Come una gran fetta di torta trasparente adagiata sull'erba . . . come la
prua di una nave in cui si può guardar dentro . . . un edificio-oggetto . . .
una costruzione che c’è ma non dovrebbe esserci . . . un volume che fa di tutto
per sparire e fa di tutto per essere visto, soprattutto dentro.
È il progetto culturale ambizioso che aggiunge un ampliamento ad alta
tecnologia all’Orto Botanico più antico del mondo : quello di Padova, fondato
nel 1595 dall'Università di Padova, oggi
patrimonio dell'Unesco.
Lo scorso 14 ottobre c’è stata la prima presentazione (per pochi fortunati)
per mostrare che dal 2010 i lavori sono andati avanti molto celermente; sabato
19 e domenica 20 ottobre, le porte si sono aperte a quanti hanno voluto
visitare il nuovo edificio delle serre : appuntamento all’inizio dell’estate
2014 per l’apertura ufficiale.
Un giardino di 15 ettari dedicati a tutte le
piante del mondo all'interno di una cupola di vetro e cemento che sfrutta le
acque termali di Abano e l'energia del sole
attraverso i pannelli fotovoltaici.
Stretto tra le cupole bizantine della chiesa di Sant'Antonio e quelle
rinascimentali di Santa Giustina, a due passi da Prato della Valle che è una
delle piazze più belle d'Italia, pervaso da un profumo di olea fragrans che
entra nelle narici.
E’
pronto per essere aperto al pubblico e per diventare un prepotente richiamo
come il museo Guggenheim per Bilbao e un luogo dove si impara attraverso
l'esperienza, come il Nemo è per Amsterdam.
Nel 1545 fu un lampo di genio dello Studium patavino inventare l’Orto
dei semplici, cioè delle specie vegetali che servivano alla medicina, gli unici
rimedi del tempo. Allora fu una decisione scientifica e didattica. Oggi che ci sono i
farmaci di sintesi, l’Orto Botanico è una decisione che sa più di umanistico :
lì dentro sono confluiti i concetti che erano alla base dell’Orto antico.
Per
esempio, i moduli rinascimentali: allora suggerivano l’idea della perfezione,
della matematica che accompagna la misura realizzata, dell’equilibrio anche
compositivo delle aiuole e delle loro suddivisioni.
Oggi i moduli rinascimentali si sono trasferiti nell’accostare riquadri di
vetro, e linee portanti, ma il concetto è lo stesso, una misura che guida la
costruzione, e anche la vista, verso la perfezione.
La superficie esterna si comporta come una gigantesca foglia di un albero
che abbatte l'inquinamento atmosferico. Il tetto è un'incredibile distesa di
cuscini trasparenti gonfiabili che hanno la capacità di raccogliere di giorno
il calore del sole e di disperderlo la notte . è stato utilizzato un
materiale speciale, l’Etfe, adoperato anche dalla Nasa.
Presto
una fitta vegetazione, piantumata con una tecnica che ha bisogno di pochissima
acqua, nasconderà le coperture.
Al suo interno si troveranno 5 serre differenti, in cui verrà
dato spazio ai differenti ambienti presenti sulla Terra, dalla foresta
pluviale, dove l'umidità crea le migliori condizioni per la vita, ai panorami
più estremi, dove il freddo rende la sopravvivenza delle specie vegetali quasi
impossibile.
Il Giardino della Biodiversità sarà
caratterizzato dall'acqua, con piccole cascate che suddivideranno i diversi ambienti;
l'edificio è stato progettato per il recupero dell'acqua
piovana, così da garantire l'autosufficienza idrica e ridurre l'impatto ambientale.
Al nuovo spazio saranno anche legati
studi e simulazioni che guardano al futuro, con approfondimenti sui temi legati
alle possibili condizioni di vita extra-terrestri e sugli effetti che l'inquinamento
estremo o l'intervento dell'uomo produrranno sulle specie vegetali.
Le aiuole che si troveranno all'esterno delle serre saranno dedicate
alla coltivazione delle specie locali, dai giardini fioriti, alle piante
aromatiche, alle specie vegetali commestibili.
Non manca uno sguardo alle nuove tecnologie : prima di
visitare l'orto botanico, i visitatori potranno ammirarne un'anteprima sul web,
grazie al Wikiorto.
Potranno così prepararsi alla visita e rimanere in contatto con le piante anche
dopo che si sarà conclusa; sarà possibile scaricare una apposita App ed entrare a fare parte di una
comunità virtuale legata all'orto botanico.
Le serre sono una macchina da cento aspetti; cambia la percentuale di
umidità, il flusso dell'aria per dare alle piante le condizioni ideali.
Praticamente invisibili, ci sono sonde dappertutto. Vengono raccolti i
“dati meteo” e inviati ad un sistema computerizzato che a sua volta comanda
diffusori di acqua nebulizzata, riscaldamento eccetera : capita di trovarsi in
mezzo all’effetto nebbia, come se fossimo in Amazzonia.
Spazio anche all'aggregazione urbana, con aree dedicate ai
bambini, alle famiglie, agli studenti e all'organizzazione di eventi.
Ricordiamoci che qui dentro siamo all’Università, mica in un giardino
pubblico!
Un paradiso
attivo per chi vorrà e per gli studenti, che finora magari andavano all’Orto
Botanico (antico) per leggersi un libro su una panchina o per star tranquilli
con la morosa . . .
Dal mio piccolo “orto”, questo è per voi, da Maria !
e . . . un tuffo in un “giardino” degli anni ’70 . . .
Nessun commento:
Posta un commento