martedì 30 novembre 2010

OMAGGIO AL MAESTRO DEL CINEMA ITALIANO- MARIO MONICELLI-

Apprendo la notizia della morte di M. Monicelli ieri sera a "Vieni via con me", il programma di F. Fazio con R. Saviano.
 Il conduttore interrompe per un attimo la declamazione degli "elenchi" per ricordare Mario Monicelli, morto poco prima all'ospedale San Giovanni di Roma.
 Fazio ricorda il regista dicendo "Non posso andare avanti, devo dirvi che è morto Mario Monicelli, lo avremmo tanto voluto qui, ma era malato e adesso non c'è più".
Apprendiamo quindi , noi telespettatori, da Fabio Fazio che il maestro della commedia all'italiana si è spento dopo una lunga malattia, o almeno immaginiamo.
Ovviamente  la redazione in chiusura lavora velocemente per inserire, nel consueto scambio di battute  "Vado via/ Resto qui" un omaggio a Monicelli con Fabio Fazio che legge: "Resto qui perché voglio vedere tanti film di Mario Monicelli" (come se non potesse vederli anche a Vladivostok, sarebbe stato meglio un "Resto qui perché questo è il Paese raccontato da Mario Monicelli" o qualcosa del genere) e via di seguito la filmografia del maestro. La foto di Monicelli campeggia sullo schermo.  Ma Monicelli non si è spento naturalmente, si è suicidato buttandosi dal balcone dell'ospedale San Giovanni di Roma all'età di 95 anni, come battuto e scritto immediatamente da tutte le agenzie, verso le 21. E' sembrato paradossale, dopo le continue frecciate al movimento "pro life"  e dopo l'apologia della fatale "scelta" (tra una "vita indegna" e una "morte dignitosa") che Fazio non abbia pronunciato la parola "suicidio" per Monicelli. Eppure non c'è niente di male a dire "suicidio", è una parola neutralmente "laica" come "eutanasia". Ma forse ieri non è sembrata troppo telegenica per venire pronunciata. In seguito, nei vari notiziari,  apprendo che anche il padre di Monicelli era morto suicida nel 1946.




Nato nel 1915 da una famiglia di origine mantovana e cresciuto a Viareggio, Mario Monicelli frequenta a Milano il liceo e si laurea in storia e filosofia, accostandosi al cinema grazie all'amicizia con Giacomo Forzano. Insieme a Alberto Mondadori, amico e collaboratore, oltre che cugino, dirige nel 1934 il cortometraggio Cuore rivelatore, a cui fa seguito, sempre nello stesso anno, un mediometraggio muto, I ragazzi della via Paal, premiato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Critico cinematografico dal 1932, negli anni tra il 1939 ed il 1949 fu attivissimo come aiuto-regista e sceneggiatore, collaborando a circa una quarantina di titoli. L'esordio alla regia ufficiale avviene in coppia con Steno, con una serie di film che i due registi realizzano su misura per Totò, tra i quali spicca il celebre "Guardie e ladri" (1951). Dal 1953 inizia a lavorare da solo. Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani. "I soliti ignoti" del 1958 vanta un cast eccezionale, composto da Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale, ed è considerato il primo vero film della commedia all'italiana.

L'anno successivo, Monicelli gira quello che molti considerano il suo capolavoro, il film che lo rende famoso oltre i confini italiani, "La grande guerra", Leone d'Oro alla Mostra di Venezia del 1959 e sua prima nomination all'Oscar. La seconda nomination all'Oscar arriva nel 1963 con "I compagni". Nel 1966 esce L'armata Brancaleone e nel 1970 Brancaleone alle crociate (1970). Tra gli altri film di rilievo vanno menzionati La ragazza con la pistola, terza nomination all'Oscar (1968), Romanzo popolare (1974) e i primi due capitoli della trilogia di Amici miei (1975, 1982) - quello conclusivo (1985) verrà infatti diretto da Nanni Loy - ma anche Un borghese piccolo piccolo (1977) e Il marchese del Grillo (1981) entrambi con grandi interpretazioni di Alberto Sordi, mentre tra gli ultimi spiccano Speriamo che sia femmina (1986) e Parenti serpenti (1992). Tra gli avvenimenti che avevano segnato di più la sua vita c'era senz'altro il suicidio del padre, Tomaso Monicelli noto giornalista e scrittore antifascista, avvenuto nel 1946.






Annamaria... a dopo

1 commento:

  1. Grande Maestro, Dio t'abbia in gloria e ti accolga nelle Sue braccia. Certamente ripagherà le tue sofferenze ed il tuo dolore. Da noi un grazie riconoscente per tutto quello che ci hai dato nella tua vita terrena.

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