sabato 18 settembre 2010

L’Aquila (19 giugno 2010) - Di PINO -

 pubblicato il 28-06-2010

Una riflessione poetica , come è nel suo stile, del nostro amico e collaboratore Pino dopo un suo recente viaggio a L'Aquila

Ciao Anna Maria,

approfitto di inviare questa recente poesia ispirata nel visitare il centro de L'Aquila.

È impressionante averlo visto in pieno giorno totalmente inattivo, senza un minimo rumore come abbandonato.

Un salutone grande a te e a tutti gli amici del "Nostro Blog"

Pino



L’Aquila

 (19 giugno 2010)

* * *

Ripercorri sotto un cielo autunnale

il corso Umberto

ora libero ai pedoni, ma deserto.

Non vi è più il brusio della gente

che passeggiava a gruppi, né

i chioschi edicola sotto gli archi

degli imponenti portici. Sono scomparsi.

Tutto è precluso, colonne fasciate

archi barricati dove un tempo

negozi scintillanti attiravano clienti

per i lussuosi valori esposti in vetrina.

Ora tutti quei locali di pregio son chiusi

non più da faretti illuminati

ma vuoti di tutto e pieni di buio

mostrano serrande deformate.


Strati di polvere sui vetri opacizzati

e calcinacci cosparsi ancora a terra

tutto questo conferma il passaggio

di un sonno insidioso in quella notte

che addormentò l’anima di questo luogo.

Si risveglierà, quando chi può dirlo?

Resta solo la sensibilità, l’onesta iniziativa, poi

costanza e tempo potranno ridare

per quanto possibile; recupero identificativo

e nuovo sorriso all’imminente generazione

di questa ultramillenaria città

amata dalla sua gente e patrimonio dell’ umanità.

 
 
 PINO

3 commenti:

  1. Sì, Pino, è impressionante. Ma risorgerà: l'operosa, tenace gente d'Abruzzo farà il miracolo. Ci vorrà del tempo ma risorgerà. E grazie a te che ce l'hai ricordata.

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  2. Ho conosciuto L'Aquila quando animata come la descrivi trasmetteva un senso di gioia e di allegria. Conosco molti abruzzesi che del loro carattere testardo faranno lo strumento principale della ripresa. Torneremo , lo spero tanto, a percorrere le vie e le piazze,tra i palazzi e i monumenti che, per ora in macerie, riusciranno, anche modificati, a farci respirare nuovamente la frizzante aria abruzzese. maria.sa

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  3. ho conosciuto l'Aquila nel suo splendore e quest'anno sono ripassato e percorrendo quelle strade non mi sembrava di stare nello stesso posto di qualche anno prima, una città distrutta ,senza più vita ma nonostante tutto ho voluto comunque fermarmi al bar del corso per prendermi un gelato e chiudendo gli occhi rivedere la città di prima... ci vorrà molto tempo, tanta fatica e soprattutto tanti soldi, ma voi aquilani dovete fare l'impossibile per riprendervi la splendida città che quella notte vi è stata rubata.
    Un abbraccio forte da un napoletano che ama la vostra regione e che si sente più abruzzese che campano.
    Luca

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