venerdì 17 giugno 2016

BOLLO AUTO, SCONTO DEL 10% IN LOMBARDIA DAL 2017









...........Ma non per tutti!
Ecco come usufruirne: hai un conto corrente? 
Ormai la cosa sembra a buon punto: da gennaio 2017, il bollo auto si potrà addebitare su conto corrente, se il progetto legge diverrà realtà. Ed è previsto uno sconto.



La Commissione Bilancio del Consiglio regionale della Lombardia,  nelle scorse settimane, ha dato il via libera a maggioranza in sede consultiva al progetto di legge che cambia alcune norme della Legge di Semplificazione.
Tra le novità più importanti, la modifica dell’articolo 49, che introduce nel sistema di riscossione della tassa automobilistica (un balzello regionale) la domiciliazione bancaria.
Cosi facendo la Regione Lombardia si garantisce il pagamento costante e sistematico nel tempo della tassa automobilistica mentre noi  contribuenti, optando per questa modalità di pagamento, potremo contare su uno sconto della tassa del 10%. Il sistema inizierà la fase di sperimentazione a partire dal primo gennaio 2017. Durante questa prima applicazione, e comunque per un periodo non superiore al triennio, il servizio di domiciliazione bancaria è svolto dal Tesoriere regionale. Maroni ha dichiarato che «L’operazione per la riduzione del bollo auto e’ attiva e abbiamo avuto importanti riscontri, perchè si sta diffondendo ed e’ un’iniziativa molto apprezzata» . Ha anche aggiunto  «Noi non stiamo aspettando le risorse del Governo per ridurre il bollo auto, che va direttamente alle Regioni , abbiamo già avviato la riduzione, per esempio, per chi acquista mezzi meno inquinanti, perche’ teniamo a incentivare il passaggio da auto piu’ inquinanti ad auto che lo sono meno. Inoltre, sono esenti le auto d’epoca, a patto che siano regolarmente iscritte al registro delle auto d’epoca».
Il bollo dovevano toglierlo e invece  sono giunte proposte miti come uno “sconticino” e... di questi tempi meglio che niente!

Annamaria

giovedì 16 giugno 2016

SAPEVI CHE NONNO MI VIOLENTAVA, SEI STATA ZITTA.




La casa non è sempre il posto più sicuro, per i bambini. Il Telefono Azzurro,  che ha appena compiuto 29 anni, segnala che i responsabili della maggior parte degli abusi sessuali sono persone conosciute: il 65% circa delle richieste di soccorso arrivano da bimbi molestati da un componente della famiglia (i dati si riferiscono al 2015). Più spesso le vittime sono bambine (oltre il 65%) che hanno meno di 11 anni (più del 40%).

E se non riescono a trovare qualcuno che le ascolti e che le aiuti, il loro dolore le accompagna negli anni. È successo a una lettrice del "Guardian", che ha scritto una lettera alla madre, colpevole di sapere che il nonno la violentava e di non avere fatto nulla per impedirlo. Eccola.





«I nostri primi cinque anni insieme sono stati magnifici. Ero la tua seconda figlia, mi amavi e ti ho amato, non ci sono dubbi. I miei ricordi sono sfumati, ma sono belle immagini e so che ero felice.

Poi è successo qualcosa che non riuscivo a capire, qualcosa che non potevo spiegare, qualcosa che sapevo non essere giusto. Anche ora, da adulta - sposata, madre di tre ragazze, insegnante -, faccio fatica a trovare le parole giuste.

A cinque anni mio nonno ha rubato la mia innocenza, la mia fiducia nelle persone e nel mondo, e il mio amore per quello che ancora non conoscevo. Come farebbe ogni bambino in una famiglia amorevole, ho confidato in te. Ricordo chiaramente il momento del bagno, la sensazione di sporco, di confusione, di colpevolezza. Ho pianto e credevo che mi avresti salvata. Volevo che tu mi facessi sentire meglio.

Ma non l'hai fatto. Hai lasciato la stanza e non sei tornata indietro.Perché?

Siete entrambi vigliacchi. Sono scioccata dalla tua risposta. Trovo inimmaginabile, anche da genitore, che non sia stato fatto nulla.

Devo aver cacciato tutto in un angolo remoto della mia mente. È riemerso una volta, quando la mia sorella maggiore ha detto: «Ti ricordi quando ti sei inventata quella storia sul nonno?».

Sono contenta che sia morto. Sono contenta che ha sofferto, nei suoi ultimi giorni. Ma la sua punizione avrebbe dovuto essere maggiore. Poi, da adolescente, la ferita è riemersa. Non era giusto. Mi hai deluso.

Torniamo a oggi. Ho patito anni di depressione, disturbi alimentari e disperazione. Ho scoperto sei anni fa che una cugina più grande aveva sopportato una tortura simile. Qualcuno l’ha aiutata? No, il nome della famiglia doveva essere salvaguardato. Immagina la vergogna. Il nonno sarebbe stato mandato in prigione. Una persona anziana non può passare i suoi ultimi anni lì.

Perché no? Mi vergogno di far parte di questa famiglia.

Sono contenta che sia morto. Sono contenta ha sofferto nei suoi ultimi giorni. Ma la sua punizione avrebbe dovuto essere più grande. Questa non è giustizia.

Oggi mi dici che non vengo abbastanza a trovarti. Che non vedi abbastanza i tuoi nipoti. Che non c’è amicizia tra noi, madre e figlia. La mia casa non è abbastanza bella. La mia carriera non è progredita come avresti voluto. Io non sono abbastanza alla moda. Il mio stile di vita non è paragonabile a quello di mia sorella, che apparentemente ha tutto. Non hai nessun imbarazzo a dirmi che non sono abbastanza per te. Tu non mi conosci bene, né vuoi farlo. Vuoi mantenere la tua idea di me.

Spero che un giorno ti scuserai, ma, in fondo, so che quel giorno non arriverà. Vorrei che tu spiegassi il motivo per cui non sei riuscita a proteggermi, ma so che non sei abbastanza coraggiosa. Voglio che tu riconosca tutto il dolore che questa storia continua a causarmi, ma non penso di averne la forza.

Invece, voglio che tu sappia quanto ti amo. Vedo che, invecchiando, sei sempre più debole e ti auguro di essere felice per il resto della tua vita. Non ti auguro di essere serena, perché sento che non lo meriti.

Quanto a me, farò in modo di ascoltare tutto quello che le mie figlie mi dicono. Amerò tutto di loro. Le proteggerò. Tu non sei il mio esempio: ho costruito il mio modello di genitorialità.

Mi dispiace che la storia sia finita così. Un abbraccio sarebbe stato un buon inizio. Un abbraccio che dice: «Tutto andrà bene, non hai fatto niente di male». Ma non posso cambiare il passato».

By VF

Annamaria


martedì 14 giugno 2016

UNA RICETTA AL VOLO...



ANELLI FILANTI CON PISELLI


Ingredienti per 4 persone:
3 etti di anelli, 3 etti di piselli sgusciati, 4 foglie di basilico, 1 cipolla, mezzo litro di besciamella, noce moscata, pepe, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato, 2 mozzarelle tagliate a dadini, 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 noce di burro (20 grammi), sale. 

Preparazione:
Sbucciare la cipolla e tagliarla a cubetti.
Versarla in un tegame con l'olio, rosolare per qualche secondo a fiamma bassa e aggiungere i piselli, le foglioline di basilico, un pizzico di sale e mescolare, poi mettere il coperchio e lasciare cuocere per 15 minuti, aggiungendo eventualmente un mestolino di acqua calda se fosse necessario.
In una pentola portare ad ebollizione abbondante acqua e cuocere gli anelli.
Scolarli al dente e versarli nel tegame dei piselli, mescolando con cura.
Foderare una teglia con carta da forno, versare uno strato di anelli con piselli e distribuire sopra la metà della mozzarella e la besciamella, insaporita con una presa di noce moscata e un pizzico di pepe. Versare sopra il resto della pasta, con cubetti di mozzarella, besciamella, formaggio grattugiato e burro a fiocchetti.
Mettere la teglia nel forno già caldo, a circa 200 gradi, per 20 minuti, o fino a che la superficie avrà assunto un colore dorato.
Levare dal forno e dividere le porzioni nei piatti.



Annamaria