Una donna anziana più o         meno di settant’ anni, bassa, magrissima; occhiali da         vista con filtri a fondo di bicchiere, capelli biondi ben         ordinati e borsetta alla spalla destra. Stava tranquillamente in         piedi da alcuni minuti aspettando sua figlia che era andata a         cercare un punto sosta per l’auto. 
     
           Nell’insieme non vi era         nulla di anomalo che potesse attirare attenzione, né         l’abbigliamento né altra cosa, ma le sue palpebre         mi impressionarono. Mai viste, erano carnose come  labbra:         il bordo presentava uno spessore di tre o quattro millimetri ed         erano prominenti, scendevano sugli occhi  grandi e         sporgenti quasi uscissero dall’orbita. Mi azzardai con         discrezione per osservare meglio, mi spostai in posizione da         poter vedere tra la montatura degli occhiali e l’occhio         per sincerarmi dell’effettiva dimensione. E così         era in effetti, ma io pensavo; forse la sproporzione è         falsata dalle lenti. Non credevo fosse vero.  Sembrava come         se quelle palpebre, un chirurgo le avesse asportate da una         persona di enorme statura e trapiantate su quella donna         piccoletta. Ma non era questione di trapianto erano: occhi         esoftalmici, lo scoprii involontariamente dopo qualche settimana         in un volumetto di fisionomia: I VOLTI di “Cécile         de Sagne” capitato per caso fra le mani in quanto         regalatomi da un amico. 
Buftalmo
aumento abnorme del tono oculare spesso in seguito a glaucoma infantile o congenito. Il bulbo diventa estremamente grande ed esoftalmico simile, appunto, ad un occhio di bue.PINO

 
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Ebbene, Pino, non possono piacere anche le palpebre grosse? E la tua curiosità non può diventare attrazione? Un abbraccio.
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