lunedì 14 marzo 2011

QUI AD ATENE FACCIAMO COSI'... di - CIPRIANO -

Una lettura inedita per il blog che mi è giunta stamane dall'amico Cipriano.... arrivederci, pardon "arrileggerci presto"

Senza ombrello cercavo riparo da un violento acquazzone
dentro un portone; nell’attesa di poter uscire, aprii il giornale
quotidiano che avevo ancora intatto infilato nel giaccone;
diedi una veloce occhiata alla prima pagina, completamente
dedicata ai recenti avvenimenti del NordAfrica.
Mi accorsi che al mio fianco, anche lui al riparo dalla pioggia,
c’era un ragazzo extracomunitario, di evidente origine magrebina,
che, dopo aver dato uno sguardo furtivo al mio giornale, aveva
avuto una visibile smorfia di indefinita disapprovazione.
Vedendo il suo percepibile interesse all’argomento della prima
pagina, mal m’incolse quando, con mia somma superficialità,
infelicemente ebbi a dirgli :- “Vi state liberando dai dittatori.
Finalmente avrete la democrazia e la libertà” -.
Avessi un attimo riflettuto mi sarei risparmiato la sua sottile,
ironica e pungente risposta, prima che scomparisse sotto la
pioggia: - “ può darsi, ma non mi dire che tu credi di vivere
adesso veramente in democrazia” … -
Riposi il giornale nel giaccone, senza interrogarmi perché
purtroppo già conoscevo la risposta; io so, come anche molti di
voi, di questa nostra Italia ormai languidamente abbandonata
nell’oblio, nella più incosciente e gioiosa rassegnazione, che
pensa di festeggiare i cento50 anni di unità, crede di essere
padrona del proprio destino, ritrovarsi invece ad avere testa
e collo infilata nella sabbia; ha paura di avere la certezza del
divario enorme tra ricchi sempre più ricchi, e tanta gente che
diventa sempre più povera, di una parte d’Italia sempre più
lontana dall’altra.
Schiavi di una classe politica che ti fa credere libero, ma che
paga la tua dignità con una misera raccomandazione, una futile
promessa, una elemosina, una pensione da fame, l’illusione di
una realtà che non esiste, una garanzia più vana di una bottiglia
affidata all’oceano. Ti fa credere di essere libero di fare quello
che in fondo, altri, decidono che tu debba fare, sapendo che poi
se vuoi rivolgerti alla Legge, essa non è uguale per tutti …
Vorrei regalare a quelli che credono di vivere in un paese
veramente libero, una bellissima pagina di democrazia scritta
circa 2500 anni fa da Pericle, l’uomo che la realizzò pienamente
in Atene e le diede poi una realtà storica. Non a caso il termine
stesso di democrazia comparve per la prima volta nell’età che
da Pericle prese il nome.
Se tutto ciò che gli Ateniesi facevano ben 2500 anni fa, lo
facciamo anche noi …Allora possiamo dire che viviamo in
democrazia, e che il sottoscritto ha sbagliato tutto, essendo
pronto a chiedere scusa. In caso contrario …
Mi affido alla Vostra intelligenza …


Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per
questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza
di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto
di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non
costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana;
noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai
il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo
suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un
cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende
alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei
pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che
dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato
anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono
nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che
è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo
innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di
dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado
di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un
ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità
sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che
ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la
fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione
ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e
noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.”

Cipriano

Ciprià, aggiungo il video interpretato da Paolo Rossi

1 commento:

  1. Ho letto prima il Discorso agli ateniesi, Cipriano, e dopo le tue valutazioni sul presente. La famosa età di Pericle somiglia poco alla nostra, è vero. Rimane il che fare. Sembra che tutti lo sappiano adattandosi alla bisogna ed in fondo non facendo nulla.

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