sabato 17 novembre 2012

Vivere in cinque con 5 euro al giorno La ricetta di Stefania di Robecco: coltivare l’orto e fare tutto in casa





Un libro ricco di suggerimenti, per chi vuole risparmiare e per chi è un ecologista.Vi consiglio vivamente di leggerlo.
  • Prezzo € 7,65 
  • Pagine 102
  • Anno: 2012

Stefania Rossini


Madre di tre bimbi e moglie di un operaio metalmeccanico, Stefania Rossini vive in provincia di Brescia, a Pontevico. Qualche hanno fa ha perduto il lavoro, ma non si è persa d’animo: «Ho ripensato il nostro modo di vivere e, in due anni di perfezionamenti, ho scoperto che possiamo vivere, in cinque, con appena 5 euro al giorno». Sembra uno slogan, e invece è il titolo del libro che racconta la sua esperienza. Un manuale tecnico-pratico, che spiega come è possibile vivere – senza privazioni – spendendo, ogni giorno, appena un euro a persona. «Ho cercato di migliorarmi ogni giorno», racconta Stefania. «Mi sono sforzata di imparare, di migliorare. Ho fatto l’orto, ho scovato nuove ricette per l’autoproduzione. A un certo punto ho deciso di fare due conti di quanto spendevo al mese e sono saltati fuori questi cinque euro. Una media giornaliera che comprende un po’ tutto: alimentazione, detersivi per la casa e l’igiene personale, materiale scolastico e altre piccole cose». Possibile? Sì: «Perché, con l’orto e l’autoproduzione, ci facciamo in casa quasi tutto».

Una scelta di vita: «Con la mia famiglia abbiamo deciso di investire per i prossimi trent’anni in una casa che avesse la possibilità di realizzare un orto», racconta Stefania a Simone Zuin su “Il Cambiamento”. «La casa ce la siamo costruita io e mio marito, invece di andare in vacanza o andare a mangiare la pizza». Niente di extraterrestre, dunque: tutto perfettamente a misura d’uomo. «Certo, bisogna mettersi in gioco parecchio. E quello che stiamo facendo non è alla portata di tutti: di sicuro, uno che vive in centro a Milano o a Roma non può arrivare a questo». Fondamentale, infatti, il terreno per l’orto: produrre cibo è decisivo, «non solo a livello economico, ma anche a per al salute». E i bambini, come se la passano? Ce l’hanno lo zainetto e il diario “griffato”? «Li hanno, li hanno. E ci sono riuscita perché ho trovato tutto in baratto, oppure ho acquistato l’anno scorso dopo l’inizio della scuola», spiega Stefania. «Sto infatti aspettando che inizi la scuola, così posso andare al centro commerciale dove troverò zaini a 10 euro, quando fino a pochi giorni fa ne costavano 60».

Spese oculate, scambi e baratti. Ma se uno lavora otto ore in ufficio o in fabbrica può trovare gli stessi spazi per realizzare tutte le autoproduzioni di mamma Stefania? «No, purtroppo», ammette lei. «Però, con un’ottima organizzazione, ci si può avvicinare». Esempio: un lavoratore dipendente magari «il sapone lo fa una volta all’anno, la pasta fatta in casa la prepara il sabato mattina e ne fa per una settimana e poi la congela, così come il pane». Attenzione: «Ovviamente, chi lavora ha un reddito che io non ho. Io invece ho tempo. E’ la mia personale decrescita». Un quotidiano differente: «Mi alzo presto al mattino, rassetto casa finché i bambini sono a letto. Poi, se c’è il sole, lavoro nell’orto». Molto dipende dalla giornata: «Se oggi  mangiamo un chilo di pane domani devo fare il pane, invece se me ne mangiamo due etti domani non lo faccio. Mi gestisco di giorno in giorno: non esiste una giornata tipo, e questa è anche la mia forma di libertà».

Decrescita felice? «Per me la decrescita  non è un “de”, cioè non è un tornare indietro, se non per una riscoperta dei valori che si avevano una volta e per la qualità dei prodotti». Guardare al passato, ma solo per riscoprire delizie dimenticate. E senza mai perdere di vista il futuro: «Ad esempio, io utilizzo il web: Internet per me è stato fondamentale per imparare». Un paradosso solo apparente: «La mia forma di decrescita sta nell’utilizzare al meglio la tecnologia e le risorse che abbiamo: sono tantissime, una volta non ne avevano, ma le stiamo sfruttando male. Dovremmo semplicemente essere un po’ più sobri e apprezzare quello che abbiamo». Nessuna “retromarcia” nel medioevo, per intenderci. Piuttosto, un inno all’autarchia familiare. Tradotto: riduzione delle dipendenze che degenerano in nuove schiavitù. E molta creatività fatta in casa, o magari scovata in rete: «Io non ho inventato nulla, le ricette antiche le trovi sul web». Magari le si può adattare: «Ad esempio, quando trovo una ricetta che contiene il burro, visto che sono di tendenza vegana ci metto l’olio e provo a vedere se è buona. Lo stesso con le creme, con i saponi, con tutto».


Informare x resistere

A me ricorda molto la serie di telefilm "la casa nella prateria"....



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