mercoledì 20 ottobre 2010

NON AUTOSUFFICIENZA, UN BIVIO DIFFICILE


 Servono sempre più cure, ma ci sono sempre meno risorse

 
La sfida va affrontata adesso, perché non c’è più tempo per aspettare. Il 2025 “sembra” lontano, ma probabilmente arriverà prestissimo, e si porterà dietro 2 milioni di anziani in più rispetto ad oggi. Il tasso di “non-autosufficienza” della popolazione aumenterà del 53%, perché i consumi sanitari di un settantenne sono il doppio di quelli di un quarantenne, e quelli di un novantenne sono tre volte tanto. I costi si alzano esponenzialmente, tutti i Governi del mondo devono farvi fronte: l’Inghilterra, ad esempio, ha due terzi dei medici convinti che lo Stato non possa garantire gratuitamente tutte le cure e che alcune categorie di pazienti dovrebbero pagare. L’ex primo ministro Gordon Brown, a suo tempo, aveva caldeggiato l’introduzione di un “National Care Service” per fornire assistenza socio-sanitaria a tutti gli anziani fragili, mentre l’attuale governo Cameron prenderà un’altra direzione, quella degli incentivi fiscali ai privati e del volontariato.
C’è però anche chi, come Francia, Germania, Austria e Olanda, ha già improntato schemi pubblici a sostegno “totale” della non-autosufficienza da molti anni. E l’Italia? Insieme alla Germania, il Belpaese è quello che registrerà nei prossimi decenni l’invecchiamento più rapido e marcato. Gli italiani sono i più ansiosi all’idea di perdere l’autosufficienza, ma contemporaneamente i più scettici nei confronti di qualsiasi riforma: il 52% (sondaggio Eurobarometro) è contrario all’idea di posticipare il pensionamento, mentre l’eventuale introduzione di un sistema assicurativo ad hoc incontrerebbe i favori di una maggioranza risicatissima. Il problema è che la stragrande maggioranza degli italiani è ferma alle soluzioni “familistiche”, imperniate sulle solidarietà filiali e coniugali (e ovviamente sulle badanti, una “moda” ormai generalizzata). Dura, però, che questa soluzione possa reggere ancora per molto contro l’avanzare della demografia: serve quindi uno sforzo comune, anche finanziario, non solo da parte dello Stato ma anche dei vari attori protagonisti, ovvero aziende, fondi integrativi, assicurazioni private, fondazioni, regioni ed enti locali. Altrimenti l’Italia sarà sopraffatta dall’invecchiamento progressivo, e si troverà di fronte a problemi etici e politici, sul piano dei rapporti inter-generazionale, molto difficili da gestire.

Di questo e molto altro si parlerà nella II edizione del Forum sulla non Autosufficienza Bologna, Centro Congressi Savoia Hotel  3 - 4 novembre 2010.

Annamaria... a dopo

1 commento:

  1. Situazione terribile, da affrontare in tutta la sua difficoltà.

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