sabato 4 dicembre 2010

LA SCOMPARSA DI YARA -



Stasera saranno quattro le veglie di preghiera che si svolgeranno  per Yara. La prima e' quella delle 20,30 nella chiesa parrocchiale di Brembate Sopra, sara' tenuta dal parroco don Corinno Scotti ma partecipera' anche il vicario della Diocesi di Bergamo, monsignor Davide Pelucchi. Durante la veglia sara' letta una lettera di ringraziamento scritta dai genitori della ragazza scomparsa, che pero' non saranno presenti. L'ingresso sara' vietato alle telecamere. Le altre veglie si terranno nelle chiese di di Prezzate di Mapello, di Barzana e delle Cascine di Almenno San Bartolomeo.
 
LA LETTERA di Silvano Donadoni, presidente della Comunità dell'Isola Bergamasca (una libera associazione tra i Comuni della zona),  inviata  ai familiari di Yara, al sindaco di Brembate e ai sindaci dei paesi della zona. Nella chiusa, un appello agli eventuali rapitori: «Mi rivolgo a chi detiene ingiustamente Yara, proprio vorrei parlare al loro cuore e lanciare loro un accorato straziante appello, perché restituiscano Yara all'affetto, all'amore e al calore della sua famiglia, al suo pieno diritto a vivere la sua vita». «Quanto stiamo vivendo in questi giorni, qui, nei nostri paesi e nelle nostre case, ci prende tutti nel profondo, ci turba, ci angoscia», aggiunge Donadoni. «In cuor nostro, abbiamo sempre pensato, anzi, ci siamo imposti di credere e di sperare, che queste vicende non ci appartenessero, non potessero accadere dalle nostre parti, nei nostri paesi». «Riteniamo - prosegue - che il nostro tessuto di comunità potesse in qualche modo metterci al riparo da simili, devastanti esperienze, anche se già in passato la nostra Provincia ha pur vissuto momenti e situazioni orrende. Ora, con Yara, scopriamo e avvertiamo drammaticamente tutta la nostra accresciuta fragilità, sentiamo sulla nostra pelle, dentro le nostre case, una vulnerabilità che ci può di colpo riguardare e ferire»


La scomparsa  della piccola adolescente Yara ,ci porta inevitabilmente al ricordo  di Sarah,uccisa nello scorso mese di agosto.
Ecco l'intervista, fatta al Corriere,  da mamma  Concetta Scazzi  dove fa il paragone con la scomparsa di Yara


«Per mia figlia non sono venuti i cani dalla Svizzera»

«Per Sarah le ricerche sono state lente
a Bergamo c'è uno spiegamento di forze»




Concetta Serrano
Concetta Serrano

Per mia figlia non è stato così, per Sarah non sono venuti i cani dalla Svizzera e nessuno ha fatto quello che noi chiedevamo per le ricerche». Per Concetta Serrano Spagnolo, madre della quindicenne uccisa dai parenti il 26 agosto ad Avetrana, diventa inevitabile il paragone con quanto sta accedendo in provincia di Bergamo dove da otto giorni non si hanno più notizie della tredicenne Yara Gambisario. Due episodi straordinaria - mente simili, stessi laceranti sofferenze per le famiglie, assonante anche il nome delle ragazzine protagoniste della tragedia, Yara e Sarah. «Ma con una differenza sostanziale: gli sforzi nelle ricerche», insiste mamma Concetta che ha qualcosa da dire anche sul comportamento «troppo chiuso» della famiglia Gambisario: «Loro vivono protetti al caldo mentre noi abbiamo subito l’assalto dei giornalisti». La donna, la cui esistenza è cambiata da quel triste pomeriggio di fine agosto, non può resistere al risentimento e ai ricordi dei primi giorni delle ricerche dell a figlia. « Si doveva fare di più», sussurra oggi.
Signora Concetta, cosa nota di diverso tra il suo caso e quello che sta vivendo la famiglia di Yara? «Trovo di diverso le ricerche. Per mia figlia hanno utilizzato solo sei o sette cani che non erano nemmeno addestrati per cercare le persone, mentre lì stanno impiegando decine di unità cinofile e persino un cane specializzato che viene dalla Svizzera. Io sin dall’inizio ho chiesto l’intervento di questi cani organizzando anche una raccolta di firme per potenziare le ricerche».
Sarah Scazzi
Sarah Scazzi
Nota altre differenze tra Avetrana e Brembate Sopra?

«Lì le indagini sono state indirizzate subito verso il sequestro di persona, mentre per mia figlia si è perso troppo tempo dietro le più svariate piste: internet, facebook, della fuga d’amore o dell’allontanamento volontario. Quando si sono resi conto che la pista era un'altra, era già troppo tardi. Inoltre ho sentito che lì ci sono 500 volontari che girano per Yara ( prego con tutto il cuore che la ritrovino presto) mentre per mia figlia i volontari della protezione civile erano una decina».

E della famiglia Gambisario cosa pensa?
«Rispetto il loro dolore ma non mi piace come si stanno comportando verso l’esterno. Questa loro eccessiva riservatezza denota la volontà di snobbare tutti. Loro vivono il loro dolore al calduccio protetti dalle telecamere mentre noi abbiamo dovuto subire l’assalto delle televisioni come se tutto questo ci facesse piacere. Questo mi rode tanto. In quel paese i familiari non parlano, nessuno ha visto niente, sono tutti chiusi. Se lo avessimo fatto noi che siamo del Meridione ci avrebbero definiti omertosi».
Rispettando la sua opinione, c’è da dire purtroppo che sua figlia era già stata uccisa il giorno della scomparsa e purtroppo nessun cane addestrato o ricerche sofisticate avrebbero potuto cambiare le cose.
«Certo, però se avessero trovato prima il corpo forse i responsabili della sua morte non avrebbero avuto tanto tempo per nascondere le prove e inventarsi così tante bugie e ci avrebbero risparmiato tante sceneggiate televisive»
Pur condividendo la rabbia e il dolore, della Signora Concetta , non mi pare di ricordare pistole puntate alla tempia tutte le volte che i componenti della famiglia, Sabrina in testa, apparivano nei vari "Verissimo" Concedo solo l'esposizione mediatica della mamma per tenere alto l'interesse nelle ricerche.
 Uniamoci alla veglia di preghiera per la tredicenne Yara, lasciando da parte le polemiche

Annamaria... a dopo

NUN E’ COSA! - ( con traduzione)di ANNAMARIA 2 -

 Cari amici, Vi auguro un buon fine settimana  con una poesia dialettale, napoletana, della nostra amica Annamaria...e ai milanesi Buon Ponte di S. Ambrogio (patrono di Milano)... torneremo presto con un articolo "molto piccantino" del nostro amico ENZO.


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NUN E’ COSA!

 
                        Tu me prumiette sempe mare e monte,

            m’abbuffe, mo ‘nce , ‘e zefera ‘e viento:

            i’ scumbinate n’ aggio visto tanti,

            ma tu si’ ‘o presidente, d’’o dich’’i’!

                        Seh,

            si aspettasse proprio a tte,

            starria fresca, siente a me!

            Me prumiette e nun mantiene:

            va, tu ‘o core nun ‘o tiene,

            tiene ‘a vocca peparlà.

            Sì comme ‘a vocca ‘o core tu tenisse,

            sa’ quanta belle cose ca facisse!

           



 
Traduzione 

 
                        NON E’ POSSIBILE!

 
                        Tu mi prometti sempre mari e monti,

            mi riempi di soffi di vento,

                        di scombinati io ne ho visti tanti,

            ma tu sei il presidente del “dico io”!

                        Seh,

            se aspettassi proprio te,

            starei fresca, senti a me!

            Mi prometti e non mantieni:

            tu il cuore non ce l’hai,

            hai la bocca per parlare,

            Se avessi la bocca come il cuore,

            sai quante belle cose tu faresti!

                                                                      Da Napoli, con affetto


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MONDO DIGITALE



Il mondo digitale stimola i neuroni
ma può spegnere le emozioni

Gli esperti ci informano che ...
Internet sta cambiando la nostra vita e anche il nostro cervello. Con qualche differenza fra i più giovani (i nativi digitali) e i più vecchi (gli immigranti digitali). Che il cervello sia un organo plasmabile si sa, ma ora i neuroscienziati stanno cercando di capire come le nuove tecnologie possono modificare i circuiti neuronali. I giovani, nati in un mondo di tastiere e cellulari, trascorrono alcune ore al giorno chattando o inviando Sms e questa esposizione reindirizza i circuiti cerebrali, stimolando il multitasking (cioè la capacità di svolgere più compiti simultaneamente), il ragionamento complesso e la capacità di prendere decisioni. Con un aspetto negativo, però: una riduzione della capacità di provare emozioni. Anche il cervello degli immigranti digitali, che sono vissuti fra agendine tascabili e corrispondenza da inviare per posta, può cambiare, quando si confronta, per esempio, con Internet. E lo dimostra una ricerca condotta da ricercatori dell’Ucla, l’università della California a Los Angeles, guidati da Gary Small, un esperto del settore (sul tema ha pubblicato un libro "iBrain: surviving the technological alteration of the modern mind"). Il ricercatore ha valutato, con la risonanza magnetica, il cervello di persone, con età compresa fra 55 e 76 anni, alcuni dei quali si dedicavano alla navigazione in Internet e altri no. I risultati hanno dimostrato che le funzioni cerebrali dei cibernauti, dediti quotidianamente a ricerche in rete, sono migliori rispetto a quelle degli altri. In particolare, risultano attivate le aree del cervello che hanno a che fare con i processi decisionali.

Ovviamente non dobbiamo diventarne dipendenti. Come nel caso di uno studente universitario milanese, che ha dovuto ricorrere a cure pschiatriche  per liberarsi dalla "dipendenza della rete"







dal -Corriere.it-

(Corbis)

 Chissà che cosa avranno pensato medici e infermieri del pronto soccorso milanese quando, dall'autoambulanza, è scesa una persona con un aspetto normalissimo, giovane per di più, senza ferite o traumi, senza flebo "attaccate" o bende e tamponi messi da qualche parte a frenare emorragie, senza segni esteriori di malattia, senza niente di niente, tranne una particolarità: un computer sotto il braccio come se fosse un prolungamento del suo corpo. Un computer portatile che, per mesi e mesi, era stato il suo unico e inseparabile compagno e aveva fatto di lui un «moderno eremita». Una sorta di "hikikomori", secondo il termine coniato dal Tamaki Saito, direttore del Sofukai Sasaki Hospital di Funabashi, una città dell'area di Tokio: in giapponese significa "ritiro sociale" e nel linguaggio della psichiatria indica i giovani che si isolano volontariamente dal mondo reale per i più vari motivi, principalmente la fobia sociale e scolastica (almeno in Giappone), e finiscono per vivere in un universo artificiale fatto di fumetti, di videogames e di navigazione virtuale, anche se il vero hikikomori orientale non sviluppa dipendenza nei confronti di Internet. Le stime parlano di almeno due milioni di giovani giapponesi hikikomori, ma oggi il fenomeno sta prendendo piede in altri Paesi, Italia compresa e di casi ormai se ne contano parecchi: l'eremita milanese è uno di questi.

PERSONALITÀ DIPENDENTE - «Un ventiseienne, studente universitario, quasi alla fine degli studi, ma con grandi difficoltà a sostenere gli esami, nonostante l’aiuto di insegnanti privati — racconta Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di salute mentale dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. — Un ragazzo con una personalità dipendente, introverso, timido, anche se dotato di un certo senso dell'umorismo, con pochi rapporti interpersonali e tendente all'isolamento. Senza una ragazza». Può bastare questo per scivolare, piano piano, verso quella che gli americani definiscono "Internet addiction disorder", sindrome da dipendenza da Internet e che stanno meditando di inserire nel Dsm V (la versione del Manuale diagnostico dei disturbi mentali attualmente in revisione). È una forma di dipendenza come quella da cocaina, anche se qui manca la "sostanza". Chi soffre di dipendenza da Internet sente il bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete, riduce l'interesse per altre attività che non siano la navigazione virtuale, non riesce a interrompere o tenere sotto controllo l'uso del computer. «Il paziente milanese — continua lo psichiatra — si è lasciato sempre più catturare dalla rete fino ad abbandonare le lezioni all'università, a invertire il ritmo sonno-veglia e a uscire dalla sua stanza solo di notte per aprire il frigorifero e mangiare quello che gli capita sotto mano. Non trascura, però, il suo aspetto fisico, non è trasandato nonostante i suoi contatti con la realtà si limitino a qualche telefonata agli amici». I genitori del nostro moderno eremita cominciano a preoccuparsi: appartengono a un ceto sociale medio-alto (in genere gli hikikomori "nascono" proprio in questi ambienti),e hanno la possibilità di chiamare a casa uno specialista. Che tenta di penetrare nel mondo del ragazzo e di riportarlo alla realtà, senza però riuscirci. «Il ragazzo trascorre più di un anno in questa condizione di isolamento — aggiunge Mencacci —. Passa il suo tempo navigando in Internet alla scoperta di mondi virtuali. Con un cervello ben vigile, certo, con la possibilità di interazioni sensoriali con gli altri, ma solo attraverso vista e udito. Manca completamente, in questi suoi rapporti, l’aspetto emotivo-istintivo». Quella del ragazzo diventa una vita-non vita, senza limiti nè di tempo nè di spazio. Qualcuno, allora, gli parla della possibilità di un ricovero e di una cura "disintossicante", così un giorno sente bussare alla sua porta e, benché sorpreso, di fronte all’invito di un medico, accetta di salire su un'ambulanza. A un patto: portare con sé il computer che tiene aperto anche nella corsa verso l’ospedale. Oggi, con l’aiuto dei farmaci e di una psicoterapia, è riuscito a liberarsi (in parte e con grande fatica) dalla sua schiavitù.


Annamaria... a dopo

METEO...e non solo







Carissima Annamaria,e amici del blog
vorrei segnalare un pezzo scritto da Antonio Pallucca, Redattore del MeteoGiornale.it, quotidiano meteoclimatico con notizie aggiornate in tempo reale.
Ho letto queste parole con grande intensità, rimanendo personalmente molto colpita. E' questo il motivo che mi spinge a condividerle con chi avrà voglia di soffermarsi a meditare.


MARIA


Una penosa fila di candele spente
Non voglio cadere nella retorica, ma non posso rimanere inerte e non lacerato dalla "mostruosità" che la natura spesso ci assegna
Tutti noi contiamo le nostre luminose candele accese che indicano la via ed il percorso della speranza. Molto spesso ci rendiamo conto che questa interminabile fila, che rappresenta il percorso della nostra vita è fatta di luci accese che poi si spengono via... via...che noi passiamo attraversando la loro luminosità.
Quello che è successo nell'umanità e nel Creato ha qualcosa di sconvolgente e che dovrebbe far riflettere circa quanto sia effimera la luce di quelle "candele accese".
La speranza sta in quella "lontana luce" che qualcuno ha accesso dedicandola all'"Uomo"; la fine è rappresentata nel volgere le spalle a quelle "candele" che si consumano con "dolore" .
L'indolenza del dolore ha spesso "l'aroma" dello stoppino che perde alimenti vitali e che piega l'uomo trascinandolo nel nascosto ed intimo buio del dolore.
L'Uomo attraversa questa "penosa fila", ma spesso non si china per raccogliere quella piccola candela che emana ancora luce. Luce fioca.
Cosa importa se quella "bianca e pallida cera" si spegne su se stessa, l'importante è che una, anche solo una, una sola, rimanga luminosa e che rassereni lo sconfortante colore del buio più nero.
Basterebbe solo un alito, un soffio, per piombare nel più doloroso sconforto. Basterebbe anche solo una mano, umile mano, per raccogliere quella calda "cera", floscia e morente, e ridonargli luce e tenue vita.
L'eutanasia della vita non sta nel solo "disfatto dolore", ma nell'indifferenza di coloro che non raccogliendo quel "cero", dedicato "all'ultima gioia", non vogliono rivedere ancora il suo sorriso e la sua ultima luce.
La speranza non può dimenticarsi di essere "partorita" da un'idea, ma deve trovare l'occasione per far sopravvivere, oltre il buio, l'idea che noi stessi abbiamo della vita.
Un infinito, doloroso, incolmabile abbraccio a chi, verso chi, ha trovato nel suo percorso tante candele "morenti" e ne ha salvate almeno una.
Dedicato all'enorme dolore che sconvolge l' esistenza e a coloro che non hanno calpestato questa morente "fila di candele penose".
N.d.A: ispirato ad una poesia di C. Kavafis 

 E' vero Maria ,bisogna avere la forza di mantenere accese quelle candele. l'uomo senza fede, speranza, amore e speriamo la pace, non sopravviverebbe..
Conosco  "la "storia  delle quattro candele" che ho ritrovato in questo video...
http://digilander.libero.it/PensieriInVolo/gifcandele/candele.gif

  
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si ride, si piange


Annamaria... a dopo

HO VISTO UN FILM : "LA DONNA DELLA MIA VITA"- di Maria-

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In attesa dei film di Natale, ho apprezzato questa pellicola, in particolare per il talento di Alessandro Gassman e di Stefania Sandrelli.  Una storia molto realistica, anche amara, ma in fondo senza particolare stress.
Stavolta in sala ho sorseggiato un bel tè  al limone...faceva davvero freschetto!!!
 


Ho visto un film…  La donna della mia vita              Regia   :   Luca Lucini

Interpreti   :   Alessandro Gassman, Luca Argentero, Stefania Sandrelli, Sonia Bergamasco,

                       Valentina Lodovini, Giorgio Colangeli, Lella Costa, Gaia Bermani Amaral, Franco                                       

                         Branciaroli

Soggetto   :   Cristina Comencini

Sceneggiatura  :   Giulia Calenda, Teresa Ciabatti                                   

Genere   :   Commedia sentimentale

Produzione   :   Cattleya, Focus Features intern.

Distribuzione   :   Universal Pictures  2010

Paese   :   Italia – Gran Bretagna



 
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Il film racconta la storia di due fratelli molto diversi tra loro, Leonardo (L.Argentero) e Giorgio (A.Gassman). Tanto il primo è affidabile e sensibile, quanto il secondo è incostante e donnaiolo. Tuttavia i due sono sempre stati uniti, almeno fino al giorno in cui Giorgio scopre che la nuova fidanzata del fratello non è altri che Sara (V.Lodovini), con la quale ha avuto una delle sue turbolente relazioni extraconiugali. Spetterà, quindi, alla madre Alba (S.Sandrelli) ripristinare l’ordine familiare, con sorprese e colpi di scena che provocheranno un grande scompiglio.


Piace o …non piace…

   Luca Lucini ha sempre diretto commedie sofisticate, anche se in questa occasione dipinge semplicemente una borghesia italiana. Sembra tutto leggerissimo, ma in realtà si parla di tradimenti, ruoli, tempo che passa, errori  e tanta tolleranza.  Un film modaiolo, che ha almeno il merito di avere un dialogo, dei buoni attori, oltre che evitare la volgarità dei tempi. In fondo è il trionfo dell’incantesimo di una emblematica figura femminile: fratellastri innamorati e ingannati dalla stessa donna, la mamma!

☺   Si tratta di una brillante commedia sentimentale sul gioco dei ruoli che ciascuno  riveste nella vita, sulle identità sfumate, dove nessuno è ciò che appare, dove tutti mentono e recitano. E’ un film solo apparentemente leggero; in realtà ha un retrogusto amaro e disincantato. Attori tutti in gran forma e diretti benissimo, con una incantevole strega svagata, la edipica Sandrelli, che conduce magnificamente il gioco.

 

trailer





 
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Colgo l'occasione per un rapido aggiornamento sui film in sala nel mese di novembre che farete ancora in tempo a vedere. Ce n'è per tutti i gusti.... per chi, visto il tempo meno clemente, apprezza maggiormente i divertimenti al chiuso e al caldo.
 
The social network   racconta la storia, come si può intuire dal titolo, di Marck Zuckerberg, brillante studente di Harvard che partendo da un piccolo progetto in ambito universitario è arrivato a creare Facebook e a diventare il più giovane miliardario del mondo. Il film è tratto dal libro “Miliardari per caso, l’invenzione di Facebook” e il suo maggiore interesse sta nel fatto che non si occupa tanto dell’impatto di questo social network sul nostro mondo, quanto sulla vita del suo creatore. Tra i film in uscita a novembre, questo è sicuramente uno dei più attuali, una specie di “dietro le quinte” della quotidianità del ragazzo con cinquecento milioni di amici.


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Saw 3D   paga il tributo agli amanti del thriller con il nuovo capitolo della saga di Saw l’enigmista, in cui si trova un gruppo di sopravvissuti, uno dei quali nasconde terribili segreti.

Harry Potter e i doni della morte, prima parte dell’ultima avventura del maghetto più famoso del mondo. manifesta lo stesso cambiamento di atmosfera che si era potuto percepire nel libro corrispondente, che già si era allontanato dal classico genere di libri per bambini e ragazzi: Harry e i suoi amici crescono e si allontanano dal mondo dell’adolescenza tra sfide e ostacoli da affrontare.

 

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Rapunzel – L’intreccio della Torre    Tolti i volgari rapanelli dalla vecchia favola dei Grimm, ecco l’edizione Disney fastosa e tradizionale, dalla parte delle bambine. Rapunzel vive isolata nella torre con strega madre alla Baby Jane e lunghi magici capelli biondi: verrà salvata dal cavaliere azzurro, tipo modello e brigante, per assicurarsi un futuro principesco. Avventure, melensaggine, un camaleonte e un cavallo caratteristici, fughe e suspense, nel tanto grazioso musical 3D per Natale


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Molto simile alla saga di Vacanze di Natale , il film parte con la storia di Gustavo, cuoco che lavora in una trattoria molto romana e che vorrebbe diventare un grande chef internazionale; la sua vita si intreccia con quella di Rocki, di Cecco e di Fabio.  Dalla trattoria parte una sorta di piano che porterà Gustavo e tutta la combriccola a Saint Moritz per organizzare il ricco matrimonio di Chris, ex fidanzata di Fabio; ovviamente l'equivoco è dietro l'angolo visto che nonostante le apparenze in realtà Chris, anzi la sua famiglia, non sono più ricchi come un tempo e il matrimonio della ragazza con il figlio di un banchiere svizzero, è necessario alla sua famiglia per tornare a galla.   Ingaggiate per organizzare il matrimonio sono le due wedding planner interpretate da Elisabetta Canalis e Teresa Mannino.   Ovviamente il lieto fine è d'obbligo e non potrebbe essere diversamente per questa commediola natalizia che piacerà a quanti amano i cinepanettoni e le storielle che di reale e realistico hanno ben poco.



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Ma non finisce qui...
The killer inside me, genere noir

Precious , poderoso film drammatico sulla vita della sfortunata Jones Precious



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Il mio nome è Khan, storia sentimentale e drammatica sullo sfondo  dell'11 settembre 2001.
 


 
E voi, quale tra i film in uscita a novembre 2010 non farete a meno di vedere?

Buona   visione   a   tutti       da       Maria



Annamaria... a dopo

venerdì 3 dicembre 2010

L'ARTIGIANO IN FIERA : SHOPPING MULTIETNICO A MILANO



Un vero e proprio villaggio globale dell'artigianato con circa tremila espositori da tutto il mondo: torna, da domani e fino  al 12 dicembre, l'appuntamento con "Artigiano in Fiera" al nuovo polo fieristico di Fieramilano.
Italia, Europa e resto del Mondo sono le aree in cui è suddiviso lo spazio dedicato alla manifestazione e dove è possibile trovare prodotti tipici, oggettistica e molto altro ancora. Ma la novità di questa edizione è lo spazio di "Ecoabitare" dove saranno presentate le innovazioni e le nuove tecnologie in ambito abitativo a basso impatto ambientale e "EcoNavigare", dedicato al settore nautico.
Oltre 50, poi, sono i ristoranti tipici presenti all'interno dei padiglioni con una rassegna gastronomica che parte dall'Alto Adige e finisce in Sicilia, attraversando tutte le regioni italiane e si espande in ogni parte del mondo.
Qualche esempio? Le ostriche con champagne francesi, i brezel tedeschi, il fois gras, il porto e alcune particolarità come i ravioli tibetani cotti al vapore, fino ai prodotti africani, dai gusti e profumi inimitabili. Immancabili, inoltre, i ristoranti del Sudamerica oltre al bar latino americano e, come nelle ultime 15 edizioni, il ristorante libanese.

L'ingresso è gratuito.

Meteo... e non solo



L’uomo “casalingo” fa più sesso del macho

Quando si parla di uomini e sesso, ciascuno ha la propria idea: c’è chi pensa che siano più focosi sotto le lenzuola soltanto i maschi rudi e virili tipo “macho”; c’è chi invita a non sottovalutare quelli che invece sono teneri e capaci di enormi dolcezze anche nei momenti intimi… Dov’è la verità? Ad aggiungere un ulteriore tassello al mosaico delle correnti di pensiero sull’uomo ideale (nel sesso e non solo), stavolta è Joshua Coleman, psicologo dell'università Riverside della California, che ha partecipato a uno studio realizzato dal Council on Contemporary Families, associazione di ricerca sui comportamenti delle famiglie americane. La sua tesi? Ha a che fare con l’uomo “casalingo”…

Armonia di coppia
Altro che "macho". Secondo Coleman, il vero uomo, sotto le lenzuola, è quello che si prende cura della casa come un perfetto casalingo. E più provvede alle faccende domestiche, più la sua compagna è soddisfatta dal punto di vista sessuale. Perché sotto le lenzuola si rivela formidabile.
"Quando gli uomini fanno abitualmente le faccende domestiche", spiega il ricercatore, "migliora la percezione delle loro compagne sull'eguaglianza e sulla soddisfazione matrimoniale". Dividere il peso degli impegni .

casalinghi, insomma, influisce positivamente sull'armonia di coppia, si riducono i conflitti e la vita sessuale ne trae vantaggio. E non solo in qualità ma anche in quantità: "Le donne", continua Coleman, "dicono di sentire più attrazione sessuale e più affetto verso i mariti che partecipano alla gestione pratica della casa".

Intimità della coppia
Tuttavia, non sono soltanto rose e fiori. C'è anche qualche controindicazione. Passare troppo tempo a occuparsi dei bambini, ad esempio, può nuocere all'intimità della coppia: "Molti genitori", conclude Coleman, "oggi dedicano più tempo ai loro figli, eliminando o riducendo considerevolmente i momenti romantici a due". E sotto le lenzuola il “casalingo” diventa un problema… ..






Annamaria... a dopo 

FRIZZANTE SI O FRIZZANTE NO???... 

giovedì 2 dicembre 2010

Wikileaks: NO BERLUSCONI... NO PARTY ...

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L’ultimo file pubblicato da Wikileaks e rilanciato dal Guardian fa trapelare un’ulteriore indiscrezione sul presidente del consiglio Silvio Berlusconi: la sua passione per le feste ha avuto un impatto negativo sulla sua salute. La comunicazione, risalente all’ottobre del 2009 e partita dall’ambasciata americana a Roma, riporta una confidenza di un esponente politico di centro destra.
In particolare, si legge nel dispaccio inerente la rivelazione (in cui viene citato l’esponente politico vicino al premier): “I risultati dei test clinici su Silvio Berlusconi hanno rivelato un vero disastro. Siamo tutti preoccupati per la sua salute. Il fatto che faccia tardi la notte e la sua inclinazione alle feste implicano che non riposa a sufficienza”. Il personaggio politico, vicino al Pdl, ricorda inoltre che il premier è svenuto tre volte in pubblico negli ultimi anni.
Il cablogramma rivela anche un particolare della prima telefonata a Berlusconi dell'attuale ambasciatore americano a Roma, David Thorne: il premier "si assopi' brevemente" durante la conversazione.






Annamaria... a dopo

CORSO QUASI SERIO DI SESSO UMORISTICO - di ENZO -

Dopo aver trattato un argomento molto serio, che ha fatto molto discutere: la fede in Dio!
Riecco nuovamente Enzo, ed era ora, con uno dei suoi pezzi "leggeri" regalandoci un momento d’ilarità.
Un'appetibile lezione di sesso e dintorni con l'immaginario dott. Occhiofino.
Il tutto in maniera garbata, scientifica e umoristica, come solo il nostro Enzo sa fare.
Grazie Enzo, colonna portante del blog, per la tua versatilità, riuscendo a farci sorridere, riflettere ed emozionarci. Un abbraccio da tutti noi.


CORSO SEMISERIO DI SESSO UMORISTICO



ROSA: Dudù, lasciati guardare, sei simpatico e anche attraente e…
DUDU’: Solamente…che più?

ROSA: Sai una cosa? chi è più bello di te, si trucca!

DUDU’: Lo so, lo disse anche l’ostetrica quando mi tirò…e mia madre bofonchiò un “amen”.

MAMIE: Amici miei, stasera il professore ci parlerà del fascino.

ENZO: Ci voleva proprio, prepariamoci a una lezione molto interessante.

MAMIE: Enzo, ora che ci rifletto, fatti guardare un po’…però…non sei mica male!



IL FASCINO
Questione di qualità, non di quantità

Lezione 17

Professore Mirco OCCHIOFINO – responsabile del Servizio di Andrologia dell’Ospedale San Gustavo di Napoli.

Corsisti:
Rosa e Ducky (detto Dudù): coniugi:
Mamie ed Enzo: coniugi.

Nella “SALA CONFERENZE” del 2^ piano dell’Ospedale, Rosa, Ducky, Mamie ed Enzo sono seduti nei rispettivi banchi.

ore 19.00


Il professore arriva puntuale e dopo lo scambio dei saluti dà inizio alla lezione.

IL PROFESSORE: Signori miei, la lezione di stasera concernerà …il fascino. Che ve ne pare?

ROSA: Argomento interessante.

MAMIE: Io direi piuttosto simpatico e divertente.

DUDU’: Piacevole e…coinvolgente!

ENZO: Cos’è… la festa degli aggettivi?

MAMIE: Insomma…non si può dire una parola che subito…prufessò, abbiate pazienza. prego,,,cominciate pure.


IL PROFESSORE: Ricordate lo spot della Diet Coke con quel bell’esemplare di giovane operaio? S’appoggia a un ponteggio e beve a garganella una bibita tra i sospiri e le occhiate languide delle donne che lo guardano dalle vetrate di un ufficio. Certo, era una divertente parodia rovesciata del cliché maschio-femmina. Un ottimo spot. Ma non è un’ottima strategia sessuale. Tu, uomo…

DUDU’: Dottò, dite a me?

IL PROFESSORE: No,...

ENZO: Allora, a me forse?

IL PROFESSORE: Ma no, a nessuno di voi…mi riferisco a un ipotetico uomo. Allora, immagina per un momento quel giovanotto che invita fuori a cena una di quelle palpitante donne in carriera. Wow, Immaginalo a mettere in mostra i suoi muscoli lasciando intendere che quello è il motivo principale per cui lei dovrebbe uscire con lui.
Pfuiii.
Lucky Vanous, l’attore che interpretò quello spot, diventò in seguito protagonista di successo di un video di ginnastica. Se cercherai di assomigliare a lui:
- ti farai notare.
- avrai un aumento di stipendio
- non farai automaticamente più sesso.
Attenti, ragazzi, Nell’indagine intitolata TATTICHE PER LA PROMOZIONE DI INCONTRI SESSUALI le donne elencarono 7 azioni giudicate soprattutto seducenti. Eccole:

1. Le ha detto di amarla davvero.
2. Ha lasciato capire di sentirsi veramente impegnato con lei.
3. L’ha portata in un angolo appartato.
4. Le ha detto di provare per lei sentimenti profondi.
5. Le ha proposto di farle un massaggio.
6. L’ha trattata con rispetto.
7. Le ha preparato una cenetta a lume di candela.

DUDU’: Pienamente d’accordo,

ENZO: Perfetto, amare, sentire, capire…e i massaggi.

MAMIE: Le prime due risposte sono tanto significative, vero Rosa?

ROSA: Vero, ma io mi accontento anche della risposta numero 3.

DUDU’: Non è proprio così, Rò, tu non ti accontenti solo degli angoli appartati.
IL PROFESSORE: Gli uomini diventano sessualmente più affascinanti con comportamenti non direttamente mirati al sesso, ma con atti che esprimono amore e impegno.

DUDU’: E’ una vita che applico questi principi, Oh, Enzo, il dottore mi ha letto nella mente.

ENZO: Dudù, quando parli così, non so se fai sul serio o scherzi per far ridere.

DUDU’: Oooh! fraté, parlo seriamente…che diamine! Sappi che il fascino oltre che bellezza fisica è soprattutto “modo di porsi”, modo di “approccio”.

ENZO: Dudu’, ti ricordo che quello che sai te l’ho insegnato io; non te l’ho scordare. se sei diventato “un sussurratore”, e tu sai bene cosa voglio significare, lo devi a me.

DUDU’: OK OK! non agitarti se non ti si alza la pressione… Prufessò, abbiate pazienza!

IL PROFESSORE riprende: La stragrande maggioranza delle donne, per quanto piacevole trovi il sesso, non lo cerca semplicemente come fine a se stesso. Le donne in genere non sono interessate a qualcosa senza prospettive a lungo termine. Per questo gli uomini devono lasciar trapelare amore, impegno e generosità. E l’uomo che ha fascino e successo sessualmente ha sempre messo in gioco questi tre elementi.

ROSA: E’ proprio così. Mio marito Dudù così ha fatto.

MAMIE: Allora, Rò, si vede che non conosci a mariteme Enzo.

IL PROFESSORE: Un professore di psicologia, famoso soprattutto per studi a riguardo ha scoperto che il fascino sessuale è fondamentalmente lo stesso dappertutto. L’uomo desidera una donna dolce e giovane, perché l’unione con lei produrrà il massimo di prole. Le donne, al contrario, dimostrano in tutto il mondo di desiderare di più gli uomini con buone prospettive finanziarie e/o le qualità che possono portare a una ricchezza futura: posizione sociale, ambizione, operosità.

MAMIE: Ma il fascino cos’è?

IL PROFESSORE: “Che cosa e’ sexy”?

ROSA: Ce lo spieghi lei?

IL PROFESSORE: E’ una domanda più che sensata. Gli studiosi la pensano in tanti modi. La risposta si allunga. Una risposta ponderata, coinvlge, biologia, educazione, senso estetico, condizioni personali, vita familiare e valori culturali, come elementi che, ciascuno a modo suo, tutti concorrono nel comporre ciò che troviamo sessualmente attraente in un’altra persona. Il sessuologo John Money ha inventato il termine “love-map”. Lui ha asserito che ciascuno di noi si forma una “mappa d’amore” cioè delle “cose” (pregi) che ci attraggono di una persona. Ho reso bene l’idea?

ROSA: Sì, sì. A chi piace la bellezza, a una donna può piacere uomo coi capelli ricci e neri…ad un’altra…il modo di parlare…o il tono di voce…
DUDU’: Mbe’, ho ammirato molto lo spirito umoristico e il tuo modo di ridere, Rosa.
ENZO: E tu Mamie? Cos’è per te il fascino?
MAMIE: Non sono pregi particolari, specifici…ma l’insieme…la totalità della persona.
ENZO: … qualcosa in particolare?
MAMIE: Direi…”la dolce tenerezza che emana e traspare dalla persona…e tu, Enzo?
ENZO: Io, oltre alle caratteristiche della persona…la profonda sublimità dello sguardo. Permettetemi di aggiungere una cosa:

“un uomo può amare una donna anche alla follia, ma non riuscirà mai a conquistarla se non con il magico calore della propria voce.”

DUCKY: Ora tocca a me…”Se sapete ispirare una donna d’amore per voi, riempitela fino all’orlo d’amore per lei: tutto quello che traboccherà sarà vostro e le nuvole saranno al di sotto di voi.”

IL PROFESSORE: Complimenti, un bravo a voi uomini.

MAMIE: E un bravo a noi donne che li adoriamo!

ROSA: Brava, Mamie!

IL PROFESSORE: Signori, la lezione è finita. Buona serata e buona pizza.

I quattro corsisti amici si diressero alla pizzeria per il solito rito gastronomico.

Enzo


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