Cari amici, ecco una simpatica ma seria riflessione del nostro amico Cipriano :
Ha parlato il ministro Tremonti. Ha detto una cosa buona oltre che scontata, ed è successo un mezzo putiferio.
Sto parlando dell’esternazione sulla necessità che ogni “Povero Cristo”possa tirare avanti con uno stipendio sicuro. Evidentemente, al di là della concreta possibilità che tutti possano avere questa opportunità, continuano a esserci ancora individui, soprattutto ad alto livello, che sadicamente sono convinti che il precario da spremere sia il toccasana per l’economia e lo sviluppo, lo schiavo da ricattare affinché possa supinamente sottostare a tutte le necessità che il padroncino di turno gli pone, tanto al minimo diniego o presa di coscienza, c’è il famoso: ” Se non ti conviene quella è la porta, per uno che se ne và ci sono cento morti di fame pronti a venire … ” Ma la cosa più squallida, perché subdola, è l’aver creato ad arte un malevole clima , odio sociale e mezza guerra civile tra i lavoratori più o meno pubblici a posto fisso, e tutta quella schiera di privati appesi a un filo. Ai primi si additano tutte le nefandezze possibili ed immaginabili (Sia ben chiaro il “fannullone” deve essere colpito e sanzionato), ma ai poveri precari vorrei sommessamente porgere una sincera considerazione, pregandoli di riflettere onestamente sul fatto che se sono sfruttati, se sono mal pagati, se subiscono vessazioni e ricatti, e se alfine vengono licenziati e messi alla porta con un calcio alle terga … La colpa non è di quelli a cui la vita ha riservato una sorte un poco meno amara … Ma di chi permette che ci sia lo sfruttamento senza regole, il lavoro nero come ricatto e sola alternativa alla fame.
Io credo (scusatemi se penso)…Se in una famiglia ci fosse uno con la febbre alta ed uno senza febbre, onestà vorrebbe che si curasse nel migliore dei modi possibili il malato, non invece invocare la parità facendo ammalare anche il sano …Ma questo tipo di conflittualità sociale è purtroppo propedeutica a determinati interessi, e non hanno nessuna volontà di migliorarla, anzi tutto da perdere ad un cambiamento più equo del mondo del lavoro.
Siamo arrivati qui con l’aiuto di sofisticate tecnologie, non dobbiamo più arare a mano, trebbiare chini, sollevare esausti, trasportare sfiniti, ma abbiamo macchine e computer che fanno la maggior parte del lavoro per noi …Ebbene! tutto questo sembra non bastare mai.
Intanto chi lavora da il tempo della sua vita in cambio solo di una piccola parte, contro una grande che va ad arricchire altri; …Ad alzarci all’alba, a lavorare fino a 98 anni per poter chiudere serenamente gli occhi senza il minimo rimorso di essere un peso ai bilanci statali.
l’essere umano non è più importante come materia vivente e pensante, bisognevole quotidianamente di ciò che è necessario per nutrire il corpo e la mente, ma solo un mezzo per creare denaro, denaro e basta , in un circuito, dove talvolta la macchina è meno sfruttata dell’uomo ed il benessere ti passa solo davanti …Forse la colpa e’ solo di nonna Teresa …Quando eravamo piccoli ci ossessionava dalla mattina alla sera: ”Studia, studia bello di nonna, poi ti diplomi e fai il concorso nelle Poste o al Comune come ragioniere. Così hai un bel posto fisso, ti puoi sposare e fare una famiglia.”
Nonna Teresa accidenti a te che Dio ti abbia in Gloria, hai visto che casino hai fatto con questo posto fisso? …
(CIPRIANO)
Cipriano, sfogati, molte cose che dici sono giuste. Solo che non siamo riusciti a creare nel mondo modelli di società "giusti". Tutte le società possibili si basano sullo sfruttamento di qualcosa e di qualcuno. E non possiamo cambiarle per via di bacchette magiche. Ci vogliono i numeri per cambiare le cose che non vanno. Ed i numeri soli non bastano. Ci vogliono anche idee chiare sui cambiamenti da proporre e realizzare. E poi c'è la concorrenza internazionale. Ci sono le alleanze di cui ogni paese fa parte (ed è bene che faccia parte perché in caso contrario sarebbe isolato e quindi dannato a soccombere). Ci sono quelle che gli economisti chiamano compatibilità e che in parole povere vogliono dire che se si tocca un punto di un sistema economico e sociale bisogna apportare un cambiamento di segno opposto ad altro punto o punti per realizzare l'equilibrio. Insomma possiamo esprimere dissensi,, lamentarci, gridare per farci sentire ma alla fine dobbiamo rimettere il tutto nelle mani dei politici che ci rappresentano e che speriamo siano competenti. Coscienti come dobbiamo essere, d'altra parte, che non ci sono alternative serie alla democrazia, che sarà manchevole in tante parti ma è sempre il sistema migliore. Cipriano, in conclusione, che devo dirti? Sono con te sul piano emozionale, ma non saprei che cosa fare. Forse, in definitiva, dobbiamo accontentarci di quello che la vita ci dà coscienti del fatto che ci sono moltissime persone che stanno peggio di noi.
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