mercoledì 9 ottobre 2013

EMOLUMENTI O SOLDI NOSTRI: POLITICI O PIRANHA?

La differenza tra un piranha ed un politico?

Uno è uno spietato predatore che attacca le vittime staccando ogni parte del loro corpo e infierendo ancora con i morsi sul cadavere e lo scheletro. L'altro è un pesce.




Roland Riz, pochi se lo ricordano. Docente di diritto penale, è stato segretario della Südtiroler Volkspartei (Svp) e uno dei principali animatori della politica altoatesina. Ma soprattutto è stato parlamentare per nove legislature. L’ultima, la dodicesima, l’ha conclusa come senatore nell’aprile 1996. Da allora Riz riscuote il suo bravo vitalizio che oggi, con 6.331 euro, è il più ricco tra quelli erogati dal Parlamento italiano. Antonio Del Pennino ha invece concluso la sua carriera solo pochi mesi fa come senatore eletto nelle file del Pdl dopo essere stato esponente del partito repubblicano. Pure lui ha nove legislature alle spalle ma, a causa delle ritenute fiscali e delle detrazioni regionali e comunali più pesanti, si classifica al secondo posto tra i titolari delle pensioni più ricche con 6.305 euro netti al mese.

Ecco le sorprese che spuntano dall’elenco degli oltre 2 mila vitalizi (sono esclusi i trattamenti reversibilità erogati ai familiari dei parlamentari deceduti) pagati ai deputati e senatori cessati dalla carica e forniti a “l’Espresso” da Camera e Senato. Un elenco che nei primi dieci della graduatoria vede allineati altri parlamentari che per lungo tempo hanno calcato la scena politica. Come il terzo dei classificati Karl Mitterdorfer, altro esponente della Svp con sei legislature alle spalle (6.278), o gli altri che lo seguono: l’ex Movimento sociale e Alleanza nazionale Francesco Servello (6.240 euro il suo vitalizio); gli ex democristiani Luciano Radi (6.237) e Mario Toror (6.236); l’ex parlamentare di An e del Pdl Adriana Poli: 6.234 euro netti il suo assegno mensile. Bene se la cavano pure altre due vecchie glorie democristiane: Giuseppe Pisanu, nella seconda Repubblica transitato tra i berlusconiani, ex presidente della commissione Antimafia non rieletto alle ultime elezioni, all’ottavo posto con 6.207 euro mensili e Nicola Mancino, ex presidente del Senato, che dopo varie legislature collezionate nel centrosinistra riscuote adesso 6.191 euro.

Ben posizionati risultano anche i numerosi leader che per le ragioni più varie non sono stati rieletti alle elezioni dello scorso febbraio e che solo da pochi mesi riscuotono il vitalizio. Nomi importanti, che tagliano tutto l’arco costituzionale. A cominciare dai democratici: l’ex segretario Walter Veltroni (5.373) e l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema (5.283), che primeggiano insieme all’ex presidente del Senato Franco Marini (5.802 euro). Staccati di poco, l’ ex ministro degli Interni Enzo Bianco (4.990 euro), Marco Follini (4.913), Pierluigi Castagnetti (4.908), il prodiano Arturo Parisi (4.704) e l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu (4.452).

In prima fila tra i neopensionati del controdestra il cofandatore del Pdl ed ex presidente della Camera Gianfranco Fini che, con 35 anni di contribuzione, riscuote un vitalizio di 5.614 euro, poche centinaia in più dell’ex sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver (5.100) e dell’ex capogruppo alla Camera Enrico La Loggia (5.079). Sotto la fatidica quota 5 mila troviamo un altro drappello di nomi illustri come l’ex ministro degli Interni Claudio Scajola (4.656 euro), bruciato per la brutta storia dell’appartamento da altri pagato a “sua insaputa” al Colosseo; l’ex presidente del Senato Marcello Pera (4.475); il deus ex machina di Silvio Berlusconi a Publitalia, poi condannato per reati di mafia, Marcello Dell’Utri (4.424); l’ex presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Lamberto Dini (4.077), anche se a primeggiare, grazie ai 45 anni di contribuzione record che ne fanno l’ex parlamentare vivente con il mandato più lungo, è il repubblicano Giorgio La Malfa: per lui l’assegno mensile ammonta a 5.759 euro. Ma non è finita: tra gli altri vip di fresco pensionamento brillano anche l’ex vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli, affondato con l’Api (Alleanza per l’Italia), il suo ultimo partito, che incassa 5.755 euro netti mensili; il leghista Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia, che riscuote 5.785 euro, mentre il fondatore di Italia dei valori, rimasta fuori dal Parlamento alle ultime elezioni, Antonio Di Pietro, si consola con 3.702 euro.

Certo, l’età dell’oro dei vitalizi elargiti con regole di assoluto privilegio è tramontata. La riforma entrata in vigore nel gennaio 2012 all’insegna del sistema contributivo riserva trattamenti più modesti e i cui frutti si cominciano già a delineare (vedere scheda). Nel frattempo, però, vecchie glorie della Repubblica e personaggi più o meno stravaganti sbarcati in Parlamento con le motivazioni più strane continueranno a riscuotere i ricchi assegni. Brillano tra i leader di prestigio i trattamenti riservati ad Armando Cossutta (6.176); Arnaldo Forlani (5.691); Pietro Ingrao (5.686); Luciano Violante (5.631); Clelio Darida (5.403) e altri personaggi del calibro di Gianni De Michelis (5.174), Fausto Bertinotti (4.767), Oliviero Diliberto, Stefano Rodotà e Claudio Martelli (4.684) e, molto distanziato, Romano Prodi (2.864).

Scorrendo i vitalizi si scopre anche che un po’ tutte le professioni sono rappresentate. Ci sono gli imprenditori: Francesco Merloni (5.717), Luigi Rossi di Montelera (5.083), Antonio Matarrese (4.346), Giancarlo Abete (3.796), Vittorio Cecchi Gori (3.068), Luciano Benetton (2.191 euro) e Santo Versace (1.438); i sindacalisti: Ottaviano Del Turco (3.835), Antonio Pizzinato (3.828), Giorgio Benvenuto (3.791), Sergio D’Antoni (3.658) e Pierre Carniti (2.158); i banchieri come Roberto Mazzotta (4.573), Antonio Patuelli (2.871), Nerio Nesi (2.853) e Sergio Chiamparino (1.984). Per non parlare dei giornalisti che allineano Furio Colombo (3.716), Gennaro Malgieri (4.243), Tana de Zulueta (3.796), Paolo Guzzanti (3.718), Luciana Castellina (3.042), Demetrio Volcic (2.722), Eugenio Scalfari (2.162), Jas Gawronski (2.158,) e Rossana Rossanda (2.016). Ma ben rappresentati sono pure i magistrati con Giuseppe Ayala (5.069), Alberto Maritati (5.033) e Gerardo D’Ambrosio (2.282); gli avvocati con principi del foro come Lorenzo Acquarone (5.125), Gaetano Pecorella (3.985), Carlo Scognamiglio (3.852), Vincenzo Siniscalchi (3.795), Giuseppe Consolo (3.588) e Carlo Taormina (2.045); i calciatori con Gianni Rivera (5.029); gli artisti con Franco Zeffirelli (3.068), Carla Gravina (2.016), Gino Paoli (2.019) e Ombretta Colli (3.141); i critici d’arte come Vittorio Sgarbi (4.701). E non mancano neanche le pornostar, come Ilona Staller (2.120) e gli aspiranti golpisti come l’ex paracadusta Sandro Saccucci (3.074).
03 ottobre 2013

Enzo

Fonte: L'ESPRESSO

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