giovedì 5 agosto 2010

CORSO DI ITALIANO - Docente ENZO..(corso quasi serio -"lezione 7")


Lesione n°7                                                                            


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             enzo

 
              


L’IMPORTANZA DEGLI ACCENTI

Qualunque parola noi pronunciamo, la voce poggia su una vocale.
Questa vocale su cui posa la voce può stare in fondo al vocabolo, cioè nell’ultima sillaba (libertà, virtù, beltà, signorilità, ecc. ); può essere nella penultima sillaba, come nella maggior parte dei vocaboli italiani (es. cammello, fiore, cattivo, cavallo, sugo, ecc.); oppure nella terzultima (anima, obolo, ottimo, stupido); o anche più indietro (ciò avviene raramente), nella quartultima sillaba, come nelle parole celebrano, dubitano, occupano, significano.

Quindi, si definiscono:

tronchi quei vocaboli che hanno l’accento sull’ultima sillaba

piani quei vocaboli che hanno l’accento sulla penultima sillaba

sdruccioli quei vocaboli che hanno l’accento sulla terzultima sillaba

bisdruccioli quei vocaboli che hanno l’accento sulla quartultima sillaba

Attenzione però.
Quando due monosillabi si scrivono allo stesso modo ma hanno significati differenti l’accento va messo.

Diamo un elenco di monosillabi distinguendo quando l’accento si deve e quando invece NON si deve assolutamente mettere.

N.B. In proposito si leggono molti strafalcioni in giro, e non parliamo delle chat.

SENZA ACCENTO CON ACCENTO

da (preposizione): dà (voce del verbo dare):
Vengo da casa. Nessuno mi dà retta.

di (preposizione): dì (nome: giorno):
Città di Roma. Attesi tutto il dì.

la (articolo): là (avverbio di luogo):
Aprimmo la finestra. Aspettami là.


li (pronome): lì (avverbio di luogo):
Invano li aspettai. Giaceva lì sul tappeto.


te (pronome): tè (nome: bevanda)
Aspettavamo solo te. La padrona offrì il tè.

si (pronome): sì (avverbio di affermazione):
il poveretto si uccise. I ragazzi risposero sì

ne (pronome): né (negazione):
Ne vennero alcuni Né uomini né donne.

che (pronome o congiunzione): ché (congiunzione: perché):
Can che abbaia non morde. Si sedette, ché era stanco.
So che non puoi venire. Pallida, ché era malata.

e (congiunzione): è (voce del verbo essere):
Guardie e ladri. Il padrone è assente.

se (congiunzione): sé (pronome):
Non so se verrò. Faceva tutto da sé.


CHIARO? Credo di sì (notate l’accento) !

RICORDATE ANCHE CHE … qui e qua NON vogliono l’accento!

Restiamo ancora nel campo degli accenti: ce ne sono tre tipi: accento acuto, accento grave e accento circonflesso.

ACCENTO ACUTO: accento che indica la pronuncia chiusa della vocale accentata. Tale accento volta a destra.
Es. perché, né, sé.

ACCENTO GRAVE: accento che indica la pronuncia aperta della vocale accentata. Tale accento volta a sinistra.
Es.: accètta.

ACCENTO CIRCONFLESSO (^): questo accento è quasi disusato… oh, pardon… non si usa (quasi) più. Esso si usa talvolta per segnalare una contrazione di lettere, particolarmente in poesia.

Fine lezione n° 7

Enzo 



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