giovedì 23 agosto 2018

ATTESE



Non sento più l’armonia di un trillo di telefono

Non sento più il calore di un solo raggio di sole

Non sento più le chiavi del silenzio

Non sento più il fruscio nell’aprire una lettera

Non sento più la pienezza di un’alba di luglio

Non sento più trastullare i miei bambini


Ormai adulti

Non sento più fluire le acque del mio ruscello

Non sento più i folli palpiti di un tempo

Ma…

Vorrei sentire la notte come la tua Notte

Vorrei contemplare due stelle

con gli stessi bagliori delle tue pupille

Vorrei sentire l’incauta vita vissuta con passi

 impetuosi

A volte energici, a volte disillusi, altre volte

Schiavi di incertezze

E riviverla in Verità e in Amore, tutta d’un fiato

Mescolando un telefono, un sole, un’alba, dei

 bambini,

folli palpiti, una notte, due stelle, due pupille

e…

attendere i candidi chiarori di un’altra alba.


ENZO

lunedì 20 agosto 2018

LA VECCHIETTA E LA CASSIERA

Una cara amica mi ha trasmesso una breve storia esplicativa di come la realtà puo' variare da diverse vedute di pensiero. Essere green dare importanza alle nostre scelte di vita, documentarsi  è importante per salvaguardare con rispetto noi stessi, chi ci circonda e l'ambiente.

Alla cassa di un supermercato una signora anziana sceglie un sacchetto di plastica per metterci i suoi acquisti.

La cassiera le rimprovera di non adeguarsi all’ecologia e le dice:

“La tua generazione non comprende semplicemente il movimento ecologico. Noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse!”

La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega:

“Mi dispiace, non c’era nessun movimento ecologista al mio tempo.”

Mentre lei lascia la cassa, affranta, la cassiera aggiunge:

” Sono persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. E ‘ vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell’ambiente nel tuo tempo.”

Allora, un po’ arrabbiata, la vecchia signora fa osservare che all’epoca restituivamo le bottiglie di vetro registrate al negozio. Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate. La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. Non c’era il “residuo” e l’umido si dava da mangiare agli animali.

Ma noi non conoscevamo il movimento ecologista.

E poi aggiunge:

“Ai miei tempi salivamo le scale a piedi: non avevamo le scale mobili e pochi ascensori.

Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all’angolo.

Non conoscevamo il movimento ambientalista
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista [ndr, vedi ambientalismo].



Non conoscevamo i pannolini usa e getta: lavavamo i pannolini dei neonati.

Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda.

Avevamo una sveglia che caricavamo la sera.

In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva di tutti questi aggeggi elettrici specializzati per preparare tutto senza sforzi e che mangiano tutti i watt che Enel produce.

Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dalla ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica.

Non avevamo i tosaerba a benzina o trattori: si usava l’olio di gomito per falciare il prato.

Lavoravamo fisicamente; non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l’elettricità.

Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista [ma rispettavamo davvero l’ambiente].

Bevevamo l’acqua alla fontana quando avevamo sete.

Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare.

Riempivamo le penne in una bottiglia d’inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta.

Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi.

Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista.

Le persone prendevano il bus, la metro, il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24. Bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all’altro, le matite, gomme temperamatite e altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni gettati a fine giugno, nuovi: matite e gomme con un nuovo slogan ad ogni occasione.

Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista! C’era solo una presa di corrente per stanza, e non una serie di prese elettriche per alimentare la lunga serie di accessori elettrici indispensabili ai giovani di oggi. Allora non farmi incazzare col tuo movimento ecologista!




La morale
Documentatevi approfonditamente sulle vostre scelte di vita, non seguite la massa, fatevi domande, non date per scontato di poter dare lezioni agli altri se siete consapevoli della vostra ignoranza e della vostra superficialità. Se tieni davvero a te stesso, agli altri e all’ambiente in cui viviamo, puoi fare piccole, semplici ma importanti scelte ogni giorno.

RITA E ANNAMARIA...le vecchiette...



domenica 19 agosto 2018

LA LETTERA FALSA DEL PADRE DI MARTA


Prima di condividere certe notizie è doveroso accertarsi che sia reale o se si tratta di cannibalismo mediatico, fake news (notizie false) ad opera di qualche pazzo che pur di ottenere qualche like in piu'specula,schifosamente e senza ritegno, sulle disgrazie altrui.

Secondo l'ultimo rapporto di Infosfera, realizzato dall'università Suor Orsola Benincasa, l'82% degli italiani non sa riconoscere una bufala. L'attenzione sui social network è importante: prima di condividere bisogna sempre verificare. 




R.I.P  DOLCE MARTA 




Un episodio di sciacallaggio vergognoso, un oltraggio alla memoria di una giovane vittima di una tragedia, un segno di tempi cupi per il nostro Paese.

E’ la falsa lettera messa in giro ieri su un social network a firma del padre di Marta Danisi, la ragazza di Sant’Agata Militello che ha perso la vita col fidanzato nel crollo del ponte Morandi a Genova.

Una lettera da migliaia di condivisioni, in alcune parti toccante, in altre intrise di astio politico.

Una lettera falsa. Falsa per un semplice motivo: il padre di Marta non c’è più. E’ morto  15 anni fa, quando aveva appena 41 anni stroncato da una terribile malattia e lasciando le sue due figlie molto giovani.

Ma sui social, si sa, la condivisione è quasi compulsiva, soprattutto quando c’è da far circolare l’indignazione a buon mercato.

E se trovano facile innesco “fake news” molto eclatanti e smentibili persino senza alcuna verifica, figurarsi cosa accade in situazioni in cui in pochi possono sapere della scomparsa del padre della giovane.

Ma la storia della falsa lettera deve far riflettere, tutti, su come ormai le informazioni arrivino ai cittadini. Senza quel filtro che, bene o male, la stampa ufficiale riesce a mettere attraverso le verifiche. Le fake news invece tempestano le bacheche Facebook di chi si trova a casa.

Arrivano facendo montare rabbia ed indignazione di chi, davanti ad uno smartphone è solo e non ha neppure la possibilità di confrontarsi con amici e parenti (come avveniva una volta leggendo il giornale a casa o al bar).

Ma soprattutto, la storia della falsa lettera, deve far riflettere su cosa possa esserci dietro la creazione delle cosiddette bufale.

Non prese in giro innocenti ma qualcosa di molto raffinato creato ad arte per colpire i sentimenti di chi, naturalmente, è sensibile ad una tragedia come quella di Marta che ha scosso l’Italia.

Una lettera all’ apparenza scritta da un padre, molto poetica e toccante, in cui vengono elencati tre o quattro aspetti del recente dibattito politico che si fissano facilmente in testa.

Attaccare chi si è occupato di vaccini, immigrati, diritti ai gay, “mentre l’Italia cade a pezzi” (così si legge in quel passaggio), fa capire che non si tratta di una goliardata di cattivissimo gusto. C’è qualcosa di più raffinato, di creato a tavolino, di manipolatorio.

Qualcosa di preoccupante per una Democrazia.

E’ allarmante, ed averlo fatto a spese di una giovane morta tragicamente lo rende ripugnante.

Fonte- A-M

Annamaria