venerdì 13 novembre 2009

LA MAGISTRATURA CHE LAVORA... - dal Signorlasca -

Come ben sapete sul blog do spazio a tutti gli amici.
Il Signorlasca mi chiede di pubblicare quanto andrete a leggere.
Non lo manda nessuno (nemmeno Picone), e se si rivolge al blog
è perchè vuole confrontarsi con chi non la pensa esattamente come lui
Chiunque di voi voglia aprire un dibattito , sarò ben lieta di pubblicare
i vostri commenti.

 

Pm Antonio Ingroia al Convegno di Napoli
Trascrivo qui l'intervento di Antonio Ingroia al Convegno su morale e etica nelle Istituzioni, che si è svolto a Napoli qualche giorno fa.
A seguito dell'editoriale del direttore del TG1 Minzolini che ha accusato il pm antimafia A.Ingroia di difendere la legalità e quindi sovvertire la Costituzione:

Io credo che siamo in una situazione di emergenza. Emergenza vera, effettiva, non le emergenze fittizie, create ad hoc per deviare l'attenzione dell'opinione pubblica. Non l'emergenza immigrazione, non l'emergenza magistratura, non l'emergenza intercettazioni.
Noi in Italia abbiamo un'emergenza democratica. E l'emergenza democratica che abbiamo nel nostro Paese nasce da una situazione attuale, contingente, che ha a che fare con l'attacco sistematico che si avvia verso una sorta di, passatemi il termine che riconosco un po' enfatico, soluzione finale - ma questa sensazione mi dà quel che sta accadendo negli ultimi mesi – sui due punti che poi sono cruciali, rimasti in qualche modo a presidio, che sono costituiti dagli unici presidi di controllo rimasti in piedi: la magistratura e la libera informazione.
Su questi snodi, in modo lucido e sistematico, si muovono le iniziative legislative attuali e all'orizzonte: quella sulle intercettazioni, ad esempio, ne costituisce soltanto l'ultimo anello. Non se ne è parlato per mesi, ma è stato messo nuovamente all'ordine del giorno presto al Senato perché venga rapidamente approvata la legge, così com'era stata approvata alla Camera.
Ma quel che sta accadendo in Italia, che è accaduto negli ultimi dieci anni – ripeto, è una mia opinione ma credo assistita da una serie di fatti – e che rende non enfatica, anzi direi quasi un eufemismo l'espressione che ho usato prima di emergenza democratica, è che noi non ci troviamo soltanto di fronte a una sistematica demolizione dei pilastri dello Stato di Diritto. Noi ci troviamo di fronte a una sistematica demolizione dello Stato.
Quello che è accaduto negli ultimi anni è una progressiva e radicale rimodulazione del modello istituzionale nel quale la differenza tra quella che in Italia chiamiamo la cosiddetta Prima e Seconda Repubblica, è che nella Prima Repubblica c'era una politica che svolgeva un ruolo di mediazione, talvolta inquinata da interessi privati e talvolta inquinata anche da interessi criminali, ruolo di mediazione svolto dalla politica che nella Seconda Repubblica semplicemente non esiste più.
Il problema, il modo col quale noi talvolta approcciamo il tema politica contro giustizia, guerra tra politica e giustizia... questo è un luogo comune facile ed è inutile smontarlo, ma noi abbiamo detto spesso nel passato che è errata l'immagine dello scontro tra politica e giustizia perché c'era una sola parte che picchiava contro l'altra, cioè la politica contro la giustizia.
Ma io direi un'altra cosa: noi, invece, non abbiamo avuto un assedio della politica contro la giustizia, abbiamo semplicemente perso la politica, perché le istituzioni e la politica sono state occupate dagli interessi privati, quindi è il privato che ha sostituito il pubblico.
La differenza, quindi, tra la Prima Repubblica e la Seconda è che è saltato qualsiasi ruolo di mediazione che, prima, la politica svolgeva nella cosiddetta Prima Repubblica.
Questo è quello che mi allarma, e mi preoccupa. In realtà quel che accade in Italia - secondo la mia valutazione ovviamente dal punto di vista di cittadino e non da magistrato che poi fa indagini e sostiene l'accusa nei processi: lì vale la prova e non le considerazioni –, come ci ricordavano uomini come Falcone e Borsellino, la lotta alla mafia non la puoi fare soltanto dentro i palazzi di giustizia, con le indagini e i processi: quelli si fanno con le prove, se ci sono e se non ci sono non fai ne l'uno ne l'altro. Ma per affrontare la mafia, che non è soltanto un'organizzazione criminale ma un sistema di potere criminale, la magistratura da sola non può vincere questo scontro. Occorre un movimenti ampio, di opinione, nella società. Ed è quello che Paolo Borsellino diceva con una frase che se dicessimo oggi saremmo accusati di essere politicamente schierati, che il nodo – diceva Borsellino – per la lotta alla mafia è essenzialmente politico, perché prima di una magistratura antimafia occorre una politica antimafia.


Signorlasca

2 commenti:

  1. Interessante per capire come, tirando le somme, la magistratura sia uno dei poteri forti della Repubblica, con il quale sarà impossibile fare i conti. Io la penso così.
    Basta dare uno sguardo spassionato a quanto dice il giudice, uscendo ovviamente dal suo seminato. Di tutto e di più. Lo lasciamo alla sua onnipotenza? Non è possibile perchè ha gli alleati esterni in tutti i campi.
    Io sono pessimista sul futuro delle istituzioni italiane. Qualsiasi proposta di cambiamento, di revisione, sarà sempre tacciata di attentato alla Costituzione.
    La quale, peraltro, dovrebbe essere cambiata ma, con questo clima, guai a toccarla.
    Sono le cose italiane. Abbiamo distrutto la prima Repubblica, distruggeremo anche la seconda. E nella terza avremo dei giudici sempre al comando.
    Che Dio ce la mandi buona.

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  2. Una parola per Eldyna. Il signorlasca non vuole confrontarsi. Spande soltanto per ogni dove la sua verità. Una volta stanato lo si può bollare dicendogli: Amico mio stai facendo propaganda. Non dovresti ma nessuno può impedirtelo.

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