sabato 17 novembre 2012

REATO SMS OFFENSIVI


E’ REATO!!!


Non spedite sms con ingiurie, offese, e volgarità varie,  con il vostro cellulare
(Sentenza Corte di Cassazione n° 44855)

L'email non è molesta quanto l'sms col cellulare: assolto ufficiale.
La sentenza della Cassazione: i messaggi di posta elettronica non sono invasivi.

L’sms è molesto, l’email invece no.
Questo - in sintesi - il concetto con cui ieri la Corte di Cassazione ha assolto un ufficiale di marina, tale Giannino, condannato in Appello per tentata violenza privata e molestie.
L’uomo in questione, che non si era arreso alla fine della relazione con la sua ex, ha tempestato di messaggi la poverina via posta elettronica, ed è stato “salvato” dalla Corte per la scelta del mezzo.
Se invece di tastiera e pc avesse scelto sms e cellulare, sarebbe infatti al contrario stato condannato.

La motivazione: l’email non è invasiva

Secondo la Cassazione, le molestie tramite email "non sono previste dalla legge come reato".  E a differenza degli sms - si legge nella sentenza n.44855 depositata ieri - i messaggi via email sono "privi del carattere di invasività", proprio di messaggini e telefonate.
In pratica sulla casella di posta elettronica, al contrario del cellulare, puoi scegliere se aprire e leggere i messaggi, oppure se cestinarli.

La vicenda

L'ufficiale di Marina assolto ieri per molestie non se l'è comunque cavata altrettanto bene per gli altri reati contestategli.
Aveva infatti anche cercato di forzare la password della casella email della sua ex; e il sistema informatico del gestore dell'utenza cellulare intestato a lei.
Per questo, l'imputato era stato condannato - per intercettazione di comunicazioni informatiche o telematiche e accesso abusivo ad un sistema informatico, oltre che per tentata violenza privata e molestie - dalla Corte d'appello di Milano alla pena di due anni di reclusione, senza la concessione di alcuna attenuante.
Il suo ricorso in Cassazione è stato accolto solo sul punto delle molestie via e-mail: le condanne per gli altri reati sono così diventate definitive e la Corte d'appello di Milano dovrà riesaminare il caso solo per rideterminare il trattamento sanzionatorio, eliminando la pena riguardante l'invio dei messaggi di posta elettronica.

Quindi, cari Lettori, state attenti ad usare con cautela il vostro cellulare: prima di tutto, cercate di controllarvi psicologicamente, datevi una “calmata, ma se vi sentite furiosi e la pressione arteriosa vi è salita a 200, non offendete e non ingiuriate nessuno usando il cellulare (il vostro). Nel caso che usate il cell di un’altra persona, commettereste non uno ma diversi reati: in tal caso avreste bisogno anche di cure psicoterapeutiche.

www.il salvagente.it
ENZO

Vivere in cinque con 5 euro al giorno La ricetta di Stefania di Robecco: coltivare l’orto e fare tutto in casa





Un libro ricco di suggerimenti, per chi vuole risparmiare e per chi è un ecologista.Vi consiglio vivamente di leggerlo.
  • Prezzo € 7,65 
  • Pagine 102
  • Anno: 2012

Stefania Rossini


Madre di tre bimbi e moglie di un operaio metalmeccanico, Stefania Rossini vive in provincia di Brescia, a Pontevico. Qualche hanno fa ha perduto il lavoro, ma non si è persa d’animo: «Ho ripensato il nostro modo di vivere e, in due anni di perfezionamenti, ho scoperto che possiamo vivere, in cinque, con appena 5 euro al giorno». Sembra uno slogan, e invece è il titolo del libro che racconta la sua esperienza. Un manuale tecnico-pratico, che spiega come è possibile vivere – senza privazioni – spendendo, ogni giorno, appena un euro a persona. «Ho cercato di migliorarmi ogni giorno», racconta Stefania. «Mi sono sforzata di imparare, di migliorare. Ho fatto l’orto, ho scovato nuove ricette per l’autoproduzione. A un certo punto ho deciso di fare due conti di quanto spendevo al mese e sono saltati fuori questi cinque euro. Una media giornaliera che comprende un po’ tutto: alimentazione, detersivi per la casa e l’igiene personale, materiale scolastico e altre piccole cose». Possibile? Sì: «Perché, con l’orto e l’autoproduzione, ci facciamo in casa quasi tutto».

Una scelta di vita: «Con la mia famiglia abbiamo deciso di investire per i prossimi trent’anni in una casa che avesse la possibilità di realizzare un orto», racconta Stefania a Simone Zuin su “Il Cambiamento”. «La casa ce la siamo costruita io e mio marito, invece di andare in vacanza o andare a mangiare la pizza». Niente di extraterrestre, dunque: tutto perfettamente a misura d’uomo. «Certo, bisogna mettersi in gioco parecchio. E quello che stiamo facendo non è alla portata di tutti: di sicuro, uno che vive in centro a Milano o a Roma non può arrivare a questo». Fondamentale, infatti, il terreno per l’orto: produrre cibo è decisivo, «non solo a livello economico, ma anche a per al salute». E i bambini, come se la passano? Ce l’hanno lo zainetto e il diario “griffato”? «Li hanno, li hanno. E ci sono riuscita perché ho trovato tutto in baratto, oppure ho acquistato l’anno scorso dopo l’inizio della scuola», spiega Stefania. «Sto infatti aspettando che inizi la scuola, così posso andare al centro commerciale dove troverò zaini a 10 euro, quando fino a pochi giorni fa ne costavano 60».

Spese oculate, scambi e baratti. Ma se uno lavora otto ore in ufficio o in fabbrica può trovare gli stessi spazi per realizzare tutte le autoproduzioni di mamma Stefania? «No, purtroppo», ammette lei. «Però, con un’ottima organizzazione, ci si può avvicinare». Esempio: un lavoratore dipendente magari «il sapone lo fa una volta all’anno, la pasta fatta in casa la prepara il sabato mattina e ne fa per una settimana e poi la congela, così come il pane». Attenzione: «Ovviamente, chi lavora ha un reddito che io non ho. Io invece ho tempo. E’ la mia personale decrescita». Un quotidiano differente: «Mi alzo presto al mattino, rassetto casa finché i bambini sono a letto. Poi, se c’è il sole, lavoro nell’orto». Molto dipende dalla giornata: «Se oggi  mangiamo un chilo di pane domani devo fare il pane, invece se me ne mangiamo due etti domani non lo faccio. Mi gestisco di giorno in giorno: non esiste una giornata tipo, e questa è anche la mia forma di libertà».

Decrescita felice? «Per me la decrescita  non è un “de”, cioè non è un tornare indietro, se non per una riscoperta dei valori che si avevano una volta e per la qualità dei prodotti». Guardare al passato, ma solo per riscoprire delizie dimenticate. E senza mai perdere di vista il futuro: «Ad esempio, io utilizzo il web: Internet per me è stato fondamentale per imparare». Un paradosso solo apparente: «La mia forma di decrescita sta nell’utilizzare al meglio la tecnologia e le risorse che abbiamo: sono tantissime, una volta non ne avevano, ma le stiamo sfruttando male. Dovremmo semplicemente essere un po’ più sobri e apprezzare quello che abbiamo». Nessuna “retromarcia” nel medioevo, per intenderci. Piuttosto, un inno all’autarchia familiare. Tradotto: riduzione delle dipendenze che degenerano in nuove schiavitù. E molta creatività fatta in casa, o magari scovata in rete: «Io non ho inventato nulla, le ricette antiche le trovi sul web». Magari le si può adattare: «Ad esempio, quando trovo una ricetta che contiene il burro, visto che sono di tendenza vegana ci metto l’olio e provo a vedere se è buona. Lo stesso con le creme, con i saponi, con tutto».


Informare x resistere

A me ricorda molto la serie di telefilm "la casa nella prateria"....



giovedì 15 novembre 2012

VEDREMO UN FILM...




“Avrei preferito avere un solo respiro dei suoi capelli, un solo bacio della bocca,    un solo tocco della mano, che stare un'eternità senza”.                                                                          dal film "City of Angels"








Ancora una settimana ricca di nuove uscite nelle sale cinematografiche.
E’ questa anche la settimana del cinema di Roma (dal 9 al 17 novembre), che presenta delle proposte interessanti, in un clima molto diverso dalle precedenti edizioni.
Complice la crisi e il maltempo, sembra che al festival quest’anno ci siano meno presenze : ad esempio, i bambini che si vedevano scorrazzare tra i corridoi dell’Auditorium, ora si fermano nell’area deputata all’ingresso del Villaggio del Cinema. Fortunatamente c’è  una folla di giovani di fascia compresa tra 19 e 40 anni, con un notevole incremento di universitari e stranieri. In sala stampa non c’è più la confusione goliardica e canzonatoria e, nonostante i tanti problemi logistici come la disorganizzazione nelle proiezioni miste o i cambiamenti di programma dell’ultimo minuto, recuperare un film perso è una cosa agevole per tutti.
Vediamo subito le novità da giovedì 15 novembre . . .





7 Psicopatici



Stratagemmi esilaranti per cercare di sopravvivere senza lavorare
Regia di Martin McDonagh. Con Colin Farrell, Sam Rockwell, Woody Harrelson, Christopher Walken, Tom Waits.Olga Kurylenko, Abbie Cornish, Zeljko Ivanek, Gabourey Sidibe, Brendan Sexton III, Ronnie Gene Blevins, Sandy Martin, Jamie Noel, Joseph Lyle Taylor, James Hébert, John Bishop, Helena Mattsson, Kevin Corrigan
Genere Commedia nera - USA, 2012. Durata 109 minuti circa.
Marty è uno sceneggiatore alla disperata ricerca di un'idea. Ha venduto un copione a Hollywood ma di fatto ha solo un titolo: Sette Psicopatici. Billy è il suo migliore amico che cerca di aiutarlo come può. Billy ed Hans rapiscono cani al parco per restituirli e ricevere laute ricompense. Billy rapisce il cane sbagliato: un piccolo Shih-Tzu del boss della mala Charlie Costello, è così che Marty potrà incontrare il primo psicopatico...


Acciaio

Adolescenze inquiete nello scenario operaio di Piombino
Regia di Stefano Mordini. Con Michele Riondino, Vittoria Puccini, Anna Bellezza, Matilde Giannini, Francesco Turbanti.
Genere Drammatico - Italia, 2012. Durata 95 minuti circa.
Di qua l'acciaieria che lavora a ciclo continuo, 24 ore al giorno e non si ferma mai. Di là dal mare, l'isola d'Elba, un paradiso sognato e irraggiungibile di famiglie felici. In mezzo, in riva alla loro spiaggia segreta, né di qua né di là, Anna e Francesca, piccole ma già grandi, "tredici anni quasi quattordici", che vivono la loro ultima estate di innocenza prima del liceo. Il film è tratto dal libro di Silvia Avallone.


Il sole dentro

Un lungo viaggio verso l'Africa
Regia di Paolo Bianchini. Con Angela Finocchiaro, Giobbe Covatta, Francesco Salvi, Diego Bianchi, Gaetano Fresa.
Genere Drammatico - Italia, 2012. Durata 100 minuti circa.
Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell'Europa.." questo l'incipit della lettera scritta da due adolescenti guineani, Yaguine e Fodè, portavoce di bambini e ragazzi africani e di una realtà fatta di rinunce, sperando di ricevere, con questa lettera, aiuto per ottenere scuole, cibo e cure. Con la lettera in tasca i due ragazzi si nascondono nel vano del carrello di un aereo diretto a Bruxelles ed ha, così, inizio la storia di un lungo viaggio che si andrà ad incrociare con le vicende di Thabo e Rocco, due adolescenti che intraprendono un percorso contrario dall'Europa all'Africa. Due storie diverse ma comuni, vissute a distanza di dieci anni l'una dall'altra che s'intersecano e si fondono. Due adolescenti del Sud, due Sud del mondo diversi eppure similari che si attirano e respingono come le onde del mare che ci unisce e divide inesorabilmente. Entrambi i ragazzi sono vittime del mercato di bambini calciatori, dal quale sono fuggiti; fuggiti da quel mondo apparentemente idilliaco ma che in realtà sembra solamente 'risucchiare' la loro giovinezza.


La sposa promessa



La regola dell'amore
Regia di Rama Burshtein. Con Hadas Yaron, Yiftach Klein, Irit Sheleg, Chayim Sharir, Razia Israeli.
Genere Drammatico - Israele, 2012. Durata 90 minuti circa.
Shira è la figlia più giovane di una famiglia ebrea ortodossa di Tel Aviv. Promessa sposa a un giovane della sua stessa età e della stessa estrazione sociale. Quando il sogno sta per avverarsi, la sua famiglia viene colpita da un evento tragico. Il dolore, condiviso intensamente all'interno della comunità, cambierà il destino di ognuno di loro. Shira dovrà dunque scegliere se ascoltare il suo cuore o seguire la volontà della famiglia.


Quell'estate

Sogni e speranze dell'adolescenza
Regia di Guendalina Zampagni. Con Alessandro Haber, Pamela Villoresi, Diane Fleri, Michele Cesari, Alessandro Bertolucci.
Genere Commedia - Italia, 2008. Durata 82 minuti circa.
La famiglia Rienzi trascorre l'estate nella vecchia casa di campagna in Toscana. Le loro vite si incroceranno e scontreranno fra sogni e speranze. Il quindicenne Matteo, rimandato in ben tre materie, scoprirà i palpiti del primo amore, sua sorella Eleonora, ragazza madre, dovrà trovare l'uomo giusto, mentre i loro genitori cercheranno di risollevare le sorti di un matrimonio in crisi.


Vitriol

Alla scoperta di un antico e segreto ordine esoterico
Regia di Francesco Afro De Falco. Con Yuri Napoli, Roberta Astuti, Gabriella Cerino, Stefano Jotti, Leonardo Bilardi.
Genere Thriller - Italia, 2012. Durata 80 minuti circa.
Lola Verdis è una ragazza di 25 anni laureanda in architettura presso l'università di Napoli. La sua tesi di laurea consiste nel documentare tramite una handycam le correlazioni che sussistono tra costruzioni e simbologia massonica nella Napoli del periodo borbonico. Il ritrovamento di un oggetto fuori dal comune la porterà ad una concatenazione di scoperte su un antico ordine esoterico la cui cultura è occultata da tempo, l'Ordine Osirideo Egizio. Quando la realtà supera la finzione, tratto da un vero progetto documentaristico non portato a compimento.


Alì ha gli occhi azzurri



Racconto formativo di un adolescente in bilico tra due età e due culture
Regia di Claudio Giovannesi. Con Nader Sarhan, Stefano Rabatti, Brigitte Apruzzesi, Marian Valenti Adrian
Genere Drammatico - Italia, 2012. Durata 100 minuti circa.
Alì ha gli occhi azzurri racconta una settimana della vita di un adolescente che prova a disubbidire ai valori della propria famiglia. In bilico tra l'essere arabo o italiano, coraggioso e innamorato, come il protagonista di una fiaba contemporanea, Nader dovrà sopportare il freddo, la solitudine, la strada, la fame e la paura, la fuga dai nemici e la perdita dell'amicizia, per tentare di conoscere la propria identità.

. . . da lunedì 19 novembre . . .


One Life

Un documentario sulla vita animale
Regia di Michael Gunton, Martha Holmes. Con Daniel Craig, Mario Biondi
Genere Documentario - Gran Bretagna, 2011. Durata 85 minuti circa.
Un documentario fatto di sequenze mozzafiato sulle sfide della natura nel suo epico viaggio verso la vita. Una piovra gigante che sacrifica la propria vita per i figli ci ricorderà l'amore incondizionato di una madre, e nelle scimmie delle nevi che negano ai più deboli l'accesso alle sorgenti termali ritroveremo le disuguaglianze della società umana. Un impressionante affresco sulla vita animale che si spinge fin nei recessi dei più impervi habitat, una galleria delle immagini più fortemente rappresentative.


. . . e da martedì 20 novembre . . .


Hungarian Rhapsody -

 Queen Live in

 Budapest



Due ore di grande spettacolo dei Queen durante l'ultimo tour di Mercury
Regia di János Zsombolyai. Con John Deacon, Brian May, Freddie Mercury, Roger Taylor Genere Documentario -  Ungheria, Canada, USA, 1987. Durata 90 minuti circa.
Il 27 luglio 1986 i Queen, nel pieno del successo del loro Magic Tour (l'ultimo a cui prenderà parte Freddy Mercury), sono protagonisti di uno dei più grandi concerti mai tenuti in uno stadio, davanti ad 80mila fan. La cornice è quella del Nepstadium di Budapest: le autorità ungheresi, consapevoli della straordinarietà dell'evento, mettono a disposizione un dispiegamento di cameraman e tecnici senza precedenti per quello che è il primo concerto di una band occidentale oltre la cortina di ferro, tre anni prima della caduta del Muro di Berlino.


Ancora, sempre, buona visione a tutti . . .


 da Maria !






mercoledì 14 novembre 2012

BELLOCCIA E BRUTTINA...


Al giorno d'oggi le mode ritengono brutte le donne in carne (vedi il caso della modella Mila Kunis. licenziata in tronco dalla casa di moda Dior, per qualche chilo in piu').


MILA KUNIS ieri e oggi

Eppure sono in molti a cercare una bella ragazza paffutella. E a proposito di bellezza e bruttezza vi invito a leggere questa fiaba di M.me Beaumont.


M.me BEAUMONT

L'autrice, conosciuta per essere stata  rivisionatrice di un'antica fiaba popolare "La Bella e la Bestia" (testo già precedentemente raccolto e compilato in forma scritta da M.me Gabrielle-Suzanne de Villeneuve) nel suo «Magasin des enfants» del 1757, pubblicò numerosi racconti e fiabe direttamente rivolti all'educazione dei fanciulli; attività alla quale si dedicò con passione e successo per tutta la sua vita. Oggi le sue fiabe sono diventate degli assoluti classici, e in lingua francese, esse sono parte del cospicuo patrimonio fiabesco delle corti settecentesche, chiamato «Le Cabinet des Feés». I racconti per l'infanzia di M.me Beaumont furono scritti con stile ed intento volutamente didascalico, e terminano con la morale... buona lettura!
  


BELLOCCIA E BRUTTINA

C'era una volta un signore che aveva due figlie gemelle, alle quali aveva dato due nomi che stavano loro a pennello: la prima, ch'era bella, fu chiamata Belloccia e la seconda, ch'era brutta, fu chiamata Bruttina.

Ben presto le due fanciulle ebbero degli insegnanti e, fino all'età di dodici anni, dimostrarono una certa applicazione allo studio; a quest'epoca però, la madre loro commise una sciocchezza, giacché, senza pensare che avevano ancora molte cose da imparare, cominciò a condurle in società. Le due ragazze, a cui piacevano i divertimenti, furono ben contente di vedersi in mezzo a tante persone e, anche durante le lezioni, non pensarono più ad altro; così, incominciarono a trovar noiosi i loro maestri e ad accampare mille pretesti per non studiare più: una volta, si trattava di festeggiare il loro compleanno, un'altra, erano invitate a un ricevimento o a un ballo, e bisognava passare tutta la giornata ad acconciarsi; insomma: i bigliettini nei quali si pregava gli insegnanti di rimandare la lezione piovevano a catinelle. D'altro canto, i professori, vedendo come le due giovinette non avessero più voglia di applicarsi, cominciarono a prendersi meno a cuore la loro istruzione, giacché, in quel paese lì, i maestri non davano lezione solamente per far soldi, ma anche per il piacere di far progredire le alunne. Quindi anche loro diradarono di molto le lezioni e le ragazze non domandarono di meglio.

Le cose andarono avanti di questo passo fino al loro quindicesimo anno: a quest'età Belloccia era divenuta talmente bella da destare l'ammirazione di tutti quelli che la vedevano. Quando sua madre la portava in società, tutti i cavalieri le facevano la corte: questo lodava la sua bocca, quello i suoi occhi, chi la persona, chi le belle manine, e nel mentre le si prodigavano tutte queste lodi, non ci si accorgeva neppure dell'esistenza di Bruttina. Quest'ultima era talmente disperata per la propria bruttezza, che in breve tempo fu presa da un gran disgusto per tutta quella gente e quelle riunioni, dove ogni onore e ogni preferenza andavano sempre a sua sorella. Cominciò quindi a non aver più voglia d'uscire. Un giorno che erano invitate a un ricevimento, destinato a chiudersi con un ballo, lei disse a sua madre che aveva mal di testa e desiderava rimanere in casa. Al principio, non sapeva cosa fare, ma poi, tanto per passare il tempo, si recò nella biblioteca di sua madre, a cercare un qualche romanzetto e fu molto contrariata che Belloccia ne avesse portato via la chiave. Anche il padre loro aveva una biblioteca, ma si trattava di serie letture, che lei non poteva soffrire. Tuttavia, per forza maggiore, prese il primo libro che le capitò e l'aprì: era una raccolta di lettere, e, a prima apertura di pagina, trovò quel che voglio riferirvi:

... voi mi chiedete come mai la maggior parte delle belle donne siano così terribilmente stupide, ed io credo di potervene dire la ragione: esse non hanno meno intelligenza delle altre, quando vengono al mondo, ma trascurano di coltivarla. Tutte le donne sono vanitose e desiderano piacere: una brutta sa benissimo di non poter piacere per merito del proprio volto e allora escogita di farsi notare per l'ingegno; si dà a studiare seriamente e finisce col riuscire interessante, a dispetto del suo fisico.

La bella, invece, non ha che da mostrarsi in pubblico per piacere; la sua vanità è soddisfatta e, poiché non riflette mai, ella non pensa che la bellezza dura soltanto una stagione; d'altra parte, è talmente occupata dal proprio abbigliamento e dalla cura di non mancare a un solo ricevimento, pur di farvisi vedere e ricevere complimenti, che non avrebbe il tempo di coltivare la propria mente, neppure se lo ritenesse necessario. Così diventa una sciocca, interamente presa da futilità, cianfrusaglie, spettacoli, e via di questo passo fino ai trenta, ai quarant'anni e anche più, a meno che il vaiolo o qualche altra malattia non vengano a mettervi lo zampino e, anche prima di quest'epoca, non abbiano già compromesso la sua bellezza. Ma quando la gioventù è passata, è difficile imparare qualcosa: ecco quindi la bella fanciulla d'un tempo, e che adesso non lo è più, restare una sciocca per tutta la vita, e questo anche se la natura le ha dato altrettanta intelligenza d'un'altra; la brutta, invece, divenuta assai simpatica, tiene in non cale le malattie e la vecchiaia, tutte cose che non possono toglierle nulla di quanto ella ha acquistato.

Dopo aver letto questa lettera, che sembrava scritta apposta per lei, Bruttina decise di approfittare delle verità che vi aveva scoperte: rimandò a chiamare i suoi insegnanti, si dedicò alla lettura e alla riflessione, insomma: in poco tempo diventò una fanciulla di gran merito. Ormai, quand'era costretta a seguire la madre in società, si metteva sempre accanto alle persone che le sembravano più intelligenti ed assennate; rivolgeva loro delle domande, e teneva a mente le cose interessanti che aveva sentite; anzi, prese perfino l'abitudine di scriverle, per poterle meglio ricordare. A diciassette anni, parlava e scriveva così bene che tutte le persone di merito si facevano un piacere di conoscerla e d'intrattenere una corrispondenza con lei.

Le due gemelle presero marito nello stesso giorno: Belloccia sposò un giovane principe, molto avvenente, il quale aveva solo ventidue anni. Bruttina sposò il ministro di quest'ultimo, un uomo già di quarantadue anni: egli aveva apprezzato l'ingegno di quella fanciulla e la stimava molto giacché, quanto all'amore, il viso di lei non era certo dei più adatti a ispirarne; egli aveva confessato a Bruttina che era solo amicizia quel che provava per lei, ma, per l'appunto, ella non chiedeva altro: non era gelosa di sua sorella, la quale sposava un principe, e per giunta talmente innamorato, che non poteva lasciarla un solo minuto e sognava di lei tutta la notte!

La felicità di Belloccia durò tre mesi; ma, passati questi, suo marito, che l'aveva vista tanto quanto voleva, cominciò ad abituarsi alla sua bellezza e a pensare che non era giusto rinunciare ad ogni altra cosa per una moglie. Così si rimise ad andare a caccia e ad altri divertimenti dove Belloccia non si recava, cosa che a lei sembrò subito molto strana, perché si era messa in testa che il marito l'avrebbe sempre amata con la stessa intensità: quando vide che l'amore di lui stava diminuendo, si credette la donna più infelice del mondo. Gli fece delle rimostranze, lui s'inquietò, poi fecero pace; ma ogni giorno le lagnanze ricominciavano e allora il principe si stancò di sentirle.

Nel frattempo ella aveva avuto un bambino, ed era molto dimagrita, con grave danno della sua bellezza cosicché il marito, che proprio di quella bellezza si era invaghito, non l'amò più affatto. Il dispiacere ch'ella ne provò finì con lo sciupare anche il suo volto, e poiché lei non sapeva nulla, la sua conversazione si rivelò delle più noiose: i giovani si annoiavano con lei, perché era triste; le persone più assennate e d'età si annoiavano anch'esse perché era sciocca; così Belloccia finiva con lo starsene sola per quasi tutta la giornata. Quel che aumentò la sua disperazione, fu il vedere che sua sorella Bruttina era divenuta la più felice donna del mondo: il marito la consultava sui propri affari, seguiva i suoi consigli e andava dicendo a tutti che la moglie era il miglior amico che avesse al mondo. Perfino il Principe, che era uomo di spirito, si divertiva a conversare con la cognata, mentre invece diceva apertamente che non c'era modo di restare una sola mezz'oretta con Belloccia senza morire dagli sbadigli, perché lei non parlava d'altro che di acconciature e di vestiti, tutte cose che non lo interessavano affatto. Il suo disgusto per la moglie crebbe a tal punto ch'egli decise di mandarla in campagna, dove lei avrebbe avuto tutto il tempo di annoiarsi e forse sarebbe morta d'inedia se sua sorella Bruttina non avesse avuto la bontà di andarla a trovare il più spesso possibile. Un giorno che quest'ultima cercava di consolarla, Belloccia le disse: "Ma, sorella mia, da dove viene tanta differenza fra noi due? Io non posso fare a meno di riconoscere che voi siete piena di spirito e che io sono una sciocca; però quand'eravamo bambine, la gente diceva che io ero per lo meno altrettanto intelligente quanto voi". Bruttina, allora raccontò la storia del libro alla sorella e le disse: "Voi siete molto sdegnata contro vostro marito perché vi ha mandata in campagna; eppure, questa cosa che voi considerate come la più grande disgrazia della vostra vita, può fare la vostra felicità, purché lo vogliate. Voi non avete ancora diciannove anni: sarebbe troppo tardi per studiare se vi trovaste in mezzo alla dissipazione della città, ma la solitudine in cui vivete vi lascia tutto il tempo necessario per coltivarvi la mente. Il cervello non vi manca, sorella mia, ma dovete adornarlo con la riflessione e la lettura". Dapprincipio, Belloccia trovò molta difficoltà a seguire i consigli di sua sorella, essendo abituata a perder tempo in stupidaggini; ma, a furia di sforzarsi, finì col riuscirvi e fece sorprendenti progressi in tutti i campi del sapere. A mano a mano che si faceva più assennata e la filosofia la consolava delle sue disgrazie, ritornò florida, piacente e diventò più bella di quanto non lo fosse mai stata; ma non se ne preoccupava davvero più: non si degnava neppure di guardarsi allo specchio!

Però intanto il marito era rimasto così disgustato di lei che volle far annullare il matrimonio. Quest'ultima sventura fu lì lì per portarla alla disperazione, giacché ella amava teneramente suo marito; ma Bruttina tanto fece che la consolò. "Non affliggetevi troppo", le diceva, "io conosco il modo di restituirvi vostro marito: basta che seguiate i miei consigli e non vi preoccupiate di nulla."

Il Principe aveva avuto un figlio da Belloccia, quindi, avendo già un erede, non gli premeva di prendersi un'altra moglie e pensò solo a divertirsi più che potè. La conversazione di Bruttina però gli piaceva moltissimo: talvolta le diceva che non si sarebbe mai risposato, a meno di trovare una donna tanto intelligente quanto lei. "E se fosse tanto brutta quanto me?", lei rispondeva ridendo. "In verità, signora", le diceva il Principe, "la cosa non mi preoccuperebbe affatto: ci si abitua a vedere un brutto viso: il vostro non mi fa più nessuna impressione, dato che ormai sono abituato a vedervi; e poi, quando parlate, poco ci manca che non vi trovi graziosa! Inoltre, per esser sincero, Belloccia mi ha disgustato delle belle donne: tutte le volte che ne incontro una. non oso più parlare con lei, nel timore di sentirle dire qualche stupidaggine."

Nel frattempo, giunse il carnevale: il Principe, per divertirsi di più, pensò di andare a qualche ballo senza essere riconosciuto da alcuno. Lo confidò soltanto a Bruttina, pregandola di essere sua compagna di maschera: ella era sua cognata, e nessuno avrebbe potuto trovarvi a ridire; anche se poi la cosa si scopriva, non poteva nuocere alla sua reputazione. Bruttina però ne chiese il permesso al marito, il quale disse di sì tanto più volentieri in quanto era stato proprio lui a mettere questo capriccio in testa al Principe, per riuscire nel proprio intento di riconciliarlo con Belloccia. D'accordo con sua moglie, egli scrisse alla Principessa ripudiata, e Bruttina indicò perfino alla sorella il modo in cui il Principe si sarebbe travestito. Così, nel bel mezzo della festa, Belloccia venne a sedersi fra il marito e la sorella, ed iniziò con loro una conversazione estremamente piacevole: in un primo momento, al Principe sembrò di riconoscere la voce di sua moglie; ma ella non aveva parlato neppure cinque minuti che lui perdette del tutto tale sospetto. Il resto della nottata passò così veloce, o almeno così gli sembrò, che quando spuntò il sole, lui si stropicciò gli occhi, credendo di sognare: era incantato da tutto lo spirito della dama sconosciuta, alla quale però non era riuscito a far togliere la maschera; tutto ciò che aveva potuto ottenere, era soltanto ch'ella sarebbe tornata al prossimo ballo e con la stessa mascheratura.

A questo ballo, il Principe fu fra i primi a intervenire; la sconosciuta arrivò un quarto d'ora più tardi, e lui già l'accusò di pigrizia, giurandole che gli era parso d'aspettare un'ora. Questa volta, fu ancora più entusiasta di lei che la prima, e confidò a Bruttina d'essersi pazzamente innamorato di quella signora. "Riconosco che è piena di spirito", gli rispose la sua confidente; "ma, se volete che vi dica tutto il mio pensiero, ho tanto idea che sia ancora più brutta di me: si è accorta che ne siete innamorato e ha paura di perdere il vostro cuore, mostrandovi il viso." "Ah signora!" esclamò il Principe, "se lei potesse leggere nell'animo mio! L'amore che mi ha ispirato non dipende dalle sue fattezze: io ammiro il suo acume, la vastità della sua cultura, la superiorità della sua mente e la bontà del suo cuore." "Ma come potete giudicare anche della bontà del suo cuore?", gli disse Bruttina. "Ve lo dirò subito", rispose il Principe: "quando le ho fatto notare alcune belle donne, lei le ha sinceramente lodate; mi ha perfino fatto osservare certe loro bellezze che mi erano sfuggite. Quando, per metterla alla prova, ho voluto raccontarle le dicerie che circolano sulle stesse signore, lei ha cercato di cambiare discorso, oppure mi ha interrotto, per raccontarmi qualche buona azione delle medesime; alla fine, quando io ho voluto continuare, lei mi ha chiuso la bocca, dicendomi di non poter soffrire la maldicenza. Vedete un po', signora, se una donna che non è affatto gelosa di quelle che son belle, una donna che gode a dir bene del prossimo, una donna che non sopporta i pettegolezzi, possa non avere un ottimo carattere e un cuor d'oro! Cosa mi manca, per essere felice con una donna simile, anche se è brutta quanto voi pensate? Son deciso a rivelarle il mio nome e ad offrirle di dividere con me il potere!" Infatti, nella prima festa che seguì, il Principe rivelò alla sconosciuta la propria identità e le disse che per lui non c'era più felicità da sperare, s'egli non otteneva la sua mano; ma, nonostante le sue proposte, Belloccia si ostinò a tenersi la maschera, così come aveva stabilito con la sorella.

Ecco dunque il nostro povero Principe in un terribile imbarazzo: egli pensava, alla stregua di Bruttina, che quella signora così intelligente doveva essere un mostro, se aveva tanta ripugnanza a lasciarsi vedere; ma, sebbene se la dipingesse sotto le tinte più sgradevoli, la cosa non diminuiva l'attaccamento, il rispetto e la stima ch'egli aveva concepito per il suo spirito e per la sua virtù. Stava quasi per ammalarsi dal dispiacere, allorquando la sconosciuta gli disse: "Vi amo, mio Principe, né tenterò affatto di nascondervelo; ma più il mio amore è grande più pavento di perdervi quando mi vedrete. Voi credete forse che io abbia grandi occhi, una bocca piccolina, bei denti, un colorito di gigli e rose; e se per caso avessi gli occhi storti, un naso camuso, una brutta dentatura? Son sicura che allora vi affrettereste a pregarmi di rimettere la maschera! Inoltre, quand'anche non fossi così orribile, so che siete incostante: avete amato Belloccia alla follia eppure adesso non la potete soffrire!" "Ah signora!", la interruppe il Principe, "siate giusta con me: io ero giovane quando sposai Belloccia e vi confesso che non avevo pensato ad altro che a guardarla, e mai ad ascoltarla; ma quando fui suo marito e l'abitudine di vederla ebbe calmato i miei ardori, credete forse che la mia situazione fosse molto piacevole? Quando ero solo con mia moglie, lei mi parlava d'un abito nuovo che doveva indossare il giorno dopo, delle scarpe di questa, dei diamanti di quella. Se avevamo a tavola una persona intelligente e si voleva parlare di cose serie, Belloccia incominciava a sbadigliare e finiva coll'addormentarsi. Io cercai di spingerla a istruirsi, ma lei si spazientì; era così ignorante che io stavo sulle spine ogniqualvolta lei apriva bocca. Del resto, aveva tutti i difetti delle sciocche: quando si era ficcata una cosa in testa, non c'era verso di levargliela, anche con mille ragionamenti, giacché non poteva capirli. Inoltre era gelosa, maldicente, sospettosa. Se almeno mi avesse permesso di distrarmi in qualche altra maniera io mi sarei rassegnato: e invece, macché? Lei non la intendeva così: avrebbe voluto che quella stolta passione da lei ispiratami fosse durata tutta la vita e mi avesse reso suo schiavo. E adesso, dite se non mi ha messo nella necessità di far annullare il nostro matrimonio!" "Confesso ch'eravate da compiangere", gli rispose la sconosciuta; "ma tutte queste cose non mi tranquillizzano affatto. Voi dite d'amarmi: vediamo un pò se avete tanto coraggio da sposarmi al cospetto di tutti i vostri sudditi, senza avermi veduta!" "Io sono il più felice degli uomini, se non mi chiedete che questo", rispose il Principe. "Venite al mio palazzo insieme a Bruttina: domattina, farò riunire tutto il consiglio, per sposarvi in sua presenza."

Il resto della nottata parve al Principe un'eternità. Prima di lasciare la festa egli si tolse la maschera, ordinò ai signori della Corte di recarsi al palazzo e fece avvertire tutti i ministri. Poi, dinanzi ad essi, raccontò quel che gli era accaduto con la signora sconosciuta; terminato questo discorso, giurò di non voler mai più altra sposa che lei, indipendentemente da come poteva essere il suo volto. Non vi fu alcuno il quale non credesse, come il Principe, che la donna ch'egli sposava così, ad occhi chiusi, non fosse orribile a vedere: ma quale fu la sorpresa di tutti gli astanti, quando Belloccia, essendosi tolta la maschera, mostrò loro il più splendido volto che si possa immaginare! Il più strano si è che né il Principe né gli altri la riconobbero in un primo momento, tanto la tranquillità e la solitudine l'avevano imbellita. Tutti si limitavano a sussurrarsi all'orecchio che la prima moglie rassomigliava a quest'altra, ma in brutto. Il Principe non stava più in sé per la gioia d'aver preso un granchio così bello e non gli riusciva di dire una parola: ma Bruttina ruppe il silenzio per felicitare la sorella dell'amore che il suo sposo le aveva restituito. "Possibile?", esclamò il Principe; "questa donna intelligente e spiritosa è veramente Belloccia? Per quale incantesimo ella è riuscita a unire alle grazie della sua persona, quelle doti di mente e di carattere che le facevano totalmente difetto? Qual è la provvida fata che operò tale miracolo in suo favore?" "Non c'è nessun miracolo", rispose Belloccia: "io avevo trascurato di coltivare i miei talenti; le mie grandi sventure, la solitudine e i consigli di mia sorella m'hanno aperto gli occhi, spingendomi a conquistare delle grazie che possano sfidare anche il tempo e le malattie!" "E sono state queste grazie a ispirarmi un affetto che possa sfidare l'incostanza!", le disse il Principe abbracciandola.
E difatti l'amò per tutta la vita con una fedeltà che le fece dimenticare tutti i dispiaceri passati.


Annamaria... a dopo

martedì 13 novembre 2012

CANE




VENUTO AL MONDO CON TANTI FRATELLI,
ORA SI RITROVA DA SOLO PER STRADA,
NON CHIEDE NULLA, ASPETTA,
CHE TU GLI DIA UN PEZZO DI PANE,
CALCI, PUGNI, BASTONATE,
MA LUI TI E' FEDELE.

SPERA IN UNA CAREZZA CHE MAI RICEVERA'.
POI ARRIVI TU AMICA DEL CANE,
LO ABBRACCI,

LO ACCAREZZI E POI...
E POI LO PORTI VIA.



LUI NON SA SORRIDERE CON LA BOCCA,
SORRIDE CON IL CUORE,
I SUOI OCCHI TI PARLANO,
TU DEVI SAPER LEGGERE,
TU FELICE DI AVERLO SALVATO,
LUI PER LA FELICITA',
TI LECCA IL VISO E TI SCODINZOLA.
IN QUESTO MODO TI DICE GRAZIE.


          MIMMA

INFORMAZIONE SCIENTIFICA ( imboscamenti)




Da Tonino ci arriva una segnalazione da leggere e seguire  con attenzione

LEGGETE ATTENTAMENTE E, SE POTETE, DIVULGATE.
IN AMERICA, TANTO TEMPO FA, E' GIA' SUCCESSO CON UN ALTRO SCIENZIATO(TESLA). NON FACCIAMO CHE, ANCHE STAVOLTA, I PETROLIERI ED LORO ASSOCIATI+ I PARACULI DELLA POLITICA FACCIANO ALTRETTANTO.
(Tonino)


Consiglio di studiare il più possibile tutto quello che c'è sul sito della Keshe Foundation ed i vari interventi che lui fa.
Vera o falsa che sia questa storia, per le sue molteplici e gravissime/bellissime implicazioni, non dimentichiamo che mister Keshe sta dichiarando al mondo che questa tecnologia è già in mano Iraniana (insieme a altri 4/5 paesi), e l'Iran è al centro di una crisi che potrebbe portare alla 3° guerra mondiale... questa storia deve essere portata alla luce.
Tonino, l'ideale sarebbe riunire un po' di adesioni e andare da questi tizi della fondazione Keshe, in prima persona, costatare di cosa si tratta... se c'è da pagare paghiamo... 
"il denaro non è importante ,la vita è importante"
E se andando si trova "CHIUSO PER BUFALA", avremo si speso i soldi inutilmente, ma avremo fatto il nostro dovere (e piacere) ...
Saludos
(Annamaria)


Per coloro che leggeranno e che sono interessati a capire meglio cosa sta accadendo nel Mondo relativamente alla Free Energy, ovvero a nuovi metodi di produzione di energia, pulita, rinnovabile, infinita e gratuita, vorrei parlarvi brevemente dell'ing. Keshe, un ingegnere nucleare iraniano, che ha lavorato a lungo in America e in Germania, grande esperto e ricercatore nel campo dell'Energia Free, che da qualche tempo tiene con il fiato sospeso tutto il Mondo.

Keshe ha annunciato, mesi fa, di voler mettere a disposizione dei Governi che si domostreranno interessati, una serie di brevetti, A TITOLO COMPLETAMENTE GRATUITO, che potrebbero rivoluzionare completamente i settori delle Scienze Mediche, dell'approvvigionamento energetico e dei trasporti.
  Si tratta di tecnologie e brevetti basati sulla conoscenza e sulla capacità incredibile del PLASMA, un po' sulla scia di quanto Nikola Tesla aveva messo a punto nell'arco della della sua incredibile vita, costellata di invenzioni di enorme rilevanza, poi OSCURATE E TENUTE NASCOSTE dalle grandi potenze, mentre lui si spegneva tra gli stenti e deriso dal mondo scientifico.
Si tratta anche della famigerata ANTI-GRAVITA'....Avete presente quella che è capace di mantenere in stallo oggetti in aria?....Tipo i famosi UFO?
....Ecco, quella!

Forse è giunto il momento del riscatto per Tesla e soprattutto per noi, Esseri Umani!
Potete crederci o non crederci, allo stato attuale non è importante, cerco di coinvolgervi semplicemente inviando una mail, per i seguenti motivi, riassunti in punti schematici:
  • L'Ing. Keshe ha detto di VOLER REGALARE LA SUA TECNOLOGIA AI PAESI CHE NE FARANNO RICHIESTA, per impedire questa corsa al petrolio e garantire al Mondo un futuro di Pace e Prosperità nuovo che ridarà speranza a tutti i Paesi, ricchi e poveri, poichè genererà energia gratuita in modo INFINITO
  • l'ING. KESHE E LA SUA FONDAZIONE ha chiesto incontri diretti a tutt i Paesi, attraverso un invito ad una conferenza che si è tenuta in Belgio due mesi fa, invito esteso a tutti i Paesi dell'Onu, della Comunità europea, alle Ambasciate dei Paesi UE presenti a Bruxelles, senza alcun tipo di vincolo o richiesta di denaro. Per puro scopo BENEFICO ED UMANITARIO
  • La KESHE  FOUNDATION annuncia di aver già ceduto i suoi brevetti all'Italia (primo Paese ad aver aderito) alla Sierra Leone, al Giappone, alla Thailandia,al Sudan e, oviamente all'Iran.
  • Proprio oggi è stata resa nota la notizia che un parlamentare della Lega, l'on Fabio Meroni,  ha presentato un'interrogazione rivolta al Ministro degli Esteri, Terzi, per conoscere i dettagli di questo incontro avuto dall'ambasciata italiana a Bruxelles con Keshe, durante il quale sarebbero stati consegnati i brevetti e i disegni esecutivi dei dispositivi inventati dallo stesso Keshe e dal suo gruppo di ricercatori. (pubblico alla fine della nota la lista di alcuni link per conoscere meglio questa vicenda nel dettaglio)


ADESSO LA PALLA PASSA A NOI!

Noi siamo quindi informati di quanto accade, ma non abbiamo notizie dal nostro Governo.
Sappiamo che ogni giorno che passa, un nuovo Paese accetta di ricevere queste tecnologie da Keshe per il bene e la prosperità del proprio popolo.
Possiamo però temere, ne abbiamo diritto assoluto, che i Governi occultino e tengano chiuse in un cassetto queste meraviglie della Nuova Scienza per FAVORIRE LE POTENTISSIME LOBBIES DELL'ENERGIA E FARE IN MODO CHE NULLA CAMBI, ovvero che si protragga questa schiavitù dal petrolio, con l'incubo del nucleare che incombe e il fotovoltaico/eolico che devasta il nostro territorio, facendo pagare il COSTO ESORBITANTE DEL SUO SVILUPPO sulla nostra ormai VERGOGNOSA BOLLETTA.

Possiamo crederlo, no?
E' lecito dubitarne, mi pare..... Conoscendo il nostro Paese E LE SUE METODICHE!

QUINDI, STA A NOI!
Dobbiamo inviare TUTTI una mail al Ministro degli Esteri Terzi (qui sotto troverete il link al form diretto e un breve testo da copiare e incollare) nella quale chiediamo informazioni sul procedere di questo contatto con la fondazione Keshe, chiedendo specificatamente COSA l'Italia vuole farne e COME intenda impiegarla, mostrando in questo modo DI ESSERE PERFETTAMENTE A CONOSCENZA DEL FATTO CHE L'ITALIA L'HA GIA' RICEVUTA IN DONO DALL'ING. KESHE. 


COME SI DICE: 
"PARLARE A NUORA, PERCHE' SUOCERA INTENDA!"

Ecco un semplice testo che potrete utilizzare, ricopiandolo nel form apposito al link della Farnesina


Gentile Signor Ambasciatore,

ho appreso dalla Rete che la Keshe Foundation ha avuto di recente contatti diretti con la nostra Ambasciata a Bruxelles per consegnare al Governo italiano il pacchetto di brevetti e disegni esecutivi dei dispositivi messi a punto dallo stesso ingegner Keshe e dal suo pool di scienziati, riguardo a Free Energy, Nuova Medicina e sistemi di Trasporto anti-gravitazionali.
Le sarei molto grato se volesse confermarmi l'avvenuta consegna di questi preziosi progetti, come lo stesso Keshe riferisce e se potesse in breve chiarirmi la posizione del nostro Governo in riferimento a future applicazioni e sviluppi di questa Nuova Scienza e Tecnologia, che sembra essere estremamente promettente per un futuro ed imminente sviluppo, prospero e di Pace, per il nostro Paese e per tutti quanti accetteranno di partecipare all'impresa.
Sono a conoscenza che già il Giappone, la Sierra Leone, la Thailandia, il Sudan e l'Iran hanno accettato  di buon grado l'offerta di Keshe e sono certo che un passo del genere potrà essere, per loro, per noi e per quanti si associeranno in futuro, un grande impulso di sviluppo economico e benessere per tutti i popoli del Mondo.Un sogno che sembra prossimo e tangibile. Credo che non potrà che essere d'accordo con la mia visione.
La ringrazio anticipatamente per la Sua cortesia nel volermi dare una risposta in merito e Le auguro buon lavoro.

Cordiali Saluti 



Inviamo anche all'agenzia giornalistica ANSA

e all'agenzia AGI
segreteria.redazione@agi.it

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Link per approfondire:

- Interrogazione parlamentare dell'on. Meroni - Lega Nord

- The Keshe foundation 

- Keshe foundation forum

- Articoli relativi per saperne e capirne di più (dai meno recenti a oggi)











- Keshe sul web internazionale


SE QUESTA TECNOLOGIA MANTIENE LE SUE PROMESSE
I NOSTRI PROBLEMI SI RISOLVONO IN UN BATTITO DI CIGLIA!!

RENDETEVI RESPONSABILI E CONSAPEVOLI DEL VOSTRO STESSO FUTURO E DI QUELLO DEL PIANETA.