martedì 19 ottobre 2010

Le notizie segnalate da CATERINA


Antigua, ascolti record per Report
Romani: "Trasmissione odiosa"

 Boom di ascolti per il programma di RaiTre Report, in onda ieri sera dopo le polemiche sul servizio dedicato agli investimenti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell'isola caraibica di Antigua 1. La trasmissione di Milena Gabanelli, ieri alla prima puntata della nuova stagione, ha raccolto davanti alla tv quasi 5 milioni di spettatori con il 18,70% di share. Un successo che testimonia l'interesse che ruota intorno alla vicenda che chiama in causa il ruolo del premier. E che provoca l'ira dei suoi fedelissimi . Come il neoministro dello Sviluppo, Paolo Romani, che parla di "puntata odiosa" e di "eccesso di antiberlusconismo". E al quale, però, replica il presidente della Rai, Paolo Garimberti, secondo il quale "politicamente ognuno può esprimere le proprie opinioni, ma giornalisticamente non vedo fondati motivi di polemica".

Romani: "Puntata odiosa". Furiosa la reazione di Romani: "Non so se Report dovesse andare in onda - ha detto a margine di un incontro alla Provincia di Milano sulla ripresa economica - ho visto la puntata e l'ho trovata odiosa. Si facevano delle supposizioni non basate su fatti rispetto alle proprietà del presidente del Consiglio, facendo riferimenti, accostamenti che non ho assolutamente condiviso. Non mi è piaciuto come programma giornalistico".

"Report ha fatto programmi importanti, io stesso ho avuto uno scontro durissimo con loro, ma ho dato atto al programma di aver fatto buona informazione. Ieri a mio avviso hanno sbagliato in un eccesso di antiberlusconismo e hanno fatto un prodotto giornalisticamente inefficace", ha aggiunto il ministro.

L'Idv: "Berlusconi riferisca alla Camera". Il "caso Antigua" arriva in Parlamento con un'interpellanza a firma del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e di tutto il gruppo Idv di Montecitorio: "Berlusconi venga in Aula alla Camera e spieghi al paese e al Parlamento in diretta televisiva la sua posizione sugli investimenti immobiliari nell'isola di Antigua. Chi ricopre certi incarichi pubblici ha il dovere morale e politico di agire con il massimo della trasparenza e nell'alveo della legalità".

Le critiche del Pd. Polemico anche il Pd, con  Massimo D'Alema che afferma: "Berlusconi controlla diverse società off shore ed investe in paradisi fiscali. In un Paese normale il presidente del Consiglio si dimetterebbe. Noi abbiamo un'anomalia e spero che siano sempre di meno gli italiani che la accettano. Sarebbe bene che Berlusconi se ne andasse". E con il vicepresidente dei senatori Luigi Zanda: "Chi ricopre quella carica (il presidente del Consiglio, ndr) non può permettersi di acquistare, per più di venti milioni di euro, terreni e ville ad Antigua senza rendere noti nel dettaglio i termini dell'acquisto. La posizione del premier è troppo delicata per lasciare ombre e dubbi su transazioni economiche tanto rilevanti che, per giunta, vedono coinvolte scatole cinesi, società off shore di proprietari sinora ignoti e una banca, l'elvetica Arner, su cui la Banca d'Italia ha avviato ispezioni e messo addirittura in luce delle 'gravi e diffuse irregolarità' in materia di normativa antiriciclaggio".

Casini: "I media non subiscano censure". Non è necessario da parte del premier riferire in Parlamento ma è importante che i media non subiscano censure. E' quanto sostiene il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che sull'opportunità di parlare alle Camere su questi temi specifici dice: "Non l'ho mai chiesto per Fini e non lo chiedo per Berlusconi". "Però - aggiunge - ritengo che sia importante che la libera stampa e la libera televisione non subiscano censure. Non l'ha subita la stampa nel caso di Fini e non vedo perché la dovrebbe subire la televisione nel caso di Berlusconi. Report rappresenta un'informazione giornalistica che io apprezzo in generale. La Gabanelli è molto sgradevole a volte per noi uomini politici ma forse ascoltarla non ci fa male. L'uomo politico è deputato ad essere controllato".

Zavoli "allarmato". Troppo "motivi di discussione e di allarme" sulla Rai, anzi c'è un "infittirsi" di queste situazioni "all'interno e all'esterno" del servizio pubblico. Di qui la convocazione per domani alle 13 da parte del presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, di un incontro dell'Ufficio di presidenza della stessa commissione parlamentare.

 Un commento di Giampiero Mughini

 

"Ora attaccano la brava Gabanelli"

 

Immaginiamo un Paese normale, e per quanto assurda e difficile possa apparire l’ipotesi stessa che esista ai nostri giorni un Paese normale. In un Paese normale una figura pubblica di gran rilievo (un capo del governo, un ministro, personaggi così) devono apparire specchiate sul piano del comportamento privato. E quando dico specchiate lo dico da non bigotto, da uno che sa come l’uomo sia fatto di carne. Epperò se si tratta di grossi investimenti all’estero, dell’acquisto di una anzi di due villone in un’isola che è notoria e famigerata come un paradiso fiscale dei più protetti al mondo, allora le cose non sono così veniali. Meno che mai appaiono veniali se a essere dubbia è la titolarità dell’intera area su cui sorgono quelle ville e tantissime altre, ossia la titolarità della società off-shore che possiede l’area. Se quella società appartenesse a un italiano o a suoi rappresentanti, ne discenderebbe un’evasione fiscale cospicua ai danni dell’erario. Tutto qui, non una virgola di più, non una virgola di meno.
Tutto qui il lavoro meritorio di Milena Gabanelli nella puntata di “Report” di domenica scorsa, una puntata cui siamo rimasti appiccicati il 18 per cento di quanti stavano guardando la televisione in quel momento. Dire che la Gabanelli e i suoi giornalisti investigativi sono bravissimi, è dire niente. Per tre ore di televisione non c’è stato accanimento né petulanza sul tema centrale della puntata, che era quello dell’incredibile potere condensato nelle mani di poche persone (tutti amici degli amici) i quali nei campi più svariati di cariche ne hanno a decine, nemmeno fossero dei Rambo dell’azione dell’esecuzione. Né c’è stata petulanza della Gabanelli e del suo staff sul segmento della puntata che riguardava direttamente Silvio Berlusconi, perché è lui quello che ha comprato le villone nel paradiso fiscale. E del resto era stata sua una recente e felice battuta in cui diceva, nel rispondere all’opposizione che schiamazza a invitarlo di tornarsene “a casa”, che non sapeva dove andare perché di case di proprietà ne ha venti. Beato lui e, naturalmente, del tutto legittimo.
Solo che in un Paese normale il proprietario di così tante case deve spiegare ogni volta come e da chi le ha comprate, e se ha assolto tutti gli innumerevoli e pesantissimi oneri fiscali, gli stessi che gravano sui poveretti che comprano un bivano con servizi. Gabanelli indice le villone di Antigua come una proprietà che è stata acquisita in modo “opaco”? Ebbene Berlusconi, o meglio il suo legale adducano le carte che dimostrano che tutto è stato fatto in regola, magari risparmiando qua e là fiscalmente come avrebbe fatto ciascuno di noi al posto di Berlusconi. Tutto qui, tutto molto semplice. E invece uno dei ministri della Repubblica ha addirittura definito “ripugnante” il lavoro della Gabenelli, e a quel ministro va tutto il mio disprezzo. No, certo che non siamo in un Paese normale. Nemmeno in sogno ci siamo.

Poscritto
. Leggo sui giornali di stamane che l’avvocato Carlo Postizzi, titolare della Flat Point Development, la società che ha venduto a Berlusconi le ville di Antigua, ha indicato per nome e cognome i proprietari della società, tutta gente che nulla ha a che fare con Berlusconi e ai quali il capo del governo ha pagato di che acquistare le sue ville. Solo che l’avvocato Postizzi era stato insistentemente cercato dalla Gabanelli e dai suoi reporter, e si era ripetutamente negato. Abbiamo visto le immagini del giornalista che fa squillare il telefono di Postizzi e dall’altra parte gli rispondono che non c’è. Irraggiungibile. Se è “normale” tutto questo, sia detto senza nessuna malizia.
Immaginiamo un Paese normale, e per quanto assurda e difficile possa apparire l’ipotesi stessa che esista ai nostri giorni un Paese normale. In un Paese normale una figura pubblica di gran rilievo (un capo del governo, un ministro, personaggi così) devono apparire specchiate sul piano del comportamento privato. E quando dico specchiate lo dico da non bigotto, da uno che sa come l’uomo sia fatto di carne. Epperò se si tratta di grossi investimenti all’estero, dell’acquisto di una anzi di due villone in un’isola che è notoria e famigerata come un paradiso fiscale dei più protetti al mondo, allora le cose non sono così veniali. Meno che mai appaiono veniali se a essere dubbia è la titolarità dell’intera area su cui sorgono quelle ville e tantissime altre, ossia la titolarità della società off-shore che possiede l’area. Se quella società appartenesse a un italiano o a suoi rappresentanti, ne discenderebbe un’evasione fiscale cospicua ai danni dell’erario. Tutto qui, non una virgola di più, non una virgola di meno.
Tutto qui il lavoro meritorio di Milena Gabanelli nella puntata di “Report” di domenica scorsa, una puntata cui siamo rimasti appiccicati il 18 per cento di quanti stavano guardando la televisione in quel momento. Dire che la Gabanelli e i suoi giornalisti investigativi sono bravissimi, è dire niente. Per tre ore di televisione non c’è stato accanimento né petulanza sul tema centrale della puntata, che era quello dell’incredibile potere condensato nelle mani di poche persone (tutti amici degli amici) i quali nei campi più svariati di cariche ne hanno a decine, nemmeno fossero dei Rambo dell’azione dell’esecuzione. Né c’è stata petulanza della Gabanelli e del suo staff sul segmento della puntata che riguardava direttamente Silvio Berlusconi, perché è lui quello che ha comprato le villone nel paradiso fiscale. E del resto era stata sua una recente e felice battuta in cui diceva, nel rispondere all’opposizione che schiamazza a invitarlo di tornarsene “a casa”, che non sapeva dove andare perché di case di proprietà ne ha venti. Beato lui e, naturalmente, del tutto legittimo.
Solo che in un Paese normale il proprietario di così tante case deve spiegare ogni volta come e da chi le ha comprate, e se ha assolto tutti gli innumerevoli e pesantissimi oneri fiscali, gli stessi che gravano sui poveretti che comprano un bivano con servizi. Gabanelli indice le villone di Antigua come una proprietà che è stata acquisita in modo “opaco”? Ebbene Berlusconi, o meglio il suo legale adducano le carte che dimostrano che tutto è stato fatto in regola, magari risparmiando qua e là fiscalmente come avrebbe fatto ciascuno di noi al posto di Berlusconi. Tutto qui, tutto molto semplice. E invece uno dei ministri della Repubblica ha addirittura definito “ripugnante” il lavoro della Gabenelli, e a quel ministro va tutto il mio disprezzo. No, certo che non siamo in un Paese normale. Nemmeno in sogno ci siamo.

Poscritto
. Leggo sui giornali di stamane che l’avvocato Carlo Postizzi, titolare della Flat Point Development, la società che ha venduto a Berlusconi le ville di Antigua, ha indicato per nome e cognome i proprietari della società, tutta gente che nulla ha a che fare con Berlusconi e ai quali il capo del governo ha pagato di che acquistare le sue ville. Solo che l’avvocato Postizzi era stato insistentemente cercato dalla Gabanelli e dai suoi reporter, e si era ripetutamente negato. Abbiamo visto le immagini del giornalista che fa squillare il telefono di Postizzi e dall’altra parte gli rispondono che non c’è. Irraggiungibile. Se è “normale” tutto questo, sia detto senza nessuna malizia.

 

Caterì,  e per la serie quando le trasmissioni di servizio fanno paura ai politici... c'è stato un polverone anche per il nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano :
 "Vieni via con me", che andrà in onda regolarmente l’8 novembre in prima serata su Rai Tre, come annunciano gli spot già in onda in questi giorni.
 Il direttore generale Rai Mauro Masi,assicura che "non c'è alcuno stop" smentendo le accuse rivoltegli da Fazio e Saviano ("La trasmissione fa troppa paura al Palazzo"). "C’è più che il sospetto – sostiene il dg – che alcune notizie vengano fatte filtrare accampando inesistenti motivazioni politiche per 'forzare' la trattativa economica".
A far scoppiare la polemica, infatti, erano stati i maxi compensi previsti per alcuni degli ospiti del conduttore. Uno su tutti Roberto Benigni, il cui cachet era di 250mila euro. Così, dopo che l'agente del comico ha ventilato l'ipotesi di una partecipazione gratuita, i vertici della Rai hanno fatto sapere che se "vuole partecipare a titolo gratuito, la Rai ne sarà lietissima"...dico io 250mila euro son troppi..ma addirittura gratis.

L'ATTACCO DI CELENTANO: MASI E' UN DITTATORE
. Sulla polemica interviene duramente Adriano Celentano, che in un articolo a tutta pagina sul Corriere della Sera definisce Masi "DITTATORE" (tutto in maiuscolo), le cui "stranezze dell'ultima ora ricordano tanto qualcosa che ha a che fare con il periodo oppressivo e oscurantista", e ne chiede le immediate dimissioni. Critica anche l'associazione Articolo 21, secondo cui le difficolta' per la messa in onda di 'Vieni via con me' "capitano sempre alle trasmissioni sgradite a Berlusconi e ai suoi ministri".
  "Gli episodi di questi giorni - sottolinea Articolo 21 - dimostrano che alla Rai non c'e' solo il caso 'Annozero', ma ormai si rischia l'azzeramento di tutte le trasmissioni che non piacciono al partito del conflitto di interessi" 

 A. Celentano - I Passi Che Facciamo -

Annamaria...a dopo
.

1 commento:

  1. Impossibile, ormai, seguire senza moti di rancore o, al meglio, di disappunto, i programmi televisivi a sfondo politico. Siamo un Paese in cui non si ragiona ma si urla. In cui non si informa ma si polemizza. Costantemente, noiosamente. Speriamo di uscirne, una volta o l'altra. Per ora non si vede la fine.

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