giovedì 16 settembre 2010

IL CASO SAKYNEH

  Appello dei figli di Sakyneh , Sajjad e Sahided



Non abbandonateci! Non lasciateci qui soli. Vi supplichiamo».


«Aiutateci! Ci sentiamo soli e, tranne il nostro coraggioso avvocato Javid Hutan Kian, all'interno della Repubblica islamica siamo completamente abbandonati». È questo il disperato appello lanciato in una lettera aperta da Sajjad e Sahideh Ghaderzadeh, i due figli di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana che rischia la lapidazione per adulterio. La lettera è stata inviata dall'avvocato della famiglia, Hutan Kian, all'Adnkronos.
 All'appello ha risposto il ministero degli Esteri italiano, il quale «continua a seguire con attenzione il caso di Sakineh. Abbiamo apprezzato la sospensione della sentenza decisa dalle autorità iraniane», hanno detto fonti della Farnesina. «Ci auguriamo che attraverso la diplomazia e la mobilitazione internazionale si possa giungere a un annullamento della condanna a morte».
 Nella lettera aperta i figli denunciano di aver subito delle minacce. «Gli agenti dell'intelligence, quando hanno fatto irruzione nell'ufficio del nostro legale - si legge - ci hanno minacciati, dicendoci chiaramente che, anche se un giorno dovessimo riuscire a salvare la vita di nostra madre, non avremmo comunque mai pace. Loro ci renderanno la vita insopportabile. Gli agenti hanno poi detto che l'opinione pubblica mondiale adesso è attenta alla vita di nostra madre, ma che, una volta calata l'attenzione, non ci sarà più interesse per questa vicenda e allora la nostra vita sarà rovinata».
 Sajjad e Sahideh Ghaderzadeh si rivolgono quindi alla madre: «Siamo stanchi e non riusciamo più a sopportare la tua lontananza, ci manchi. Vorremmo tanto riabbracciarti e sentire il tuo profumo. Soltanto così avremmo un po' di pace e tranquillità. Siamo stufi di sentire tutte queste menzogne e ingiuste accuse nei tuoi confronti. Tutto questo ci ha fatto soffrire troppo e abbiamo pianto pensando a te e al tuo destino. Sì madre! Abbiamo pianto così tanto che non abbiamo più lacrime da versare. Siamo distrutti per il tuo dolore. Non siamo più in grado di reggere questa situazione e abbiamo bisogno di te. Vogliamo piangere con te. Vogliamo riprendere a vivere con te».

Sajjad e Sahideh concludono la lettera lanciando un ulteriore appello alla comunità internazionale: «La nostra unica speranza, oltre al nostro avvocato, siete voi in tutto il mondo. Le vostre pressioni esercitate tramite i media internazionali e la vostra vicinanza sono molto preziose per noi e vi supplichiamo di continuare a sostenerci. Non abbandonateci! Non lasciateci qui soli. Vi supplichiamo». (fonte: Adnkronos)


Annamaria... a dopo

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