La gestione della propria identità digitale -  quell'io frammentario e spesso disperso fra vari profili di social  network, cumuli di feed, caselle di posta e blog - sta diventando un  tema di interesse cruciale non soltanto a livello concettuale (cos'è  l'identità sul web? come si definisce?) ma soprattutto a livello pratico:  sono sicuro di non avere lasciato dati sensibili in giro qui e là? E se  il mio numero di telefono viene preso da un cv pubblico e messo  altrove? E così via.
A questo proposito, Google ha annunciato ufficialmente la release di Me on the Web (in italiano Io sul Web),  uno strumento per gestire simili problemi e migliorare la percezione  del proprio io virtuale. Graficamente, i tool è posto è nella dashboard  del profilo Google:
Oltre a fornire un elenco di link provenienti dal profilo stesso (a  social network o altri strumenti personalizzati), Me on the Web consente  di creare dei messaggi di avviso quando i propri dati personali vengono pubblicati in rete. In sostanza, niente di più che un Google Alert settato alla bisogna. Inoltre, grazie a quattro moduli di rimozione ad hoc, permette di eliminare direttamente dalle SERP contenuti quali il numero di carta, il codice fiscale, o l'immagine della firma.
Per quanto riguarda la gestione vera e propria della digital reputation,  invece, Me on the Web non è molto d'aiuto. Se trovate in giro calunnie o  falsità sul vostro conto (o una fotografia fake che vi ritrae mentre  scassinate un bancomat), il nuovo strumento di Google si limita a darvi  consigli che ogni navigatore un po' esperto conosce o può trovare  altrove (ad esempio, contattare il webmaster del sito in questione).
Quindi, ci sembra doveroso sgonfiare qualsiasi enfasi: Me on the Web potrà anche essere un buon punto di partenza, ma di per sé ha un'utilità ancora molto limitata. Come nota Fabio Deotto su Wired, "se per certi versi Io sul Web fornisce alcuni strumenti utili ad arginare la diffusione di dati riservati in Rete, in molti casi si rivela poco più di un manuale di istruzioni sulle procedure per tentare (il risultato non è certo) di gestire la propria reputazione online."
In aggiunta, senza aprire un profilo su Google non si può usare Me on the Web: segnale ulteriore che - esattamente come fu per +1 - Mountain View vuole spingere sempre di più il suo lato social. Dopotutto, ormai la lotta per il predominio sembra giocarsi proprio lì.
C'è però una lezione neutrale da imparare: il tema della reputazione online e  della gestione dei propri dati sta diventando sempre più cruciale.  Questo non solo per le aziende che vogliono difendersi da attacchi  indiscriminati, ma anche per il singolo cittadino del web:  bisognerà imparare una volta per tutte che la nostra presenza sulla  rete è fatta di molte tracce, e che queste tracce sono molto spesso  disponibili pubblicamente.
Ancora una volta, il tema dell'etica dell'informazione ritorna prepotentemente sulla scena.
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Grazie delle informazioni.
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