Si apre un nuovo fronte dai contorni sfumati. Si chiama “poliamore” ed è completamente opposto al rapporto monogamico: è la pratica di intrattenere più relazioni intime contemporaneamente.
Secondo un articolo del Newsweek Magazine Online del luglio 2009, le relazioni di questo tipo sarebbero 500mila negli Stati Uniti.
Il sito italiano, invece, è stato inaugurato il 18 aprile 2012.
Ecco la definizione di Poliamore ,da Wikipedia
Il termine poliamore è un neologismo che esprime il concetto di «amori multipli». È la filosofia della possibilità di avere più relazioni contemporaneamente in modo etico (garantendo cioè la piena consapevolezza, trasparenza e serenità di tutti i partner coinvolti). L'ideale di una relazione poliamorosa è quella di avere una relazione sentimentale e/o sessuale onesta con più partner nello stesso periodo. Coloro che si riconoscono in questa filosofia (i "poliamorosi" o "poliamoristi") rivendicano il diritto di poter scegliere una seconda strada rispetto a quella della monogamia come modus vivendi unico e dominante a cui la società ci educa sin dai primi anni dell'infanzia.
Il termine è stato coniato indipendentemente da più persone, tra cui Morning Glory Zell-Ravenheart che introdusse il termine «relazione poliamorosa» nel suo articolo A Bouquet of Lovers nel 1990, e Jennifer Wesp che creò su Usenet il newsgroup alt.polyamory nel 1992.[1] Tuttavia occorrenze del termine sono state reperite già a partire dagli anni sessanta, e le relazioni poliamorose sono ovviamente esistite da ben prima che il termine venisse creato. Molto probabilmente il termine è da far risalire all'opera di Charles Fourier che nel suo Il nuovo mondo amoroso descrive in maniera dettagliata questo genere di rapporti. Non è un caso che la sua opera sia stata pubblicata proprio nei primi anni 60 influenzando massicciamente il dibattito del tempo.
Per il “Dazed Digital” è un qualcosa nell’aria. Non è ancora diffusa, ma si diffonderà nel giro di cinque anni, mentre le persone “mentalmente aperte” la accetteranno nell’arco di dieci.
Il poliamore (polyamory) si propone come la nuova allargata monogamia, nella quale si possono amare più persone alla volta. Tutte consenzienti, felici e (ovvio) mentalmente aperte.
Quei poveracci che continueranno a credere che il rapporto di coppia sia da intendersi solo fra due persone, meglio se sposate, e solo fra maschio e femmina saranno destinati a fare pessime figure in tutti i contesti pubblici.
Secondo un canovaccio già sperimentato e molto molto funzionante, verranno definite mentalmente chiuse, razziste, anti-democratiche, ignoranti e contro la libertà. Appena proveranno a dire qualcosa su questo tipo di relazioni, subito verranno dipinti come mostri: “Perché vuoi impedire alle persone di amarsi?”. E parlare di questo sarà ancora più difficile.
Già la parola stessa mette insieme un termine greco (“poli”, molti) e un termine latino, secondo una prassi moderna che propone il nuovo richiamando l’antico. Come se i greci e i latini tutti insieme avessero mai potuto autorizzare a livello pubblico una cosa di questo genere.
Eppure sarà questo il messaggio che passerà, e non c’è dubbio che verranno fuori studi di peso di professoroni americani che mostreranno quanto fosse tipico il poliamore nella golden age pre-cristiana. Peccato che poi sia arrivato il cristianesimo a rovinare tutta la società e ad impedire che le persone “amassero liberamente” tutto ciò che è amabile agli occhi di chi lo guarda. Consenso permettendo.
Per la cronaca, esistono già anche riflessioni “scientifiche” con tanto di interviste, su come vivono bene i figli di queste relazioni. Pensate, hanno anche più attenzioni da parte dei genitori, perché invece di averne solo due ne hanno tanti. Si risparmia persino, perché con tanti papà e tante mamme non c’è nemmeno bisogno di mandarli all’asilo. Gli svantaggi, invece, sono quelli tipici anche della coppia tradizionale, ed è legata all’interruzione della relazione.
I giovani intervistati hanno molti più hobby e interessi dei poveracci che vivono in una famiglia tradizionale, e sono “articolati, riflessivi, intelligenti e sicuri nelle loro relazioni con i genitori”.
Certo, sono consapevoli di avere “una situazione familiare inconsueta”, ma sono “soddisfatti” perché “funziona bene per i loro genitori”.
Il poliamore non solo descrive le relazioni affettive intese “come un’alternativa alla monogamia, specialmente rispetto a quanto attiene alla fedeltà sessuale, ma anche l’usanza o la pratica di intrattenere relazioni sessuali multiple con la conoscenza e il consenso di tutti i partner coinvolti”. Prendo la definizione dall’Oxford English Dictionary, tradotta dal sito italiano di Poliamore.
Chi non vorrà essere fedele ad una sola persona, ma che vorrà tentare “alternative” alla monogomia e fare un po’ quello che gli pare, troverà in questa definizione la strada aperta.
Mai che si faccia per una volta riferimento ad un qualche tipo di valore, che in qualche modo vincoli i soggetti. Mai, per carità. Il vincolo è male, l’autodeterminazione sempre positiva, la libertà di scegliere i partner come al supermercato (consenso permettendo) un bene da proteggere.
È già iniziata anche la guerra delle cifre campate in aria. 500mila, secondo il Newsweek Magazine Online, sarebbero solo in America. Un bel numero, insomma, di persone tutte felici, gaudenti e consenzienti, che già hanno scelto, e che presto faranno massa contro la famiglia tradizionale infelice. Si capisce, i cristiani non sanno scegliere, le loro azioni sono tutte imposte da una cultura religiosa che li opprime, che li costringe sin da piccoli a fare le scelte dei loro genitori o del pulpito. Proprio non vogliono capire cosa si stanno perdendo nel non fare sesso con chiunque.
Ma quanto impiegheranno i poligamici a batter cassa sui diritti civili? A dire che lo Stato Laico deve rappresentare tutti, che anche loro chiedono solo di esistere e via di questo passo?
Si tornerà a fare le solite confusioni fra il diritto del singolo e il diritto della coppia, come già succede per l’omosessualità, urlando al razzismo contro chiunque non sia d’accordo.
Nessuno si chiederà che differenza c’è fra fare una cosa e istituzionalizzarla, proponendo modelli sociali alternativi alle generazioni future.
Semplicemente si vorrà togliere di mezzo ogni certezza di base, dalla famiglia alla religione, dalla sessualità al lavoro, dai valori all’educazione, come già succede in quasi tutti gli ambiti. E questo sempre sulla falsa riga del sartriano “Il determinismo non esiste. L’uomo è libero. L’uomo è libertà”.
Ma forse c’è un aspetto positivo in tutta questa confusione. La famiglia tradizionale, adesso, sa che sono in gioco termini come “scelta” e “libertà”. E sa anche che, se vuole continuare ad esistere e a proporre un modello funzionante per la società, deve presentare il lato costruttivo della famiglia e non solo quello passivo e critico verso le forme alternative. Criticare potrebbe non servire a nulla.
La famiglia tradizionale, atavicamente da sempre così, nei prossimi anni dovrà invece dimostrare che non è l’abitudine ad averla conservata nei secoli, ma la scelta. È un prendere coscienza rispetto a chi vuole tirare cannonate.
In pratica, nessun dorma.
Davide Greco
Una testimonianza : l'intervista a Luca Boschetto, che ha una relazione fissa con un uomo ed una donna che vivono insieme.
"Poliamore"... una volta si diceva, più prosaicamente, "cornuti e contenti"...
Per quel che mi riguarda non potrei mai mai condividere il letto con piu di una persona.
Altra cosa: vuoi togliere il gusto del proibito? Finisce che passa la voglia!
Annamaria...a dopo
ENZO 21 gennaio 2014
RispondiEliminaPOLIAMORE?
Annamaria, per cortesia, mi passi il secchio della spazzatura?