giovedì 14 novembre 2013

IL TEMPO DEGLI DEI








LUI: Siamo qui soli, in mezzo a questo prato.

LEI: Tutto per noi.

LUI: Porta una mano qui…lo senti?

LEI: Eh, come batte forte.

LUI: Ti ho abbracciata e sollevata Come sei bella, piccola!
    Sediamoci su questa panchina.

LEI: Così?

LUI: No, sulle mie ginocchia!

LEI: Eccomi, ma ti stancherai…sono pesante.

LUI: Ti terrei così in eterno. (Lui le guarda la fronte e poi si sofferma nelle sue pupille).

LEI: (lei resta in silenzio)

LUI: (le prende la testa fra le mani) Dammi il labbro superiore!

LEI: Oh…è tuo!

LUI: …quello inferiore.

LEI: …è tutto tuo.

LUI: La voglio…dammela!
(le loro lingue dardeggiano con avidità)

LEI: Oh, non mi lasci respirare. 

LUI: Dai, distendiamoci sull’erba…

LEI: …così guardiamo in alto su nel cielo.

LUI: Quando ti bacio…sono  tutto un caos…un vortice.

LEI: A me viene come un giramento di testa…anche a me è un caos.

LUI: Guarda lassù in cielo…ora è il tramonto…il sole sta calando. Ma quando il sole non era ancora nato, secondo la mitologia, era il Caos…

LEI: …sarebbe?

LUI: Nelle antiche cosmologie, c’era il “Caos”, un vuoto originario preesistente alla creazione del “Cosmo”. Poi nella immaginazione collettiva nacque la prima divinità, Gea, cioè la Terra, questa Gea, da sola partorì Urano (il Cielo), quello che tu stai guardando. Gea, si unì a Urano generando I Titani, i Ciclopi, e gli Ecatonchiri, secondo la mitologia erano esseri giganteschi.

LEI: Uh sembra una lezione di mitologia greca. Dimmi, Amore!

LUI: Urano, il più giovane dei Titani, sai cosa faceva?

LEI: No, acculturami!

LUI: Occultava, nascondeva i suoi figli man mano che nascevano, nelle viscere della terra…

LEI: …sanguinario e  disumano…!

LUI: Crono, figlio di Gea e Urano, doma il padre, lo mutila del fallo e lo getta nelle acque del mare…e dalla schiuma del mare nacque…
LEI: …nacque…ce l’ho sulla punta della lingua…

LUI: Afrodite…,

LEI: …Afrodite ecco!

LUI: il nome significa “colei che venne dalla schiuma”.

LEI: …dea dell’amore!



LUI: Non solo…anche della bellezza, della sessualità, della lussuria e simboleggia anche l’istinto. Non era una campionessa di fedeltà: fra Dei e uomini si è “lasciata andare” con parecchi di loro
    Il più amato di tutti fu Adone, figlio di Zeus; per lui persero la testa sia Afrodite che Persefone. Per questo Adone fu destinato da Zeus a vivere sei mesi tra i vivi con Afrodite e sei mesi con Persefone tra i morti.

LEI: Questa Afrodite, dea dell’amore, non rispecchia il dovere di fedeltà…ne ha fatte di corna, gioia mia. Della sessualità mi sta bene, ma non della lussuria che non fa parte dell’amore.

LUI. Te ed io facciamo l’amore e non i lussuriosi.

LEI: Toglimi tutto…ti voglio…oh come ti voglio…prendimi, Tesoro, prendimi…prend….voglio…l’am……entra…sono tua…

LUI: Ehi, gioia…cara…tesoruccia…mi stavi tradendo…sveglia…!

LEI: Stavo sognando, Eri tu, bambolotto…quel prato…un prato immenso…mi avevi tolto ogni  indumento…nuda…e stavi per “prendermi”…fallo ora…voglio proseguire il sogno…

LUI: Lasciami entrare nel tuo sogno…

LEI: …e tu entra “dolcemente”  nella “mia realtà”.

LUI proseguì il sogno di Lei,  invadendo il santuario della sua intimità. E Lei in preda agli spasimi gemette preda dell’amore
Il sole del mattino poggiò i suoi tiepidi raggi sul viso di Lei, adagiato sul petto di Lui.  Aprì gli occhi, battè più volte le palpebre e bofonchiò: “Oh, Afrodite Afrodite, ‘vieneme nzuonno’,  fa che di questi sogni ne possa vivere tanti altri.”

ENZO

2 commenti:

  1. Erotismo allo stato puro, grande Enzo. Ti abbraccio.

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  2. ravo Romantico istruttivo emozionante.. Può risvegliar in tutti momenti realmente vissuti Annamaria2

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