gli ha mai chiesto un miracolo?
Mai. Quell’incontro è stato già un miracolo, mi ha dato la capacità di ringraziare sempre il Signore per il dono della vita.
Che dire della danza e  dei suoi balletti con Roberto Bolle, il primo ballerino della Scala. È stato facile arrivare a tanto?
Credo che di facile ci sia poco nella vita, perché le grandi soddisfazioni si ottengono con il sacrificio dopo averle sognate. Ho sempre desiderato diventare una danzatrice, anche quando tutti mi dicevano che per una ballerina senza le braccia non era il caso. Però ci ho creduto con la semplicità che mi caratterizza. Ho salito uno per uno tutti i gradini della danza  senza voler dimostrare niente a nessuno, ma solamente perché sentivo che questa era la mia strada. E i riconoscimenti sono venuti, perché la gente ha visto nei miei movimenti la gioia che provoca grandi emozioni. Anche Roberto Bolle ha la stessa  filosofia della vita. Ballare con lui è stato un grande piacere.
Con la danza è arrivata anche in Kenia!Questo viaggio è stato per me un’esperienza straordinaria, qualcosa di talmente bello che ancora oggi, guardando le foto, mi sembra un sogno. Attraverso la Fondazione Fontana  ho danzato nell’università e nel carcere di Niaruri. Ho scoperto quanto la vita abbia un altro sapore in Kenia, dove si vive  senza filtri, dove il riso è riso e il pianto è pianto.
A quale scopo è andata in Kenia?
Sono andata in qualità di testimonial della Fondazione Fontana. La loro Comunità Saint Martin, che è a Niaruri, si occupa di bambini malati di Aids, di ragazzi con disabilità, di bambini di strada. In Kenia, attraverso la danza e gli incontri, ho avuto modo di far conoscere il mio modo di concepire la vita, ho  scoperto l’importanza che la Fondazione Fontana attribuisce a  “fare comunità” con la gente bisognosa.
Cosa risponde a chi, soprattutto per email, Le chiede aiuto, conforto, nelle difficoltà della vita?
Dico sempre a tutti di amare la vita, di considerala come un dono e di sforzarsi di capire in quale forma essa può diventare un valore. Giovanni Paolo II diceva una cosa meravigliosa: “Prendete la vostra vita fra le mani e fatene un capolavoro”.
Mi accorgo che lei lo ha preso in parola! Ma ora quale altra barriera le resta da  abbattere?
Mi piacerebbe che la gente vedesse in me una donna, una ballerina, una pittrice, una persona che ama la vita. Mi piacerebbe che tutti mi considerassero per quello che sono e che ho, non per quello che pensano che mi manchi.
Si sente fortunata!Molto, perché dalla mia parte ho la forza di amare la vita.
Vito Magno


Leggo sul suo sito: “Sorrido vivendo, sorrido amando, sorrido dipingendo e danzando”


LA DONNA ITALIANA ? SI ESTINGUERA' NEL 3500i

La donna italiana? Si estinguerà nel 3500



La donna italiana? È in via di estinzione. A dirlo è la ricerca «population» delle Nazioni Unite secondo la quale, in 83 Paesi del mondo, l'indice di fertilità sta crollando inesorabilmente. Secondo l'analisi delle Nazioni Unite, sarebbe stato rilevato che in alcuni casi, ad esempio a Hong Kong, il numero delle nascite di femmine si starebbe dimezzando di generazione in generazione.
Prendendo in considerazione anche la crescente abitudine a fumare, per le donne i danni sono cinque volte più che per gli uomini. La conseguenza, secondo i demografi, è che tra 25 generazioni nel nostro Paese potrebbe nascere l'ultima donna, portando all'estinzione le connazionali nel 3500, quando dovrebbe nascere l'ultima bambina italiana. Meglio il Canada, nel 4400, o il Brasile, in cui l'ultima donna dovrebbe nascere nel 5000. Le cause? Tra le più probabili ci sarebbe il cosidetto «marriage strike», soprattutto nei Paesi asiatici come il Giappone: per studiare, divertirsi, fare carriera le donne asiatiche rimandano le nozze o non si sposano, raggiungendo i livelli occidentali quanto a età di maternità e matrimonio. Una previsione a lungo termine, questa delle Nazioni Unite, in discesa e controtendenza rispetto ai dati globali: entro il 2011 infatti la popolazione mondiale arriverà a quota 7 miliardi.
E’ la frenesia di arrivare in alto, di emergere ed avere successo, di giungere alla poule position nella vita che sembra seppellire il matrimonio e la procreazione ma, si sa, anche in amore, quando si sta per arrivare al traguardo, c’è sempre qualcuno che taglia prima lo striscione! Occorre ricordare che se le donne si estingueranno gli uomini faranno le loro veci difatti. anche se non a tutti è noto, gli uomini possono rimanere incinti. L’incredibile storia di un uomo incinto, arrivata dagli Stati Uniti, ha fatto il giro di tutti i mezzi di informazione.








All’apparenza l’immagine di questo uomo con la pancia può scioccare ma basta conoscere la sua storia per saperne di più prima di giudicare. Thomas Beatie, Oregon, USA, è un transessuale, il primo uomo a partorire, il 29 giugno 2008, una bambina. Ma come afferma qualche maschilista: “se la donna non pratica sufficientemente le faccende domestiche produttive, non ci saranno le donne”. Forse, c’è da chiedersi, rispondendo a questa asserzione, esisteranno solo uomini senza umanità come i padri che dichiarano, dichiaravano, una tale baggianata? Ma, forse per fortuna, noi non ci saremo . . . come dice, racconta e canta il grande Maestro Francesco Guccini.









Maria... a dopo