Ricordiamoci il giorno 8 marzo di questo
padre distrutto che ha deciso di scrivere una lettera, pubblicata dal Corriere della Sera, al ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli per chiedere che sua figlia venga tutelata dalla legge e che quell'uomo -bestia venga punito.
Un professore che in due mesi ha inviato ben 600 messaggi e 3000 telefonate con tono sempre più opprimente, "non faccio sesso con mia moglie da un anno", fino ad arrivare alle minacce: "Ti rovino, ti boccio".
Il prof ha anche approfittato della perdita della mamma dell'adolescente per coglierla in un momento di debolezza.
Mesi da incubo che hanno stravolto l'umore della ragazza , sempre triste e spaventata di spostarsi da sola per paura di incontrare il prof. con l'intento di farla finita.
Molestata e perseguitata.
Costretta a cambiare scuola e città per liberarsene mentre la bestia prof insegna ancora nello stesso liceo, indisturbato.
«Signor ministro Valeria Fedeli,
le scrivo in forma anonima perché il mio unico scopo è continuare a tutelare mia figlia. Ma sento il bisogno di rivolgermi a lei perché ho perso fiducia nell'istituzione che prima di tutte deve accogliere e tutelare i nostri ragazzi: la scuola. Quella che lei rappresenta al suo massimo livello. Mia figlia è oggi una quindicenne distrutta, svuotata, insicura. E le racconto i motivi. Tutto è cominciato nell'aprile del 2015 quando un suo professore ha iniziato a molestarla e perseguitarla. L'ha isolata dai suoi amici. Ovviamente la ragazzina ha cominciato a non studiare, a dimenticare, lei, la più brava della classe. Non capivo il perché e me ne faccio una colpa».
Una notte il padre ha sentito il telefono di sua figlia squillare alle tre di notte. Così ha scoperto la drammatica realtà che la ragazza stava vivendo.
«Questo dolore lo porto dentro. Una notte, erano le tre, sento lo squillo del cellulare della mia bambina. Alle 3 di notte? Approfitto che lei vada in bagno, prendo il telefono e scopro che è lui, il professore. Chiedo spiegazioni e a quel punto mia figlia crolla, tra le lacrime, mi racconta che sono mesi di persecuzione, che l’abbraccia e la bacia davanti a tutti. E mi dice la cosa peggiore di tutte: non te l'ho detto perché ho solo te, non ho più la mamma, se perdo anche te mi metteranno in orfanotrofio. Ho pensato di morire, in quel momento».
Da quel momento è iniziata la battaglia di questo padre per ottenere giustizia, riuscendo però a ottenere, per ora, solo un divieto di avvicinamento.
«Siamo andati dai carabinieri, che hanno fatto una lavoro di ricostruzione meticoloso. Hanno accertato che questa bestia in soli due mesi le ha fatto più di tremila telefonate, le ha inviato più di 600 messaggi. L'ha anche pedinata sotto il liceo che frequentava. Ma, mentre il pm ha chiesto gli arresti domiciliari, il gip ha disposto soltanto il divieto di avvicinamento».
Infine la necessità di cambiare tutto per ricominciare: niente più la stessa città, amici, scuola. Mentre l'uomo che le ha tolto tutto, insegna, ogni giorno, ad altri studenti.
«Ancor più grave è il fatto che quell'uomo continua a insegnare nella stessa scuola. Neanche una denuncia, le testimonianze, le evidenze hanno potuto qualcosa. Sta lì, continua a insegnare ai nostri figli. Che razza di legge consente una cosa del genere? Di chi possiamo ancora fidarci? Quando l’ho affrontato per chiedergli spiegazione mi ha risposto: «Non ho figli, per me è come se lo fosse». I figli non si perseguitano. Ho la colpa di essere solo in questa storia. Mia figlia è sola in questa storia: non ha la mamma, non ha amici. Ha dovuto cambiare liceo e città. Lei, lui invece no. Lo trova giusto?».
Questa è la tutela che una donna, in questo caso una bambina ha?
Un vero stalker denunciato ma come sempre non viene fatto nulla...
però quando ci ammazzano, tutti a gridare allo scandalo.
Poi c'è anche chi si scandalizza se uno si fa giustizia da solo...
l' 8 Marzo? Mimose , chiacchiere, promesse ...una pagliacciata.
Annamaria