sabato 16 ottobre 2010

Meteo... e non solo






Tendenza Meteo: Alta pressione bye bye...

La ferita che si aprirà sul Mediterraneo non sarà facile da rimarginare. Il vortice freddo infatti in arrivo e che aprirà una fase invernale tenderà lentamente ad attraversare la Penisola  da nord a Sud. Ciò porterà un graduale miglioramento del tempo Lunedì sulle regioni settentrionali, le prime ad essere interessate dall'affondo artico. Il maltempo invece si concentrerà al Sud e sulle Adriatiche.
MUSICA E AMBIENTE 

Il canto degli uccelli
 
 
Da sempre il canto degli uccelli è stato oggetto di interesse per poeti, letterati e musicisti.
Nel 1650 lo scienziato e matematico tedesco Athanasius Kircher, nel trattato "Musurgia universalis sive ars magna consoni et dissoni" riporta alcune trascrizioni di canti degli uccelli, e riferisce di un organo automatico che riproduce il verso di animali e perfino il canto degli uccelli.
Addirittura nella prima metà del IX secolo Leo il Filosofo disegnò e costruì due strumenti musicali automatici con alberi artificiali e uccelli cinguettanti per l’imperatore bizantino Theofilo.
Nel 1730 apparve in Francia un organo meccanico costituito da un rullo di legno con infissi dei perni (simile ad un carillon) che governava il funzionamento di una serie di canne poste al di sopra. Quest’organo veniva usato per insegnare dei motivi agli uccelli domestici.
Un evoluzione nel campo della riproduzione meccanica del canto degli uccelli si ebbe in Svizzera per opera di P. Jaquet-Droz. Egli utilizzò un Flageolet (una sorta di piffero) dal fondo mobile che rendeva possibile trilli, tremoli, glissati, volate con una notevole perfezione.
La famiglia Brugier, e più tardi la famiglia Rochat in svizzera erano famosi nella produzione di uccelli cantanti in miniatura con un meccanismo contenuto in in una scatola per tabacco.
Ovviamente tale interesse per il canto degli uccelli trova immediato riscontro nel confronto con la produzione musicale, e ciò grazie alle analogie con trilli, glissati, ritmi e intervalli più o meno temperati.

Il canto degli uccelli va in realtà considerato come un linguaggio non articolato ma rispondente a situazioni che si verificano nella propria sfera biotica che ne rendono possibile la decodificazione. Tali situazioni riguardano stati di pericolo, disagio, aggressività, richiesta di cibo, corteggiamento ecc. e possono essere paragonate a quelle che provocano il pianto del bambino.

Lo studio del canto degli uccelli rientra nell’ambito di una nuova scienza, la bioacustica musicale, che studia i fenomeni sonori in relazioni alle forme di vita del mondo animale.
Peter Szoke, studioso ungherese di bioacustica, sostenendo che per musica si deve intendere qualsiasi fenomeno sonoro organizzato (e si pensi alla definizione che Edgard Varése dà della musica: suono organizzato), elimina qualsiasi distinzione tra produzione umana e non. Tale tesi è avvalorata dal fatto che nelle lingue slave il termine Hudba indica sia la musica artistica, sia il fenomeno musicale in senso lato.
Le espressioni sonore di carattere immediatamente emotivo vengono indicate con il termine tonazione. Anche nel linguaggio parlato articolato abbiamo elementi che si aggiungono alla semplice produzione di parole codificate e dipendono quasi esclusivamente da fattori emotivi; tali elementi sono la tonazione e il ritmo. Essi arricchiscono la parola significativa di sfumature che ne completano il senso e il contesto.
La differenza tra espressione musicale ed espressione sonora è data dal fatto che quest’ultima non è regolata da un sistema come è invece la musica.


Come si è detto, molti poeti e musicisti hanno paragonato il canto degli uccelli alla musica degli uomini individuando nel primo quell’elemento di astrazione proprio di un’emissione sonora non articolata, e contribuendo a quell’errata concezione che vede il canto degli uccelli come una musica ultraterrena espressiva di sentimenti.
"In realtà gli uccelli non cantano quasi mai per il piacere di cantare, ma per comunicare segnali che hanno precisi riferimenti comportamentali" (E. Neill). Dal punto di vista acustico, ogni specie emette dei suoni propri, e ciò permette di riconoscere, ad esempio, un cardellino da un fringuello, da un passero, da una quaglia. Ciò consente una comunicazione diretta tra individui della stessa specie; i suoni emessi da un usignolo, pur essendo percepiti dalle altre specie, hanno significato soltanto per un altro usignolo. Si evitano così interferenze che potrebbero generare confusioni dannose per la sopravvivenza degli individui, anche se in alcuni casi specie diverse riconoscono, interpretano e reagiscono a suoni provenienti da altre specie in occasione di situazioni di pericolo. E’ il caso, ad esempio, della quaglia che si nasconde al grido di un uccello predatore come il falco. In questo caso l’emissione vocale del falco viene percepita dalla quaglia non come elemento di comunicazione specifico, ma come generico segnale di pericolo.


Ai fini della comunicazione, gli appartenenti ad una stessa specie si sintonizzano su una gamma di frequenze specifica in modo tale da poter comunicare anche in ambienti in cui sono presenti altre specie, non solo, ma gli appartenenti ad una stessa specie sono in grado di comunicare in qualsiasi parte del globo in quanto ciò che conta, in questo sistema di comunicazione non articolata, è il fattore di tonazione, determinato da cause emotive e non da archetipi formalmente determinati.
Si possono individuare una decina di significati dei vari tipi di canto. Dal richiamo di allarme per le situazioni di pericolo a quello per la difesa del territorio. E’ possibile capire, per un orecchio esercitato, lo stato emotivo dell’animale che emette un richiamo. Generalmente gli andamenti ascendenti indicano situazioni di tranquillità mentre quelli discendenti si riferiscono a paura o disagio (si possono ricordare a questo proposito le cosiddette "melodie a picco", descritte da Curt Sachs in ‘Le sorgenti della musica’, espressioni vocali, cioè, di tipo primitivo e di carattere immediatamente emotivo, caratterizzate da un andamento discendente e dalla totale assenza di parole).
Il fatto poi che i richiami degli uccelli siano costituiti tutti da frequenze acute è dovuto al loro carattere direzionale e alle minori possibilità di mascheramento. Il pigolio acuto degli uccelli appena nati è più facilmente individuabile dall’apparato uditivo biauricolare della madre e si delinea nettamente sullo sfondo di frequenze medio-basse dell’ambiente sonoro circostante.
L'estensione delle frequenze utilizzate per la comunicazione umana va da 80 Hz a 5000 Hz circa, mentre quella degli uccelli tocca i livelli molto più acuti, arrivando a momenti estremi di 20.000 Hz. Ciò comporta di conseguenza una sensibilità uditiva assai elevata che può arrivare a circa 30.000 Hz. a questo proposito, come paragone, si può ricordare che l'ambito di sensibilità uditiva umana è stimata tra i 20 ed i 16.000 Hz.
E' comunque dimostrato che la significazione nella comunicazione tra gli uccelli è affidata non all'altezza con cui il messaggio viene espresso, ma al ritmo e alla tonazione.
I segnali che preludono all'accoppiamento di due merli, ad esempio, sono armoniosi e morbidi mentre quelli emessi per segnalare un pericolo sono corti, ritmici ed aspri.
Le emissioni di tipo melodico e quelle di tipo ritmico differenziano non soltanto i comportamenti, ma anche le abitudini sociali. I passeri, ad esempio, specie gregaria per eccellenza, emette segnali prevalentemente ritmici, adatti a coordinare movimenti di massa. Da ciò ne deriva il principio che le specie dal canto più melodicamente elaborato sono quelle che conducendo un'esistenza isolata e non hanno bisogno di esprimersi con riferimenti sonori atti ad essere percepiti a grandi distanze e da moltitudini di individui.
I segnali emessi dal tordo eremita (specie che vive nel Nord America studiata da P. Szoke), ad esempio, sono tra quelli più affini alle melodie umane, organizzate come sono secondo sistemi diatonici e pentatonici.
Poiché i canti degli uccelli sono costituiti da microcellule ritmico-melodiche estremamente acute e veloci, il loro studio è possibile soltanto dopo averli ricondotti a velocità ed altezze più facilmente percepibili dall'orecchio umano. Tale ricostruzione è ottenuta per lo più tramite la registrazione dei canti ed il loro successivo rallentamento. Per poter ascoltare tutte le loro componenti ritmico-melodiche è necessario rallentare i canti anche fino a 30 volte. Tale operazione sposta il registro verso il grave, lasciando però inalterati i rapporti tra i suoni.
Il primo elemento che appare dall'analisi della maggior parte dei canti degli uccelli è il loro essere costituiti da glissandi, cioè da suoni oscillanti, e non da altezze distinte e separate tra loro, peculiarità quest'ultima solo di alcune specie quali il Tordo Eremita ed il Collobianco. Alcune specie possono produrre entrambe le emissioni. Il merlo che lancia segnali alla femmina, ad esempio, esegue dei glissandi, ma quando è in allarme emette suoni brevi e staccati. Lo "stato emotivo" determina quindi l'emissione del suono.

L'analisi del canto avicolo si avvale anche del sonogramma, ovvero della sua rappresentazione grafica con l'asse delle ordinate che indica le altezze espresse in Hz e quello delle ascisse il tempo. Questo modo di rappresentare l'evento sonoro permette una immediata individuazione degli elementi che lo costituiscono, nonché la possibilità di confronto con altri eventi sonori. Il sonogramma del canto del fringuello,
essendo costituito da una serie di elementi glissati, ripetuti e praticamente identici, risulta, al nostro orecchio, caratterizzato da un andamento fortemente ritmico; quello della Hylocichla mustelina (es. 2)
evidenzia invece una prima serie di suoni tenuti ad altezza ben definibile seguita da alcune unità identiche di carattere ritmico ma totalmente deferenti da quello del fringuello.
Come detto più sopra, moltissimi sono i compositori che hanno tratto ispirazione dal canto degli uccelli per le loro composizioni, e l'usignolo divenne l'immagine poetica e musicale per definire il cantore per eccellenza.
Nel '500 Clement Janequin scrisse una chanson "descrittiva" intitolata proprio "Le chant des oiseaux" nella quale le quattro voci imitano il canto di vari uccelli.
Altri compositori che hanno scritto, con intenti sia comici che descrittivi ed evocativi, riferendosi agli uccelli sono:
Adriano Banchieri: contrappunto bestiale alla mente
- Girolamo Frescobaldi : Capriccio sopra Cucho
- Bernardo Pasquini: Toccata con lo scherzo del Cucco
- François Couperin: in "L'art de toucher le Clavecin" brani dedicati all'usignolo, al canarino, alla capinera, al fringuello, al cuculo
- Antonio Vivaldi: Il Cardellino (concerto per flauto e archi); e L'Estate da Le Quattro Stagioni
- Ludwig van Beethoven: Sinfonia N° 6 "Pastorale, secondo mov. Usignolo, Quaglia e Cuculo imitati rispettivamente da flauto, oboe e clarinetto
- Franz Joseph Haydn: Sinfonia N° 38 "La Poule"
- Richard Wagner: motivo dell'Uccello de Bosco nel Sigfrido
- Camille Saint Saëns: Il Cigno, Galli e Galline, Voliera, Il Cuculo nel fondo del Bosco, in Il Carnevale degli Animali
- Igor Strawinsky: Le Rossignol; L'Uccello di fuocoùHeitor Villa-Lobos: Uiraparù
- Maurice Ravel: Oiseaux Tristes
La personalità musicale del '900 che però ha studiato e usato il canto degli uccelli non con fini comici o semplicemente descrittivi, ma considerandoli un mezzo di avvicinamento alla natura intesa come fonte primigenia del suono è Oliver Messiaen, organista e compositore francese vissuto tra il 1908 ed il 1992. Dopo un periodo di studi tecnico-filosofici sui modi intervallari e ritmici, agli inizi degli anni '50 Messiaen rivolge la sua attenzione al "massimi musicisti". Già in lavori passati si ritrova la presenza di questi materiali usati come oasi distensiva in un contesto più serratamente speculativo (es. Choeur des alouettes nella Sortie della Messe de la Pentecôte). Le Merle noire per Of e flauto (1950), Reveil des oiseaux per Pf, e orch (1953), Oiseaux exotiques per Pf e strumenti (1956), Catalogue d'oiseaux per Pianoforte (1956 - 58) sono alcuni titoli in cui vengono usati i canti degli uccelli. "Per me - dice Messiaen - l'unica autentica musica è sempre esistita nei rumori della natura. Il suono armonioso del vento negli alberi, il ritmo delle onde marine, il timbro delle gocce di pioggia, dei rami spezzati, dell'urtarsi delle pietre, dei vari gridi di animali costituiscono per me la vera musica". Ma Messiaen non fa del "naturismo", non ricerca effetti descrittivi o onomatopeici, bensì utilizza elementi melodici e ritmici trasformandoli in impalcatura strutturale delle sue composizioni.

da Elicriso -Paolo Perna










si ride, si piange




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Annamaria... a lunedi

Le riflessioni di CIPRIANO - FUORI DI ZUCCA -

I veri amici non ti abbandonano mai!!!..Cipriano ne è la prova



    
La serata di martedì ci ha regalato una pagina
memorabile ed indimenticabile di come l’idiozia,
il gangsterismo quasi infantile frutto di totale
mancanza di senso reale, ( e qui mi verrebbe
addirittura la voglia di scusarmi con Lucky Luciano
o John Dillinger per avere preso indegnamente
a prestito il termine gangster), abbia dato di
stomaco a chi, e sono tanti, hanno vissuto di
persona a Genova o globalmente per televisione,
le gesta di quel branco di canaglie nazionalfascista
serbo, talmente ottusi che, con il pretesto di una
vetrina internazionale, hanno invece distrutto
(oltre che mezzo stadio Marassi) la reputazione
del popolo serbo, che tanta fatica sta facendo per
scrollarsi di dosso quella fama sinistra che si è
guadagnata nella recente guerra civile.
Ma veniamo a martedì; le avvisaglie già si erano
avute nel pomeriggio con i primi gravi atteggiamenti
aggressivi; prima l’attacco allo stesso pullman serbo
con il ferimento del portiere titolare, poi il migliaio
di hooligans serbi, ma più che ultras erano noti
nazionalisti para-fascisti, si sono fatti conoscere
dentro Genova ed una volta allo stadio, costretto
l’Uefa e l’arbitro a sospendere la partita,
tempestando la curva confinante ed il campo di
gioco davanti al loro settore, con un fitto lancio di
petardi e fumogeni, a quanto pare acquistati nella
stessa Genova poche ore prima.
Tutto il sistema dell’ordine pubblico è stato messo
in tensione massima dall’impatto con quella
gentaglia scatenata arrivata da Belgrado.


Un caos totale, con la polizia schierata in tenuta
da sommossa davanti ai tifosi serbi, la banda della
marina militare che quasi comicamente ed in modo
surreale, era in attesa dall’altra parte del campo per
poter rapidamente suonare i “sacri” inni nazionali;
i giocatori che sono entrati in campo per il
riscaldamento per poi rientrare negli spogliatoi.
Momenti di pura tensione e disgusto, con la figura
di un ultras serbo, tale Ivan Bogdanov, un gaglioffo
noto alla polizia serba, incappucciato a cavalcioni
sull’inferriata, senza che nessuno riuscisse a fermarlo.
Ma qui vorrei fermarmi nella narrazione del resto
dell’opera drammatica, perché penso che tutti,
o quasi, abbiamo visto e ricordiamo quelle scene.
Mi preme invece esprimere due considerazioni, una
di carattere generale ed una prettamente sportiva.
Con la prima vorrei manifestare la certezza del
comportamento altamente professionale delle forze
di Polizia Italiane per ciò che riguarda l’azione all’interno
dello stadio, al netto di critiche piovute soprattutto da
parte Serba (da qual pulpito …) e dalle autorità
internazionali di calcio, brave solo ad articolare parole
e pillole di saccenza.
Visti i soggetti facinorosi in questione, famosi in tutta
Europa ed in Patria per le loro gesta e violenza, se
la Polizia fosse entrata in quel budello di gradinata,
si sarebbe sicuramente scatenato un violento corpo a
corpo, più vicino ad un assalto alla baionetta sul Carso,
e quasi sicuramente adesso staremmo qui a parlare di
tragedia con qualche morto e tanti feriti. Bene hanno
fatto le Forze dell’Ordine a presidiare ed accerchiare il
settore, salvaguardando l’integrità di tutto il resto dello
stadio. Molte armi improprie vengono fatte, anche nei
nostri stadi e dai nostri teppisti, andando a rifornirsi di
tubi a mò di armi dai servizi igienici che vengono
puntualmente distrutti.
L’unico errore è stato fatto a monte facendoli entrare
alla frontiera, ma qui la colpa principale è dell’ autorità
serba che, nonostante conoscesse benissimo i gaglioffi
in partenza, si è guardata bene dal bloccarli (affinità
ideologiche ancora presenti …), o perlomeno avvisare
le autorità italiane della loro pericolosità, lasciando
tranquillamente la patata bollente nelle mani delle
Forze dell’Ordine italiane, che non hanno potuto
prenderli a pedate alla frontiera e rispedirli al mittente.
Ma allo stadio, confermo, hanno agito secondo il mio
modesto parere, con molta intelligenza.
E questo è importante.
Seconda questione, quella sportiva. Secondo il
regolamento internazionale, viste le responsabilità,
non ci dovrebbero essere dubbi sull’assegnazione
a tavolino della vittoria all’Italia per 3-0, e lunga
squalifica del calcio Serbo (affinché possa
ampiamente riflettere).
Ma conoscendo l’Uefa ed anche la Fifa, dove anche
lì la peggiore politica la fa da padrone, conoscendo
i sotterranei intrighi e raggiri ivi presenti, prendendo
atto che l’Italia, nell’Olimpo calcistico internazionale,
attualmente non gode di nessun prestigio e simpatia,
non mi meraviglierei se ci fosse qualche sorpresa,
e già c’è qualche strano segnale …Comunque vada,
ancora una volta abbiamo assistito al peggio che un
cervello umano possa dare spinta.
Pensate voi, cari amici che tutto ciò possa servire a
far finalmente collegare, il cervello con le membra,
ai prepotenti e gradassi incappucciati di casa nostra,
allo stadio ?
Rispondo scomodando Petronio “Necesse habent
cum insanientibus furere” .
Traduco: “In mezzo ai pazzi è necessario impazzire”.

Cipriano

HO SOGNATO COME…SI DISTENDE IL MARE, di ENZO



Un mare in fiamme
Ombre di abeti nella luna
Adagiata come una grossa perla
accanto ad un comignolo scarno

Un mare in fiamme
Placide onde poi irruenti
S’aggrovigliano sulla riva

Protendo lo sguardo
Ad un palazzo di due piani
Accovacciato sul trespolo
della sua gabbietta
Un canarino si raccoglie…muto
E fa del silenzio la sua liturgia

Un mare sempre in fiamme
Un sole allo spasimo
Un abbraccio di fuoco:
Due amanti fondono i loro lamenti
per perdersi nella resa finale
Sulla riva anch’essa
avvolta dalle fiamme dell’estasi

D’improvviso, poco lontano su un dosso
Un orsacchiotto di pezza
Tiene la mano di una bimba
Che ammira del mare
L’immenso  sublime
Non più in fiamme
Ora pacato  giace con le onde
Ormai esauste

Io intanto amo  rivedere ancora
Come si aggrovigliano le onde
Come si distende il mare


ENZO

venerdì 15 ottobre 2010

HO VISTO UN FILM ...PASSIONE

Vieni al cinema con me!
I pop corn li porto io...tu porta da bere!
Ciao ciao  da
                    

                                      
 
Ho visto un film…   La Passione

 

Regia   :   Carlo Mazzacurati
Interpreti   :   Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti,  Cristiana
                       Capotondi, Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak
Soggetto e  Sceneggiatura  :   Umberto Cantarello, Doriana Leondeff, Marco
                                               Pettenello, Carlo Mazzacurati                                     
Genere   :   Commedia
Produzione   :   Fandango, Rai Cinema
Distribuzione   :   2010
In concorso alla 67^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia
 
Le tragicomiche vicende del regista Gianni Dubois, ex promessa del cinema, che finalmente,dopo anni di faticosi contatti con agenti e produttori senza scrupoli,riesce ad ottenere la sua grande occasione: scrivere e girare un film con protagonista assoluta una giovane e popolarissima attrice televisiva.   Gianni, però, verrà assalito da una crisi creativa, aggravata da disagi ulteriori per una serie di problemi edilizi nella sua casa in Toscana: una perdita dell’impianto idrico ha rovinato un affresco del Cinquecento nella chiesetta adiacente.   Per evitare una denuncia, Gianni è costretto ad accettare una proposta del sindaco: dirigere la sacra rappresentazione del venerdì santo.   Così si ritrova a mettere in piedi una sorta di Via Crucis, con mezzi e interpreti improvvisati…ma un colpo di scena consentirà a Gianni di combinare in fondo qualcosa di buono.
 
Piace o …non piace…
Dall’inizio e fin  oltre la metà, il film arranca, innervosisce con vuoti e stanche farse, descrizioni di un mondo-cinema privo di talento e di senso: solo grazie alla follia di Corrado Guzzanti e a poco altro si riesce a continuare la visione…   Ma, a tre quarti, il film inizia a ricomporsi, raggiunge il suo senso, da commedia si fa dramma umano: il disappunto iniziale viene sostituito dalla commozione, poi dalla soddisfazione di incontrare e fare propria l’idea del regista.   Il film rimane, comunque, disomogeneo: il mito della provincia foriera di rinascite e riconciliazioni, supportato da una fiaba un poco fiacca… rinascere si può e si deve… ma la strada è ancora lunga.
Un Carlo Mazzacurati dolceamaro; incline all’ironia, ma pronto a suggerire anche l’emozione, specie quando, tra le pieghe della beffa,  si toccano i temi seri della Passione sul Golgota.   Un equilibrio attento di tutti gli elementi: all’inizio le disavventure del protagonista, espresse anche con umorismo.   Poi, la caricatura colorita ma misurata della cornice rurale, in cui i difetti emergono, suscitando il riso, spesso con commiserazione.   Lo stile di Mazzacurati  riesce a vestire di sacro un Golgota paesano e l’interpretazione di Orlando e Battiston, svela un’umanità sincera e profonda.


Annamaria... a dopo 

BENTORNATO ENZO!

Enzo, finalmente stasera aprendo la posta ho trovato le tue e-mail.
Bentornato "al lavoro". Ci sei mancato molto con le tue poesie, i racconti , le famose lezioni di sesso semiserie, ...e non solo. Ricominciamo con la pubblicazione di questa tenera poesia e mi immagino la figura che ti ha ispirato a scriverla. 
Un abbraccio da noi tutti.

 Prima il silenzio...
e poi…amore


stridori, livori
grida, mugugni
affanni …e poi silenzi
una fuga seguì
a due cuori devastati
a due anime impoverite
nelle grinfie della solitudine
si macerava un buio incupente

…poi d’improvviso un trillo
soave il suono
tenero e docile la voce:
Tu, ti rivelasti con garbo
tu. ti porgesti con inatteso sentimento
ti ripresentasti vera
con i segni della Solitudine comune:
che ha sfregiato entrambi
come entrambi il sole
ci ha già baciati
e ci ritrova di nuovo
insieme mano nella mano

ENZO



Annamaria... a dopo

Meteo... e non solo

 si ride, si piange

 DEPILAZIONE CON FILO ORIENTALE

Oggi ho fatto...   una depilazione al viso e per me era la prima volta!!!
Mi ha convinto Sad ,un amico Egiziano..
Devo dire che ero un pò perplessa ,avendo io una pelle molto sensibile.
Allergica a profumi e nichel.
Sad mi ha  tranquillizzato spiegandomi che si tratta di una tecnica orientale
senza nessuna controindicazione , usando semplicemente... un filo di cotone!
Mi sono  documentata scoprendo che la tecnica di depilazione filo orientale nasce, appunto, dalla tradizione dell’antico oriente, dove le donne imparano ad utilizzare un semplice filo di cotone molto resistente per la loro depilazione.

Questo filo si mette fra le dita delle mani come una spirale ed una parte dello stesso è legata al collo o stretto tra i denti, di chi depila, per poter far leva ed estirpare i peli in qualsiasi parte del corpo in cui si voglia operare.
Esso ha il potere “magico” di estirpare il pelo dalla radice, portandolo nel tempo ad indebolirsi a tal punto da non farlo più ricrescere.

Il risultato ed il tempo di applicazione, dipendono molto dalla robustezza del pelo e da come è stato trattato in precedenza, cioè se è stato estirpato correttamente o rafforzato da tecniche sbagliate.
Per praticare questa tecnica, occorre molta pazienza, molta abilità manuale e tanta pratica, per riuscire così ad estirpare correttamente il pelo alla radice adattandosi alle varie tipologie di clientela.
La tecnica del Filo Orientale non ha nessun tipo di controindicazione perché rispetta l’estrazione del pelo in modo molto naturale e quindi non crea alcuna irritazione alla pelle evitando l’insorgere di brufoli ed altro.


 grazie Sad!!

Ecco una dimostrazione ma, non spaventatevi, non è doloroso!


CON

QUA SI RIDE.....................CON FRACCHIA E LE "PATTINE CADDE"..BEDDA MATRI!



PER TE SAD!!!



Il 24 aprile del 1998, per la prima volta, il "feto" cantò innanzi al mondo intero. Sublime animazione realizzata con sapienti tecnologie per un video che ha segnato i tempi che furono e i suoni che verranno.



Annamaria... a dopo

giovedì 14 ottobre 2010

FRECCIAROSA: AD OTTOBRE LE DONNE VIAGGIANO GRATIS



Iniziativa a favore delle donne, che prende il nome di ‘Frecciarosa’: con Trenitalia ,per tutto il mese di ottobre ,potremo viaggiare  gratis in treno ad alta velocità  su tratte di media e lunga percorrenza .
Lo scopo dell'offerta, realizzata in collaborazione con il ministero della Pari Opportunità, è sensibilizzare le donne nel mese dedicato al tumore al seno, la neoplasia più diffusa nel genere femminile.


Nello specifico l’iniziativa è composta di due promozioni: la prima, chiamata ‘Promo Famiglia’ offre  la possibilità di viaggiare gratis dal lunedì al venerdì formando gruppi da tre a cinque donne con almeno un bambino. La seconda, che prende il nome di Sabato Rosa, permetterà alle signore di viaggiare gratis se in coppia.

In più sul treno Frecciarossa che collega Roma e Milano sarà presente un team di medici che illustreranno ai passeggeri le tipologie di tumore al seno, le forme di diagnosi e prevenzione. E’ possibile acquistare il biglietto fino al giorno precedente la partenza nelle biglietterie e nelle agenzie di viaggi autorizzate.

L’iniziativa si affianca al programma di prevenzione ‘Nastro Rosa’ organizzato anche quest’anno dalla Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), che prevede la possibilità di eseguire visite specialistiche in ben 360 ambulatori sparsi in tutta Italia.




Annamaria... a dopo

Meteo... e non solo

SI RIDE, SI PIANGE




Michele Santoro, 10 giorni di sospensione per il 

"vaffa..." ad Annozero.

Tra il conduttore di Annozero Michele Santoro e la Rai è un continuo braccio di ferro. Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione sono stati inflitti al giornalista a partire da lunedì 18 ottobre. Sarebbe questo, a quanto si apprende, il contenuto della lettera consegnata ieri a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo delle direzione generale per la puntata d'apertura del suo programma.
In pratica il provvedimento è stato adottato in seguito al  "vaffa...bicchiere" detto da Santoro in diretta aprendo la prima puntata di stagione in polemica con il dg Mauro Masi e con la circolare sul contraddittorio nei programmi. Annozero comunque domani andrà regolarmente in onda.

Pronta la risposta di Santoro
. "La sospensione di 10 giorni per Annozero è un attentato alla Tv sul quale il Consiglio di amministrazione Rai deve pronunciarsi". Lo scrive il conduttore in una lettera inviata al Presidente Paolo Garimberti e ai consiglieri Rai. "Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia, che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa 'punizione esemplare', debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal Direttore Generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti - prosegue - si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E, in questo modo, si spezzano le gambe ad un programma di grandissimo successo, dopo averlo già sottoposto a una partenza ad ostacoli, dopo che ogni settimana deve andare in onda in un clima di tensione, dopo che Vauro e Travaglio sono costretti a fornire gratuitamente le loro prestazioni senza che vengano fornite motivazioni di sorta. Considero tutto questo un vero e proprio attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità".
Dura reazione di Di Pietro: "Masi si dimetta" - L'Italia dei valori parte all'attacco del direttore generale della Rai per la decisione di sospendere Michele Santoro per 10 giorni. "Chiediamo - dice Antonio Di Pietro - le immediate dimissioni di Masi. La sospensione di Santoro e, conseguentemente, di Annozero per 10 giorni è la conferma che l`ordine impartito da palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite scomode è arrivato a destinazione".
"E` una situazione intollerabile non degna di una democrazia - protesta Di Pietro - l`articolo 21 della Costituzione continua ad essere seriamente minacciato e calpestato. Il direttore generale si ricordi che sta facendo il bene del suo padrone e non quello dell`azienda pubblica pagata con il denaro dei contribuenti.
da Annozero il "vaffa.."




e ancora vaffa....


Annamaria... a dopo